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 Persuasione, Jane Austen
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ombra
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296 Posts

Posted - 12/12/2011 :  09:13:13  Show Profile  Visit ombra's Homepage
quote:

Parlando d'altro, come prossimo autore per me Zolà va bene. Confesso subito la mia ignoranza riguardo alla letteratura francese: ne ho letto molto, ma senza guide o direttive, per cui le mi letture sono state confuse e frammentarie. "Germinale" è il titolo di un libro? Non so nemmeno questo. Se ci accordiamo, dovrò procurarmelo molto presto.
BYE

Rosella - Gwendydd




Se scegliamo Germinale devo cercare di procurarmelo. Per me è un po' difficile ma ci proverò.

Ciao ciao

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ombra
Senior Member

296 Posts

Posted - 12/12/2011 :  09:17:34  Show Profile  Visit ombra's Homepage
scusate mi si è "impallato" il Pc.

Buona giornata a tutti

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eloise
Senior Member

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Posted - 12/12/2011 :  11:45:09  Show Profile  Visit eloise's Homepage
Ciao a tutti!

@Ombra: ora tramite amministratore cerco di togliere i messaggi doppi e quadrupli ;)

Per Zola: scusate, la mia era solo una provocazione!! giusto per passare dalle "stelle" alle "stalle", in senso sociale, ovviamente. Germinale è la storia di un gruppo di operai tra i più poveracci che ci siano nella difficile nuova società industriale francese... niente borghesia né nobiltà laggiù in fondo alle miniere... Ma ricordo che Ombra aveva già proposto Mrs Dalloway di Virginia Woolf. Comunque per me non c'è nessun problema, fatemi sapere cosa preferite e mi allineo volentieri.

Per tornare a Jane Austen:
Mi scuso se questa volta sono un po' più assente nella discussione, purtroppo ho avuto poco tempo finora anche solo mentalmente per dedicarmi a riflessioni come avrei voluto, quindi non dirò nulla di nuovo... Scrivo solo per fare un apprezzamento su ciò che è già stato scritto. Ho apprezzato l'analisi di tiziano sulla struttura del romanzo, quando noialtri finora ci siamo soffermati più su questioni inerenti i temi e il contesto. Mi è piaciuto che abbia messo in luce i rapporti tra i personaggi e gli ambienti. Vedendo che la struttura si svolge sul gioco delle tre coppie e dei tre ambienti, mi viene in mente una strutturazione più propria alla "commedia", e in effetti questo romanzo è una sorta di commedia in cui gli attori rappresentano un passaggio generazionale, oltre che sociale.

Le riflessioni di Rosella e Ombra mi fanno pensare ancora di più che è un peccato che Jane non abbia avuto il tempo di rivedere a suo piacimento il romanzo, perché in me, con tutti i suoi elementi di maturità autoriale e di stile, rimane comunque sempre viva l'idea che lo abbia concluso con una relativa fretta rispetto agli altri, ed è un peccato. Ottima l'osservazione sulla differenza della protagonista rispetto alle altre precedenti, in effetti è vero che qui Anne sembra passare da una condizione di remissione totale a quella in cui, sempre più apertamente, arriva a farsi portavoce di una condizione autonoma e indipendente di donna. Il titolo Persuasione, che mi ha lasciata perplessa per certi versi (grazie Ombra per avermi informata che è stato scelto da altri e probabilmente non dalla stessa Austen), forse trova più spessore proprio in questa ambiguità: si passa nel romanzo dal racconto di una persuasione coercitiva a una critica della persuasione in sé, seppure in modo edulcorato, senza - diciamo - voler offendere nessuno, con una grazia tutta tipica della scrittrice.

Rosella, mi piacerebbe molto tu ci raccontassi cos'hai visto nei due musei inglesi dedicati a Jane.

Ombra, complimenti per aver letto il testo in originale. Se c'è qualche passo in particolare che ti ricordi in cui hai potuto apprezzare ancora di più questo suo stile limpido e cristallino (sono i termini che per primi mi vengono in mente pensando alla sua scrittura) sarei contenta tu ce lo riportassi, come ulteriore esempio!

