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 Zoe Rondini, Nata Viva
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Rosario
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Posted - 19/06/2015 :  13:26:50  Show Profile
Bene; dalle vostre osservazioni mi rendo conto che questa discussione porta lontano. Le riflessioni appena espresse sulla denuncia e sui messaggi di fondo dell'opera Nata Viva, ci fanno entrare a due piedi, nel sociale. Affrontare i temi dell'educazione e della pedagogia senza porre dei limiti ci porterebbe sulla luna se non implichiamo nella discussione anche l'aspetto letterario e narrativo e per certi versi, anche l'aspetto filosofico e religioso.

Per ora mi limito (non riesco proprio a a fare a meno dei limiti) a riprendere il parallelo letterario di Ombra (Il diario di Anna Frank) per indicare quelli che mi sono balenati in occasione di un mio precedente intervento.

1-Musil con "I turbamenti del giovane Torless"
2-Santa Teresa con Storia di un'anima

... ma ce ne sono tanti altri, se proprio la vogliamo dire tutta, se affrontiamo le analisi letterarie con la logica del "desiderio mimetico", tutta la letteratura è piena di Vita e di autori Nati Vivi, anche se non si chiamano Zoe.

E, siccome ogni desiderio mimetico si basa proprio sulla diversità, anche il tema della diversità avanzato da Ombra fa parte del gioco.

Come ha scritto Eloise "l'essere vivi non per forza si identifica con l'apparente energia esteriore ma è anche un principio e una volontà interna (al gruppo, alla persona)"; anche se personalmente, ritengo che ogni gruppo con volontà interna (unica) va considerato come estensione della persona.

Dunque per ora, "vita e diversità" sono i temi evidenziati dalla lettura del diario "Nata Viva" di Zoe Rondini. Naturalmente ce ne sono altri ma vedremo se saranno degni di essere discussi; per ora ne accenno una coppia: "verità e libertà"; ma non ho intenzione di forzare la discussione su argomenti fuorvianti.







RF
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Rosario
Senior Member

Italy
418 Posts

Posted - 19/06/2015 :  18:33:46  Show Profile
A proposito della diversità c'è una frase che ho rapito da un librino dal titolo emblematico: "La libertà interiore" scritto da un prete francese Padre Jacques per tentare di dirimere le nebbie di quanti lottano per la conquista della libertà e si trovano nel caos esistenziale. Eccola:

"La persona che Dio ama con la tenerezza di un padre, la persona di cui egli si interessa e mediante il suo amore vuole trasformare, non e` la persona che avrei voluto essere, o che avrei dovuto essere, ma e', assai banalmente, la persona che sono."

Trovo che calzi a pennello sulla situazione di "diversità" evidenziata da Zoe Rondini nel suo "romanzo autobiografico". La stessa diversità che motiva e alimenta il suo desiderio di essere come gli altri e che la pone in una situazione di solitudine. Fëdor Dostoevskij fa dire all'uomo del sottosuolo "io sono solo loro sono tutti". E' questa la diversità drammatica denunciata da Zoe ancor più che la semplice "differenza" espressa in quell'ironico "cammino un po' male" che mi ha fatto sorridere nel leggerlo.

Ma ci sono altre situazioni che riflettono altre diversità.

Una è quella della mancanza del padre, quella che io ho sentito più di tutte e che ho riportato nella mi recenzione dello spettacolo; riporto il brano di seguito per non scomodarvi troppo ad andarlo a cercare:

"Zoe nasconde la sua emozione nella penombra in cui è immersa; all'apertura dello spettacolo i riflettori sono puntati su Matteo che, con la chitarra, qualche passo più indietro, intona una ninna nanna. "Ninna nanna, ninna nanna, tesoruccio della mamma, della mamma e della nonna, del papà se poi ritorna"... nel sentire queste parole, mi sovviene un dubbio: - la ninna nanna dei miei ricordi dice "del papà quando ritorna" e non "del papà se poi ritorna" - Un sussulto cerebrale mi riporta per un attimo alla vita reale di Zoe; poi tutto ritorna in quell'atmosfera di sogno e di distacco in cui si sviluppa qualsiasi spettacolo. L'assenza di un padre sarà comunque per me, il motivo guida dello spettacolo e su questo mi sorprenderò a misurare le mie emozioni nello sviluppo della narrazione scenica."

