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 LIBRI E LETTERATURA
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 Amélie Nothomb, Stupori e tremori
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eloise
Senior Member

603 Posts

Posted - 20/04/2013 :  06:27:19  Show Profile  Visit eloise's Homepage
Eccomi puntuale ad inaugurare la nostra nuova discussione. Per la prima volta un "super contemporaneo": Stupori e tremori, di Amélie Nothomb.



Spero vivamente che si uniscano a noi anche le new entry del gruppo di lettura :)
A chi l'inizio?

Eloise
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Rosella
Senior Member

Italy
316 Posts

Posted - 22/04/2013 :  11:02:18  Show Profile
Ciao a tutti.

Scrivo per scusarmi: ho avuto un lavoro imprevisto, che mi ha porato via molto tempo, poi ho cercato di usare il nuovo sistema on-line di prenotazione libri per le biblioteche consociate, che si è rivelato più lento del vecchio medotodo manuale. Però bisogna provare e farlo decollare, almeno, io credo sia una buona idea, anche se all'inizio sarà un po' difficoltosa.
Insomma ho il libro solo da oggi, ma non preoccupatevi per questo: per me non è un problema leggere e commentare man mano.

Ho inserito il post qui per avere le news sui nuovi inserimenti; Eloise, se non va bene, spostalo tra le proposte per la discussione.

Cari Saluti.

Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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eloise
Senior Member

603 Posts

Posted - 22/04/2013 :  12:33:53  Show Profile  Visit eloise's Homepage
Allora in attesa di altre voci comincio io col darvi le mie prime sensazioni, come al solito.
Il libro mi è piaciuto, anche perché come ho detto in altro luogo si legge davvero facilmente e rapidamente, e dopo le ultime elucubrazioni pirandelliane e le letture comunque, in generale, più impegnative che affrontiamo, fa piacere cambiare un po'.
La vicenda in sé è piuttosto raggelante (ma ahimé purtroppo non nuova nel panorama lavorativo aziendale) e, a parte l'aspetto di denuncia che porta in sé, la cosa che mi è piaciuta di più è l'ironia e la forza rinnovatrice di cui la protagonista dà prova, nonostante tutto.
Altro aspetto che mi ha interessato è l'aver trovato una descrizione di alcuni aspetti della cultura giapponese, dato che in genere mi piace scoprire attraverso la lettura altri mondi culturali. Certo qui non si va nel profondo in questo senso, ma è comunque un elemento presente.
La parabola discendente-ascendente della protagonista che culmina nel presidio del wc aziendale è divertente, e mi fa pensare ai rapporti tra il mondo alto con quello basso, e come i due ruoli spesso e facilmente possono ribaltarsi. Argomento tra l'altro che per ora mi affascina particolarmente in quanto proprio in queste settimane sto lavorando per un grosso cliente che produce... carta igienica, e che ti accoglie in azienda in una importantissima sala riunione con in bella mostra due gabinetti, simbolo, sorgente e fonte del loro business :)
Ai prossimi post gli altri commenti........

Eloise
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eloise
Senior Member

603 Posts

Posted - 22/04/2013 :  12:38:12  Show Profile  Visit eloise's Homepage
quote:

Insomma ho il libro solo da oggi, ma non preoccupatevi per questo: per me non è un problema leggere e commentare man mano.
Ho inserito il post qui per avere le news sui nuovi inserimenti; Eloise, se non va bene, spostalo tra le proposte per la discussione.



Cara Rosella, direi che il post qui va benissimo! e ti ringrazio per aver fatto capolino nella discussione :) Sui tuoi interventi allora vado tranquilla: anche se hai preso il libro soltanto ora si legge subito e sicuramente potrai scriverci presto. Ciao!

