Il blog di Elio Ria

Spighe di poesia

Lo specchio di Dio

ott 072018

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(Jan Steen, Il maestro di scuola)

 

 

Gli ho chiesto di quei tempi,
quando ancora eravamo così giovani,
ingenui, impetuosi, sciocchi, sprovveduti.

È rimasto qualcosa, tranne la giovinezza
- mi ha risposto.

Gli ho chiesto se sa ancora di sicuro
cosa è bene e male per il genere umano.

È la più mortifera di tutte le illusioni
- mi ha risposto.

Gli ho chiesto del futuro,
se ancora lo vede luminoso.

Ho letto troppi libri di storia
- mi ha risposto.

Gli ho chiesto della foto,
quella in cornice sulla scrivania.

Erano, sono stati. Fratello, cugino, cognata,
moglie, figlioletta sulle sue ginocchia,
gatto in braccio alla figlioletta,
e il ciliegio in fiore, e sopra quel ciliegio
un uccello non identificato in volo
- mi ha risposto.

Gli ho chiesto se gli capita di essere felice.

Lavoro
- mi ha risposto.

Gli ho chiesto degli amici, se ne ha ancora.

Alcuni miei ex assistenti,
che ormai hanno anche loro ex assistenti,
la signora Ludmilla, che governa la casa,
qualcuno molto intimo, ma all'estero,
due signore della biblioteca, entrambe sorridenti,
il piccolo Jas che abita di fronte e Marco Aurelio
- mi ha risposto.

Gli ho chiesto della salute e del suo morale.

Mi vietano caffè, vodka e sigarette,
di portare oggetti e ricordi pesanti.
Devo far finta di non aver sentito
- mi ha risposto.

Gli ho chiesto del giardino e della sua panchina.

Quando la sera è tersa, osservo il cielo.
Non finisco mai di stupirmi,
tanti punti di vista ci sono lassù
- mi ha risposto.

(Wislawa Szymborska, Il vecchio professore, Due punti, Adelphi 2006)


In questa poesia della poetessa polacca ci sono i tratti costitutivi della sua scrittura, vale a dire l’ironia, l’umorismo, l’invenzione linguistica, la leggerezza, l’attenzione al dettaglio, la capacità di sorprendere con un inconsueto approccio alle semplicità della vita che molto spesso sono per pigrizia tralasciate e non vissute intensamente.
Il vecchio professore risponde alle domande con fermezza, consapevole della molteplicità dei punti di vista che ci sono lassù, nel cielo.
Quel cielo che è lo specchio di Dio e che riflette le opinioni multiformi e contrastanti, distinte e irrilevanti, gaudiose e maledette, buone e cattive. Quel cielo le conserva e le classifica; pone la riflessione del pensiero in luce di saggezza, seppure non sempre la luce sia chiara e limpida per inosservanza e indolenza degli uomini - custodi vulnerabili della percezione, guardiani degli angeli caduti, lupi siderali.

Lo stupore è di chi osserva e crede nella luce e nelle cose della natura; non soggiace  alle leggi materiali, ingabbia gli occhi, sostiene un'emozione di conoscenza. Il vecchio professore lo sa bene.

 

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