Il fatto di non avere un padre presente quando Zoe ha i primi approcci scolastici o pre-scolastici, segna tutta la trama dei ricordi affettivi che tracciano questa mancanza sulle pagine del diario; prima con una specie di disappunto per il "gran rifiuto" del padre naturale, poi con l'enfasi, tutta adolescenziale e femminile, con la quale accompagna la descrizione del padre putativo, fino a sprofondare nel nulla assoluto e depressivo per la scomparsa, per lei improvvisa, di questo suo "santo padre" compagno di giochi, di crescita e d'avventura.

C'è poi un'altra diversità: quella di genere; ma di questa preferisco aspettare di conoscere le riflessioni delle "compagne di genere"… però un aggiornamento sul pensiero di Zoe, ,preso oggi da un suo commento su FB per una performance di danza, lo inserisco senza parole; eccolo:

...Grazie a chi ha sperimentato e ha permesso di sperimentare la liberazione dei corpi che danzano nello spazio, prima da soli e poi incontrandosi con il gruppo. C'è bisogno che tante persone sperimentino la loro danza e il contatto con l'altro “diverso” da se. ...
RF
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Rosario
Senior Member

Italy
418 Posts

Posted - 21/06/2015 :  12:01:22  Show Profile
Dal libro Tema e Trama di un film di Carmen Sofia Brenes, ho stralciato qualche frase sul "tema" delle sceneggiature. Ho pensato che anche per le opere letterarie in genere valgono le definizioni scritte per le sceneggiature.

Froug raccomanda di definire l'argomento di cui si vuole parlare (scrivere); e aggiunge "non mi riferisco a "di chi" si parla, ma a "di che cosa" si parla.

A me questa frase serve per non perdere la bussola ovvero per non confondere il "di chi" (Zoe Rondini) con il "di che cosa" (Nata Viva).

Senza tema non c'è storia

Le storie se sono genuine contengono necessariamente temi, messaggi, verità, o in qualunque modo si voglia chiamare tutto quello che dà loro senso.

Il pubblico cerca mistero, emozione, risate, passione… Ma la cosa migliore in un film (romanzo) non è questo, ma è altro. La ciliegina sulla torta, ciò che eleva un film (romanzo) da buono a essere un classico è: la verità.

Storie forti contengono automaticamente un tema. "è proprio della natura della storia che alla base, come unico principio operativo, vi sia una premessa fondamentale: il tema".

"Il tema non si pone dall'esterno, ma si rende evidente man mano che l'azione progredisce. Le buone storie contengono concetti profondi."

E allora qual'è il tema di Nata Viva? La discussione finora ha proposto due canali interpretativi: la diversità e l'essere vivi.

Cito Eloise: i principali messaggi del testo (sono):

1. l'essere vivi che non per forza si identifica con l'apparente energia esteriore ma che è un principio e una volontà interna (al gruppo, alla persona);
2. la diversità, altro elemento dell'apparire, dato che abbiamo una protagonista apparentemente diversa che dall'inizio alla fine lotta per essere come gli altri incentrandosi sulla sua disabilità ma poi si accorge che la sua vera diversità sta proprio in questo essere viva (in mezzo a non-vivi).

Messa così, "l'essere vivi" può sembrare una conseguenza, un ripiego generato dalla diversità e dal desiderio "impossibile" di essere "abile" come gli altri; (in letteratura nulla è impossibile).

Ma "l'essere vivi" precede la diversità; è qualcosa che sta a monte del confronto con gli altri; che precede la stessa volontà interna della protagonista: l'essere vivi è "il principio operativo che sta alla base" della storia.

Il tema quindi è l'essere vivi; peraltro ben espresso dal titolo "Nata Viva"; tutto il resto viene dalla storia e contribuisce a scoprire e definire progressivamente il tema principale.