A presto :)

Eloise
www.letteratour.it
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ombra
Senior Member

296 Posts

Posted - 12/12/2011 :  12:55:38  Show Profile  Visit ombra's Homepage
quote:

Ciao a tutti!

@Ombra: ora tramite amministratore cerco di togliere i messaggi doppi e quadrupli ;)

Per Zola: scusate, la mia era solo una provocazione!! giusto per passare dalle "stelle" alle "stalle", in senso sociale, ovviamente. Germinale è la storia di un gruppo di operai tra i più poveracci che ci siano nella difficile nuova società industriale francese... niente borghesia né nobiltà laggiù in fondo alle miniere... Ma ricordo che Ombra aveva già proposto Mrs Dalloway di Virginia Woolf. Comunque per me non c'è nessun problema, fatemi sapere cosa preferite e mi allineo volentieri.

Per tornare a Jane Austen:
Mi scuso se questa volta sono un po' più assente nella discussione, purtroppo ho avuto poco tempo finora anche solo mentalmente per dedicarmi a riflessioni come avrei voluto, quindi non dirò nulla di nuovo... Scrivo solo per fare un apprezzamento su ciò che è già stato scritto. Ho apprezzato l'analisi di tiziano sulla struttura del romanzo, quando noialtri finora ci siamo soffermati più su questioni inerenti i temi e il contesto. Mi è piaciuto che abbia messo in luce i rapporti tra i personaggi e gli ambienti. Vedendo che la struttura si svolge sul gioco delle tre coppie e dei tre ambienti, mi viene in mente una strutturazione più propria alla "commedia", e in effetti questo romanzo è effettivamente una sorta di commedia in cui gli attori rappresentano un passaggio generazionale, oltre che sociale.

Le riflessioni di Rosella e Ombra mi fanno pensare ancora di più che è un peccato che Jane non abbia avuto il tempo di rivedere a suo piacimento il romanzo, perché in me, con tutti i suoi elementi di maturità autoriale e di stile, rimane comunque sempre viva l'idea che lo abbia concluso con una relativa fretta rispetto agli altri, ed è un peccato. Ottima l'osservazione sulla differenza della protagonista rispetto alle altre precedenti, in effetti è vero che qui Anne sembra passare da una condizione di remissione totale a quella in cui, sempre più apertamente, arriva a farsi portavoce di una condizione autonoma e indipendente di donna. Il titolo Persuasione, che mi ha lasciata perplessa per certi versi (grazie Ombra per avermi informata che è stato scelto da altri e probabilmente non dalla stessa Austen), forse trova più spessore proprio in questa ambiguità: si passa nel romanzo dal racconto di una persuasione coercitiva a una critica della persuasione in sé, seppure in modo edulcorato, senza - diciamo - voler offendere nessuno, con una grazia tutta tipica della scrittrice.

Rosella, mi piacerebbe molto tu ci raccontassi cos'hai visto nei due musei inglesi dedicati a Jane.

Ombra, complimenti per aver letto il testo in originale. Se c'è qualche passo in particolare che ti ricordi in cui hai potuto apprezzare ancora di più questo suo stile limpido e cristallino (sono i termini che per primi mi vengono in mente pensando alla sua scrittura) sarei contenta tu ce lo riportassi, come ulteriore esempio!

A presto :)

Eloise
www.letteratour.it



Ti ringrazio Eloise in anticipo in quanto porrai rimedio ai miei danni!!!
Per quanto riguarda la preferenza sul prox libro andrei sulla Woolf perchè mi sembra interessante dopo aver letto la Austen, ma sono aperta a qualsiasi scelta.
I passi più interessanti dal punto di vista stilistico li ho tutti sottolineati, purtoppo non ho il libro dietro con me (sono in ufficio) per cui mi riservo di approfondire non appena possibile.
Purtroppo non ho una grande memoria.

