Il blog di Rosella Rapa

Tourismi letterari

In Alaska - presentazione

ago 162023

In Alaska – Il Paese degli uomini liberi

di Raffaella Milandri

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Non ho ancora letto questo libro, mi sono dedicata ai Nativi Americani, ma il tema mi affascina. Da sempre sogno viaggi nei paesi del nord. Purtroppo sono limitata da una malattia che col freddo proprio non va d'accordo... Raffaella Milandri mi aiuta a sognare.
Riporto quindi il commento di Piergiorgio Valbonetti (2018)

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Un libro intenso che racconta, attraverso un viaggio in solitaria, la scoperta dell’Alaska. Lassù tra le foreste e ancora più a nord nella tundra e tra i ghiacci, una “Ultima Frontiera” che contrappone la sicurezza della vita comoda, moderna e consumistica, alla incertezza costante di chi ha scelto la libertà. In un viaggio in solitaria di oltre 10.000 chilometri in Alaska, l’autrice, attivista per i diritti umani, percorre i sentieri dei cercatori d’oro, dei pionieri e dei cacciatori di balene.

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Le sue esperienze più intense sono oltre il Circolo Polare Artico, dove la solitudine tocca le vette più alte e il silenzio bianco regna sovrano. Lassù, ai confini del mondo, l'autrice si imbatte in una natura umana forte e gentile, ma tocca con mano i risultati catastrofici del riscaldamento globale e delle crudeltà dell’Uomo Bianco. Sarà il capitano Roy, del popolo Inupiaq, ad aprirle le porte alle tradizioni antiche della sua gente, ma anche a rivelarle la dura realtà di un mondo senza scrupoli in lotta per il petrolio e per il denaro; un mondo dove l’orso polare — il gigante gentile dell’Artico— è tra le prime vittime di cambiamenti irreversibili.

Partecipazione a Teleromagna con Piergiorgio Valbonetti 2018

Pubblicato da Mauna Kea Edizioni, 2019.

 

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Persuasione - film 2023

ago 022023

Persuasione – Film 2023

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Jane Austen scrisse il suo romanzo "Persuasione" negli anni '10 dell'800; fu pubblicato postumo nel 1818, ed ancor oggi affascina i suoi fan, insieme agli altri cinque romanzi. Jane morì troppo presto, e nonostante i tentativi di resuscitarla attraverso film, serie, pubblicazione degli incompiuti e prove di emulazione si ripetano a catena, niente può stare al suo livello.

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Questo ultimo film è parecchio sotto il suo livello, giù in cantina dove dovrebbe restare. Persuasione è il romanzo più completo e più psicologicamente riuscito di Jane, che, pagina dopo pagina costruisce i tanti personaggi dando loro una evoluzione di pensieri e atteggiamenti, che porterà tutti ad un finale piacevole. Anne, la protagonista, è descritta a malapena nel suo aspetto esteriore, ma il suo profondo "io" cresce emotivamente accompagnando il lettore anche nelle vicende altrui. L'autrice abbandona l'alta società che si basa su inchini e frivolezze per entrare in contatto con un mondo più semplice, dove le donne si muovono con maggiore autonomia e sono abituate a decidere per se stesse, tutte tranne la timida Anne, che a vent'anni viene "persuasa" dalla sua tutrice ed amica a non sposare un ufficiale di marina senza denaro. Passano otto anni di infelicità, e l'innamorato riappare. La vicenda ha inizio.

 

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Fin qui, il libro. Il film comincia subito male: per dare una versione più moderna e sbarazzina di Anne il personaggio viene completamente stravolto, privandolo di tutti i suoi sentimenti e del senso di inferiorità che la porta a svalutare la propria opinione nei confronti degli altri. La tutrice (di colore) si vede appena. A questo punto non si capisce perchè il titolo sia “Persuasione”, non vedendo chi persuade chi.

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Mentre il padre di Anne, con la sorella maggiore, deve spostarsi a Bath perchè sommerso dai debiti, Anne va dalla sorella minore, che ha sposato un ricco agricoltore e l'intera famiglia di lui, che non vediamo, a parte una sorella minore, Louisa. La famiglia è di colore per indicare l'inclusione che noi moderni riteniamo doverosa, ma che ai tempi di Jane Austen non era proprio possibile. Ed è snaturata anche questa famiglia, i cui tratti importanti erano l'affetto reciproco, la generosità, l'ospitalità, la semplicità, L' INCLUSIONE di parenti, vicini, amici nella famiglia stessa. Louisa, che avrà un ruolo importante, è sciatta, vestita male e poco attraente. Viene completamente cancellata l'amica povera di Anne, che invece ha una parte molto importante nella maturazione della protagonista La moglie dell'ammiraglio che ha affittato la residenza di Anne resta in ombra, mentre dovrebbe essere una donna energica, poco incline alle convenzioni, e con molto senso pratico. Per Jane, era la donna del futuro.

