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Rosella
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Posted - 21/03/2012 : 17:10:08
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Complimenti a tutti.  Io sono in overdose da poesie al momento, e comunque non mi soffermo mai molto sull'analisi: per me la Poesia dev'essere un dialogo tra anime gemelle: perciò, o la avverto subito come piacevole, empaticamente, oppure, come in questo caso... preferisco risolvere un integrale triplo curvilineo. Mi rilassa di più. Voi invece vi appassionate, e si vede. (non c'è la faccina con gli applausi, peccato. CIAO
Rosella - Gwendydd
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eloise
Senior Member
603 Posts |
Posted - 21/03/2012 : 17:25:45
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Rosella, mi piace leggerti nel mezzo a questa discussione alla quale hai deciso di non partecipare. Si vede che sei comunque interessata e ci fai sentire con i tuoi cenni la presenza della tua amicizia, grazie! (ragazzi, siamo piuttosto mielosi ultimamente, è tutto un grazie grazie!!!)   
Effettivamente sì, mi sto appassionando. Ma non era scontato. Anzi, a dire il vero all'inizio una parte di me era recalcitrante. Il solito approccio con la poesia: l'ho detto, sono fondamentalmente pigra. Ma ora sono contenta di avere rotto la "barriera" di questa analisi e esserci entrata dentro. E' un flusso di emozioni che entra. E' vero: c'è la poesia che parla subito al cuore e quella, come questa, che ti lascia un po' fredda all'inizio. Ma è come sfondare un muro e dentro c'è il fiume: poi ti travolge. E dove c'è connubio di sentimenti e pane per i denti dell'intelletto, per me c'è passione ;)
Eloise www.letteratour.it |
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eloise
Senior Member
603 Posts |
Posted - 21/03/2012 : 17:27:48
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quote:
preferisco risolvere un integrale triplo curvilineo. Mi rilassa di più.
Comunque direi complimenti a te!!! :)
Eloise www.letteratour.it |
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ombra
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296 Posts |
Posted - 21/03/2012 : 17:57:42
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E' bello anche per me risentirti Rosella e devo dire che un po' come Eloise anche io ho divuto abbattere un muro sulla poesia, spero solo di non dire troppe cavolate. Tendenzialmente il mio approccio alla poesia è un po' quello tuo Rossella, meglio una regressione multipla variata che una poesia, ma in questo caso sono stata contenta di non dar retta all'istinto.
Ciaooooo
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Rosella
Senior Member
Italy
316 Posts |
Posted - 21/03/2012 : 22:04:55
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Soprattutto quando hai una figlia in II Liceo che maledice una poesia alla settimana e chiede: "mamma, ma cosa vuol dire?". Bene, fine della digressione!    E non preoccupatevi: le cavolate le dicono solo i critici professionisti, perchè sono pagati per dire ciò che si deve, non ciò che si pensa. Un abbracccio a tutti.
Rosella - Gwendydd
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Tiziano
Average Member
Italy
166 Posts |
Posted - 21/03/2012 : 22:17:57
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1. "Dialoghi con Leuco' è un testo di Pavese, un insieme di dialoghi tra personaggi mitici in cui, come dire, il mito viene rivisitato e rivitalizzato (ricordo che il risveglio del mito è un movimento fondamentale delle letteratura moderna, a partire dai protoromantici, Coleridge, Foscolo, ecc.). E' un'opera molto intensa, a cui Pavese era particolarmente legato, infatti una sua copia fu trovata sul comodino della camera d'albergo in cui si suicidò. 2. qualche notazione in margine: la "proda" compare anche in una poesia di Montale, ma in chiave ironica: "arremba su la strinata proda/navi di cartone...". Ci sono nel testo due iperbati di una sapienza tecnica notevole: "A una proda ove sera era perenne di anziane selve assorte; "l'ombra negli occhi s'addensava delle vergini". Il loro fine è evidentemente il gioco delle allitterazioni che rendono il testo molto musicale, grazie anche al polisindeto anaforico "e" 3. credo che il baricentro della poesia stia nelle parole "in sé da simulacro a fiamma vera/errando"; anche perché, come già ha notato Eloise, qui c'è un racconto, in cui il tempo narrativo è il passato, che tuttavia s'incrocia con l'imperfetto; ora, questo gioco perfetto/imperfetto ha l'unica eccezione di quel gerundio, reso ancor più evidente dall'enjambement
Tiziano |
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ombra
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296 Posts |
Posted - 22/03/2012 : 12:03:30
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Vorrei soffermarmi su due riflessioni: - il filo che lega in qualche modo questa poesia a D'Annunzio (che non so perchè ma non amo molto): l'uliveto argenteo che si oscura al calar della sera fa venire in mente la "Sera fiesolana" di quest'ultimo. Per me è singolare il fatto che Ungaretti, che sembrava aver "superato" D'Annunzio nelle sue prime poesie, dimostri invece qui di essere suggestionato da immagini dannunziane (si pensi anche alla ninfa che abbraccia l'olmo). Vorrà significare qualcosa? - la metrica: anche qui mi sembra un ritornare al passato di Ungaretti. I versi sono liberi, ma la presenza notevole di settenari, novenario ed endecasillabi dimostra che Ungaretti sta recuperando, in questa fase, la metrica tradizionale, insomma il fascino della lirica così come era sempre stata, prima che lui stesso, sulla spinta dei futuristi, la rivoluzionasse. Anche questo deve avere un senso, essere un suo messaggio a sua volta. Ma quale??
