I giorni della fine
lug 272018
(da: Il Libro della Passione ñ di J. M. I. Langlois)
José Miguel Ibànez Langlois, nato a Santiago del Cile nel 1936 e sacerdote dal 1960, è stato membro della commissione teologica internazionale. Si è laureato in Lettere e filosofia presso l’università di Madrid e in Filosofia presso la Pontificia Università Lateranense, ricoprendo poi incarichi di docente universitario in Cile. Figura di spicco nella vita culturale latinoamericana - dal 1966 è critico letterario del principale quotidiano cileno, El Mercurio -, Ibanez Langlois accompagna a un’intensa attività di teologo una personalissima produzione poetica che, partendo dai Poemi dogmatici (1971), attraverso Futurologie (1980) e Storia della filosofia (1983), culmina con Il Libro della Passione” (@ Editorial Universitaria Santiago del Cile, 1986 - @ Edizioni Ares Milano, 2002)
Prologo
Gesù di Nazaret che pover'uomo
fallimento fallimento completo
unici discepoli pochi pescatori locali
com’era prevedibile a quei tàngheri
non ci fu verso di fargli capire ciò che intendeva
e tuttavia vagò con loro per tutta la Giudea
risvegliando tra le masse un’esaltazione sporadica e superficiale
un breve starnazzare nella polvere dei casali
come accade a quasi tutti i predicatori itineranti
neppure i suoi parenti credevano in lui
lo ritenevano pazzo e di certo non erano i soli
fu vinto da una cricca di politici e di teologi del suo paese
i suoi discepoli lo abbandonarono a mezzanotte
e tutti i galli di Gerusalemme cantavano a sproposito
fu venduto per 30 dollari in contanti non una lira di più
fu condannato come bestemmiatore menzognero e rivoluzionario
dietro richiesta delle stesse folle che parevano dalla sua
ai piedi della croce dei suoi quasi nessuno
solamente sua madre e un qualche imberbe seguace
di quelli che non mancano neppure al più demente dei visionari
soltanto un qualche imberbe a scacciare i cani che venivano a leccargli il sangue
persino la sua biancheria se la divisero i carnefici
passò per il mondo come se non fosse passato nessuno
a poche ore dalla sua morte tutto restava identico nell'universo
solo luccicava come insegna luminosa sul suo sangue l'INRI
dura avvertenza per i pazzi che si credono re
non ci fu uomo più morto di quest’uomo morto sulla croce
la sua morte a una semplice occhiata era profonda d'infinito
Gesù oh che morto
soprannaturale
le anime si arrendevano a lui morto
la croce patibolare divenne il suo trionfo
i morti uscivano dalla terra per amarlo fino all'adorazione
assiso sul sermone della montagna
il suo sguardo cambiò il corso della storia affatto bruscamente
facendola passare per i precipizi più incredibili
il cosiddetto corso della storia umana
non fa che rigirargli intorno per i secoli
non fa che precipitarsi nell’abisso del suo cuore
La sua voce pacata d’accento galileo
risuonò come un tuono che ammutolisce i cesari
e i filosofi e i saggi
la sua parola illuminò ogni cosa dall'interno
fece tremare il pensiero umano col fulgore di una luce incognita
che il corso dei secoli non è ancora riuscito a decifrare
Gesù di Nazaret
oh che morto che morto risuscitato
dal suo respiro sgorgano a fiotti vite di santi
dal fondo dei suoi occhi spiccano camminando
trasparenti legioni di vergini confessori martiri
che dopo esser passati dalle fiamme da tutte le croci
camminando ritornano al fondo del suo cuore
vie di Damasco sgorgano dalle sue dita mistiche
dalla polvere della terra sgorgano vie che conducono a lui
il suo spirito ha preso l’abitudine di giungere in lingue di fuoco
sulle più umili parrocchie di taglialegna e di pubblici impiegati
continuamente accade che s’impazzisca d’amore per lui
con una parabola lancia in volo tutti i sogni del genere umano
con una parabola fonda il metodo scientifico sperimentale
un gesto della sua fine mano crea tutti gli stili classici e romantici
con un dito fa girare le settemila forme della bellezza pura
è capace di trarre gigli dalle ghiande
di trarre il bene dal male col metodo di crocifiggersi
nella carne più peccatrice e di seppellirsi in essa
e di uscire dal sepolcro alla velocità della luce
e di uscire dal sepolcro a rallentatore
diffondendosi nell’aere glorioso ah che bellezza
chi chi racconterà la storia delle sue morti e risurrezioni
non si può lottare contro un uomo simile
battaglia che perde battaglia che vince
per invisibili procedimenti con centrale in Roma
e filiali negli angoli più remoti dell'universo
ah sempre le lacrime del pentimento
gli appartengono tutte le lacrime di mezzanotte
tutti tutti gli amori lavorano in incognito per lui
le piaghe sue antichissime non si chiudono mai
quelle piaghe dicono io sono la via la verità la vita
la sua tunica scarlatta oggi risuscitata
fiammeggia ai quattro venti sì fiammeggia come un arcangelo
che indica l’esatta direzione del paradiso
Gesù di Nazaret
oh che morto
che morto risuscitato.