Tutti i personaggi sono piatti come fogli di carta, totalmente inespressivi. Gli attori sembrano marionette, e si ha l'impressione che siano fuori posto, lì per caso. Fa eccezione la sorella minore di Anne, Mary, le cui scenate sono trasformate in crisi isteriche, che comunque la definiscono bene.

 

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Se qualcuno guarda questo film pensando che sia una trasposizione corretta del romanzo, è stato mal consigliato. Per vedere un bel film, che riesce a comprendere tutte le sfumature del romanzo, si può scegliere il film precedente Persuasione 1995. L'attrice che interpreta Anne "parla" con gli occhi e racconta in questo modo tutta la sua storia. La vera storia di una crescita interiore.

Anne 2020

 Anne 1995

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Fy - Peter Pan e Wendy 2023

lug 222023

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Peter Pan e Wendy - Film 2023

Da quando nel 1902 (sì 121 anni fa) J.M. Barrie scrisse la prima fiaba con protagonista Peter Pan, ci sono state infinite rivisitazioni della storia del bambino che non vuole crescere, praticamente tutte ispirate alla vicenda più famosa, quella con Wendy e i suoi fratellini. Esordì come commedia nel 1904, per il romanzo si dovette aspettare fino al 1911, e per la prima trasposizione cinematografica, muta e in bianco e nero, "solo" il 1924. La versione più famosa rimane quella di Walt Disney, lungometraggio a cartoni animati, del 1953, ammirata da generazioni di bambini (e di adulti...)

undefinedIo ho visto e rivisto tutte le versioni che ho trovato, e anche gli spin-off, compresa una commedia dal vivo con le musiche di Edoardo Bennato, che so a memoria. Quest'ultima versione cinematografica l'ho presa subito sulla piattaforma Disney perchè è rientrata nella polemica nero/non nero: al posto della solita Trilli bionda con occhi verdi, magicamente è comparsa una Trilli nera!

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Fin qui, la cosa non mi ha impressionata molto. Nei corti dedicati a Trilli ho visto Fatine viola, rosa, azzurre, buone, cattive, dispettose, simpatiche... e la nuova Trilli è SIMPATICA! Niente affatto gelosa, buona di cuore e solidale con Wendy, insieme a Giglio Tigrato, la Principessa Indiana (ops... la Giovane Nativa Americana!). Queste ragazze non fanno la ruota intorno a Peter Pan, non hanno paura di Capitan Uncino e dei suoi Pirati, sanno combattere e fanno gruppo, rimarcando a Peter i suoi errori, a differenza dei bimbi e bimbe sperduti, che credono a tutte le vanterie di Peter Pan, e si appoggiano a lui in tutto.

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Con una manciata di modernità, un pizzico di ritorno alle origini, pescando qua e là da tutte le versioni esistenti, Peter Pan e Wendy dovrebbe forse intitolarsi Wendy e Peter Pan, perchè vengono ribaltati molti stereotipi intrinseci alla vicenda, che si sono accumulati dal 1904 al 1974 almeno. Soprattutto, il mito della “Isola che non c'è” dove si resta sempre bambini, viene messo in discussione paragonandolo a una realtà in cui si cresce, si raggiungono traguardi, si accettano responsabilità, nascono nuovi bambini. La realtà può anche far male, rivelarsi aspra e cattiva, e questo concetto si esplicita in Capitan Uncino. Tuttavia nell'Isola il tempo non scorre: ogni giorno è uguale al giorno precedente, ogni persona è sempre uguale a sé stessa, non può cambiare, mai. Ecco perchè Wendy decide di ritornare.

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La parte più bella, secondo me, è l'amicizia fra Trilli e Wendy: ragazze diverse, appartenenti a mondi diversi, che si capiscono e si aiutano. Nella Fantasia o nella Realtà, questo è il messaggio più confortante per tutti, ragazzi/e e adulti/e.

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Serie Sballate (o Sbagliate)

mag 232023

Ogni tanto bisogna scrivere anche di quello che non piace. E di serie spiacevoli Netflix ha fatto una bella infornata, con pessime scelte di trama e di cast.

