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 Raymond Queneau, Zazie nel metrò
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eloise
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603 Posts

Posted - 13/12/2012 :  11:13:37  Show Profile  Visit eloise's Homepage
Ormai sto perdendo un po' il filo della discussione nel senso che non trovo il tempo per inserire i miei commenti sul testo, come vorrei, e vorrei scusarmi di questo con voi tutti...
Però vi assicuro che vi leggo (almeno questo me lo devo!) e vi ringrazio per tutti gli spunti che mi state dando per riflettere sul testo di Queneau e non solo. La discussione infatti sta esplorando e interrogandosi su concetti generali che vanno molto oltre il singolo testo.
La mia sensazione nel dibattito aperto tra Rosario e Tiziano è quella che mi potevo aspettare da entrambi, per quel poco che vi conosco: Rosario ricerca nel testo quei significati antropologici sempre veri, e considera il testo un'espressione di questi che l'autore - ispirato da una sensibilità particolare - riesce a far emergere; Tiziano ricerca nel testo la sua architettura semantica che dovrebbe portarlo a rappresentare in piccolo, come una matriosca, un'architettura intellettiva superiore del quale (perdonami se oso dire tanto) tutto l'universo è permeato. Non è forse questo che fa il personaggio di Calvino che abbiamo letto su questo forum? Nell'osservazione dei fenomeni naturali e nella lettura delle espressioni umane (il testo letterario) si possono vedere delle finestre che danno su un qualcosa di superiore, che Saussure ha tentato di individuare nella sua semantica. Il primo trova nel testo delle risposte perché cerca in esso una rappresentazione di meccanismi umani presenti nella realtà; il secondo non trova nel testo nessuna risposta perché in realtà vi cerca solo domande - va in loop, come dice giustamente - perché la sua è una ricerca che si interroga sul testo stesso e ciò che rappresenta in sé.

Scusate se ho detto magari solo stupidaggini!

Eloise
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Rosario
Senior Member

Italy
418 Posts

Posted - 13/12/2012 :  13:04:18  Show Profile
Eloise, sei stata chiarissima.


RF
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Tiziano
Average Member

Italy
166 Posts

Posted - 13/12/2012 :  16:48:28  Show Profile
Io la metterei così:
sia io che Rosario cerchiamo in fondo al testo la rappresentazione dei meccanismi umani (non sottilizziamo sull'espressione, ma io parlerei di "schematismi mentali"), solo che Rosario cerca in ciò che è narrato, io invece nel perché è narrato.

Ho trovato una similitudine per spiegare il mio rapporto con la "verità": sono come il famigerato - e anche triste - cane di Pavlov: quando sento la parola comincio a sbavare. La domanda successiva è: chi o cosa mi ha programmato per rispondere allo stimolo/verità con la risposta/bava?

Tiziano
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Rosella
Senior Member

Italy
316 Posts

Posted - 14/12/2012 :  01:08:45  Show Profile
“zzz… zzz…” Cos’è una zanzara? Oh no, è solo Zazie che dorme, poverina ci siamo dimenticati di lei. E Monsieur Queneau se la ride o dorme anche lui? Io penso che se la rida, e mi pare che ci siamo allontanati un po’ troppo dal suo romanzo, o gioco, o quel che è. D’altra parte non abbiamo uno scopo definito, non dobbiamo timbrare alcun cartellino, e siamo liberi di andare là dove il vento ci porta; possiamo anche recitare “Mary aveva un agnellino…”, anzi, pensandoci bene, se qualcuno conosce il seguito, lo posti pure, perché trovo che questa filastrocca sia citata da tanti, e conosciuta da pochi.

Continuo a pensare che “Zazie nel Metrò” sia un gioco che si presta ad infinite interpretazioni per infiniti lettori, così torno a giocare a modo mio. Traducete e divertitevi.

Se mi date una versione convincente apriamo un nuovo topic per i fan di quel che segue, che tutto può essere, tranne che letteratura.