RF
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ombra
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Posted - 24/06/2015 :  10:45:46  Show Profile  Visit ombra's Homepage
Concordo perfettamente Rosario, il tema è l'essere vivi!!! In secondo piano arriva la diversità.
Zoe ci mostra come è stato "essere viva per lei" con le sue gioie e i suoi dolori, quelli che possiamo incontrare tutti nel nostro cammino.
Per quanto concerne la diversità, questa opera ha rafforzato in me la convinzione che tutti siamo diversi a modo nostro ma molto simili, anche quando sembra che a dividerci ci siano degli abissi.
Ora vorrei soffermarmi sui rapporti all'interno della famiglia. Zoe li definisce a volte conflittuali, anche se li accenna appena per cui non ho notato molti contrasti. Il rapporto con la madre, è un esempio,ad un certo punto muta ma Zoe non la condanna. Sento in lei amarezza ma anche comprensione per la vita difficile che ha dovuto affrontare la madre. Non tutti abbiamo la stessa forza. Con la nonna invece c'è complicità data dalla vicinanza caratteriale. In tutti questi intricati rapporti c'è stato un passo che mi sono segnata e che mi ha fatto molto riflettere: "Non so spiegarmi come mai sia molto più difficile comportarsi semplicemente per stare bene e risulti così facile litigare per stare male." Questo dubbio a volte sorge anche a me, quando per questioni futili e stupide si creano battibecchi con persone a me care e mi chiedo: ma è questo il problema? per quale motivo stiamo litigando in realtà? A voi è mai successo?

Marta

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Rosario
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Posted - 24/06/2015 :  11:02:14  Show Profile
Ancora sul tema della diversità di genere.

L'incipit di una mia prefazione dove è evidenziata la diversità di genere.

"Prefazione
“L’immagine rispecchia il sacro come un’eco rimanda il suono al luogo d’origine.”1
Novembre 1974. Mi apprestavo a compiere il quinto lustro e la vita mi stava scivolando addosso senza lasciare traccia. Ci accomunava una certa parentela con gli sposi e il fatto che eravamo diversi: io maschio, lei femmina. La guardavo per scoprire qualcosa che mi potesse arpionare a lei e con lei, alla vita."

Per chi vuole leggere tutta la prefazione, inserisco il link:

https://www.evernote.com/Home.action?offer=www_menu#n=dddcdc61-e315-42f2-ba79-ec6b3b0eae8f&ses=4&sh=2&sds=5&

In Nata Viva l'unico elemento di diversità di genere è comune ad altri tipi di diversità. Il genere maschile è rappresentato da tre figure paterne:

1- il padre fuggitivo;
2- il padre putativo;
3- il padre della madre

Nel libro, pur parlando di adolescenti, non si fa accenno all'attrazione tra diversità di genere. Questo "limita" (ancora i limiti; è un ossessione o che?) l'analisi ai soli legami familiari che si, sono importanti ma non sufficienti per definire la donna Zoe Rondini.

Il desiderio di libertà di Zoe risulta così parziale e in questa parzialità il lettore si trova spiazzato; perchè da una narrazione dei propri sentimenti nel periodo narrato da Zoe, ci si aspetta sempre un qualche innamoramento, magari platonico ma totalizzante; l'amore non guarda in faccia nessuno.

Non so se voi lo avete notato; mi piacerebbe conoscere il vostro parere a riguardo.

RF
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ombra
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Posted - 24/06/2015 :  12:23:48  Show Profile  Visit ombra's Homepage
Bravo Rosario, mi hai anticipata! E' una domanda che mi sono posta. Una nata viva come Zoe, come non può raccontare dell'Amore? Inoltre, come asserisci giustamente, trattandosi del periodo dei tumulti adolescenziali mi sembra strano che non ve ne fosse traccia.
Non mi riesco a dare risposta, anche perché Zoe parla dell'amore per la vita ed è triste il fatto che non inserisce l'Amore in questo cammino. Forse sono aspetti intimi, delicati e non ne ha voluto mettere a parte il lettore. In questo modo, però, penalizza l'opera che resta un po' incompiuta, come la nostra conoscenza dell'autrice incompleta.