A presto


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Tiziano
Average Member

Italy
166 Posts

Posted - 12/12/2011 :  16:43:11  Show Profile
Soddisfo la curiosità di Rosella: il fatto che io sia attirato dalla "questione" delle coppie e dalle relazioni formali tra i personaggi è dovuto a due mie caratteristiche: la forma mentis logica e, soprattutto, la formazione semiologica. Tuttavia credo che quando si legge un'opera letteraria ciò che conta soprattutto è l'intuizione. Infatti sono ammirato dalla intuizione di Eloise del romanzo come "commedia". Non c'è dubbio: "Persuasione" è una commedia; un'uleriore prova è la prevalenza del dialogo sulla descrizione.

Tiziano
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Rosella
Senior Member

Italy
316 Posts

Posted - 12/12/2011 :  21:55:05  Show Profile
Jane iniziò a scrivere da bambina: commedie da recitare con fratelli, sorella e amici.
Le famiglie apprezzarono, e lei passò ai romanzi.
CIAO

Rosella - Gwendydd
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eloise
Senior Member

603 Posts

Posted - 14/12/2011 :  08:30:57  Show Profile  Visit eloise's Homepage
Anche a me piace l'idea della Woolf subito dopo la Austen. Anzi proprio a questo proposito ho trovato e vi posto alcuni passi di un articolo della Woolf (in "Le donne e la scrittura") in cui espone il perché della sua grande ammirazione per Jane. Inizio con un passo che conferma l'idea che ho anch'io della Austen e che come ho già detto applicherei personalmente anche a Persuasione (qui la Woolf si riferisce però al romanzo I Watson):

quote:
(...) L'aria scarna e dura dei primi capitoli ci dimostra che Jane Austen era uno di quegli scrittori che nella prima stesura espongono piuttosto sommariamente la loro vicenda, ma poi ripetutamente vi tornano finché questa acquisti rilievo e atmosfera.


In Persuasione questo si vede soprattutto nel finale (il famoso finale riscritto), dove i capitoli omessi e sostituiti appaiono piuttosto grossolani e frettolosi a mio parere, ma poi trovano una forma già più elegante nella stesura definitiva. E nonostante tutto io credo che se ne avesse avuto tranquillamente il tempo, Jane avrebbe lo avrebbe migliorato ancora, perché per certi versi mi sembra precipitoso anche quello rispetto al resto del testo.

Un'altra osservazione mi è sembrata degna di nota:

quote:
Ella (Jane) non vuole riformare niente, neppure annichilire; tace, e questo infatti fa sempre paura. Uno dopo l'altro, ella crea i suoi buffoni, i suoi pedanti, i suoi mondani, i suoi signori Collins, i suoi Sir Walter Elliott, le sue signore Bennett. Nascono avvolti nel colpo di frusta di una frase che, all'atto di circoscriverli, ritaglia per sempre la loro sagoma. Ma rimangono lì; per loro non servono scuse, per loro non c'è pietà. (...) La gente è così; la ragazza di 15 anni lo sapeva, la donna matura lo dimostra. (...) Ed è appunto sul bersaglio di un cuore infallibile, di un buon gusto perfetto, di una quasi austera moralità, che ella ci fa vedere queste deviazioni dalla bontà, dalla verità e dalla sincerità (...). Sa descrivere una Mary Crawford, col suo miscuglio di bontà e di cattiveria, impiegando soltanto questo metodo. La lascia chiacchierare contro il clero, o difendere i vantaggi di un titolo e di una rendita considerevole, con tutto lo spirito e la scorrevolezza possibili; qui e là tuttavia si ricorda di introdurre una nota tutta sua, sommessa, ma perfettamente accordata; e subito quella chiacchierata di Mary Crawford, benché sempre divertente, suona a vuoto (...). Niente di strano allora se, possedendo questa capacità di penetrazione nella loro intimità, Jane Austen abbia preferito scrivere sulle trivialità dell'esistenza giornaliera, e descrivere pranzi, gite e balli di campagna.


Questo agli occhi della Woolf giustifica quantomeno il perché di trame così "chiuse" a descrivere circoli ristretti di poche famiglie tutte impegnate nel tessere rapporti e matrimoni.