Eloise
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Mama8784
Junior Member

10 Posts

Posted - 22/04/2013 :  13:03:19  Show Profile
"- Ma se è proprio per la mia conoscenza della vostra lingua che la Yumimoto mi ha assunto
- Non importa. Da adesso le ordino di non capire più il giapponese "


Di questo libro mi ha colpito molto, come la scrittrice sia stata in grado di trattare un argomento molto serio, l’aspetto e le caratteristiche del sistema lavorativo giapponese, in modo così ironico.
Ma soprattutto sono rimasta scioccata e sorpresa di come il sistema giapponese tende a eliminare ogni genere di individualità, di come il “singolo individuo” soprattutto se donna, non venga preso in considerazione e sminuito.

Io credo che al giorno d’oggi avere un lavoro è una grande conquista, avere un lavoro che ti soddisfi e possa essere definito “il lavoro dei tuoi sogni” è quasi impossibile, un’utopia.
Oggi l’importante è avere un lavoro.

Questa storia, (anche se non fa riferimento al nostro sistema) , fa riflettere sulla situazione attuale in cui ci troviamo, di precarietà, di insicurezza, dove molto spesso anche noi siamo costretti ad "abbassare la testa" e proseguire perché non possiamo permetterci di fare degli errori.








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eloise
Senior Member

603 Posts

Posted - 22/04/2013 :  15:36:19  Show Profile  Visit eloise's Homepage
quote:

"- Ma se è proprio per la mia conoscenza della vostra lingua che la Yumimoto mi ha assunto
- Non importa. Da adesso le ordino di non capire più il giapponese "



Ciao Mama e ben ritrovata! :)
Certo il testo è una grande denuncia del sistema lavorativo in generale. La protagonista è l'elemento disturbante di un sistema che ti annichilisce, e il primo esempio ne è la sua diretta capa. Le contraddizioni di questo sistema sono incredibili, per esempio anche come mai il N.1 dell'azienda è descritto come persona infinitamente umana e gentile, mentre il N.2 rappresenta il massimo della volgarità e insensibilità.
Gli spunti di riflessione e i paragoni con la nostra situazione sono molti; anche al di là della crisi non si può certo dire che il sistema lavorativo privato abbia mai brillato a livello di umanità, ho vissuto io stessa e ho visto coi miei occhi in certe aziende fare cose oscene contro i dipendenti... Della vicenda che racconta la scrittrice per questo forse mi stupisco poco. Mentre trovo dirompente il modo di essere "disturbante" della protagonista: umorismo e ironia per minare il sistema dal di dentro. Ci riesce? No, perché alla fine lei esce da un'azienda che si richiude ipocritamente su se stessa con le soavi parole del N.1, ma c'è comunque il lieto fine, la rivincita personale e la "rivincita" - in termini di stima conquistata - anche vis-à-vis della bella giapponese. Peccato che nella realtà il finale non sia sempre così, soprattutto oggi.

Eloise
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Rosario
Senior Member

Italy
418 Posts

Posted - 22/04/2013 :  20:11:13  Show Profile
"E’ tipico degli esseri umani che esercitano un mestiere penoso fabbricarsi quello che Nietzsche definisce sopramondo, un paradiso terrestre o celeste nel quale si sforzano di credere per consolarsi della loro ripugnante condizione. Il loro eden mentale è tanto più bello quanto più il loro lavoro è vile. Credimi: non esiste nulla al di fuori dei bagni del quarantaquattresimo piano. Tutto è qui e ora."

Abbiamo lasciato le complicazioni filosofiche di Pirandello e ritroviamo in questo svelto e moderno romanzo di Amelie Nothomb, (per me eccezionale per il garbo e la leggerezza con cui tratta argomenti filosoficamente "pesanti"), una emblematica citazione di Nietzsche sul "sopramondo". C'è un detto romano sui perdenti e gli eterni secondi che somiglia un pochino al sopramondo nietzschiano, che dice: "ariconsolamose con l'aglietto" o anche, sportivamente, l'inutile premio di consolazione... e così via fino all'usanza di istituire pseudo-premi di consolazione per chi non ha vinto quello "vero".