A presto

Marta

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Rosario
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Posted - 27/06/2015 :  12:29:04  Show Profile
Vi ricordate di Pietro, di Agostino, di Francesco? Non ho mai apprezzato quelle biografie che ci presentano — con ingenuità, ma anche con carenza di dottrina — le imprese dei santi come se essi fossero stati confermati in grazia fin dal seno materno. Non è così. Le vere biografie degli eroi della fede sono come la nostra storia personale:lottavanoevincevano,lottavanoe perdevano; in tal caso,contriti, tornavano alla lotta. (E' Gesù che passa 76 - San Josèmaria Escrivà)

Dunque, assumendo che Nata Viva è un romanzo autobiografico e che Zoe Rondini è l'eroina, siccome le vere biografie degli eroi sono come la nostra storia personale ovvero una lotta continua: siccome "tutti gli eroi lottano e vincono, lottano e perdono; e quando perdono, contriti tornano a lottare", possiamo dire che il contenuto veritativo di Nata Viva segue quel principio forte espresso nella frase di Sant'Agostino che introduce alla lettura del primo capitolo "Nulla di utile":
Canta et ambula. Noli errare, noli redire, noli rimanere(Canta e cammina, non deviare, non tornare indietro, non fermarti)

Insomma Nata Viva è la storia della "lotta continua" di Zoe Rondini per la vita, anticipata da quei dubbiosi "cinque minuti di non respiro", verificatisi realmente alla sua nascita.

Romanzo di formazione o romanzo autobiografico, come è definito dall'autrice stessa; il "Diario" (Anna Frank), la "Storia di un'anima" (Santa Teresa del Bambin Gesù), le Confessioni (Sant'Agostino), il racconto "La metamorfosi" (Kafka), ecc. sono tutte opere letterarie che mettono in gioco direttamente la "verità"; che comunque risulta sempre "romanzata" ovvero le "memorie" o le invenzioni degli avvenimenti descritti (nei diversi tipi di diario) sono in qualche modo elaborate e addomesticate dagli autori; che ne traggono storie "verosimili" e romanzate; in questo modo la verità "vera", a volte (e/o spesso), resta inespressa; nascosta cioè, dietro situazioni, accadimenti e comportamenti dei personaggi descritti nell'opera.

RF
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Rosario
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Italy
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Posted - 27/06/2015 :  12:41:35  Show Profile
Visto che ho introdotto un analisi di tipo girardiano inserisco una nota che riguarda la concezione letteraria di Renè Girard.

Renè Girard afferma che: "Il romanzo è il luogo della più profonda verità esistenziale e sociale del XIX secolo". Marco Porta, in una sua relazione dal titolo emblematico, "La verità nel testo: l'ermeneutica realista di Renè Girard", commenta la frase di Girard in questo modo:

"Questa perentoria affermazione mostra emblematicamente, a mio avviso, il peculiare approccio interpretativo che contraddistingue l’analisi girardiana dei testi letterari, dalla tragedia greca ai romanzi moderni, alla letteratura mitologica: un realismo ermeneutico non privo di implicazioni filosofiche.

Come è noto, lo studioso franco-americano sostiene che i grandi letterati (Cervantes, Shakespeare, Sthendal, Flaubert, Dostoevskij, Proust) smentiscono l’illusione “romantica” dell’assoluta originalità e autonomia del desiderio umano e ne mostrano invece la natura mimetica.

Mentre l’appetito si rivolge ai beni necessari alla vita ed è immediato e rettilineo, il desiderio si rivolge in grande misura agli oggetti che gli altri desiderano o posseggono. In questo senso il desiderio è mediato, triangolare, è appunto imitativo: si desidera qualcosa perché si vuole essere come l’altro, cioè il parente, l’amico, il vicino, il collega, ecc.
La convergenza dei due desideri (dell’imitatore e del modello) sullo stesso oggetto fa sì che il modello si trasformi quasi inevitabilmente in rivale.

Sorgono così la competizione e la conflittualità che iniettano nelle relazioni sociali una miscela esplosiva di sentimenti e di atteggiamenti (invidia, gelosia, risentimento, emulazione), destinata a far scoppiare l’aggressività violenta dei singoli e delle comunità, come testimoniano ampiamente la storia e la cronaca."