Con questo per ora termino, alla prossima.
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eloise
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603 Posts |
Posted - 22/03/2012 : 17:10:25
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Affrontato, più o meno, il testo nel suo significato globale... in effetti vien da soffermarsi sui possibili livelli di lettura. In questo senso le osservazioni di Tiziano e Ombra mi sono di grande aiuto. Entrambi lanciate infatti questa domanda: cosa sta dietro il primo livello di lettura? il RACCONTO, dice Tiziano, e la DIMENSIONE MITICA; l'INTROSPEZIONE, dice Ombra, e la DIMENSIONE ESISTENZIALE dell'uomo... Io ho visto nella "fioca febbre" l'immagine del desiderio dell'uomo di plasmare la materia con le proprie mani; quindi "febbre" come "desiderio" e "fioca" perché comunque è un desiderio cauto, accorto, per certa parte intellettualizzato. Ombra ci vede l'immagine di una malattia. Ognuno di noi può leggerci un messaggio individuale e perciò stesso universale. La vita stessa, come dice Mann nella sua meravigliosa "Montagna incantata", è in realtà una "malattia della materia", per cui perché no? anche il desiderio febbricitante dell'uomo di plasmare la materia e creare qualcosa può essere visto come una forma di espressione della stessa vita, l'espressione febbricitante di una vita-malattia. Ma qui forse mi sto allontanando troppo dal testo. Rimane, comunque, l'idea che versi di questo genere danno adito a voli della mente, e in questo sicuramente affermano la loro "potenza letteraria" :)
Riguardo alla forma: anch'io come Tiziano ho apprezzato lo stile ricercato, gli enjambements, le assonanze presenti nel testo :)
Eloise www.letteratour.it |
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eloise
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603 Posts |
Posted - 22/03/2012 : 17:27:21
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Sempre sul pastore, figura che non mi sento di avere ancora pienamente capito, vorrei aggiungere un'altra osservazione. Chi è il pastore in relazione alle pecore? il loro guardiano, ho detto. Ora aggiungo anche: la loro guida. E' lui che conduce il gregge a pascolare la "coltre luminosa", e che sa custodirle e prendersi cura di loro. Particolare non banale che mi era sfuggito prima. Non è banale perché da mero personaggio "che guarda" (passivo), egli come guida diventa protagonista attivo. Se prendiamo per buona l'interpretazione pastore = poeta, allora si ha ancora di più l'idea che questo poeta è l'artefice divino di una trasformazione della materia (la febbre può anche derivare da un fuoco divino).