“ Outstanding punt return of the 49's. The ball is placed on the 30 yards line in the Cardinal's zone. On third attempt the spectacular action of the special team was overthrown by the sack of the QB of the 49's, by nr. 88 of cardinal defense. Punt again, oh, no! Incredible, onside kick; cardinals are in a dangerous situations, close to the red zone. Fist and ten, a great hail Mary attempted, but, there's a fumble. Covered… Attention, request of review. Challenge! Ball possession for 49's offense again. First and ten. Second and five. Flag on the ground ... Holding, ten yards penalties. Timeout. Special teams alert. Third and 15, incomplete. Next score will decide the winner. Field goal attempt from 37 yards. And it's performed! 49's won, and gain playoffs! “


Buona Notte e Buon week-end, sarò isolata dal resto del mondo.



Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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eloise
Senior Member

603 Posts

Posted - 16/12/2012 :  12:47:19  Show Profile  Visit eloise's Homepage
Ritorno anch'io sul testo di cui ho riletto un attimo alcuni passi e vi trascrivo alcune sensazioni e domande che mi sono passate in mente:

1. Zazie nel metrò è una perfetta commedia surreale. Torno al mio accostamento con En attendant Godot. L'inizio e la fine sono racchiuse da un cerchio: la stazione, il treno, la madre, Zazie arriva a Parigi; la madre, Parigi, la stazione, Zazie esce da Parigi. Nel mezzo, abbiamo alcuni luoghi importanti: la scena in casa di gabriel, poi al mercato, poi il bar o quello che è di Turandot, la parentesi coi turisti, la locanda e tutto ciò che la accompagna di discesa agli "inferi", compresi lo spettacolo di Gabriel e l'intermezzo a casa di Marceline. In ogni luogo la vicenda si svolge quasi tutta con l'uso di discorsi diretti. E talvolta tra i discorsi diretti e l'intromissione del narratore il confine è labile. Spesso i discorsi dei personaggi sono accompagnati dalla parentesi "(geste)", a rendere ancora più evidente la dimensione teatrale, recitativa, del romanzo.

2. Abbiamo detto che tutto ruota intorno a Zazie, e siamo d'accordo. Ma che mi dite di quel personaggio assurdo e cangiante, camaleontico e surreale che dall'inizio alla fine della vicenda viaggia tra gli altri e di cui non si sa mai qual è la vera identità, il poliziotto Trouscaillon? Chi rappresenterebbe in questo romanzo-gioco ambientato in questa Parigi-terra-di-nessuno dove nemmeno il métro è presente?

3. Zazie è un perno del romanzo. Ma il metrò è l'altro perno, ne sono convinta. Tanto da dare titolo al romanzo. Inoltre, noto che il titolo, Zazie dans le métro, implica ciò che nel romanzo effettivamente mai avviene: Zazie NON va nel métro. Dunque? Si scherza - per modo di dire - sul tema fin dal suo titolo.

Eloise
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Rosella
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Italy
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Posted - 21/12/2012 :  06:18:41  Show Profile
Bene Eloise, hai riportato la discussione sui motivi davvero importanti del romanzo di Queneau. Purtroppo, avendolo preso (e restituito) alla biblioteca non lo posso più sfogliare, quindi, vado sui ricordi!

Sono d’accordo sulla tua visione surreale del romanzo. E mi ricollego al tuo terzo punto “Zazie dans le mètro ” è il titolo, ma la poverina a questo mètro non ci arriva mai. Più surreale (o demenziale, come diciamo noi beceri razionalisti, matematici, fisici, ingegneri, o medici) di così è difficile pensarlo.

