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Rimbaud, il suo essere poeta

di Elio Ria

Nella categoria: HOME | Articoli critici

Spighe di poesia di Letteratour dal 3 marzo 2020 dedicherà, a cura di Elio Ria, un ciclo su Arthur Rimbaud, il poeta che ha lasciato un segno indelebile nella letteratura europea dell’800. Si percorreranno le strade della sua poetica e della sua vita, che da Charleville portano a Parigi, Roche, Londra, Milano, Harar per poi concludersi definitivamente a Marsiglia. Viaggiò per dare un esilio alla sua inquietudine. Il suo spirito nomade gli consentì una stagione poetica originale. Ha offerto mille suggestioni alla filosofia, alla letteratura e alla psicoanalisi del ‘900.

Rimbaud è mago, angelo, demone. La sua caduta nella trasgressione della necessità è la prova assoluta che non si è liberi, poiché là dove c’è il Bene e Male, c’è il reale della caduta, c’è l’etica. Meno fortunato di Kierkegaard, non ebbe la ‘gioia della rinuncia’. Rinunciò alla necessità della vita e decise di forzare l’assurdo non per mezzo della fede ma per mezzo della poetica, rafforzata e sostenuta da procedimenti tratti da Cabala, droga, ebbrezza, sofferenza. Poi con la Saison spense la sua voce e si immerse nel silenzio. Tacendo, Rimbaud fece sentire il silenzio, diventò la voce del silenzio.

È stato definito ‘mistico allo stato selvaggio’ (Paul Claudel), in riferimento alla sua religiosità, e questo sarà un aspetto della vita di Rimbaud che si cercherà di sviluppare. Vi è forse, come già affermato Cesare Cavalleri (Avvenire, Rimbaud, religione nascosta del ‘mistico selvaggio’, 7 maggio 2008) una scintilla divina del segreto di Rimbaud? Di che natura è la sua mistica? Solmi sostiene che quella di Rimbaud sia una mistica poetica, più che religiosa. Per Daumal, Rimbaud mira a una metafisica sperimentale per arrivare alla percezione immediata di un altro universo. Certamente, Rimbaud intendeva restituire alla vita il suo valore primitivo, attraverso la rivolta, l’amore, il martirio. Lo sregolamento di tutti i sensi serviva a liberarsi dalle consuetudini del sentimento e dalle false certezze della ragione. Il poeta veggente sarà il demiurgo, il messia, un nuovo dio.

Il caso ‘Rimbaud’ non è chiuso: c’è ancora da dibattere e da scoprire. A volte di Rimbaud ci si dimentica che era un ragazzo dalla faccia pulita, ma nessuno è andato più in là di lui: né quanto a coraggio, né quanto a inventiva.  È un mito. Lunga è la lista degli artisti che in epoche successive si sono ispirati a Rimbaud, da René Char ad André Breton, sino a poeti più recenti come Patty Smith. Ha ispirato Bob Dylan nella musica e Jean Michel Basquiat nell’arte. Pasolini fu folgorato a sedici anni dalla poesia di Rimbaud.

La sua è una storia straordinaria, intrigante, misteriosa, a volte incomprensibile, maledettamente autentica.

  1. In principio, un ‘sale petit cagot’
  2. Rimbaud comunardo e la presunta iniziazione all'omosessualità
  3. Il mito di Rimbaud?

 

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Elio Ria (classe 1958) è poeta, saggista e scrittore. Si occupa di letteratura francese e di poesia contemporanea. Frequenta la Facoltà di Filosofia (Università del Salento). Ha pubblicato: Altri versi (2009), Il ragazzo dalla faccia pulita. Saggio su Rimbaud (2014), Il culto del calcio (2016), In nome del prete (2017), Arrembaggi. Un estremo tentativo di capirci qualcosa (2018).
Su Letteratour gestisce il Blog Spighe di poesia.

 

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