Mi fermo alla citazione senza omettere però che al sopramondo, all'aglietto e al premio di consolazione, personalmente preferisco ricorrere all'evangelico: "Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi»." (Mt; 20, 16).

E' scritto con leggerezza ma non è affatto leggero nelle implicazioni filosofiche e nel confronto fra culture diverse e distanti tra loro ...non solo in chilometri.



RF
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Sara
Starting Member

Italy
3 Posts

Posted - 22/04/2013 :  20:30:57  Show Profile
Salve a tutti, scusate per il ritardo, sono stata un po' impegnata.
Questa lettura mi ha appassionato molto, mi ha catapultato nella cultura giapponese, ricordandomi un po' i drama giapponesi che più volte ho visto. Amélie Nothomb affronta tematiche delicate con una leggerezza che mi ha stupito. Ad esempio la condizione asfissiante della donna giapponese, sottoposta a dogmi irragionevoli - "se mangi con piacere, sei una scrofa", "se ridi, non sei fine" etc.- e a obblighi senza senso. Interessante inoltre è il modo ironico e umoristico con cui affronta la realtà degradante cui è sottoposta; esattamente c'è una parte che mi ha fatto sbellicare dalle risate "Da piccola volevo diventare Dio. Molto presto compresi che era chiedere troppo[...]: sarei stata Gesù. Presi rapidamente coscienza del mio eccesso di ambizione e 'accettai' di fare la martire [...]. Adulta, mi decisi a essere meno megalomane e a lavorare come interprete in un'azienda giapponese. Sfortunatamente, era troppo per me e dovetti scendere di un gradino per diventare ragioniera. Ma non c'erano stati freni alla mia folgorante caduta sociale. Mi venne dunque assegnato il posto di nullafacente. Purtroppo - avrei dovuto sospettarlo - era ancora troppo per me. Ottenni così l'incarico estremo: guardiana di cessi". Questa parte rappresenta - a mio parere - proprio la nascita (nell'infanzia) e la frantumazione dei sogni, quando ci si scontra con la dura realtà dei giorni odierni. Una realtà che ti costringe, come ha fatto notare Mama, ad accettare qualsiasi lavoro, senza lottare per il lavoro dei tuoi sogni perché, ora come ora, non possiamo avere il lusso di sognare, di aspirare a qualcosa che sin da piccoli abbiamo sognato ( ora ci dobbiamo accontentare). Fatto che alle donne giapponesi sin da piccole hanno insegnato: non sognare, non sperare che tuo marito ti ami; spera di lavorare, ma non riuscirai ad arrivare in alto a causa del tuo sesso. Al contrario, gli uomini giapponesi sono stati cullati, sono stati abituati a "sperare", ma, facendo riferimento ai drama giapponesi, ho notato che, una volta infranti i sogni, l'uomo nipponico si riduce a sguazzare nell'alcool, "con la speranza" di dimenticare i sogni infranti.

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Tiziano
Average Member

Italy
166 Posts

Posted - 23/04/2013 :  17:54:24  Show Profile
Ahimé, son tornato e adesso son qui che scrivo mentre ricordo che il libro l'ho letto nelle rade della Costa Azzurra...

Mi pare che tutti/e più o meno concordiamo che Nothomb sia scrittice umoristica, pirandelliana insomma,anche se più semplice nelle trame; è umoristica proprio perché trasforma tragedie in commedie e viceversa. Io inoltre direi che è molto teatrale, infatti la parte descrittiva del testo è ridotta al minimo, pochi cenni rapidi e molto dialogo. Per me è una conferma: di N. lessi, consigliato da un'amica, "Cosmetica del nemico", che un dialogo che si svolge tra un uomo e il suo nemico (ma in realtà non è così, solo che non vi svelo l'inghippo, caso mai voleste leggerlo) in un aeroporto; dissi alla mia amica che mi pareva un testo teatrale e c'avevo azzeccato, perché lei mi indicò una serie di link di suoi testi messi in scena, praticamente senza bisogno di nessuna riscrittura. Un'altra caratteristica che mi pare di riscontrare è la leggerezza dello stile, tuttavia ho ancora da decidere se è la conseguenza di una supeficialità del narrare o l'effetto di un consapevole lavoro stilistico, perché ci sono dei punti che mi puzzano di ricerca della frase ad effetto.