Il mètro è il sogno, il desiderio, che per Zazie si scontra con la realtà che nulla concede. La consapevolezza di questo scontro, l’accettazione della realtà faranno infine dire a Zazie: “sono invecchiata”. Ho perso i miei sogni. Una chiave di lettura molto triste; per me nessuno dovrebbe perdere i propri sogni, malgrado la realtà circostante troppo spesso sembra faccia di tutto per annientarli. I sogni ci mantengono vivi, come persone, all’interno di un mondo che possiamo sentire estraneo, ma in cui è giocoforza vivere, agire, esistere. Lo scrittore è una persona che riesce a trasportare i propri sogni nelle sue opere: Queneau ci sarà riuscito? Forse vuole comunicarci non il suo personale fallimento, o la difficoltà di conciliare lo spirito creativo con la banale necessità quotidiane che si riassume in poche parole: portare a casa quanto basta per vivere, o almeno, sopravvivere.

Restando in questo ambito, i vari personaggi che via via compaiono nel romanzo sono simbolici, proiezioni esasperate secondo il punto di vista di Zazie. Trouscaillon è la vera “scheggia impazzita”, che va a turbare l’ordine precostituito, i “giochi” che ormai (secondo la teoria di Berne) si sono instaurati e consolidati. Ne crea di nuovi, quelli che danno vitalità alla vicenda. E’ ovunque, sempre diverso, imprevedibile. Zazie non se ne accorge, è un elemento fuori della sua portata.

Resto del parere che quest’opera vada analizzata secondo la teoria dei giochi. Solo così possiamo comprenderla. Matematica e psicologia possono aiutarci, ma il nostro intelletto, una volta scoperto il “gioco” preparato da Queneau è l’arma migliore per affrontarlo. Perdonatemi, ma filososofia e altri concetti più elevati mi sembrano sempre più estranei a ciò che l’autore intendeva comunicarci.

Proviamo ora, spogliati dai ostri orpelli intellettuali, ad addentrarci nel mondo che Eloise ci suggerisce: l’esame dei singoli personaggi, protagonisti, di quest’opera che trascende la realtà come normalmente la percepiamo.


Rosella - Gwendydd

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eloise
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Posted - 08/01/2013 :  16:15:48  Show Profile  Visit eloise's Homepage
Forse Zazie ha ormai fatto il suo tempo per noi? o forse sono le vacanze? Non so, lascio a voi le mie impressioni finali, in attesa (se ci sono) delle vostre e di chiudere il topic.
Al di là di tutto quello che s'è già detto e che mi pare importante, mi rimane un dubbio sul titolo. Zazie NEL metrò non ci è mai andata. Non è mai scesa in questo luogo, simbolo dell'inferno? chissà. D'altra parte, non ci scende perché c'è SCIOPERO. Mi sembra interessante che in un'opera fortemente improntata alla logica, al gioco linguistico e matematico, ecc, si trovi anche se a margine un elemento un po' tipico della letteratura francese: l'impegno sociale dell'intellettuale. Sullo sfondo della ricerca di un Godot che non c'è, di una Parigi vaporosa e di personaggi da commedia ambulante, rimane un grande scenario dipinto a tratti grossolani: uno sciopero, una protesta sociale. Possibile che sia solo un caso? La metro poteva anche essere chiusa per lavori, volendo. E questo scenario di sfondo è forse l'unica cosa veramente tangibile, concreta, di questa Parigi.
Grazie a tutti, come sempre.

Eloise
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Rosella
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Italy
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Posted - 11/01/2013 :  13:03:48  Show Profile
Buon Giorno e Buon Anno a tutti.

Le feste appena passate, per quanto mi riguarda, mi hanno travolta con impegni, riunioni di famiglia, compere, e trasporto figli. . Ora tutto torna alla normalità quotidiana.

Penso che ormai sia giunto il momento di chiudere la discussione su Zazie,anche se si tratta di un testo sul quale si potrebbe parlare e scrivere all'infinito. Questa volta, più che in altre, condividere e confrontare opinioni diverse mi ha aiutata molto a comprendere lo spirito del libro.

Il mio bilancio l'ho già fatto nel post precedente, quindi evito di ripetermi.

Auguri a tutti per un sereno 2013 e a presto con il prossimo libro. Sarà Pirandello?