Ma ora ditemi se mi sbaglio: da queste osservazioni mi sembra che sia ancora più incisiva l'impressione che Persuasione si delinei come un romanzo di passaggio... verso un qualcosa che non è mai potuto arrivare. Si parte da romanzi in cui il mondo (dal particolare al generale) è fatto oggetto di descrizione e satira solo attraverso un processo di contrasto (il buon senso dell'eroina a fronte del senso deviato degli altri personaggi), per arrivare a un romanzo in cui la protagonista osa farsi portavoce esplicita di una diversa presa di posizione, e la stessa Austen esprime più direttamente un giudizio negativo sui vizi di una società precostituita e delle sue convenzioni; un giudizio negativo che appare piuttosto apertamente in più maniere: o direttamente da parte del narratore-Austen ("Questa amica e Sir Walter non si sposarono, nonostante tutte le previsioni fatte in proposito da amici e conoscenti"), o in modo più velato ma altrettanto sicuro tramite il contrasto con Anne (lungo tutto il romanzo) o ancora attraverso l'esplicito disprezzo dimostrato da alcuni personaggi, in modo particolare il capitano Wentworth (ad esempio nel suo "sguardo carico di disprezzo, di cui Anne colse perfettamente il significato" rivolto alla Mary più convenzionale).
Del resto è proprio quello che suppone la Woolf, e chi meglio di lei può esprimerlo?:

quote:
Ella avrebbe inventato un nuovo metodo, chiaro e misurato come sempre, ma più profondo e più suggestivo, per esprimere non soltanto ciò che la gente dice, ma anche ciò che non dice; non soltanto ciò che essa è, ma ciò che la vita è. Sarebbe rimasta un po' più in disparte, nei confronti dei suoi personaggi, per vederli più come gruppo che non come individui. La sua satira, benché meno incessante, sarebbe divenuta più stringente e più severa. Ella sarebbe divenuta la predecessora di Henry James e Proust...


Questo mio intervento è un chiaro omaggio a Virginia Woolf.
Ma basta, accompagnati da lei, anche per inchinarsi di fronte a Jane Austen.

Eloise
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Rosella
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Italy
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Posted - 14/12/2011 :  16:35:44  Show Profile
Bravissima Eloise, Eccellente ricerca!
Chiedo scusa se non ho risposto prima, ma sono stata poco bene. Mi farò perdonare descrivendo finalmente Bath e la sua Jane Austen House.
Una cosa però posso dirla: dai tempi di Virginia W. sono stati fatti ulteriori studi e scritti nuovi, numerosissimi saggi su Jane, vita, opere, e quant'altro.
Tutt'oggi si legge spesso che Jane a Bath non scrisse nulla: direttamente dal "museo" di Bath, posso smentire pienamente. In questa cittadina lei non iniziò alcun nuovo romanzo (ne aveva abbastanza nel cassetto: anche Persuasione era stato abbozzato prima del suo trasferimento in città); tuttavia scrisse molto: lettere, appunti, abbozzi, diari, considerazioni. Bath le servì per studiare a fondo la natura umana, soprattutto nei suoi aspetti peggiori.
Nessuno potrà dirci se Jane l'avrebbe terminato diversamente oppure no, ma più la si conosce, più si ammira la sua capacità di introspezione che va via via affinandosi. Io penso che, se Jane avesse potuto invecchiare, sarebbe giunta a mostrare sempre più apertamente la sua disapprovazione verso la meschinità e la malvagità di un modo di vivere e pensare in cui, diciamolo pure chiaramente, ciò che contava era solo il denaro.
Non trovate che oggi si sia penosamente nuovamente vicini a questo vile concetto?

Rosella - Gwendydd
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eloise
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Posted - 14/12/2011 :  16:41:54  Show Profile  Visit eloise's Homepage
quote:

Azzardo un suggerimento per Eloise, per quanto riguarda la Woolf.
Non sono esperto della scrittrice, poiché ho letto soltanto "Gita al faro", tuttavia, proprio pensando a quel romanzo, mi pare che sia una specie di rovesciamento e completamento del tipo di narrazione della Austen. Questa descrive un ambiente dal punto di vista esterno, realisticamente, mentre la Woolf lo descrive dal punto di vista interno, anzi, interiore dei personaggi. Quindi sono come due facce della stessa medaglia (facendo ovviamente la tara delle diverse epoche e dei diversi stili); il punto di partenza tuttavia è comune: il "gruppo di famiglia in un interno".