 

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Il peggio del peggio è stato senz'altro la docu-serie "Cleopatra was Black" con pseudo esperti che tentavano di dimostrare come Cleopatra avesse fattezze tipiche dell'Africa sub-sahariana e immagini di lei con un cespuglio di capelli e un trucco da discoteca. Gli Storici di YouTube, quotidiani on line, blog e podcast hanno avuto una levata di scudi per distruggere questa fantasiosa ipotesi, ricordando che Cleopatra era una discendente di Tolomeo, generale di Alessandro Magno, Alessandro il Macedone. Tolomeo non era certo da solo per prendere il posto di Faraone: avrà avuto compagnie armate, servitori al seguito, mogli e donne d'ogni genere.  Si saranno mescolati con gli Egizi veri, ma erano appunto Egizi, non Nubiani o centro-africani. Ora, a me non importa molto se una regina di più di 2000 anni fa fosse mora, gialla, bianca o verde, ma questo "documentario" andrà in giro per il mondo, dando informazione sballate a chiunque non conosca la Storia Antica Europea. E questo non è giusto.

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Una serie che mi ha toccata da vicino, introducendo una grave mancanza di rispetto per la mia regione, la mia città e una delle sue figlie più importanti è stata "La Legge di Lidia Poet".

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Gli abiti erano sbagliati, le acconciature erano sbagliate, la parlata poi era TERRIBILE. I protagonisti, per rigore storico, avrebbero dovuto parlare il dialetto Torinese, ma questo avrebbe reso necessari i sottotitoli; tuttavia, se le serie a Napoli usano accento Napoletano, a Roma accento Romano, a Torino sarebbe stato opportuno un accento Piemontese, bello largo, e non parole a denti stretti in cui spesso non si capiva niente. E qualche espressione dialettale al posto dei continui "c***o" che nessuno avrebbe usato a quell'epoca. Due immagini di Torino: un angolo di Palazzo Carignano e una vista dall'alto di Torino con la Mole Antonelliana in costruzione. Come se la Prima Capitale d'Italia non avesse altro da mostrare. E per quanto riguarda la protagonista... completamente fuori fuori luogo. Se avessero ambientato la serie nel Paese del Chissachè, forse andava meglio.

 

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Tornando a protagonisti neri in epoche in cui non avrebbero dovuto esserlo, "La Regina Carlotta" mi ha lasciato particolarmente perplessa, tanto che sono andata a documentarmi a fondo. Carlotta di Meclemburgo-Strelitz era una donna dall'istruzione superiore che fu scelta come sposa del re Giorgio III del Regno Unito, anche lui mentre brillante e sempre alla ricerca di nuovi interessi. Ora, Carlotta non era nera, re Giorgio non era pazzo quando la sposò e tutto quanto il contesto che gira attorno è mezzo vero e mezzo no. Una puntata in cui il re si affida a un ”medico” che deve curare la sua pazzia ci mostra le tecniche usate allora... o meglio “le” mostra agli altri, perchè io l'ho saltata a piè pari. Mi faceva semplicemente schifo. Non posso più credere a nulla di ciò che faranno vedere.

 

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Anni fa era uscita una serie mezza Fantasy che voleva parlare di Leonardo da Vinci giovane, “Da Vinci's Demon”. Ora, io ho capito che era tutta una buffonata, con il suo culmine nella ricerca di Atlantide, e dopo una stagione di sesso, sangu e tradimenti l'ho mandata al “Daemon”, quello vero. Poi però mi sono risentita: questa serie ha mandato in giro per il mondo una figura del giovane Leonardo da Vinci completamente sballata e volgare dando a chissà quante persone l'idea che il grande Leonardo fosse stato un mezzo delinquente. E questo non mi va.

 


L'analisi potrebbe continuare, ma diverrebbe tediosa. Cosa ne traiamo alla fine? Un consiglio: quando si tratta di storia andiamo a informarci. Il meglio resta sempre Wikipedia, ma per chi non ama leggere ci sono ottimi canali su YouTube. Come districarsi?
La mia figliola, alla fine della seconda elementare, fece con noi un viaggio a Vienna, ansiosa di vedere la città di "Sissi", dopo aver visto i tre film e i cartoni animati. Alla fine della visita guidata a Shonbrunn espresse il suo parere:

“Questa Sissi era una testa di legno”.

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Inondazione

mag 222023

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Quando a una scrittrice mancano le parole per descrivere tanto dolore e desolazione, forse la cosa migliore da fare è restare in silenzio.

Un pensiero per le zone colpite dall'alluvione, per sostenere e non dimenticare. MAI.

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