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Rosella
Senior Member
Italy
316 Posts |
Posted - 15/11/2012 : 12:28:34
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quote:
Irriverente, esilarante, poetico, malinconico, realista; nonostante Queneau sentenziasse in una intervista: « Parigi è solo un sogno, Gabriel è solo un'ombra, Zazie il sogno di un’ombra (o di un incubo) e tutta questa storia il sogno di un sogno, l'ombra di un’ombra, poco più di un delirio scritto a macchina da un romanziere idiota. »
Trovo che in questo caso l'autore sia stato un buon giudice della sua opera. Che altro aggiungere? Che è realista, appunto come dice Rosario; non è una contraddizione, perchè i nostri sogni, i nostri incubi, sono spesso per noi più veri e vivi (perchè interni) della cosiddetta realtà (esterna). CIAO Rosella
Rosella - Gwendydd
"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante" Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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ombra
Senior Member
296 Posts |
Posted - 15/11/2012 : 13:05:07
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quote:
"Parigi è solo un sogno"
Mi riallaccio a questa citazione di Rosario dello stesso Queneau e alla nota fatta da Ombra (scusa se continuo a chiamarti così, ma mi piace) sul battibecco infinito tra Gabriel e Charles sui monumenti di Parigi per fare due osservazioni. Il battibecco, che per Ombra è comico, a me ricorda alla lontana le discussioni interminabili tra i due personaggi di En attendant Godot, dove questa Parigi-Godot indecifrabile e superiore rimane oscura e sconosciuta ai personaggi, che pur ci vivono. Da qui una sensazione di estraneità e non appartenenza al mondo che li circonda. Seconda osservazione: se nemmeno chi ci vive conosce Parigi nei suoi aspetti più "solidi" e inamovibili (i monumenti), effettivamente la sensazione che ne deriva è che questo spazio cittadino sia più onirico che altro, fluttuante, dovunque tu vada i monumenti non ti fanno da punti fermi o coordinate fisse per orientarti nello spazio, ma anzi sembrano essere interscambiabili. Un luogo-spazio-metafora.
Eloise www.letteratour.it
Eloise piace anche a me... e comunque non c'è motivo di scusarsi.  Per quanto riguarda il confronto con Aspettando Godot ti ringrazio. Avevo l'impressione che avessi letto qualcosa di simile e che mi avesse lasciato la stessa senzazione di "malinconica e triste comicità" ma non riuscivo ad identificarlo. Ed era appunto questa opera studiata all'incirca 12 anni fa a scuola... sto diventando vecchia!!! A mio avviso Parigi potrebbe rappresentare una qualsiasi città metropolitana. Parigi non è Parigi.
Grazie e ciao
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Rosella
Senior Member
Italy
316 Posts |
Posted - 16/11/2012 : 12:09:05
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quote:
A mio avviso Parigi potrebbe rappresentare una qualsiasi città metropolitana.
Penso di sì, per quel che riguarda il "vissuto" dei singoli personaggi , che a me ricorda tanto "ognuno sta solo / sul cuore della terra" . Il fatto di avere Parigi come sfondo, la famosa, blillante, ambita Parigi, aumenta però il senso di estraneità e lontananza cui fa riferimento Eloise. E nel ridicolo dell'insieme generale emerge un'amara riflessione: siamo sempre soli, ed incompresi, non solo per le altre persone, ma anche per i luoghi in cui viviamo. In definitiva, per la nostra stessa vita. CIAO.
Rosella - Gwendydd
"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante" Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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ombra
Senior Member
296 Posts |
Posted - 16/11/2012 : 18:13:35
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quote:
E nel ridicolo dell'insieme generale emerge un'amara riflessione: siamo sempre soli, ed incompresi, non solo per le altre persone, ma anche per i luoghi in cui viviamo. In definitiva, per la nostra stessa vita. CIAO.
Rosella - Gwendydd
"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante" Jane Austen - La storia d'Inghilterra
E' propria vera questa considerazione che tu fai... Triste ma vera.
