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Tiziano
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Italy
166 Posts |
Posted - 19/11/2012 : 17:26:13
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Allora, procediamo con ordine: 1. Sì, si è proprio creato un off topic che mi piace...perché se la mettete sul piano dell'età e dello spirito ribelle v'avverto che non c'è gioco: il 26 compio 59 anni (ahimé!), nel 1968 ho partecipato alla mia prima occupazione, nel 1969 alla mia prima battaglia con la polizia, ecc. Sennonché dopo qualche anno (esattamente dopo l'omicidio di Calabresi) ho fatto un bilancio e mi sono "rottamato" per mio conto, ho capito che faccio meno guai se mi occupo di letteratura piuttosto che di politica. Ma comprendo l'amarezza di chi vorrebbe far qualcosa per cambiare ma non sa cosa o come. E' anche la mia. 2. comunque l'idea di lanciare un Movimento Laverdure è accattivante... 3. Lauretta, tu quoque! Come i miei alunni... Ma non scusarti se non hai capito è colpa mia,che uso un linguaggio troppo tecnico e dò per scontate conoscenze che scontate non sono. All'inizio c'è un mio post dove collego il personaggio di Zazie al puer aeternus. Che roba è? E' un archetipo tra quelli che lo psicoanalista Jung aveva individuato; spiegarlo qui è troppo lungo ma basta che tu vada un po' a giro in rete e troverai ottime spiegazioni. Io credo che tuttele narrazioni derivino da alcune forme e da alcuni temi arcaici, perciò ogni volta che trovo una storia faccio una sorta di archeologia letteraria. Ovviamente questo scavo è solo una parte dell'interpretazione del testo, molto tecnica, che non deve assolutamente ostacolare il piacere della lettura, l'espressione e perfino l'emozione personale del lettore; perché si può essere letterati o ragionieri, conoscere la narratologia o no, ma l'importante è farsi prendere dalla storia che si sta leggendo, immedesimarsi in questo o quel personaggio, fantasticare facendo galleggiare le mente sulle parole. 4. comunque, tornando al testo, devo dire che sono più interessato ai comprimari che a Zazie. Mi intrigano l'uomo-donna Gabriel e la donna-uomo Marceline, l'antefatto della madre Jeanne assassina del padre, e soprattutto le metamorfosi che scandiscono l'intreccio, di Gabriel, Marceline e Arachide. Ho la decisa impressione che Quenau giocando con Zazie (poiché mi pare evidente che Q. sia giocando)nasconda un altro gioco, dove il sorriso è piuttosto un sogghigno
Tiziano |
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ombra
Senior Member
296 Posts |
Posted - 19/11/2012 : 18:00:38
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A proposito di parallelismi con i giorni nostri, non vi sembra che il "motto" di Laverdure, "chiacchieri chiacchieri non sai far altro", sia la frase giusta da rivolgere ai nostri politici????
Scusate la vena polemica... ma per me ci sta tutto!!!!!
Baci
Condivido pienamente!!!!
ho cominciato da pochi giorni a leggere "Zazie nel metrò" e volevo riferire le mie prime impressioni: premetto che non ho mai letto nulla di Queneau e non so se il modo di scrivere è tipicamente suo o c'è un problema di traduzione dalla versione francese a quella italiana, ma a volta faccio un pochino fatica a seguire il discorso anche a causa di alcune parole che non corrispondono alla versione italiana (es. satiro=pedofilo). Cmq il racconto è carino, i personaggi sono particolari, mi meraviglio che trattandosi di un libro scritto nel 1962 venga utilizzato un gerco molto sfrontato con molte parolacce, ma probabilmente è un modo per delineare meglio e personaggi, per renderli più realistici.
Ho notato che alcuni di voi (membri del forum) utilizzano un linguaggio molto forbito ed intellettuale, a questo proposito io chiedo scusa, ma essendo una semplice ragioniera (non sono nè insegnante di letteratura nè laureata in filosofia e/od altro) amante della lettura, non sono in grado di utilizzare il Vs. linguaggio. Abbiate pietà di me
Tranquilla Lauretta se non hanno "linciato" me, che sono semplicemente una fervente lettrice, apprezzeranno anche i tuoi spunti e contributi. Non sei l'unica ad aver effettuato studi tecnici :)!!!!!
