Il Blog di Rosario Frasca

Le opinioni di un Clown, ovvero: Il mito di Er

Cate: la bambina poetessa

apr 032020

 Premessa - In questo lavoro, prendo spunto dalla dalla poesia scritta da una bambina in tempo di coronavirus, per "abbozzare" un'analisi fondata su temi che costituiscono la struttura del desiderio mimetico triangolare di Renè Girard; in particolare: la memoria affettiva, la mediazione del desiderio, l'oggetto del desiderio, la promessa fallace ovvero l'autonomia metafisica,

 In tempo di coronavirus i bambini sono preoccupati.

 In tempo di pandemia da coronavirus, sono venuto a conoscenza che era stato fatto il tampone a una coppia di nostri amici.  La loro figlia più grandicella, probabilmente stimolata dalla straordinarietà dall'evento, ha voluto raccontare il suo punto di vista con una poesia, per dare la sua testimonianza diretta di un evento straordinario.

Ho rimurginato su questa bellissima voglia di poetare un dramma sociale, da parte di una bambina; e ho deciso di impegnarmi a leggere la poesia e trovare spunti di riflessione "socialmente stupidi"; potevo farlo, il tempo non mi sarebbe mancato.

Ho telefonato agli amici "tamponati", un po' per confortarli, un po' per avere da loro notizie dirette e, soprattutto, per chiedere della poetessa bambina. Parlando con il papà al telefono, mi sono rasserenato sullo stato di salute della famiglia e gli ho chiesto se potevano farmi avere la poesia che aveva scritto la sua poetica bambina. Con i potenti mezzi di comunicazione, che stiamo tutti rivalutando in questi tempi di forzato isolamento, due minuti dopo ho ricevuto l'innocente e originale testimonianza poetica di una bambina di nove anni ai tempi del coronavirus.

 

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Mercoledì 25 marzo

Sono preoccupata

 

Oggi mamma fa il tampone,

se è positiva che figurone!

Domani sapremo i risultati

Siamo tutti preoccupati.

Intanto cerco la speranza

di godermi questa vacanza.

Mi mancano molto gli insegnanti

E di giorni tristi ce ne sono tanti.

 

La situazione.

Mamma deve fare il tampone; certo se vien fuori che è positiva, sarebbe un dramma, però, con gli altri faremo un figurone: abbiamo fatto il tampone! Ma i risultati non ce li danno subito, li sapremo domani; questa attesa lascia sospesi, ci mette in ansia: l'ansia dell'attesa; l'ansia di non conoscere, di non sapere. Ecco, siamo preoccupati; ma a me non importa: stò con mamma e con papà e con loro sono al sicuro, non ho nulla da temere.

La metamorfosi

Nell'attesa, per non pensare alla mancanza dei risultati, provo a cercare un po' di speranza; per esempio, immagino di godermi una bella vacanza.

La catarsi

Già la vacanza; ma in vacanza non ci sono gli insegnanti! In questa situazione, a casa da sola, mi mancano molto gli insegnanti, i loro rimproveri, le lodi, le coccole, le interrogazioni, le punizioni... uffa, che faccio?... sono un po' triste; e di giorni tristi ce ne sono ancora tanti...

Sono preoccupata.

 

Commento

 Ha nove anni, é leggera, educata, spiritosa, vivace, intelligente. Lei guarda il mondo intorno a sé, osserva e percepisce la preoccupazione della mamma, la precarietà della situazione, il sospetto di un contagio: che non sa cos'é ma mette in agitazione i suoi genitori; percepisce la loro paura, la metabolizza e muta il suo umore secondo quello che la situazione le suggerisce: cerca, immagina, attende, ricorda, sente, immagina ancora e si preoccupa.

Il poetare, é la sua via di fuga da una situazione precaria, verso una stabilità affettiva, verso una carezza, uno sguardo; verso una coccola dei suoi insegnanti di cui sente tanto la mancanza.

È ancora piccola per preoccuparsi e lo grida nel titolo della sua poesia.

 

...qualche giorno dopo aver scritto la poesia, la poetessa invia un messaggio di auguri alla sua maestra

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RF

 

Girardiana

La poetessa

"In verità vi dico: se non cambiate e non diventate come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli".