A presto
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Tiziano
Average Member
Italy
166 Posts |
Posted - 16/11/2012 : 22:44:16
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A proposito di discussioni interminabili ricordo la commedia di Flaiano "La conversazione continuamente interrotta", dove tre intellettuali salottieri che oggi definiremmo radical chic chiacchierano continuamente di cuuuuultura, ma ogni tanto vengono interrotti dalle grida di uno dei due imbianchini che lavorano fuori; il grido ricorrente è: "A Mario, vattelo a pija ner culo!"
1° domanda: Jeanne/Demetra lascia Zazie/Proserpina nella metropoli, ansiosa d discendere nel Metrò/Inferi. Ma Ade chi è? 2°domanda:come la mettiamo con l'uomo-donna Gabriel e la donna-uomo Marcel? 3° domanda: se Zazie è una versione del puer aeternus, come io suppongo, chi è il senex che dovrebbe accompagnarla e/o avversarla? Forse "colui che avete riconosciuto o tslvolta mal riconosciuto, principe di questo mondo e di vari territori connessi?"
Tiziano |
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Rosario
Senior Member
Italy
418 Posts |
Posted - 17/11/2012 : 21:34:57
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- Ah! Paris, qu’il profere d’un ton encourageant, quelle belle ville. Regarde-moi ça si c’est beau. - Je m’en fous, dit Zazie, moi ce que j’aurais voulu c’est aller dans le métro.
La diversità d’intendere la "bellezza" tra Gabriel e Zazie è una possibile chiave interpretativa per la ricerca della felicità e della verità da parte dei personaggi, dell'autore e... del lettore. Penso che Gabriel rappresenti la malinconica estraneità godotiana ricordata da Eloise, mentre il “Je m’en fous” di Zazie rappresenta il dirompente desiderio di vivere della nuova generazione. Una generazione che non vuole considerare i punti di riferimento “inamovibili e ipocriti” dei genitori, come oggetto dei propri desideri. Per dirla con Girard, due tipi di estraneità molto diversi: uno rappresenta la “menzogna romantica” (Gabriel), l’altro, la “verità romanzesca” (Zazie). Nei commenti al romanzo, letti e sentiti qua e là per sondare e documentarmi, c'è chi preferisce il malinconico Gabriel, alla scandalosa Zazie. Io, preferisco Zazie; ovvero: alla “rassegnazione condiscendente” dello zio Gabriel preferisco la spudoratezza spiazzante e imbarazzante” della nipote Zazie. Nell'ingenuità spudorata di Zazie vedo la forza della verità; nell'esperta e bonaria prodigalità di Gabriel vedo la rassegnazione alla condiscendenza e alla menzogna. Quale dei personaggi incontra la vostra preferenza? Quali sono invece i personaggi che non gradite o quelli che considerate "minori"? Perché?
- Tu causes, dit Laverdure, tu causes, c'est tout ce que tu sais faire.
RF |
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ombra
Senior Member
296 Posts |
Posted - 17/11/2012 : 22:58:39
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quote:
- Ah! Paris, qu’il profere d’un ton encourageant, quelle belle ville. Regarde-moi ça si c’est beau. - Je m’en fous, dit Zazie, moi ce que j’aurais voulu c’est aller dans le métro.
La diversità d’intendere la "bellezza" tra Gabriel e Zazie è una possibile chiave interpretativa per la ricerca della felicità e della verità da parte dei personaggi, dell'autore e... del lettore. Penso che Gabriel rappresenti la malinconica estraneità godotiana ricordata da Eloise, mentre il “Je m’en fous” di Zazie rappresenta il dirompente desiderio di vivere della nuova generazione. Una generazione che non vuole considerare i punti di riferimento “inamovibili e ipocriti” dei genitori, come oggetto dei propri desideri. Per dirla con Girard, due tipi di estraneità molto diversi: uno rappresenta la “menzogna romantica” (Gabriel), l’altro, la “verità romanzesca” (Zazie). Nei commenti al romanzo, letti e sentiti qua e là per sondare e documentarmi, c'è chi preferisce il malinconico Gabriel, alla scandalosa Zazie. Io, preferisco Zazie; ovvero: alla “rassegnazione condiscendente” dello zio Gabriel preferisco la spudoratezza spiazzante e imbarazzante” della nipote Zazie. Nell'ingenuità spudorata di Zazie vedo la forza della verità; nell'esperta e bonaria prodigalità di Gabriel vedo la rassegnazione alla condiscendenza e alla menzogna. Quale dei personaggi incontra la vostra preferenza? Quali sono invece i personaggi che non gradite o quelli che considerate "minori"? Perché?
