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 Irène Némirovsky, Due
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Rosario
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Italy
418 Posts

Posted - 04/02/2014 :  14:13:09  Show Profile
Ancora sul maschilismo per rispondere a Eloise:

"Si chiama maschilismo (in contrapposizione polemica a femminismo) il complesso di atteggiamenti psicologici e culturali e di comportamenti, basati su una "presupposta superiorità del sesso maschile su quello femminile,

nella società,
nella famiglia,
nei rapporti reciproci."

Dunque, come è stato precisato da Eloise, il maschilismo è riscontrabile (proprio) negli atteggiamenti e comportamenti della donna ma ciò non toglie che anche l'uomo può assumerli.

Il mio intervento non era volto a negare il maschilismo, ma a distinguere quanto esso possa essere attribuito alla natura femminile della donna e/o alla natura maschile dell'uomo.

Portato agli estremi, bisogna rispondere alla domanda:
Quanto, l'atteggiamento maschilista risponde al "naturale" desiderio (della femmina) e quanto alla "naturale" prepotenza (del maschio)?

Appare chiaro che qualsiasi risposta non potrà mai essere risolutiva; perché, nel rapporto di coppia, il gioco reciproco tra vittima e carnefice non è mai definitivo: ciascuno di noi, maschio o femmina, "sceglie" "sempre" il suo ruolo… anche se, troppo spesso, non ne è consapevole.

RF
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eloise
Senior Member

603 Posts

Posted - 11/02/2014 :  19:57:44  Show Profile  Visit eloise's Homepage
Sto via via leggendo gli altri racconti/romanzi della Nemirovsky e quello che noto è che in effetti "Due" ha un tono diverso rispetto alla maggioranza delle altre letture che ho fatto. Un po' come dice Tiziano, questa storia rimane sottotono. La lettura degli altri testi invece mostra dei caratteri molto più forti, delle passioni molto intense, delle storie molte volte cupe e buie, con caratteri profondamente incisi e meticolosamente messi a nudo. "Due" invece rimane un po' come se svolazzasse nell'aria, nonostante i numerosi riferimenti alla malattia e la morte.
Nel racconto che sto finendo ora, "I cani e i lupi", si parla di una ragazza che proviene dalla fascia sociale ebrea più misera, emigrata in Francia, che riesce tuttavia a esprimere una natura integra, indomita e passionale, nell'arte pittorica. Questa ragazza che vive quotidianamente nello squallore dipinge naturalmente quadri cupi e passionali, ma c'è un passo interessante in cui mostra il suo interesse artistico per l'alta società, dove tutto appare più limpido e scintillante:
quote:
Ammirava la bellezza, la felicità di quelle ragazze, ma non provava invidia per loro - così come non ne avrebbe provato per i personaggi di un quadro. Anzi, era loro riconoscente, perché le offrivano dei frammenti di festa, quella musica, quei sorrisi, lo splendore di capelli chiari nella luce di giugno. "Mi piacerebbe dipingere questa scena", pensava. Non è del tutto il mio stile... Preferisco immagini più cupe, più squallide, ma per una volta... Questi vestiti colorati come fiori, questo crepuscolo d'estate, e il chiarore così leggero sugli alberi..."

Trasposta nella ragazza scrittrice, credo si possa pensare che è la stessa Irène che parla del proprio stile.
quote:
Provava attrazione e repulsione per quel ritratto. Perché non dipingere graziose ragazze in qualche bel giardino, capelli chiari, getti d'acqua, fiori di giugno? Non poteva. Non era colpa sua. Doveva, con accanimento, crudeltà, cercare senza tregua i segreti nascosti tra i volti tristi e i cieli cupi.

Ecco, "Due" è un po' il tentativo della scrittrice di scrivere un racconto sulle "graziose ragazze" francesi che probabilmente tanto hanno affascinato la stessa scrittrice, la quale però è senza dubbio più a suo agio nel ritrarre caratteri e storie cupe e squallide. Di fatto, questo spiega anche l'intuizione di Tiziano sul racconto "sotto tono". Gli altri non sono così.
Noto tra le righe che abbiamo letto un'altra scrittrice dell'epoca che in un suo romanzo trascrive la sua esperienza artistica di scrittrice in quella di un personaggio-pittore: Virginia Woolf. In "Gita al faro", la protagonista è proprio una pittrice in cui la scrittrice tenta di esprimere alcune delle sue esperienze artistiche.
Due scrittrici dei primi del Novecento che ci danno anche l'idea di come all'epoca le singole arti si andassero cercando e mescolando nel tentativo di spiegare ed esprimere un mondo complesso e ostico.