A presto
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Rosella
Senior Member
Italy
316 Posts |
Posted - 19/11/2012 : 19:51:14
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Cara Lauretta, anch'io arrivo da studi scientifici: e così siamo almeno 3. Non m'intendo di archelologia letteraria nè di reminiscenze classiche, per me la lettura è un piacevole passatempo, che deve arricchire in quanto tale, senza necessità di "doversi" documentare altrove. Se poi si vuole farlo, penso che la cultura non sia mai uno spreco di tempo. Per quanto riguarda il linguaggio, nel caso mi trovassi poco chiara, complicata, esagerata, ti chiedo sinceramente di farmelo notare senza problemi. Non mi offendo, tranquilla; al contrario, io penso che ogni osservazione arricchisce chi la riceve. Senza stimoli come potremmo migliorare? CIAO   
Rosella - Gwendydd
"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante" Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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Rosella
Senior Member
Italy
316 Posts |
Posted - 19/11/2012 : 19:54:19
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A proposito di parallelismi con i giorni nostri, non vi sembra che il "motto" di Laverdure, "chiacchieri chiacchieri non sai far altro", sia la frase giusta da rivolgere ai nostri politici????
Perfettamente d'accordo, Ombra! Chissà, forse Queneau pensava proprio ai politici del suo tempo: credo che questa "razza" sia sempre la stessa, in ogni tempo e in ogni paese. Parolai e basta. Propongo un gioco: oltre ai politici, chi si merita il premio della "chiacchiera" senza costrutto?

Rosella - Gwendydd
"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante" Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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Rosario
Senior Member
Italy
418 Posts |
Posted - 20/11/2012 : 00:34:10
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Riporto alcune considerazioni su Zazie prendendo spunto dall'intervento di Rosella. Il linguaggio scurrile, più o meno deplorevole e imbarazzante, non può impedire al lettore di considerare che la volontà di Zazie è una “volontà nativa” ovvero è una volontà non imposta da modelli culturali e che tende verso ciò che è impossibile cambiare (voluntas ut natura). Secondo Aristotele l’essere umano, con lo spirito tende per natura verso la felicità. Zazie tende verso la felicità rappresentata dal desiderato viaggio nel metrò. Gli altri personaggi invece non hanno “volontà nativa” ma sono alla deriva come relitti tra le rovine di un mondo distrutto nei valori. Non cercano niente, aspettano e si lasciano vivere dagli avvenimenti che accadono loro malgrado. Ma chi è Zazie per noi lettori del terzo millennio? Sono d’accordo sull’elemento di rottura, ma di che? Di cosa? Una cesura forse tra il vecchio e il nuovo mondo? E’ una delle possibili interpretazioni. Una cesura tra il vecchio mondo dilaniato dalla guerra anche nei valori della tradizione e il nuovo che avanza con il metrò che si nega caparbiamente con lo sciopero alla piangente Zazie. I valori non ci sono, non s’intravedono: i vecchi sono spariti, i nuovi sono ancora latenti tra le rotaie del metrò e chiusi nel “Je m’en fous” di Zazie. Nel sessantotto è avvenuto lo stesso: una cesura tra il mondo arrampichino del dopoguerra e un immaginario nuovo mondo (immaginazione al potere) ancora senza valori; a parte quelli generici, parziali e temporanei scanditi negli slogan dei cortei oceanici.
Nel sessantotto avevo diciassette anni. Mi piacevano i cortei dalla Piramide al Colosseo. Il resto mi annoiava e lo consideravo estraneo alla mia "volontà nativa".
Zazie è la mediatrice che orienta i desideri degli altri personaggi. E’ lei il punto di riferimento della ciurma. Tutto ciò che avviene ruota attorno a Zazie. Gli altri personaggi però non se ne avvedono e restano perduti nelle loro squallide miserie. Zazie indica la strada, loro restano avvinghiati e immobili sulle cartoline di una città estranea. RF |
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ombra
Senior Member
296 Posts |
Posted - 20/11/2012 : 09:30:35
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A proposito di parallelismi con i giorni nostri, non vi sembra che il "motto" di Laverdure, "chiacchieri chiacchieri non sai far altro", sia la frase giusta da rivolgere ai nostri politici????