- Tu causes, dit Laverdure, tu causes, c'est tout ce que tu sais faire.
RF
In assoluto, come ho già detto nel mio post iniziale, prediligo lo spirito, la franchezza e la sfrontatezza di Zazie rispetto a qualunque altro personaggio. Forse perchè la sento vicina a me, anche io non mi piego mai e sono sempre me stessa nonostante tutto. Non mi rassegno a cambiare perchè il mondo è diverso, non sarei io, sarebbe solo finzione e non sarebbe vita quella. E Zazie è così: vera e viva!!!! Prendere o lasciare!!!! :)
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Rosella
Senior Member
Italy
316 Posts |
Posted - 18/11/2012 : 07:00:13
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Ciao Ombra, ciao Rosario. Personalmente a me Zazie non piace; non approvo il suo linguaggio sboccato, la sua indifferenza, la sua volontà peregrina che la porta a cercare ciò che non può ragionevolmente essere attuato. In questo mi ricorda una'altra bambina terribile, più o meno della stessa epoca, della quale, se vorrete, vi parlerò più avanti. Per il resto, mi trovo in sintonia con voi: meglio la sua spontaneità scurrile, che non l'ipocrisia in cui sembrano crogiolarsi quasi tutti gli altri personaggi. Zaziè rappresenta un punto di rottura, che fu presto portato alla ribalta da tante Zaziè ormai cresciute, nell'incredibilmente lontano 1968. Si voleva cambiare, lo volevamo con tutte le nostre forze. Siamo riusciti? Abbiamo fallito? Un nuovo modo di pensare ci ha risospinti indietro? Non posso fare a meno di pormi queste domande. Queneau le aveva in un certo senso anticipate, io le ho vissute, e voi, arrivati dopo, cosa avete trovato? Rovine o fondamenta? Al di là delle risate amare, questo romanzo mi porta a rivivere i temi della mia giovinezza, che oggi vedo calpestati come erbacce. Perdonatemi, se la mia discussione sarà amara e nostalgica, ed al tempo stesso irriverente e burlesca: oggi vedo quei miti di cartapesta crollare sotto la fiamma del conformismo, e non posso pensare a come sia stato tutto inutile. Anche la satira di Queneau, che merita il rogo espresso in Fahrehnaith 251. Di tutto quel tempo non restano che le ceneri.
Rosella - Gwendydd
"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante" Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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Rosella
Senior Member
Italy
316 Posts |
Posted - 18/11/2012 : 07:04:57
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quote:
1° domanda: Jeanne/Demetra lascia Zazie/Proserpina nella metropoli, ansiosa d discendere nel Metrò/Inferi. Ma Ade chi è? 2°domanda:come la mettiamo con l'uomo-donna Gabriel e la donna-uomo Marcel? 3° domanda: se Zazie è una versione del puer aeternus, come io suppongo, chi è il senex che dovrebbe accompagnarla e/o avversarla? Forse "colui che avete riconosciuto o tslvolta mal riconosciuto, principe di questo mondo e di vari territori connessi?"
Mi spiace, Tiziano, ma queste domande sono troppo al di fuori di ciò che sento. Resto e resteterò la studentessa ribelle, che rideva a crepapelle davanti al "teatro del'assurdo" e che fece sbottare all'insegnante di Filosofia: "Voi siete dei razionalisti spaventosi". E cosa ti puoi asptettare da un liceo Scientifico, dove la matematica è verità assoluta, e le scienze verità rivelata? Non sono in grado di seguire metafore tanto complesse. Se qualcuno sa farlo, leggerò, e ne resterò più istruita. Per ora seguo Ombra, qui, ed ora, per interrogarci su ciò che a NOI Quenuau può ancora dire, dopo più di 50 anni.. Relativamente pochi per me, ma tanti, tantissisimi per un libro.