Mi riaggancio un attimo a quanto hai scritto, Tiziano, rivedendolo anche alla luce della "commedia": riguardando anche altri testi della Austen si vede che non è solo Persuasione ma un po' tutto l'insieme dei suoi romanzi a essere costruiti sui dialoghi. Effettivamente da questo punto di vista è notevole la differenza con la Woolf, dove dici proprio bene, sembra esserci un rovesciamento introspettivo del narratore, anche laddove lo scenario rimane più o meno immutato. Forse è anche questo che la Woolf aveva intuitivamente cercato anche nella Austen, e che lei realizza con grandissima maestria. Se non ricordo male, questo è evidentissimo in Mrs Dalloway e in genere in tutti i romanzi più maturi della Woolf.

Eloise
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eloise
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Posted - 14/12/2011 :  16:47:10  Show Profile  Visit eloise's Homepage
quote:

Bravissima Eloise, Eccellente ricerca!
Chiedo scusa se non ho risposto prima, ma sono stata poco bene. Mi farò perdonare descrivendo finalmente Bath e la sua Jane Austen House.



Rosella, stavo scrivendo proprio mentre tu postavi!!! non mi ero accorta del tuo intervento! Ne approfitto per farti un saluto quasi in diretta ;)

Ma sai che mi è proprio venuta la curiosità di vedere qualcuno di questi luoghi? Ora vedo se in rete trovo qualche immagine di Bath, del museo, e magari anche di Lyme, questo intermezzo piuttosto affascinante e che con la sua presenza marina sembra fare l'occhiolino a Tiziano :)

Eloise
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Rosella
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Posted - 14/12/2011 :  19:06:57  Show Profile
Questa discussione sta diventando sempre più stimolante!
Rieccomi finalmente con il mio PC ed internet entrambi a posto, e scusate se sono un po' sfasata.

Seguendo Tiziano, ho provato anch'io a fare il "gioco delle coppie" e credo di averne trovata un'altra, l'ultimissima, con cui Jane chiude il romanzo con la sua solita elegante ironia: Mrs."Lentiggini" con Mr. Elliot, la peggio assortita. O forse no: una copia di farabutti , con lei che si lascia usare da un bell'uomo, e lui che cerca di scongiurare il pericolo di un rivale erede maschio, per erditare poi cosa? Debiti! Spero che Sir Elliot ne faccia un mare!

Rosella - Gwendydd
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Rosella
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Posted - 14/12/2011 :  19:14:20  Show Profile
Eloise, è vero, prima ci siamo scritte in contemporanea!
Riguardo ai luoghi in cui Jane trascorse la sua esistenza, ed ambientò i suoi libri, ne ho visto più d'uno, ma mi spiace dirti che io ho visitato un solo museo dedicato a Jane, quello di Bath. In realtà il viaggio estivo era stato programmato per il Galles, poi, vedendo che Bath era lungo la strada ho proposto a mia figlia Becky di fermarsi lì due giorni, per visitare i luoghi in cui visse Jane. Che entusiasmo! Becky ha fatto una ricerca accurata, ed ha scoperto che Jane, con i genitori e la sorella Cassandra, anche lei nubile, cambiò spesso abitazione, quindi a Bath ci sono LE case in cui visse Jane, non una sola. Perònonsi visitano, si leggono le targhe sui muri.
Bath è cambiata pochissimo dai tempi di Jane: giudicando dai quartieri e dalle costruzioni, tutte bianche, in stile neoclassico, o "Regency" come lo chiamano in Inghilterra, mi sono fatta l'idea che la famiglia dovette cambiare spesso per ragioni economiche, costringendosi in dimore sempre più piccole. In una di queste, si è insediato il centro denominato "Jane Austen House".
Sulla porta si fa una foto accanto a una statua in gesso colorato di Jane; subito dopo, appena entrati, con rigorosa precisione Inglese, viene spiegato che Jane in effetti aveva abitato la casa accanto, che non è stato possibile acquisire, ma quella che si visita è identica, per forma e dimensioni. In effetti, lungo la Street si allineano delle abitazioni a schiera, discetamente eleganti, da ceto medio, tutte rigorosamente uguali.
Si sale al piano superiore dove prioettano un documentario dal quale trasciamo via il povero papà-marito, per entrare nella saletta dove ci viene raccontata la storia di Jane, la sua infanzia in campagna dove il padre era vicario, il trasferimento a Bath per la malattia di lui, il trasferimento nuovamente in campoagna, in un cottage, della vedova con le figlie. E' qui che ha sede il "vero" museo, quello che visiteremo noi è solo un assaggio.
La guida spiga tutto prima di iniziare la visita, dicendo cosa troveremo, a cosa porre attenzione, in pratica facendo un riassunto dei pannelli esplicativi che si troveranno lungo il percorso. Ho trovato questo metodo per organizzare la visita estremamente razionale: una indicazione iniziale precisa e rigorosa, poi i turisti sono liberi di seguire il percorso, ottimamente segnalto, senza sentirsi "intruppati", ma dividendosi tranquillamente tra amici e famiglie. Ebbene, cosa c'è da vedere?
... continua col prossimo post ...