Per chi è interessato ad approfondire la lettura della relazione, riporto il link:

https://www.evernote.com/l/AOxphcNnLslNpKT-TO-uoacPjWN6EWPdaeQ

ed ecco il link di recenti articolo di Zoe Rondini sulla diversità e sulla danceability:

https://www.evernote.com/l/AOyBDSVzAvBEPosRAbJU5VRpG-uXHlvGSIo

p. s.:
Care Eloise e Ombra, vogliate scusarmi per la valanga di elementi che ho inserito; ciò è dovuto al fatto che per tre giorni non ho potuto disporre di collegamento internet e sono andato avanti comunque con le mie elucubrazioni. Ma ora mi fermo e aspetto con rispettosa calma, i vostri commenti ed eventuali contestazioni, che saranno sempre ben accolte.
RF
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Rosario
Senior Member

Italy
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Posted - 29/06/2015 :  00:29:04  Show Profile
Carissime compagne di lettura, nell'attesa dei vostri interventi inserisco un diversivo "leggero" sull'ironia che Zoe usa nel descriversi un po' "disabile". Durante la lettura di Nata Viva da una parte ho notato:

"Cammino un po' male …"

Ancora ironia nel descriversi.

Con l'ironia, segno di un sano distacco liberatorio, Zoe ritrova la propria identità e ricostruisce la sua personalità; considera la normalità degli altri un "concetto astratto" esterno alla "realtà" della vita quotidiana. Zoe inizia ad amare la vita."

Viva l'ironia allora; eccone un delizioso esempio letterario: l'incipit del Diario di Eva di Mark Twain

SABATO
Ora ho quasi un intero giorno di vita. Eh, sono arrivata ieri.
Almeno così mi sembra. E dev’essere così, perché se c’era un giorno-prima-di-ieri, quando c’era quel giorno non c’ero io.
Potrebbe essere, naturalmente, che quel giorno ci sia stato ed io non me ne sia accorta. Benissimo: d’ora innanzi starò molto più attenta, e se mai ci saranno giorni prima-di-ieri, ne prenderò nota.
Sì, la cosa migliore sarà iniziare bene e fare in modo che la mia memoria non si confonda, perché un qualche istinto mi dice che proprio questi saranno i dettagli a cui gli storici daranno peso un giorno.
Mi sento un esperimento. Mi sento esattamente come un esperimento; credo sia impossibile per chiunque sentirsi un esperimento più di me, così arrivo alla conclusione che è proprio questo che sono: un esperimento, solo esperimento e nient’altro.

A presto.

RF
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eloise
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603 Posts

Posted - 29/06/2015 :  11:26:02  Show Profile  Visit eloise's Homepage
Quante interessanti riflessioni avete portato avanti voi due :)
I commenti sulla presenza/assenza dell'amore in effetti, concordo anch'io, mettono in luce un aspetto che nel romanzo manca di "struttura". Non significa come lettrice desiderare di sapere se e come l'adolescente Zoe affronta i primi amori (che, poi, un timido e virginale accenno all'amore in realtà c'è, come un'occhiolino fatto al lettore) ma forse riuscire ad avere un quadro più strutturato della rete maschile, importantissima come quella femminile, in cui si inquadra la crescita della protagonista.
Concordo anche sulle acute osservazioni di Rosario che mettono in luce altri aspetti di questo testo e in genere dei romanzi, anche in senso girardiano; e anche sull'accenno all'ironia.
Tutti questi elementi sono presenti nel testo.
Ma come lettrice mi aspetto, se questo è effettivamente il desiderio della scrittrice, che questo materiale possa essere raccolto e "trasformato", distillato e potenziato in un prossimo testo, di levatura maggiore. So di riferirmi a standard di "letterarietà" (per i miei criteri) molto più elevati, ma d'altronde il materiale in questo testo c'è, e sarebbe un peccato non riuscire a veicolarlo in una produzione meno ingenua, personale, biografica, cioè più universale e strutturata.
E' proprio il tema suggerito dal titolo, che è riuscito e importante, che prende spunto dalla vicenda personale di Zoe ma va anche ben al di là delle sole esperienze della protagonista, e che è dunque pieno di potenziale, a chiederlo :)

Eloise
www.letteratour.it
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Rosario
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Italy
418 Posts

Posted - 29/06/2015 :  16:37:07  Show Profile
Inserisco alcune note che nel frattempo ho scritto e parto dal genere letterario dell'opera.