ps. non c'entra nulla ma devo raccontarvelo.
Ho visitato le stupende Iles de Lerins. In una delle due, Sainte Marguerite, si trova una fortezza, Fort Royal, che fu anche prigione di stato. Ebbene, nelle sue celle fu prigioniera la Maschera di Ferro! Confesso la mia ignoranza: io ho sempre creduto che fosse un personaggio inventato da Dumas (si trova nel secondo romanzo di D'Artagnan, "Il visconte di Bragellone", che poi sarebbe il figlio di Athos, se non ricordo male), invece no, è realmente esistito e a trascorso una parte della sua prigionia proprio a Fort Royal. Chi veramente fosse non si sa:sono state avanzate varie ipotesi (ad esempio che fosse il padre naturale di Luigi XIV) ma sono rimasto sconcertato dal leggere nella lista degli "indiziati" Pascal. Pascal? A me non risulta che Pascal fosse stato imprigionato. M'è perfino venuto un dubbio, ma sinceramente mi sento idiota a dichiararlo: Pascal trascorse parte della sua esitenza a Port Royal, avranno mica fatto confusione?!

Tiziano
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ombra
Senior Member

296 Posts

Posted - 24/04/2013 :  10:02:44  Show Profile  Visit ombra's Homepage
Ragazziiiiii ci sarò anche io conto in questo fine settimana di avere un po' di fiato... sono stata in malattia per più di un mese ed ora è dura. Per non parlare del fatto che ora la cefalea mi sta uccidendo. Come al solito i vostri spunti sono opportunità per roflettere. Grazie di cuore!!!
A prestissimo

Marta

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Rosella
Senior Member

Italy
316 Posts

Posted - 25/04/2013 :  16:53:15  Show Profile
quote:

Il libro ... si legge davvero facilmente e rapidamente...

La vicenda in sé è piuttosto raggelante (ma ahimé purtroppo non nuova nel panorama lavorativo aziendale) e, a parte l'aspetto di denuncia che porta in sé, la cosa che mi è piaciuta di più è l'ironia e la forza rinnovatrice di cui la protagonista dà prova, nonostante tutto.

Altro aspetto che mi ha interessato è l'aver trovato una descrizione di alcuni aspetti della cultura giapponese, ...

Eloise
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Ho finito di leggere il libro.

E’ vero, si scorre velocemente. Forse fin troppo velocemente.

Riporto le osservazioni di Eloise, perché le condivido, salvo che su un punto: non ho trovato questo breve romanzo (o racconto) “umoristico”, ma piuttosto “sarcastico”, dissacrante, velenoso.

Il sarcasmo è un’arma a doppio taglio, che copre di ridicolo l’oggetto dei suoi strali, ma non sempre suscita il riso; anzi, spesso porta in sé, trasmettendola al lettore, una profonda amarezza.

Questo è ciò che io ho raccolto: niente riso, nessun divertimento, solo brucianti ricordi di una esperienza aziendale. Anche se non siamo in Giappone, i metodi per rovinare, umiliare una persona estremamente valida, non mancano, in Italia. E i nostri giovani scappano all’estero, in paesi più “civili”.

Riscontro la stessa amarezza nel commento di Mama “Bisogna accontentarsi di avere un lavoro”.

A questo io mi ribello, e mi ribellerò sempre: il lavoro serve per portare a casa ciò che ci serve per pagare l’affitto (o il mutuo) e il cibo fino a fine mese; ma la nostra dignità non può e non deve scendere a compromessi.

