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Pacchetto sicurezza e iniziative per la pace e la solidarietà umana e intellettuale
...con una riflessione sull'emigrazione italiana, per non dimenticare un aspetto importante della nostra storia nazionale

 

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L'appello del Centro di ricerca per la Pace di Viterbo
Alcuni esempi di lettere al Presidente Napolitano da parte di uomini di cultura e intellettuali italiani
Una memoria che si perde: e quando era l'italiano ad essere migrante?
Alcuni film sull'emigrazione italiana
Italofobia

Rispondiamo all'appello lanciato dal Centro di ricerca per la Pace di viterbo che ci ha mandato un'e-mail per diffondere l'iniziativa di

voler scrivere - come gia' hanno fatto migliaia di cittadini - al Presidente della Repubblica affinche', in virtu' del potere attribuitogli dall'art. 74, comma 1, della Costituzione ("Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, puo' con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione"), non promulghi il testo di legge deliberato in via definitiva dal Senato il 2 luglio 2009, noto come "pacchetto sicurezza", in quanto recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, e lo rinvii alle Camere con messaggio motivato affinche' esso sia modificato conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica.

Per scrivere al Presidente della Repubblica l'indirizzo postale e':
Presidente della Repubblica, piazza del Quirinale, 00187 Roma;
il fax: 0646993125;
l'indirizzo di posta elettronica e': presidenza.repubblica@quirinale.it ;
nel web: https://servizi.quirinale.it/webmail/

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Alcuni importanti cittadini italiani, di spicco nella sfera intellettuale, hanno già scritto al Presidente. Ne citiamo alcuni a titolo di esempio, con qualche passo dalla lettera inoltrata, qui di seguito.

Bruno Segre:
«Si tratta di un provvedimento che, in palese violazione dei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, introduce nei confronti dei gruppi sociali più deboli misure persecutorie e discriminatorie che, per la loro gravità, superano persino le mostruosità previste dalle leggi razziali del 1938. Si pensi, per citare un unico esempio, al divieto imposto alle madri immigrate irregolari di fare dichiarazioni di stato civile: un divieto che, inibendo alle genitrici il riconoscimento della prole, farà sì che i figli, sottratti alle madri che li hanno generati, vengano confiscati dallo Stato che li darà successivamente in adozione. (...) (U)n provvedimento che, ispirato nel suo insieme a una percezione dello straniero, del "diverso", come nemico, mina alla radice la convivenza civile, pacifica e reciprocamente proficua tra italiani e stranieri, rischiando di alterare in modo irreversibile la natura stessa della nostra Repubblica»

Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio:
«Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali. È stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non più gli ebrei bensì la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti (...)
La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa »

Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia, Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi, Stefano Rodotà, Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo Zagrebelsky:
«L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero (...) non rappresentano, di per sé, fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale, ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia penale, in base alla quale si può essere puniti solo per fatti materiali»

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Una memoria che si perde: e quando era l'italiano ad essere migrante?

Citiamo da Wikipedia:

L' Italia è stata interessata al fenomeno dell' emigrazione soprattutto nei secoli XIX e XX . Il fenomeno ha riguardato dapprima il Settentrione (Piemonte , Veneto e Friuli in particolare) e, dopo il 1880 , anche il mezzogiorno. Si può distinguere l'emigrazione italiana in due grandi periodi: quello della grande emigrazione tra la fine del XIX secolo e gli anni trenta del XX secolo (dove fu preponderante l' emigrazione americana ) e quello dell' emigrazione europea , che ha avuto inizio a partire dagli anni cinquanta.

Perché l'emigrazione? Ci sono fattori che ci hanno accomunato, nella storia, a molti paesi attualmente in via di sviluppo; come disse un cittadino italiano anonimo a un nostro ministro nel XIX secolo:

Cosa intende per nazione, signor Ministro? È una massa di infelici? Piantiamo grano ma non mangiamo pane bianco. Coltiviamo la vite, ma non beviamo il vino. Alleviamo animali, ma non mangiamo carne. Ciò nonostante voi ci consigliate di non abbandonare la nostra Patria? Ma è una Patria la terra dove non si riesce a vivere del proprio lavoro? 

Nei secoli XIX e XX, quasi 30 milioni d'italiani hanno lasciato l'Italia con destinazioni principali le Americhe, Australia, Europa occidentale. Attualmente vivono milioni di oriundi italiani in differenti nazioni del mondo: i più numerosi sono in Brasile, Argentina e Stati Uniti d'America.