Perfettamente d'accordo, Ombra! Chissà, forse Queneau pensava proprio ai politici del suo tempo: credo che questa "razza" sia sempre la stessa, in ogni tempo e in ogni paese. Parolai e basta. Propongo un gioco: oltre ai politici, chi si merita il premio della "chiacchiera" senza costrutto?

Rosella - Gwendydd
"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante" Jane Austen - La storia d'Inghilterra
Provo a dare una risposta alla tua domanda Rosella. Per me si meritano questo premio anche molti giornalisti che non informano ma ci riempiono solo la testa di chiacchiere vuote. Inoltre, la meritano i manager di grandi banche o imprese che parlano di crisi ma guadagno in un anno quello che io non guadagnerò nemmeno in una vita intera. Loro non sanno nemmeno che cosa sia la crisi o vivere con 1000 euro pagando il mutuo, l'affitto etc... Se volessero fare qualcosa si taglierebbero i loro stipendi senza chiacchierare a vuoto nei salotti televisivi!!!
Per quanto riguarda Zazie mi piacerebbe Tiziano che approfondissi il tuo spunto sui personaggi"minori" del libro. Ti ringrazio in anticipo.
A presto
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ombra
Senior Member
296 Posts |
Posted - 20/11/2012 : 11:01:44
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Un'altra riflessione che mi sovviene in merito a Zazie è questa: il metrò, per la bambina, è un sogno, un desiderio che lei prova e vuol realizzare ad ogni costo. Alla fine però non ci riesce... E dice "sono invecchiata". Questo mi fa ipotizzare che un altro messaggio che vuol trasmetterci Queneau è che per crescere si deve prendere consapevolezza del fatto che non sempre tutto è possibile e che la ricerca della felicità è dura e non per tutti realizzabile. So che è una considerazione triste ma per me questo libro ha un'aurea di malinconia che mi porta anche a pensieri di questo tipo. Forse completamente errati ma mi genera tra il riso un senso di amarezza molto molto forte. Ditemi cosa ne pensate, ho travisato completamente il messaggio? Se riuscite a chiarire il caos, derivato dalle molteplici interpretazioni che si possono dare all'opera, ve ne sarei grata.
A presto
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Rosario
Senior Member
Italy
418 Posts |
Posted - 20/11/2012 : 13:31:13
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Ciao Ombra, sono d'accordo sul messaggio che Queneau ha inteso comunicare con il "sono invecchiata" (J'ai vieilli) di Zazie. Non condivido invece il "senso di amarezza molto forte" che ti ha generato la consapevolezza che "non sempre tutto è possibile e che la ricerca della felicità è dura e non per tutti realizzabile." Per me il solo fatto di essere consapevoli che non tutto si può fare ma che tutto si può ricercare, compresa la felicità, dovrebbe metterci sul piedistallo di una raggiunta maturità che ci fa guardare con realismo alle vicende della vita. La maturità non è poi uno stato così brutto; per esempio è lo stato in cui Dante si trova quando inizia a scrivere la "Divina commedia." Non si può rimanere sempre Zazie; "J'ai vieilli" non è solo una porta che si chiude (l'infanzia ), ma anche che si apre verso la maturità. "Sono invecchiata" non è una chiusura tombale ma un passaggio; l'inizio di un nuovo cammino.
RF |
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ombra
Senior Member
296 Posts |
Posted - 20/11/2012 : 15:11:19
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Ciao Ombra, sono d'accordo sul messaggio che Queneau ha inteso comunicare con il "sono invecchiata" (J'ai vieilli) di Zazie. Non condivido invece il "senso di amarezza molto forte" che ti ha generato la consapevolezza che "non sempre tutto è possibile e che la ricerca della felicità è dura e non per tutti realizzabile." Per me il solo fatto di essere consapevoli che non tutto si può fare ma che tutto si può ricercare, compresa la felicità, dovrebbe metterci sul piedistallo di una raggiunta maturità che ci fa guardare con realismo alle vicende della vita. La maturità non è poi uno stato così brutto; per esempio è lo stato in cui Dante si trova quando inizia a scrivere la "Divina commedia." Non si può rimanere sempre Zazie; "J'ai vieilli" non è solo una porta che si chiude (l'infanzia ), ma anche che si apre verso la maturità. "Sono invecchiata" non è una chiusura tombale ma un passaggio; l'inizio di un nuovo cammino.