Noi abbiamo sempre e comunque, la possibilità di scegliere. Non comprendo e non condivido le scelte della protagonista, ma cerco di rispettarle.

Altro aspetto : la libertà e i diritti di cui oggi siamo partecipi, come DONNE OCCIDENTALI, sono forse state conquistate in un giorno? Niente affatto, sono il risultato di decenni di durissime lotte. Che a mio parere vanno continuate.

Ho trovato molto interessanti le pagine riguardanti le donne giapponesi: penso che me le terrò. Resta il fatto che LORO cercano di scimmiottarci, senza avere la forza necessaria per una vera ribellione. Alla fine, con tutti i nostri problemi, non siamo poi tanto male, giusto? Siamo un mito per le donne del resto del mondo. Cerchiamo di continuare ad esserlo.

Perciò, preferisco lasciare i Giapponesi all'altro capo del mondo; il loro modo di essere, è molto, troppo lontano da noi.

Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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Rosella
Senior Member

Italy
316 Posts

Posted - 25/04/2013 :  17:06:09  Show Profile
quote:

Ragazziiiiii ci sarò anche io conto in questo fine settimana di avere un po' di fiato... sono stata in malattia per più di un mese ed ora è dura. Per non parlare del fatto che ora la cefalea mi sta uccidendo. Come al solito i vostri spunti sono opportunità per roflettere. Grazie di cuore!!!
A prestissimo

Marta





Ciao Marta, e ben ritrovata! Spero che ora tu possa satre davvero meglio.
I miei migliori auguri

Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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Rosario
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Italy
418 Posts

Posted - 26/04/2013 :  10:21:34  Show Profile

Benvenute a tutte e a tutti - Riporto prima alcune mie considerazioni fatte a caldo in corso di lettura e subito dopo)

Haneda il capo di Omochi, che era il capo di Saito, che era il capo della signorina Mori, che era il mio capo (Amelie). Gli ordini verso il basso potevano saltare i gradini della scala gerarchica. Per cui, alla Yumimoto io (Amelie) ero agli ordini di tutti.

In questo inizio la chiave di lettura di tutto il racconto-romanzo di Amelie: "io ero agli ordini di tutti". Per noi ribelli occidentali - penso che anche Amelie lo sia - questa situazione porta al massimo della rabbia. Ma tant'è Amelie ha scritto questo romanzo titolando il manoscritto "L'igiene dell'assassino": è tutto dire era proprio arrabbiata e delusa da suo amato Giappone.

In ordine alle categorie girardiane ho scritto le seguenti osservazioni.

La bellissima Fubuki Mori, capo di Amelie, è la mediatrice - oggetto del desiderio mimetico. Amelie desidera lavorare in Giappone e diventare “Giapponese” come il suo capo, la bellissima Fubuki; si innesta quindi in Amelie il desiderio mimetico di arrivare ad essere come Fubuki la sua mediatrice. La adora, la stima, le è sottomessa, le piace, è suo idolo.

Fubuki quindi rappresenta il desiderio mimetico di Amelie. Nel mondo giapponese il mondo della sua memoria affettiva - Amelìe è nata in Giappone e la sua memoria affettiva ha sublimato il mondo giapponese e la sua cultura -. Ameliè ama il Giappone e i giapponesi; è contenta di poter lavorare in Giappone in una ditta giapponese, con colleghi giapponesi. Ameliè vuole conoscere e integrarsi nella cultura giapponese. Accetta le umiliazioni anzi ne è contenta perchè è convinta che questo la porterà a identificarsi con il suo ideale giapponese; fino a quando la sua mediatrice il suo modello le comincia a mostrare il “vero” volto della cultura giapponese.

Da pagina sessanta Amelie inizia a descrivere i limiti e l’estraneità della cultura giapponese per un occidentale. E’ il punto più alto del suo amore e della sua ammirazione per Fubuki (Bisogna ammirare la Giapponese) ma è anche il punto in cui Amelie diventa consapevole della lontananza e della sua estraneità alla cultura giapponese.