Eloise www.letteratour.it |
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eloise
Senior Member
603 Posts |
Posted - 26/03/2012 : 16:23:28
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Cerco di continuare la mia ricerca sul testo. Allora... Leggo su un mio dizionario dei simboli che Cronos è Saturno, declinato in diverse interpretazioni. Scopiazzo qua e là cosa leggo:
quote: Cronos è il più giovane dei titani, figlio di Urano, che mette fine alla prima generazione degli dèi tagliando i testicoli di suo padre; per non essere a sua volta detronizzato dalla sua progenie, come gli è stato predetto dai genitori, divora i propri figli. Sua sorella e sposa Rhea dà alla luce Zeus e gl'impedisce di divorarlo nascondendolo. Da adulto, Zeus gli somministra una droga che gli fa vomitare tutti i figli inghiottiti, e poi assieme a loro lo incatena e mutila, aprendo la terza generazione divina. Metaforicamente, viene spesso confuso con Chronos, cioè il Tempo, del quale condivide l'aspetto di rigenerazione nella distruzione. Nella tradizione religiosa orfica, appare riconciliato con Zeus e libero dalle sue catene, abitante l'isola dei Beati. Qui viene considerato un re buono. Ma rimane ovunque l'idea di lui come un sovrano incapace di adattarsi all'evoluzione della vita e della società e rifiuta ogni idea di successione, e in questo è l'immagine del conservatorismo cieco e ostinato, anche se il suo regno resta legato al ricordo di un'età aurea che realizza un periodo ideale, perciò stesso immutabile. C'è l'idea di una contraddizione del tempo, di un arresto della necessaria evoluzione, un arresto di morte. Cronos è il capo realizzato di questa perfezione stagnante. Nelle immagini di Cronos incatenato e addormentato possiamo vedere l'inesistenza o la sospensione del tempo.
Quindi da un lato abbiamo Sentimento del Tempo e dall'altro La fine di Crono. Alla luce di quanto visto sopra, La fine di Crono non suona - come potrebbe sembrare - come una cosa negativa, ma c'è sotto un'idea di rinnovamento. E' un tempo che finisce ma che muore per far posto a qualcosa di nuovo, a una nuova generazione. Ecco che improvvisamente mi spiego anche l'ultima poesia della sezione, Pari a sé. Ho già notato che questa ha in comune con la nostra poesia l'immagine della nave. La poesia recita:
quote: Va la nave, sola Nella quiete della sera.
Qualche luce appare Di lontano, dalle case.
Nell'estrema notte Va in fumo a fondo il mare.
Resta solo, pari a sé, Uno scroscio che si perde...
Si rinnova...
Quest'ultimo verso è fondamentale, perché richiama il concetto di rinnovamento che c'è nella "fine di Crono". C'è l'idea di un tempo che muore ma nel farlo non fa che rinnovarsi. Tiziano, ma lo fai apposta? di nuovo il mare, di nuovo le onde che s'infrangono e di nuovo l'idea del rinnovamento in questo continuo andirivieni marino ;) E comunque sono tutti i versi racchiusi in questa sezione che parlano di tempo, tempo che passa o tempo che si ferma, tempo cronologico o tempo meteorologico. Anzi, forse "L'isola", tra tutte, è la poesia in cui il riferimento al tempo è il meno evidente. Perché? Qual è il nesso con la raccolta e con le altre poesie?
Eloise www.letteratour.it |
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Tiziano
Average Member
Italy
166 Posts |
Posted - 26/03/2012 : 22:44:31
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io sto ancora arzigogolando su quel simulacro che diviene (?) fiamma "vera" "errando". Ma non ho cavato un ragno dal buco, tranne che 1. è un viaggio interiore conseguenza del viaggio nell'isola, ma perchè è un mutamento erratico? 2. il viaggiatore/poeta scende e sale, lo stesso movimento della discesa agli inferi di Orfeo, quindi siamo ancora alle prese con la sua ennesima epifania, cosa che è solo una conferma che Ungaretti è l'ultimo (per il momento) vate. Conclusione: continuo a non capire questa poesia, sapiente - troppo sapiente - capolavoro di vaghezza.