RF
Ciao Rosario, probabilmente non sono stata chiara e ti ringrazio per il commento che mi permette di analizzare meglio c'ho che sento. Sicuramente come tu asserisci la consapevolezza di sapere che non tutto è possibile è un passagio fondamentale della crescita. E' un traguardo importante da raggiungere. La tristezza che mi ha generato è sulla felicità. Mi sembra come se l'autore ci stia dicendo che la ricerca della felicità è possibile ma alla fine non si ottiene nulla. Questo mi rattrista. Io questa cosa non la condivido tanto, perchè l'essere felici è una condizione interiore. Una persona può essere felice anche per le piccole cose che accadono tutti i giorni. Spero di avverti fatto capire meglio quello che intendevo.
Grazie e ciao
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Rosella
Senior Member
Italy
316 Posts |
Posted - 20/11/2012 : 15:35:57
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Ciao a tutti.
Perdonatemi se divago, ma ora che la discussione si è ben avviata, posso dire quel che ho pensato veramente “a caldo” leggendo Zazie: questo non è un romanzo, è un divertissement, un sudoku letterario, un gioco di enigmi e metafore dove chiunque può trovare quel che va cercando, mentre l’autore se la ride alle spalle del lettore. Ed ecco cosa riporta wikipedia:
“Se nel periodo in cui aveva abbracciato il surrealismo di Breton, era rimasto folgorato dalle possibilità espressive del loro approccio alla creazione basato sull'inconscio, sull'accostamento casuale di oggetti e sui sogni, ora ha raggiunto una propria strada ("somma di grazia e forza comica", dirà Italo Calvino), fatta piuttosto di elementi combinati secondo il calcolo matematico e il gioco. Ritiene che gli elementi di un'opera, perfino quelli apparentemente più banali come i numeri di capitolo, sono cose che vanno predeterminate in qualche maniera.”
Wow, l’avevo azzeccata. Queneau, con me il tuo gioco non è riuscito, ho risolto il rebus. Ma l’ho fatto davvero? Oppure, non esiste soluzione, se non quella che ciascuno di noi può dare a modo suo, perché non si tratta di un opera che racconta, ma che vuole invece far raccontare?
Curiosamente, siamo finiti a parlare di politica, o meglio, di sfiducia nella politica, di ideali perduti, di mancanza di valori: forse perché è quello che oggi sentiamo maggiormente, e sono quindi questi aspetti che ci hanno più colpiti nell’inviluppo di scenette spesso assurde o demenziali.
Cara Ombra, hai trovato un bell’elenco di “parolai” ed io ne aggiungo altri: letterati e filosofi, che, non sapendo creare nulla di proprio, si dilettano nel parlare a vanvera di ciò che altri hanno detto o fatto, usando frasi roboanti e complicate, create apposta per NON farsi capire, così possono ritenersi più intelligenti del povero volgo. E per non essere accusata di parzialità, aggiungo anche parecchi scienziati (io ho esperienza diretta per quanto riguarda la Fisica delle particelle elementari): oggi se ne escono spesso e volentieri con teorie strampalate e prive di fondamento; poi verranno smentite, ma intanto sono riusciti ad accaparrarsi le pagine di parecchie riviste.
Interessante il diverso punto di vista sul passaggio dall’ infanzia alla maturità. Vedete, siamo noi che lo leggiamo in un modo o in un altro, Queneau si limita a lasciare una frase lapidaria, che in sé non vuol dir nulla: se c’è un dato certo nella vita, è proprio che continuamente invecchiamo, dal giorno in cui siamo nati.
Ora basta, perché ho “parolato” anche troppo. Ho lasciato uscire la bambina ribelle, torno a fare la brava lettrice. Per voi, che scrivete con "cuore, cervello e coraggio".