Rosella - Gwendydd
"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante" Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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ombra
Senior Member
296 Posts |
Posted - 19/11/2012 : 12:11:13
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Cara Rosella, in effetti Zazie è sicuramente un punto di rottura rispetto all'epoca in cui è contestualizzata e precorre i tempi, si deve riconoscere una grande lungimiranza a Queneau. In merito alle tue domande posso esprimerti il mio parere spassionato. Avrei voluto vivere io quegli anni. Rispetto ai giorni di oggi si avevano ideali, sogni e speranze. Oggi non ci sono più nemmeno quelli. E' una società quella nata dai moti del '68 strana e sicuramente diversa da quella che si voleva realizzare in quel periodo. Tutto quello che conta è il denaro insieme all'apparire e non all'essere. Così ci si perde e basta. Non posso credere che tutto è stato inutile ma sicuramente quel buono che è stato fatto (vedi le lotte per i diritti dei lavoratori) si sta perdendo e dimenticando. Io ho 28 anni e sono sempre stata un'ottimista nella vita ma ora è veramente ma veramente dura esserlo!!!! L'unica cosa che mi chiedo costantemente è cosa posso fare per cambiare qualcosa??? Anche se fosse poco almeno sarebbe un inizio!! La cosa che mi rattrista maggiormente è che non mi so dare una risposta!!!! Scusate lo sfogo/digressione. A presto
Marta/Ombra
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ombra
Senior Member
296 Posts |
Posted - 19/11/2012 : 12:13:50
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quote:
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1° domanda: Jeanne/Demetra lascia Zazie/Proserpina nella metropoli, ansiosa d discendere nel Metrò/Inferi. Ma Ade chi è? 2°domanda:come la mettiamo con l'uomo-donna Gabriel e la donna-uomo Marcel? 3° domanda: se Zazie è una versione del puer aeternus, come io suppongo, chi è il senex che dovrebbe accompagnarla e/o avversarla? Forse "colui che avete riconosciuto o tslvolta mal riconosciuto, principe di questo mondo e di vari territori connessi?"
Mi spiace, Tiziano, ma queste domande sono troppo al di fuori di ciò che sento. Resto e resteterò la studentessa ribelle, che rideva a crepapelle davanti al "teatro del'assurdo" e che fece sbottare all'insegnante di Filosofia: "Voi siete dei razionalisti spaventosi". E cosa ti puoi asptettare da un liceo Scientifico, dove la matematica è verità assoluta, e le scienze verità rivelata? Non sono in grado di seguire metafore tanto complesse. Se qualcuno sa farlo, leggerò, e ne resterò più istruita. Per ora seguo Ombra, qui, ed ora, per interrogarci su ciò che a NOI Quenuau può ancora dire, dopo più di 50 anni.. Relativamente pochi per me, ma tanti, tantissisimi per un libro.
Rosella - Gwendydd
"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante" Jane Austen - La storia d'Inghilterra
Tiziano, anche io come Rosella, non sono in grado di arrivare a ragionamenti di tale livello!!! Se qualcuno è in grado di dare risposta ai tuoi quesiti gliene sarei grata. Al momento non posso che mortificarmi per la mia completa ignoranza in materia!!!!!!!
Ciaooo
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eloise
Senior Member
603 Posts |
Posted - 19/11/2012 : 12:24:18
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Mi piace questo post perché ciascuno di noi sta soffermandosi su aspetti diversi che offre la lettura. Chi cerca topoi letterari e/o mitici, chi aspetti personali e privati, chi antropologici, ecc. A dimostrare una volta ancora che la letteratura non è morta.