 Il punto di vista di chi scrive, prevede di analizzare, studiare e individuare gli elementi utili per rappresentare: sia le caratteristiche del personaggio, sia quelle del suo obiettivo, il suo fine, lo scopo del suo agire; questo dà modo di costruire un profilo poetico corrispondente, oltre a definire l’obiettivo ovvero l’oggetto del desiderio, nobile o immorale, comunque fortemente desiderato, in modo da esaltarne e giustificarnee l’intensità poetica.

- Il soggetto - La poetessa è una bambina di nove anni; leggera, educata, spiritosa, vivace, intelligente. Lei guarda il mondo intorno a sé, osserva e percepisce la preoccupazione della mamma, la precarietà della situazione, il sospetto di un contagio: che non sa cos’è ma sa che mette in agitazione i suoi genitori e questo le basta; percepisce la loro paura, la metabolizza e muta il suo umore secondo quello che la situazione le suggerisce: cerca, immagina, attende, ricorda, sente, immagina ancora e si preoccupa. La poesia é la sua via di fuga da una situazione precaria e indeterminata; una fuga verso una stabilità affettiva, verso una carezza, l'incontro di uno sguardo; verso una coccola dei suoi insegnanti di cui sente tanto la mancanza; è ancora piccola per preoccuparsi e lo grida nel titolo della sua poesia.

Scrive Girard: "L'eroe (...) sogna di assorbire, di assimilare l'essere del mediatore. Egli immagina una perfetta sintesi tra la forza del mediatore e la propria "intelligenza". Vuole diventare l'altro senza cessare di essere se stesso."

Per la nostra eroina poetessa i mediatori sono due; dapprima la mamma che deve fare il tampone diagnostico: è lei il suo punto di riferimento; ma la malcelata preoccupazione e l'anzia dell'attesa dei risultati, la costringe a cercare una situazione diversa e a sperare in una vacanza per ritrovare la mamma che le piace e che non è preoccupata. Ma percepisce qualcosa sull'impossibilità di poter godere di una vacanza vicina; si sente persa nella delusione che le fa sentire un vuoto interiore; una mancanza che la sprona a desiderare qualcosa più vicina, alla sua portata: la scuola.

La memoria affettiva la riporta a scuola con le maestre; è lì che ritrova se stessa; i suoi insegnanti diventano i nuovi mediatori. Non più la mamma, nè il papà, loro sono preoccupati; pensa invece ai suoi insegnanti: sono loro che le riempiono quel vuoto interiore e il suo oggetto del desiderio è ben rappresentato in maiuscolo; è "quella tua PENNA ROSSA" di cui sente la mancanza.

 

- L’oggetto del desiderio - Il suo desiderio è godersi una vacanza lontana dalle preoccupazioni e con la sicurezza affettiva dei genitori, lontani anche loro dalle preoccupazioni della vita quotidiana e dalle responsabilità lavorative. Il desiderio di Caterina è comune a tutti, bambini e adulti: la vacanza è il tempo del recupero affettivo di se stessi.


- La mediazione esterna - Il desiderio di Cate è mediato dai suoi genitori. La bambina desidera ciò che desidera sua mamma perché vuole essere come la mamma: vuole berne e succhiarne tutta l’essenza.

- la mediazione interna - Il desiderio di Cate, oltre a essere mediato dalla mamma è anche suggerito da una persona immaginaria: la proiezione ideale di se stessa; una Cate futura che si situa in uno stato esistenziale di pieno godimento di una vacanza; non dice con chi né dove: per lei non è importante con chi fare la vacanza e dove farla: per lei è importante “essere” in vacanza; la vacanza è intesa nel suo significato liberatorio ed esistenziale. Cate vuole essere in vacanza perché desidera essere liberata dalla cupa preoccupazione di passare tanti giorni tristi.

- La memoria affettiva - Tutti ci attendiamo dal possesso di un oggetto desiderato, una metamorfosi radicale del nostro essere. Cate desidera la vacanza perché da essa si attende la liberazione dallo stato di preoccupazione: Cate vuole essere libera e la vacanza la farà libera; è il suo sogno, il suo desiderio, la sua metamorfosi esistenziale, la sua iniziazione. La vacanza è il mezzo per raggiungere ed essere la Cate ideale.