CIAO

Rosella - Gwendydd

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Rosario
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Italy
418 Posts

Posted - 11/01/2013 :  19:53:18  Show Profile
Buon anno a tutti. Non ho impressioni "finali" da esporre su questo romanzo che ho letto, incuriosito ma superficialmente, qualche tempo fa e che ora ho riletto per aggiornarmi e poter così affrontare la discussione senza il pericolo di "dimenticanze" più o meno diplomatiche.

Devo dire che di Queneau avevo letto anche "Fiori blu" un romanzo che ha coperto con i suoi "normanni che bevevano calvados" i flebili ricordi di lettura di Zazie nel metrò. Successivamente ho anche letto Perec (allievo di Queneau) e francamente Zazie è passata nel dimenticatoio fino a che il genio di Eloise mi ha costretto a rileggere le gesta parigine di Zazie e della sua allegra brigata.

Prendo però spunto da Eloise che ci domanda:
"Ma che mi dite di quel personaggio assurdo e cangiante, camaleontico e surreale che dall'inizio alla fine della vicenda viaggia tra gli altri e di cui non si sa mai qual è la vera identità, il poliziotto Trouscaillon? Chi rappresenterebbe in questo romanzo-gioco ambientato in questa Parigi-terra-di-nessuno dove nemmeno il métro è presente?"

per fare una riflessione sui personaggi romanzeschi e romanzati.

Per me il personaggio Trouscaillon potrebbe essere una sorta di "Vitangelo Moscarda" che trentatré anni prima della Zazie di Queneau (1959), Pirandello fissò con tensioni "identificative" nel suo romanzo Uno, nessuno e centomila (1926).

La seconda guerra mondiale di mezzo; perdita di valori e conseguente perdita d'identità dei popoli martoriati dalla violenza distruttiva della guerra.
Queneau quindi ha espresso in modo surreale (e non solo con il personaggio Trouscaillon) quello che Pirandello ha espresso in modo drammatico qualche tempo prima ovvero: la perdita d'identità dell'uomo rispetto al turbinio di ruoli che è chiamato a sostenere nella vita sociale.

"Zio Gabriel vedendo Zazie, insolitamente indugiare davanti allo specchio le domandò - Che fai? - Niente, gli rispose, - mi guardo qua, dentro il naso, in questa narice. Premendo avverto un certo dolorino."
...

Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello ci aspetta per sapere come va a finire Zazie... nel...lo specchio.



RF
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eloise
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Posted - 12/01/2013 :  08:26:37  Show Profile  Visit eloise's Homepage
Che bello Rosario questo tuo passaggio che ci offri tra un testo e l'altro! Sicuramente rileggerò Pirandello con una prospettiva maggiorata.
E ti ringrazio anche per avermi suggerito un'ottima interpretazione del personaggio allucinante e camaleontico che inquadravo male.
A presto su Pirandello!

Eloise
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eloise
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Posted - 27/01/2013 :  06:41:00  Show Profile  Visit eloise's Homepage
Scusate se ancora non ho chiuso questo post. Nel frattempo ho letto anche "Les fleurs bleues", perché Queneau mi è proprio piaciuto molto e mi sa che me ne leggerò altri. Zazie è fenomenale, ho visto che su You Tube qualcuno ha postato l'intero film in versione originale di Louis Malle e me lo sono guardato tutto con immensa goduria perché l'interpretazione è fantastica come il romanzo, vi consiglio proprio di guardarvelo!
Chiuderei con un'osservazione che si riallaccia anch'essa alla nostra prossima lettura: per chi ne ha voglia, il mio consiglio è di leggerevi anche Les Fleurs bleues, dove incontrerete un meraviglioso Cidrolin i cui sogni s'intrecciano con le gesta di un funambolico duca d'Auge... e la sensazione finale è che si ripiombi in un molto pirandelliano romanzo dove i personaggi in cerca d'autore prendono il volo (anzi il mare) sorpassando in vitalità il loro cidrolinesco creatore-autore. Fantastico!
Grazie a tutti come sempre, e a presto con Pirandello!!! :)

Eloise
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