Dunque, assumendo che Nata Viva è un romanzo autobiografico e che Zoe Rondini è l'eroina, siccome "le vere biografie degli eroi sono come la nostra storia personale" ovvero una lotta continua: "tutti gli eroi lottano e vincono, lottano e perdono; e quando perdono, contriti tornano a lottare", possiamo affermare dire che il contenuto veritativo di Nata Viva segue quel principio forte espresso nella frase di Sant'Agostino che introduce alla lettura del primo capitolo "Nulla di utile":

Canta et ambula. Noli errare, noli redire, noli rimanere
(Canta e cammina, non deviare, non tornare indietro, non fermarti)

Insomma Nata Viva è la storia della "lotta continua" di Zoe Rondini per la vita, anticipata da quei dubbiosi e reali "cinque minuti di non respiro". Una lotta che tutti abbiamo fatto, a parte l'originalità esclusiva di quei cinque minuti) e quindi, riguardo al contenuto, Nata Viva è in definitiva un opera di carattere universale.

Romanzo di formazione o romanzo autobiografico, Diario,

Mentre Zoe, nel capitolo delle conclusioni, lo definisce Romanzo autobiografico, nella successive occasioni di presentazione del libro è stato definito come Romanzo di formazione. Per questa definizione inserisco, in fondo a questo intervento, il link della relazione di Matteo, che ha aiutato Zoe per la stesura della prima edizione: Il titolo della relazione "Incontrare Pinocchio" ci anticipa già il genere preso a modello ovvero "Romanzo di formazione". Riporto in nota il brano significativo sul genere letterario:

"Nelle tante occasioni che abbiamo avuto Zoe ed io, di raccontare la sua storia, Zoe ci ha sempre tenuto a definire “Nata viva” non come un’autobiografia, né come racconto in prima persona della disabilità, né tanto meno un pamphlet lamentoso che dispensa consigli e spara a zero sulla società che mal comprende le esigenze delle persone con disabilità, che non le accetta, che non le facilita. L’ha definito sempre un racconto o ancor meglio un breve romanzo di formazione. E non riesco a vederne altre di più azzeccate, rispetto al genere letterario a alla tradizione letteraria in cui si colloca."

e ora il link della relazione completa:

https://www.evernote.com/l/AOzPwp5cMuJN8qwqqI4QJxpNLFhor-REM24

Per conto mio ho nominato alcune opere e autori che mi sono venute in mente oltre al Diario di Anna Frank ricordato da Ombra.
"Storia di un'anima" (Santa Teresa del Bambin Gesù),
Le Confessioni (Sant'Agostino),
La metamorfosi (Kafka),
I turbamenti del giovane Torless (Musil)

ma poi nell'allungare la lista mi sono ravveduto e ho espresso un parere comparativo di stampo girardiano:

tutte opere letterarie che mettono in gioco direttamente la "verità" la quale, comunque, risulta sempre "romanzata"; ovvero le "memorie" degli avvenimenti descritti (nei diversi generi letterari romanzati) sono in qualche modo rielaborati e addomesticati dagli autori; che ne traggono storie "verosimili" ma sempre romanzate; in questo modo la verità "reale" a volte (se non spesso) resta inespressa e nascosta cioè dietro le situazioni, gli accadimenti e i comportamenti dei personaggi.