Girard scrive che Proust paragona alla sete questo desiderio di essere l’altro, (l’ideale di sé): “Sete - simile a quella di cui brucia una terra inaridita - di una vita che la mia anima, poiché non ne aveva mai ricevuta sin qui una goccia, assorbirebbe con tanta maggiore avidità, a lunghi sorsi, in una più perfetta inibizione.”.

- L’iniziazione - Questo desiderio di assorbire l’essere del proprio "sé ideale" si presenta frequentemente in forma di "desiderio d’iniziazione” a una nuova vita: vita sportiva, vita rustica, vita “sregolata”. L’improvviso prestigio di un modo d’esistere alternativo è sempre connesso a un essere che ne risvegli il desiderio: la mamma risveglia a Caterina il desiderio di una vacanza.


- La metamorfosi - Il soggetto che desidera vuole trasformarsi nel suo se stesso ideale, che funge da mediatore interno e suggeritore del desiderio: Caterina preoccupata vuole trasformarsi in Caterina felice.


- La promessa fallace - Ma donde può derivare questa esigenza che la soggettività è incapace di soddisfare? Bisogna che questa soggettività abbia prestato fede a una promessa fallace proveniente dall’esterno. La mamma di Cate, nel desiderare essa stessa una “ vacanza liberatoria" opera una mediazione esterna verso Cate: la mamma, forse anche inavvertitamente, con il suo desiderio nascosto, fa una promessa fallace e ingannevole a Cate che per emulazione, cerca anche lei il godimento di una vacanza.


- L’autonomia metafisica - Questa promessa fallace e illusoria è essenzialmente una promessa di autonomia metafisica. Scrive Girard: "Dietro tutte le dottrine occidentali che si susseguono da due o tre secoli vi è sempre il medesimo principio: Dio è morto, tocca all’uomo prendere il suo posto”.

La vacanza desiderata da Cate è la promessa fallace che, quanto più profondamente la desidera, tanto più violento sentirà il contrasto tra questa meravigliosa promessa e la brutale smentita che le infligge la realtà. La realtà di Cate, la sua disillusione è la catarsi espressa nell'ultimo l’ultimo verso: "di giorni tristi ce ne sono tanti” ed emblematizzata nel titolo: "Sono preoccupata”.

- La solitudine - A mano a mano che si gonfiano le voci dell’orgoglio, la coscienza di esistere si fa più amara e solitaria. Tutti noi scopriamo nella solitudine della nostra coscienza che la promessa è fallace, ma non siamo capaci di universalizzare questa esperienza. La promessa della vacanza desiderata da Caterina rimane vera per gli altri.


- L’esclusione - Ciascuno si crede l’unico escluso dal retaggio divino e si sforza di nascondere la maledizione. Il peccato originale non è più la verità di tutti come nell’universo religioso, ma il segreto di ciascuno, l’unico possesso della soggettività. Ciascuno si crede solo all’inferno e l’inferno è proprio questo. "Io sono solo, mentre loro sono tutti”. Caterina è sola si sente l’unica esclusa dalla desiderata vacanza.


- I sentimenti dell'escluso - In un universo di eguali, gli esclusi ovvero i deboli sono facile preda del desiderio metafisico e, nella delusione per aver dato ascolto a una "promessa fallace", possono farsi strada e trionfare i sentimenti moderni: "l’invidia, la gelosia era rabbia ( ovvero l’odio impotente).


- La fedeltà - La fedeltà non è una virtù a buon mercato: bisogna avere la capacità e la forza di rimanere fedeli anche davanti al crollo di tante illusioni; anche se questa fedeltà, è difficile da mantenere, senza l’aiuto dei genitori e degli insegnanti e di tutti gli educatori, mediatori e custodi della crescita di Caterina.

- La lotta interiore - Siamo responsabili di tutte le azioni che compiamo liberamente. Non c'è posto per l'anonimato; Caterina, i genitori, gli insegnanti, tutti ci troviamo soli davanti alle scelte fondamentali della vita; e sta alla nostra volontà decidere di essere amici o nemici di noi stessi, della nostre remote coscienze. Questo è l'inizio del cammino della lotta interiore, che è il compito di tutta la vita, "perché finché dura il nostro passaggio sulla terra nessuno può dire di aver raggiunto la pienezza della propria libertà. (San Josèmaria Escrivà)

 

 

 


 

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