Rosella - Gwendydd
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eloise
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Posted - 14/12/2011 :  19:34:23  Show Profile  Visit eloise's Homepage
Rosella, la tua vena turistico-letteraria si sta riaffacciando! bene, così alle riflessioni sul testo mescoliamo anche un po' di conoscenza sulla scrittrice e la dimensione effettiva in cui è vissuta, parte che altrimenti avrei sicuramente saltato.
Grazie!

Eloise
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eloise
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603 Posts

Posted - 15/12/2011 :  10:58:18  Show Profile  Visit eloise's Homepage
Ormai mi sono lanciata...
Dunque, a me piace analizzare incipit e finali dei romanzi.
Riassumo di seguito quello che noto in Persuasione:

1. L'incipit. La prima persona di cui facciamo conoscenza è Sir Walter Elliot, e lo troviamo immerso nella sua occupazione preferita: leggere l'elenco dei baronetti inglesi. Il libro dunque comincia con un riferimento a un altro libro. Ma qui è subito evidente la critica micidiale da parte dell'autrice per il valore della nobiltà di cui è tutto permeato il personaggio. La pagina "più di ogni altra appassionante" non è altro che quella "della sua propria storia". Noto anche che la Austen dice: "lì ogni sgradevole sensazione prodotta dalle cure domestiche si mutava naturalmente in disprezzo e pietà".

2. Il finale. Il libro termina con un'apologia della vita coniugale della coppia Anna-Wentworth, e della professione di marinaio. Siamo proprio agli antipodi rispetto all'incipit. Noto tra l'altro che proprio l'ultima frase dice: "quella professione che, se possibile, si distingue per le sue virtù domestiche anche di più che per la sua importanza nazionale".

3. Conclusioni.

Sia nell'incipit che nel finale la Austen pare non possa fare a meno di parlare o alludere alla "domesticità". Ma mentre nel primo caso si rifugge dalle cure domestiche per sprofondare nel valore della nobiltà (processo negativo), nel secondo si antepongono addirittura per importanza e valore le virtù domestiche a quelle professionali, comunque importanti. C'è un totale rovesciamento di valori e significati.

Abbiamo visto che il libro comincia citando un altro libro, in una visione ironica tutta in negativo dei suoi contenuti. Come a dire: il "Baronetage" è un libro che parla solo di titoli nobiliari ma è essenzialmente vuoto di significato (infatti è un mero elenco), mentre il mio libro (Persuasione) parla di virtù domestiche: ora ve lo dimostro attraverso le vicende della mia protagonista.