Eloise
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Tiziano
Average Member

Italy
166 Posts

Posted - 15/02/2014 :  16:29:40  Show Profile
Un'ultima osservazione:
io suppongo che il racconto letterario moderno, nelle sue varie forme, sia un analogo dell'esperimento ideale scientifico (basti pensare ai racconti di Galileo nel "Dialogo"); ovvero: c'è l'affabulazione, che partorisce narrazioni vere (cronaca, leggenda, biografia,ecc.)o finte (fiaba, favola, romanzo, ecc.), nel 2° caso si rappresenta il mondo - come ha magistralmente spiegato Bruner - al congiuntivo: cosa accadrebbe se. Ebbene mi pare che "Due" sia proprio un caso esemplare per le mia supposizione: data la premessa "coppie" che cosa accade nelle varie vicissitudini delle coppie?
Tuttavia il fascino del racconto non sta solo nella nell'essere (perdonate il giochino verbale)una congiuntura del congiuntivo; ci vuole altro. Quest'altro è una impalpabile e indefinibile forzaimmaginativa e stilistica (che cosa possa essere questa forza l'ho letto ai tempi degli studi universitari, nel saggio "Force et ecriture", di cui non ricordo l'autore - ah! la senilità... - o Derrida o Foucault, propendo per il secondo). Ecco: "Due" è interssante come esperimento ideale ma è privo di forza.

Tiziano
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Rosario
Senior Member

Italy
418 Posts

Posted - 21/02/2014 :  01:22:46  Show Profile
"Sono note le varie risorse che offre l’analisi letteraria: prestare attenzione alle parole che si ripetono o che si distinguono, riconoscere la struttura e il dinamismo proprio di un testo, considerare il posto che occupano i personaggi, ecc. Ma l’obiettivo non è quello di capire tutti i piccoli dettagli di un testo, la cosa più importante è scoprire qual è il messaggio principale, quello che conferisce struttura e unità al testo." (Franciscus - Evangelii Gaudium).

Per me, "il messaggio che conferisce struttura e unità al testo è:

"La fragilità dell'essere umano"

Carenza dell'Uno (solitudine esistenziale)

Insufficienza del Due (coniugalità o dimezzamento del "sé per far posto all'altra "metà" dell'unità coniugale)

Pienezza del Tre (la generazione di un nuovo Uno (figlio) destinato a coniugarsi (Due) per una nuova pienezza generazionale.

Chi sei donna? Femminilità e cultura femminile nell'Europa del XX secolo.

Lo stesso discorso vale per l'uomo) ovvero:

Chi sei uomo? Mascolinità e cultura maschile nell'europa del XX secolo.

La proposta di lettura di questo "romanzetto" - (così lo definisce la stessa autrice) - è scaturita da:
- osservazione sulla pesantezza di Anna Karenina; (Tiziano)
- desiderio di approfondimento della cultura russa; (Rosella e Ombra)
- disanima delle problematiche esistenziali e femminili;
- confronto religioso ebraismo/cristianesimo;
- lettura caldamente consigliatami tempo fa da una mia amica, sulla scorta della mia precedente lettura del capolavoro postumo della stessa autrice "Suite francese"
- lingua francofona; (Eloise)

Dalla proposta alla lettura fino a quando la voglia dura

Dopo averlo letto ho pensato: Ammazza quanti problemi hanno le femmine! Son proprio contento d'esser maschio; però pure i maschietti ne hanno di problemi; l'autrice ha ben individuato anche i problemi dei maschi. In fondo la parità dei sessi nelle depressioni è garantita.

Sono un maschio; la lettura di questo romanzetto mi ha fatto conoscere aspetti preziosi e nascosti del complesso universo femminile.

Il momento dell'analisi girardiana per me più immediato e riconoscibile nella lettura di "Due" è quello della "memoria affettiva".
L'autrice rielabora i suoi ricordi russi e li fissa nella descrizione e caretterizzazione dei personaggi femminili del romanzo; personaggi sublimati dalla sua memoria affettiva e collocati in quella Parigi desiderata e sognata nella sua adolescenza.
RF
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