Detto questo, ho pensato che non sarebbe stato male un approfondimento sulla verità nel testo, prendendo un brano di una relazione di Marco Porta che riguardava appunto il realismo ermeneutico di Renè Girard. Qui di seguito il brano in argomento accompagnato dalla mia nota e il link della relazione completa:

"Renè Girard afferma che: "Il romanzo è il luogo della più profonda verità esistenziale e sociale del XIX secolo". Marco Porta, in una sua relazione dal titolo emblematico, "La verità nel testo: l'ermeneutica realista di Renè Girard", commenta la frase di Girard in questo modo:

"Questa perentoria affermazione mostra emblematicamente, a mio avviso, il peculiare approccio interpretativo che contraddistingue l’analisi girardiana dei testi letterari, dalla tragedia greca ai romanzi moderni, alla letteratura mitologica: un realismo ermeneutico non privo di implicazioni filosofiche.

Come è noto, lo studioso franco-americano sostiene che i grandi letterati (Cervantes, Shakespeare, Sthendal, Flaubert, Dostoevskij, Proust) smentiscono l’illusione “romantica” dell’assoluta originalità e autonomia del desiderio umano e ne mostrano invece la natura mimetica.

Mentre l’appetito si rivolge ai beni necessari alla vita ed è immediato e rettilineo, il desiderio si rivolge in grande misura agli oggetti che gli altri desiderano o posseggono. In questo senso il desiderio è mediato, triangolare, è appunto imitativo: si desidera qualcosa perché si vuole essere come l’altro, cioè il parente, l’amico, il vicino, il collega, ecc.
La convergenza dei due desideri (dell’imitatore e del modello) sullo stesso oggetto fa sì che il modello si trasformi quasi inevitabilmente in rivale.

Sorgono così la competizione e la conflittualità che iniettano nelle relazioni sociali una miscela esplosiva di sentimenti e di atteggiamenti (invidia, gelosia, risentimento, emulazione), destinata a far scoppiare l’aggressività violenta dei singoli e delle comunità, come testimoniano ampiamente la storia e la cronaca."

Inserisco il link per chi vuole approfondire la lettura:
https://www.evernote.com/l/AOxphcNnLslNpKT-TO-uoacPjWN6EWPdaeQ

Credo che come inizio possa bastare al fine di informare e ispirare approfondimenti letterari finalizzati a potenziare la nuova edizione.

Non so se nelle le vostre letture ci sia stato posto per le opere che ho richiamato; per la nuova edizione sarebbe utile fare una sorta di analisi comparativa (come Matteo ha fatto nella sua relazione con il Pinocchio di Collodi). O come il Prof. Siciliani de Cumis ha accennato (nella lettera contenuta testo stesso) con il "Poema Pedagogico" di Makarenko. O come l'autrice ci suggerisce prendendo ispirazione dalle frasi estrapolate dalle opere di Sant'Agostino.

Per quanto mi riguarda personalmente oltre alla recensione "Zoe la cantastorie" posso postare il link di una mia nota scritta qualche mese prima nell'occasione di un'anteprima della rappresentazione andata in scena poi al teatro Abarico di Roma. Il titolo è: "La cantastorie Zoe al Rifugio del Menestrello". In questa testimonianza l'accento è posto sull'empatia. Ecco il link:

https://www.evernote.com/l/AOyEJwFsPYhPpbKt6v-Fu2TlOCy2Q_yGgYQ



RF
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Rosario
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Italy
418 Posts

Posted - 30/06/2015 :  16:34:24  Show Profile
Ecco un altro mio sproloquio sulla diversità.

Maschio e femmina, una diversità di genere che non compare apertamente nel romanzo autobiografico di Zoe Rondini. Eppure è una diversità molto presente nei teen-ager ovvero nel periodo evolutivo adolescenziale preso a riferimento dall'autrice per raccontare e raccontarsi. E' una mancanza che sembra depauperare la potenza evocativa del racconto ma, in realtà, sono convinto che l'attrattiva per il diverso di genere è sottesa e celata in tutte le memorie raccontate da Zoe; a quell'età, nascono passioni attrattive per "l'altro misterioso" che squinternano le personalità residuamente "fanciulle" delle ragazze e dei ragazzi che ormai si affacciano alla vita sociale.

Questa curiosità per l'altro sesso, questa ricerca intima ed esclusiva dell'altro diverso da te, è presente e potente a quell'età; anche se non è palese nelle memorie di Zoe, è innegabile che comunque l'attrazione per l'altro sesso c'era e faceva girare la girandola esistenziale di Zoe in quegli anni giovanili.