In Persuasione c'è un altro punto dove si parla di libri: nell'incontro tra Anne e il capitano Benwick, a Lyme. E' un momento importante nella storia, perché ci permette di delineare meglio il punto di vista autoriale al contempo sulla donna e sul valore della lettura. In tutto il suo confrontarsi con Benwick, Anne fa la parte "da leone", diciamo: perché nettamente più matura dal punto di vista letterario. Dà consigli, indirizza le sue letture, fa commenti pacati e oggettivi, il tutto condito però anche da una punta di autoconsapevolezza ironica e superiore sul ruolo tenuto. E' facile immaginare che una situazione del genere dev'essere capitata più volte alla stessa Austen. Comunque sia, si prospetta l'idea di un consumo della letteratura come terapeutica per gli animi tormentati. Poco più avanti, avviene lo stesso tra Benwick e la Louisa convalescente: "perché ovviamente era mentre leggevano poesie che si erano innamorati", anche qui il tutto condito con una certa dose di ironia, o quantomeno con un sorriso condiscendente dall'alto ("L'idea di Louisa Musgrove mutata in una giovane donna dai raffinati gusti letterari, incline alle meditazioni sentimentali, era, sì, divertente, ma - Anne ne era certa - le cose dovevano essere andate così"). Come a dire: anche laddove si fa consumo di buona letteratura, bisogna comunque far differenza tra chi la consuma per esigenze inconsapevolmente terapeutiche, e chi ne sa apprezzare obiettivamente il vero valore. E in questo nessuno è come Anne.
In questo senso, la critica alla società e alle convenzioni tipiche di tutta la produzione della Austen, diventa anche una certa critica al consumo di una letteratura o completamente cattiva (il Baronetage) o inappropriata (uso della letteratura per scopi diversi dal suo valore in sé).
Non so quanto le altre protagoniste femminili della Austen somiglino a questa Anne, ma devo dire che effettivamente si vede che attraverso lei trapela una voce autoriale molto matura rispetto non solo alla società in cui viveva, ma anche al proprio ruolo come autore e come lettore, in una riflessione sul valore della letteratura che difficilmente poteva avere simili all'epoca nell'entourage femminile.

Eloise
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Rosella
Senior Member

Italy
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Posted - 15/12/2011 :  23:11:57  Show Profile
Cara Eloise, grazie per l'apprezzamento , ma i complimenti spettano a te: osservando Anne hai capito perfettamente Jane! Direi che puoi essere nominata subito Janeite onoraria.
Dal momento che hai citato la sua cultura, vi lascio ancora in sospeso riguardo a ciò che si "vede" effettivamente nel J.A.House, per condividere qualche informazione che comunque arriva sempre da lì. Scusate, non sono una sadica, ma c'è così tanto da dire e da scrivere, che devo preparare i testi prima, poi postarli senza esagerare in lunghezza.
Jane era effettivamente di cultura molto elevata. Il padre curò molto la sua istruzione, e quella della sorella maggiore Cassandra, con la stessa attenzione che riservò ai maschi, anche se con leggere differenze dovute probabilmente ai progetti per la vita futura. Jane e Cassandra frequentarono una scuola per signorine dove impararono il Francese, l'Italiano (forse il tedesco, non ricordo bene) il disegno e svariate altre nozioni. Una volta a casa il padre lasciò alle ragazze accesso illimitato alla biblioteca di casa. Spesso mi chiedo con Becky cosa potessero leggere allora, perchè il romanzo praticamente non esisteva; sicuramente avevano libri di storia, filosofia, poesia, commedie, e molto Shakespeare. Jane si dolse sempre di non aver potuto imparare il latino: questo le precluse alcuni testi, perchè ai suoi tempi bisognava leggersi tutto in lingua originale.
Nonostante nei suoi libri Jane si concentri sulla vita quotidiana e famigliare, era ben informata sulla politica nazionale ed internazionale. A tavola, la numerosa famiglia Austen discuteva gli argomenti del giorno come quelli del passato. La scelta di Jane di porre l'accento sulla famiglia è quindi determinata e consapevole, come Eloise ha giustamente osservato.
Altra informazione che si apprende alla J.A.House, con l'aiuto di una vecchia mappa del centro-sud dell'Inghilterra, proiettata a tutta parete, riguarda i viaggi di Jane. Sono all'incirca nei luoghi descritti nei suoi romanzi: a noi possono parere brevi, ma quando si viaggiava solo in diligenza il concetto di distanza era un po' diverso, soprattutto per chi non disponeva di molti mezzi economici. (cfr. Elizabeth a Darcy in Orgoglio e Pregiudizio)
Ciao a tutti e... se vi annoio, mettete uno STOP!

Rosella - Gwendydd
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