Il blog di Elio Ria

Spighe di poesia

Il paesaggio che ci sfugge

mar 312019

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Non questa luce
sull’inceneritore,
non queste case grandi
e tutte a spigoli:
il tuo castigo sono le ore
che senti il sangue scorrere
come a rovescio,
e sei fermo sull’angolo
e vedi il paesaggio che ti sfugge,
viene, brilla e si vuota
come in uno specchietto retrovisore.

(Umberto Fiori, Paesaggio)

Vediamo una realtà, anche quella in apparenza più oscura (l’inceneritore), vuota di senso, a rovescio, che non brilla. Percepiamo la realtà componendo in immagini la decadenza che c’è in noi. Fermi sull’angolo di un luogo il paesaggio ci sfugge, non sappiamo cogliere l’erba anemica che ai bordi di un marciapiede germoglia, nemmeno gli spigoli delle case cubiche che vorrebbero significare la non circolarità della nostra esistenza. Ci manca la giusta dose di malinconia, di incapacità a stabilire un rapporto con il prossimo e la realtà. Può mai bastare uno specchietto retrovisore?

 

 

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