Rosella - Gwendydd
"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante" Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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Rosario
Senior Member
Italy
418 Posts |
Posted - 21/11/2012 : 18:04:30
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Ciao Rosella, il tuo post è molto interessante; prova a leggere su questo sito (letteratour), alla sezione TOURismi letterari il capitolo dedicato a Queneau, Zazie nel metrò; troverai molte vicinanze con le tue considerazioni "azzeccate" sulla letteratura "combinatoria".
RF |
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eloise
Senior Member
603 Posts |
Posted - 21/11/2012 : 18:25:21
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Grazie Rosario per avermi ricordato di quell'articolo scritto da Remo.
Una cosa rileggendolo mi sembra davvero azzeccata, e dà un'ottima interpretazione delle scelte linguistiche dell'autore per quanto riguarda le parolacce: quando dice che
quote: Zazie, nella sua inquietudine, oppone ai conformismi del linguaggio una forza distruttiva: apostrofando un volgare: - Carina un c... - Persone grandi un c.... - Condannabile un c.... -, impone un tentativo di semplificazione, di ordine
Effettivamente, spesso le parolacce nascono dall'impotenza, dall'ignoranza. Impotenza e ignoranza di una condizione minoritaria che si trova a far fronte a cose troppo grandi. Ed è in questo che appare la parte più sincera, schietta e bambina di Zazie. Paradossalmente, sotto una forma pessima appare la sostanza migliore del miglior personaggio, altro che incubo. O meglio, l'incubo c'è, ma è il dover vedere a cosa è spinta una ragazzina per far fronte al mondo in cui vive.
Eloise www.letteratour.it |
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eloise
Senior Member
603 Posts |
Posted - 21/11/2012 : 18:34:52
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...E per tornare al nostro off topic, mi verrebbe da dire: - Politici un c - Elezioni un c eccetera eccetera ma poi ahimé mi guardo allo specchio e non posso dire Sono invecchiata come Zazie, perché questo lo sono già e vuol dire dover entrare nel sistema per doverlo affrontare tutti i giorni e magari anche parlare col linguaggio proprio al sistema per cercare di fregalo. E chissà come diventa una Zazie a 30 anni? e a 40?...
Eloise www.letteratour.it |
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Tiziano
Average Member
Italy
166 Posts |
Posted - 21/11/2012 : 19:54:25
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Zazie è la mediatrice che orienta i desideri degli altri personaggi. E’ lei il punto di riferimento della ciurma. Tutto "ciò che avviene ruota attorno a Zazie. Gli altri personaggi però non se ne avvedono e restano perduti nelle loro squallide miserie. Zazie indica la strada, loro restano avvinghiati e immobili sulle cartoline di una città estranea." L'ha scritto Rosario ed io sono quasi d'accordo con lui. "Quasi" perché non trovo che gli altri personaggi siano miserabili, anzi li trovo molto poetici e simpatici, specialmente Gabriel e Marceline. Comunque è un punto focale del racconto il ruolo di mediatrice, direi quasi di reagente chimico di Z., che innesca appunto reazioni e trasformazioni. E qui torno al mio punto di vista, ovvero che questa è una storia che echeggia il mito, tanto che narra anche di metamorfosi (e chissà che alla fine non spunti un Tiresia, che come narra il mito fu trasformato in donna da Atena). A me comunque pare evidente il parallelismo Zaziè-Kore (ovvero la puella, archetipo femminile corrispondente al puer aeternus); solo che Ade-Arachide fallisce, poiché qualcuno difende la fanciulla: gli zii. Non c'è verso, non posso fare a meno di simpatizzare per Grabriel e lasciarmi affascinare dalla misteriosa Marceline (che sia Ecate, a cui in una versione del mito Demetra si rivolge per salvare Kore?; Ecate è un bellissimo personaggio, magico e lunatico).
@Rosella: ahimé! io sono proprio un letterato e filosofo. C'è rimedio?
Tiziano |
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Rosario
Senior Member
Italy
418 Posts |
Posted - 21/11/2012 : 20:54:41
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Hai ragione Tiziano, la miseria è anche poesia.
RF |
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