Rispondo anch'io ad alcuni spunti offerti da Rosella. Io ho 36 anni. Ho cominciato a votare che era già tutto prestabilito, scusate la franchezza, da chi al potere c'è stato anni e anni. Sono cresciuta in un ambiente che agli anni della ribellione ci ha creduto, salvo poi crescere e girarmi intorno e vedere che al di là degli idealismi e delle idee giovanili spesso proprio chi si èfatto portabandiera di certe idee è quello che poi si è anche adagiato e amorevolmente accasciato sulla poltrona del potere. Non voglio entrare nel merito di questioni politiche o altro, ma quel che sento a livello del tutto personale, dopo che da più di 10 anni cerco di vivere una vita matura e piena, è che nessuno di chi ha "potere" sa veramente (o vuole veramente sapere) in che difficoltà vive desidera chi aprirsi uno spiraglio di vita (lavorativa, famigliare, ecc) dignitosa. E questo governo con i conseguenti discorsi politici ed elettorali sui prossimi governi non fa, per me, che continuare ad esprimere tutto questo. Non vorrei aver creato un off topic. Ma, ritornando a Queneau, è innegabile anche ricordare a questo proposito quanto la letteratura francese sia da sempre impegnata anche in questioni sociali e politiche.
Eloise www.letteratour.it |
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ombra
Senior Member
296 Posts |
Posted - 19/11/2012 : 14:46:22
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A proposito di parallelismi con i giorni nostri, non vi sembra che il "motto" di Laverdure, "chiacchieri chiacchieri non sai far altro", sia la frase giusta da rivolgere ai nostri politici????
Scusate la vena polemica... ma per me ci sta tutto!!!!!
Baci
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Lauretta
Starting Member
Italy
4 Posts |
Posted - 19/11/2012 : 16:16:04
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quote:
A proposito di parallelismi con i giorni nostri, non vi sembra che il "motto" di Laverdure, "chiacchieri chiacchieri non sai far altro", sia la frase giusta da rivolgere ai nostri politici????
Scusate la vena polemica... ma per me ci sta tutto!!!!!
Baci
Condivido pienamente!!!!
ho cominciato da pochi giorni a leggere "Zazie nel metrò" e volevo riferire le mie prime impressioni: premetto che non ho mai letto nulla di Queneau e non so se il modo di scrivere è tipicamente suo o c'è un problema di traduzione dalla versione francese a quella italiana, ma a volta faccio un pochino fatica a seguire il discorso anche a causa di alcune parole che non corrispondono alla versione italiana (es. satiro=pedofilo). Cmq il racconto è carino, i personaggi sono particolari, mi meraviglio che trattandosi di un libro scritto nel 1962 venga utilizzato un gerco molto sfrontato con molte parolacce, ma probabilmente è un modo per delineare meglio e personaggi, per renderli più realistici.
Ho notato che alcuni di voi (membri del forum) utilizzano un linguaggio molto forbito ed intellettuale, a questo proposito io chiedo scusa, ma essendo una semplice ragioniera (non sono nè insegnante di letteratura nè laureata in filosofia e/od altro) amante della lettura, non sono in grado di utilizzare il Vs. linguaggio. Abbiate pietà di me
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Lauretta
Starting Member
Italy
4 Posts |
Posted - 19/11/2012 : 16:21:53
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[quote] A proposito di discussioni interminabili ricordo la commedia di Flaiano "La conversazione continuamente interrotta", dove tre intellettuali salottieri che oggi definiremmo radical chic chiacchierano continuamente di cuuuuultura, ma ogni tanto vengono interrotti dalle grida di uno dei due imbianchini che lavorano fuori; il grido ricorrente è: "A Mario, vattelo a pija ner culo!"
1° domanda: Jeanne/Demetra lascia Zazie/Proserpina nella metropoli, ansiosa d discendere nel Metrò/Inferi. Ma Ade chi è? 2°domanda:come la mettiamo con l'uomo-donna Gabriel e la donna-uomo Marcel? 3° domanda: se Zazie è una versione del puer aeternus, come io suppongo, chi è il senex che dovrebbe accompagnarla e/o avversarla? Forse "colui che avete riconosciuto o tslvolta mal riconosciuto, principe di questo mondo e di vari territori connessi?"
Tiziano
Scusami Tiziano ma io del tuo post non ho capito nulla!! Illuminatemi perfavore
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