Ma per Zoe c'era un'altra diversità che obnubilava la diversità di genere; una diversità che è passata come un carro armato sui suo sentire giovanile, occupando gran parte del suo sforzo esistenziale di quegli anni: Zoe voleva essere come gli "altri" con tutta se stessa, lasciando scivolar via le meraviglie e le passioni della diversità di genere.

Gli altri delle "memorie del sottosuolo" di Dostoevskij, per lei non erano i maschi ma gli abili, quelli che correvano, camminavano, si muovevano, scrivevano, ecc., con un'abilità per lei irraggiungibile. Nascono allora in Zoe quei sentimenti del desiderio mimetico giarardiano: l'invidia, il risentimento, l'emulazione, la rabbia; ecc.

Zoe desiderava le abilità degli altri ovvero del suo "ideale" normale, mediatore-rivale metafisico di se stessa. Ma il suo desiderio di possesso delle abilità si trasforma nel desiderio di essere il suo ideale; essere il suo ideale vuol dire competere da pari a pari con se stessa reale. Compito improbo per Zoe reale competere nietzschianamente con Zoe ideale, la superzoe, l'antizoe. La schizofrenia è alle porte… oltre a quei cinque minuti di non respiro che l'hanno fatta nascere un po' speciale.

Le risorse di Zoe sono però irriducibili e vengono fuori proprio nei momenti in cui tutto sembra perduto. La rabbia e la ribellione lasciano il posto all'ironia; il camminare di Zoe, non è più inteso esclusivamente come movimento del corpo; si fa strada un altro possibile cammino: quello della scrittura; il cammino intellettuale e spirituale di una persona che ama la vita. e che vuole agire nel mondo, ispirata da quel "canta et ambula" agostiniano; senza deviare, senza tornare indietro, senza fermarsi.

Accade l'impensabile: Zoe impara a "camminare" in modo letterario. Scopre le sue abilità con la scrittura. I suoi pensieri si sviluppano nello schermo di un computer, una tastiera speciale tecnologicamente evoluta, diventa la sua penna autorale. Zoe inventa storie, scrive relazioni, articoli, ecc. Zoe rinasce a nuova vita e vola libera come le rondini nel cielo.

RF
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ombra
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Posted - 01/07/2015 :  11:13:35  Show Profile  Visit ombra's Homepage
Bellissima l'immagine del cammino letterario di Zoe, in effetti anche io la vedo così.
Per quanto concerne la differenza di genere, credo che Zoe fosse troppo presa dal voler essere come gli altri per soffermarsi a lungo sulle possibili pene amorose della sua età. Il suo desiderio di conoscere il diverso era su un altro piano, come giustamente esplichi Rosario. Sarebbe stato interessante conoscere più approfonditamente la sua esperienza nel gruppo della parrocchia, in cui aveva delle "amiche", e non solo le esperienze negative scolastiche, per avere una visione completa di come si relazionava e si relaziona con persone positive della sua età. Avendola classificata come opera autobiografica sarebbe stato importante approfondire queste tematiche per dare una sensazione di completezza e pienezza al lettore.
Altra piccola riflessione: 5 minuti hanno determinato il corso di un'intera vita, questo mi fa comprendere ancora di più come ogni attimo sia fondamentale e come siamo stupidi a crederci invincibili. Basta poco per sconvolgere una vita, anche solo 5 minuti. Il niente in confronto all'eternità.


a presto

Marta

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ombra
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296 Posts

Posted - 01/07/2015 :  11:30:06  Show Profile  Visit ombra's Homepage
Una curiosità, l'autrice prenderà parte alla nostra discussione? Hai notizie in merito Rosario?

ciaooo

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Rosario
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Italy
418 Posts

Posted - 02/07/2015 :  12:33:11  Show Profile
[quote]
Una curiosità, l'autrice prenderà parte alla nostra discussione? Hai notizie in merito Rosario?

ciaooo


Ciao Ombra, non ho notizie in merito alla partecipazione di Zoe; Eloise valuterà se nel procedere della discussione, riusciremo a crearne i presupposti.

RF
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