Il Blog di Rosario Frasca

Le opinioni di un Clown, ovvero: Il mito di Er

Marianne

giu 222019

DUE

di Irene Nemirovsky

 

Trama: La storia si dipana nell'arco di tempo che va dal 1920 al 1933.

Tramite amici comuni, Antoine Carmontel e Marianne Segré si incontrano la notte di Pasqua del 1920, e si innamorano. La relazione viene vissuta però in modi diversi dai due componenti della coppia: se Antoine la vive senza troppo impegno (mentre frequenta Marianne, ogni tanto incontra anche la più matura Nicole), Marianne vi si affida con trasporto e apprensione.

Sentendosi maltrattata, la ragazza comincia a perdere le speranze e lentamente sembra dimenticarlo. Dopo di storie, amori e tradimenti, che avvengono nell'entourage della coppia; e che li vedono in qualche modo spettatori, Marianne e Antoine si ritrovano e decidono di sposarsi, comunque consumati e gravati dal proprio carico esistenziale. Il loro sarà un matrimonio fecondo (dalla loro unione nasceranno tre bambini) ma ormai privo di amore. Di conseguenza, entrambi si inoltrano nelle vie dell'adulterio in una rassegnata ricerca di se stessi.

Marianne intraprende una relazione con Dominique, ex fidanzato dell'amica Solange, ora sposato e padre. Antoine (che nel frattempo ha rilevato una ditta che produce impasti per le cartiere) inizia invece a frequentare Evelyne, sorella minore di Marianne: quando la relazione tra i due giunge al capolinea, la ragazza si suicida ingerendo una dose letale di barbiturici.

Antoine patirà il colpo e Marianne, pur non amandolo più, lascia l'amante per assisterlo. I due continueranno a vivere l'uno a fianco dell'altra, senza più amore, ma resi invulnerabili dai tanti anni di convivenza. (da Wikipedia)

 

 Al capitolo 9 siamo ancora nella fase prematrimoniale della storia e l'autrice descrive lo stato d'animo di Marianne:

 

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Com’era fragile il legame che li univa! Lei non aveva alcun ascendente su di lui, e lui era così volubile, così sfuggente, così inafferrabile! Così libero, santo cielo! "Maledetta libertà maschile" - pensava Marianne - "sei la mia peggior nemica".

Ah, trattenerlo, tenerlo stretto, imprigionarlo! Sposarlo, insomma! Solo questo le avrebbe dato la pace. Addormentarsi al suo fianco sapendo di ritrovarlo ancora li al mattino. Vederlo partire per un viaggio ed essere sicura che sarebbe tornato "a casa", accanto a lei...

Avere il diritto di chiedergli: "Ma dove andate? Quando tornate?" Volubile, infedele, che cosa importava se lui era sempre li, stabilmente? Le sembrava che così si sarebbe liberata dell’amore che aveva per lui. Non subire più i suoi giudizi aspri e arroganti... Dire senza paura: "Ma insomma, perché? Spiegatemi dunque… "


Dormire insieme. Ah, non solo andare a letto, ma dormire! "Quello che ci manca é vivere insieme" pensava. "Niente, nessuna intimità fisica é paragonabile al sonno nello stesso letto, notte dopo notte e non per un’ora. ..".

 undefinedC’é poi la descrizione della sottile consapevolezza di una latente maturità, quando allo specchio vede la minacciosa comparsa di impercettibili segni di future rughe:

 

 Quel momento in cui, all’improvviso, una donna non si sente più sicura di restare eternamente giovane non assomiglia a un pensiero. Non é neppure un istinto. Ancora non si vive nel timore.

É come se ci si ricordasse di qualcosa. Quando passava per strada, quando lanciava tutt’intorno gli sguardi trionfanti, insolenti, della gioventù in fiore, e incrociava una donna matura, in la con gli anni, leggeva chiaramente su quel volto triste: "Anche tu. .. anche tu.. un giorno.. ". E quel giorno si avvicinava. Era qualcosa che sarebbe puntualmente accaduto. A lei come alle altre.

Adesso capiva il vero significato della frase: "Mi ha resa donna...".
Si, donna. .. Capace non solo di provar piacere ma anche dolore. Maturata non solo nella carne - quello era niente -. Ma anche nell’anima.

 

e termina il capitolo con una frase emblematica sulla donna matura:

 

"Sapeva di essere diventata totalmente vulnerabile, esposta ormai a tutti i possibili tormenti."

 

Traspare in questo capitolo un concetto di donna molto chiaro. Inizia con le inquietudini e le insicurezze adolescenziali o giovanili fino ad arrivare al conflitto interiore della donna matura, divenuta ormai vulnerabile nella sua aprioristica solitudine, esposta a tutti i possibili tormenti.

 

Una vulnerabilità data dall'eterno conflitto tra il desiderio di un Amante e la sicurezza coniugale di uno Sposo, anche nell'infedeltà.

Quanta fragilità, quanta tenerezza suscita questo capitolo di "Due" di Irene Nemirovsky.

Ricorda senz'altro il dramma con esito tragico di Anna Karenina ma qui, in Marianne di Nemirovsky,
c'è più consapevolezza della propria fragilità; mentre in Anna Karenina,
c'è l'orgoglio che soffoca qualsiasi razionalità.

Tanto che, forse, Marianne di "Due" può essere paragonata più alla remissiva cognata di Anna che non ad Anna stessa;

la cognata è infatti una donna che accetta la mortificazione della propria femminilità piuttosto che rinunciare alla "sicurezza" coniugale e materna.

Ma c'è di più in Marianne; non solo rassegnazione: c'è la sottomissione mortificante ai desideri, ai capricci e alla volontà dell'Amante.

C'è la volontà di sposarLo vissuta come necessità; c'è la volontà di esserle sottomessa pur di averLo vicino, di essere protetta nella stretta di un Suo abbraccio, di dormire nello stesso letto;

di essere Sua completamente, pensando così di "liberarsi dell'Amore che aveva per Lui";

di essere, insomma, tutta Sua, anche nell'infedeltà; cosa importava se Lui era lì, stabilmente?

L'annullamento totale della sua personalità tra le braccia dell'Amante;

il suo abbandono, il suo "naufragar m'è dolce in questo abbraccio".

 

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Questa è la donna che Irene Nemirovsky ci descrive in Marianne:

una donna annullata, morta a sé stessa, in completa balia dell'Amante.

 

 

Per chi vuole approfondire:

Discussione gruppo di lettura, Irene Nemirovky, DUE

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