ps: a proposito, visto che ho parlato di ungaretti-Orfeo, non ve l'avevo detto ma sono arrivato alla conclusione che la signora Dalloway è Circe-Penelope
Tiziano |
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ombra
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296 Posts |
Posted - 27/03/2012 : 10:38:07
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Quello che è folgorante in quest'opera è il gioco delle analogie da cui il componimento è interamente tramato e intessuto. Il significato delle parole (come anche da voi notato) si dilata a quelle immediatamente contigue, stabilendo una rete di corrispondenze sottilissima e inestricabile (degli esempi possono essere: « selve assorte», «stridulo batticuore dell’acqua», «pioggia pigra di dardi»), in cui i diversi registri di significato trascorrono uno nell’altro, mescolando fra loro allusioni, impressioni, sensazioni, in una profonda e indecifrabile sinestesia (dal «liscio tepore», allo stupendo esito dei due versi finali, con l’immagine delle «mani del pastore» trasferita nel «vetro levigato da fioca febbre»). In questo modo Ungaretti ha potuto rappresentare la multiforme complessità di un’esistenza in cui il «sentimento del tempo» si confronta costantemente con la dimensione dell’eternità, come nel primo verso in cui l’azione comune e contingente di un personaggio, «scese», è inserita nel contesto di una stagione «perenne». A mio avviso per questo motivo non ha senso cercare il significato preciso di questi versi (per quanto riguarda le singole parole e l’intero contesto), ma occorre affidarsi alla profonda suggestione della loro magia evocatrice e meditativa, che pure trasmette sensazioni indimenticabili relative alla bellezza, all’amore, al mistero della vita, in ciò che ha di fragile e di persistente e di assoluto. Come dice giustamente Tiziano è un eccellente esempio di capolavoro di vaghezza letteraria.
A presto |
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eloise
Senior Member
603 Posts |
Posted - 04/04/2012 : 09:01:39
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Mi spiace Tiziano se non siamo riusciti insieme a districare come vorresti questa poesia!... ma del resto se non ci sei arrivato tu da solo... Comunque per me la discussione non è chiusa, se trovo ancora un po' di tempo vedo di cavarci fuori qualcos'altro, anche per me molti significati sono ancora oscuri. E' vero come dice Ombra che dell'intera poesia dobbiamo anche apprezzare il significato globale, quel sentimento vago che emana dalla sua interezza, ma sono convinta anch'io che ogni cosa non è messa lì a caso e il bello è proprio quello: la sublime capacità del poeta di inserire precisi e ricercati significati in ogni parola, che poi nell'insieme sanno suggerire un'intera atmosfera. Ma che i significati siano precisi e ricercati, per me è innegabile: altrimenti dove sarebbe il senso del poeta come "artigiano", il senso del lavoro faticoso e lungo che si fa con la materia grezza per cavarne fuori l'adamantina trasparenza del vetro? ;) E poi vorrei, Tiziano, che ci facessi capire meglio cosa intendi per "l'ultimo poeta-vate", cosa che hai detto fin da subito?
Eloise www.letteratour.it |
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ombra
Senior Member
296 Posts |
Posted - 04/04/2012 : 09:18:56
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Quello che intendevo nel dire con "il bello della poesia è apprezzarne l'interezza" è dovuto al fatto che, a mio avviso, la maestria di Ungaretti in questo caso sta nel fatto che utilizzando queste parole specifiche ha saputo dare una connotavione vaga alla poesia che ognuno può interpretare a suo modo. In fin dei conti quello di cui racconta è la vita (cbe per lui era la poesia? e per questo ci sembra anche che parli di poetica?) e questa ognuno di noi la interpreta un po' a suo modo. Almeno questa è un'altra riflessione che mi sovviene, forse erratissima per cui siate indulgenti. Tiziano, come ad Eloise anche a me incuriosisce sapere perchè consideri Ungaretti l'ultimo vate, potresti per cortesia approfondire l'argomento? |
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Tiziano
Average Member
Italy
166 Posts |
Posted - 04/04/2012 : 16:07:18
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proprio stamani discutevo in classe (a proposito di una poesia di Petrarca) sul ruolo sociale del poeta e sul perché glielo affidiamo; cosicché ho detto ad un alunno: "Se Ungaretti dice 'M'illumino d'immenso' stiamo qui a interrogarci su quale sia la rivelazione che ci offre, se invece me lo dici tu io ti rispondo di smetterla di farti le canne. O come mai?". Scherzi (ma mica tanto) a parte, penso che sia l'ultimo vate perché 1. dopo di lui (anzi contemporaneamente a lui, vedi Montale) la poesia si è ritirata, ha smesso di pensarsi come illuminazione e 2. per tutto il '900, almeno fino alla Neoavanguardia, ci sono stati soltanto epigoni più o meno brillanti (ma io salvo solo Sanguineti e Zanzotto).
Tiziano |
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