Come vedete molte cose accordano con le osservazioni fatte fin'ora e rafforzano la mia convinzione che la "verità" è leggibile nel comportamento di Amelie ...in fin dei conti questo racconto non è un romanzo ma un diario romanzato.; per cui è calzante e applicabile l'analisi fatta sulle basi delle categorie che Renè Girard ben esprime nel suo "Menzogna romantica e verità romanzesca".

RF
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Sara della Giovampaola
Starting Member

Italy
8 Posts

Posted - 26/04/2013 :  21:38:57  Show Profile
Toc toc Salve, mi piacerebbe far parte del vostro gruppo di lettura...
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Rosario
Senior Member

Italy
418 Posts

Posted - 26/04/2013 :  23:27:38  Show Profile
Benvenuta SaradellaG

RF
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eloise
Senior Member

603 Posts

Posted - 27/04/2013 :  06:23:30  Show Profile  Visit eloise's Homepage
Salve SaradellaG! Benvenuta!!! Hai già letto il libro che stiamo affrontando ora? Ce la fai a unirti a noi da subito? Spero di sì! :)

Tornando a Amélie: l'analisi girardiana in questo caso è molto affascinante, Rosario ti ringrazio per avermici riportata.

@Sara: effettivamente il libro fa una denuncia totale del sistema sociale nipponico come viene costruito fin dall'infanzia, proprio nei termini che indichi anche tu. Del Giappone conosco solo qualche (raro) film e (pochi) libri che avevo letto nell'ottica di capire meglio un mondo che per certi versi si vuole occidentale, ma su basi molto diverse. Quando da piccola leggevo Yoshimoto, o quando più tardi ho letto Murakami, mi ha talmente infastidito il baratro di vuoto sociale ed esistenziale che ci ho trovato che mi sono detta che la letteratura giapponese non faceva per me. Mi ricordo sempre un passo della Yoshimoto (roba di minimo 15 anni fa) che mi è rimasto impresso perché esprimeva un concetto che a me non sarebbe veramente mai venuto in mente: la protagonista vive in un appartamentino così striminzito che si sente esattamente cosa succede intorno, e lei sentiva sempre non so che vicini fare sempre l'amore e il commento, detto grossolanamente (lei lo dice con più poesia) è stato: che bello, mi dà sicurezza e calore umano sentire queste cose.
Il bel film Lost in translation mi ha riportata a guardare con interesse a quella società ma ciò che emerge, nel contatto/confronto tra occidentali e giapponesi, anche qui è un grande fraintendimento. Come indica il titolo non ci può essere corrispondenza perfetta tra due mondi così profondamente diversi.
Eppure Amélie ci prova a mescolare le acque. Le mescola le mescola finché non arriva a intorbare tutto e finisce per occuparsi solo di quelle dei bagni.

E ora vi faccio parte di un passo del libro che mi è piaciuto tantissimo:
- Je ne pense pas que je sois si bête.
- Il faudrait savoir; vous êtes soit une traîtresse, soit une demeurée: il n'y a pas de troisième possibilité.
- Si, il y en a une: c'est moi.

(- Non penso di essere così stupida.
- Bisogna vedere; lei è una traditrice, oppure una ritardata: non c'è una terza via.
- Sì, ce n'è una: sono io.)

Nel mezzo del serio categorismo nipponico la protagonista rivendica la dignità dell'individualismo occidentale, con uno humour tutto nostrano.
Comunque sì, Tiziano: anche a me il testo dà l'idea di un'attenta ricerca di frasi ad effetto, ma salvo a dire che il libro è uno spasso di frasi a effetto, conosco la Nothomb solo da questo testo e non è per me sufficiente a farmi un'idea del suo effettivo spessore letterario.

Eloise
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