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Alcuni film sull'emigrazione italiana:

  • 1950 Il cammino della speranza di Pietro Germi con Raf Vallone
  • 1959 I magliari di Francesco Rosi con Alberto Sordi: storia di emigrati in Germania
  • 1964 Siamo italiani di Alexander J. Seiler coadiuvato da Rob Gnant e June Kovach
  • 1964 Il gaucho con Vittorio Gassman, Amedeo Nazzari e Nino Manfredi, commedia all'italiana che considera anche gli emigrati italiani in Argentina
  • 1971 Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata di Luigi Zampa con Alberto Sordi e Claudia Cardinale
  • 1971 Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo con Gian Maria Volonté e Riccardo Cucciolla
  • 1973 Pane e cioccolata, soggetto e sceneggiatura di Franco Brusati, con la straordinaria interpretazione di Nino Manfredi
  • 1978 Emigration di Nino Jacusso
  • 1978 I fabbricasvizzeri di Rolf Lyssy: film satirico sull'integrazione forzata
  • 1979 Alamanya Alamanya, Germania Germania di Hans Andreas Guttner
  • 1980 Ritorno a casa film documentario di Nino Jacusso
  • 1987 China Girl di Abel Ferrara: storia di emigrati negli USA, uno dei quali uno si fidanza con una ragazza cinese
  • 1988 Mamma Lucia, miniserie televisiva prodotta in USA tratta dall'omonimo romanzo di Mario Puzo, regia di S.Cooper
  • 1989 Fa' la cosa giusta di Spike Lee, interpretato dallo stesso regista con Danny Aiello e John Turturro: storia di conflitto etnico tra italoamericani e afroamericani di New York
  • 1993 Nel continente nero con Diego Abatantuono, commedia che considera anche gli emigrati italiani in Kenya
  • 1994 Lo zio d'America
  • 1996 Il barbiere di Rio, con Diego Abatantuono, commedia che considera anche gli emigrati italiani in Brasile
  • 1999 Terra Nostra, telenovela prodotta in Brasile
  • 2001 Azzurro, regia di Denis Rabaglia con Paolo Villaggio
  • 2001 Come l'America, miniserie televisiva della RAI con Sabrina Ferilli: storia di emigranti dal Polesine in Canada dopo l'alluvione del 1951
  • 2002 Vento di settembre, di Alexander J.Seiler
  • 2003 Marcinelle), miniserie televisiva della RAI sul disastro di Marcinelle
  • 2004 La terra del ritorno, miniserie televisiva di mediaset con Sophia Loren e Sabrina Ferilli: storia di emigranti in Canada
  • 2005 Sacco e Vanzetti di Fabrizio Costa con Ennio Fantastichini e Sergio Rubini prodotta da mediaset
  • 2006 Monongah, Marcinelle americana, documentario del più grave incidente sul lavoro della storia statunitense che è pure il più luttuoso disastro nella storia dei minatori italiani emigrati
  • 2006 Nuovomondo di Emanuele Crialese, nella quale l'emigrazione italiana durante il ventesimo secolo viene raccontata attraverso le vicende di una famiglia siciliana, i Mancuso
  • 2007 Merica di F.Ferrone, M.Manzolini, F.Ragazzi, documentario sull'emigrazione italiana in Brasile e sul rientro dei brasiliani in Italia

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Italofobia

Definizione (da Wikipedia):

Il pregiudizio contro gli italiani (fenomeno a volte detto antiitalianismo o, più raramente, italofobia) è una forma di pregiudizio e discriminazione etnica contro gli italiani e l' Italia in generale, solitamente facente capo a stereotipi come il lavoratore immigrato ignorante, il mafioso o il fascista.
Secondo alcuni questa forma di razzismo sarebbe originata dall'osservazione impietosa ed approssimativa della condizione economica e sociale degli immigrati appena sbarcati in cerca di un'opportunità di lavoro e di reinserimento sociale.

Per una riflessione personale ma non solo, invitiamo i lettori a leggere l'intera pagina di Wikipedia dedicata a questo fenomeno, col quale si ritrovano sorprenti analogie con l'atteggiamento spesso razzista che l'italiano, a sua volta, assume verso immigrati stranieri nel proprio paese.

Come ha detto Enzo Biagi, ricordiamo in questa sede anche che

(n)oi siamo il popolo che ha inventato il passaporto rosso perché non sapeva come dare da mangiare a tutti e perché si potesse andare a cercare fortuna altrove. Per questo dobbiamo essere disponibili a capire chi viene da noi e ha avuto un'educazione e una vita tanto diverse dalla nostra.

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