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Per fare una lettura critica di un passo letterario
non esiste una "ricetta" sempre uguale, schematica, rigida,
che presuppone un'attenzione rivolta sempre alle stesse cose. E questo,
a mio parere, lungi dall'essere un ostacolo, è anzi il segno che
la letteratura merita un'attenzione particolare, che ha tanto, veramente
tanto da darci, e ogni volta una cosa diversa. È dunque un bene
che sia così.
Premesso questo, esiste però
un metodo. Questo metodo è molto semplice, e, una volta acquisito,
fare una lettura critica di un passo letterario diventa un esercizio relativamente
facile. Come in tutte le cose, è solo una questione di abitudine:
basta imparare a "ragionare" secondo i criteri costitutivi della
"letteratura", il suo sistema linguistico, sintattico, strutturale,
ecc. Vediamo più da vicino di cosa si tratta.
Innanzitutto, è necessario chiedersi di che tipo
è il testo che vogliamo analizzare. Salvo casi particolari, una
poesia è molto diversa da un brano in prosa, non soltanto per come
la visualizziamo, cioè per quanto riguarda il suo aspetto "tipografico"
(i paragrafi, gli spazi bianchi, ecc.), ma anche perché fa uso
di tecniche narrative e stilistiche diverse. La nostra analisi, le "domande"
che dovremo fare al testo, saranno dunque diverse a seconda della tipologia
alla quale appartiene. Ma anche all'interno della poesia e della prosa
esistono molti tipi diversi di stili.
Va dunque precisata, per quanto possibile, una prima distinzione
di genere, poi una seconda distinzione di stili.
Il titolo è importantissimo e possiamo essere certi
che qualsiasi autore lo sceglie con estrema attenzione,
perché sa che è quello che crea il primo contatto
con il lettore. Spesso è una specie di brevissimo riassunto
di quello che troviamo all'interno del testo (ad esempio I viaggi
di Gulliver); altrettanto spesso definisce il personaggio principale
(es. Mastro-don Gesualdo), o il luogo in cui si svolge la vicenda
(es. La montagna incantata), o il tema prevalente (un sentimento,
una realtà, ecc. - es. Delitto e castigo, La nausea).
Esso è dunque carico di informazioni, rapide ma preziosissime,
da non sottovalutare mai.
Esistono anche titoli che sono, per così dire, svianti,
nel senso che talvolta non si riesce a capire immediatamente quale rapporto
abbiano con il testo in sé. Questi titoli, invece di essere come
gli altri che danno fin dall'inizio un'idea del testo, hanno invece una
funzione retrospettiva: vanno, cioè, riletti dopo aver finito il
testo, e reinterpretati alla luce di esso. Spesso forniscono
così un'ulteriore chiave di lettura dell'opera in sé, e,
spessissimo, danno perciò di quest'ultima l'idea che ne esista
una seconda interpretazione.
Un titolo "sviante" si ha, ad
esempio, col romanzo di Flaubert "L'educazione sentimentale".
Il titolo sembra indicare un romanzo di formazione in cui il protagonista
debba farsi una "educazione sentimentale", ma poi la storia
smentisce questa aspettativa. Il protagonista infatti è un giovane
che nutre un amore platonico per una donna sposata e più grande
di lui; ma egli arriva poi, alla fine del libro, alla conclusione che
le sole donne che hanno contato nella vita per lui sono quelle che ha
conosciuto... in un bordello!, con le quali tra l'altro non ha neanche
avuto il coraggio di avere un rapporto (né amoroso, né sessuale).
Alla luce di questa storia, il titolo appare dunque profondamente ironico.
In questo caso quindi il titolo fornisce al lettore una chiave di lettura
di un testo che molte volte non si capisce immediatamente, perché
fa un uso molto sottile dell'ironia (non a caso Flaubert è considerato
un maestro in questo campo).
Che abbiamo a che fare con una poesia, con
un romanzo, o con una novella, una struttura c'è sempre, e può
essere molto interessante rendersene conto. Se un autore decide di dividere
una poesia in determinate strofe, di esprimere un certo contenuto attraverso
un sonetto o una poesia libera, oppure se divide un romanzo in una serie
di sezioni, paragrafi e sottoparagrafi, ciò denuncia un intento
preciso.
Spesso una divisione in strofe o in capitoli indica una semplice successione
temporale, ma può anche avere un senso più profondo, come
quello di presentare aspetti diversi di una stessa cosa, diversi punti
di vista, ecc. Con qualche esempio tutto ciò diventerà più
chiaro. Importante è accorgersi, mentre si legge, che la
letteratura non è lì soltanto per raccontare qualcosa, ma
anche per raccontarlo in un certo modo, e che per farlo utilizza anche
una struttura, una forma, un genere.
Le raccolte poetiche sono talvolta attentamente strutturate. Ad esempio, "I fiori del male" di Baudelaire rappresentano, attraverso le varie sezioni, prima la condizione del poeta, uomo scisso tra lo Speen e l'Ideale (Spleen et Idéal), poi la città in cui si muove, Parigi (Tableaux parisiens), infine le quattro possibilità di fuga per l'uomo dalla realtà, dalla poesia alla rivolta (Le vin, Fleurs du mal, La révolte, La mort).
Oltre alla struttura generale, è spesso interessante vedere in
che maniera le varie parti del testo sono collegate le une alle altre:
si tratta, cioè, di vedere che rapporto c'è tra i vari paragrafi,
o tra le varie strofe, o tra le varie frasi, o tra i vari capitoli. Questo
rapporto può essere di causa/effetto, di opposizione, di spiegazione,
di complementarietà, ecc.
Molto importante è anche l'analisi del fattore tempo, inteso in tutti i suoi significati: come contesto, tema, sistema verbale o velocità della narrazione. Per approfondire quest'aspetto vedi l'articolo Narrazione e tempo.
I temi principali di un testo, resi evidenti da un'analisi dei suoi campi semantici più significativi, spesso aiutano a chiarire il senso di un'opera, a cogliere le sue problematiche principali. Per l'analisi di una poesia, in particolare, ricercare le aree semantiche più ricorrenti equivale ad individuare l'atmosfera generale in cui si colloca il testo (e si sa quanto "l'atmosfera generale" in una poesia sia importante). Ma anche per un testo in prosa la ricerca dei campi semantici è importantissima. Ovviamente però, la ricerca dei temi va organizzata in maniera diversa a seconda che si abbia a che fare con un testo breve o lungo.
La ricerca dei campi semantici può partire, ad esempio, da categorie frequenti, come quelle legate ai 5 sensi:
Oltre a questi campi semantici, ovviamente, ce ne possono essere altri. Ad esempio, un'altra categoria molto importante riguarda la dimensione spaziale e temporale: tutte le parole o i gruppi di parole che rimandano allo spazio e al tempo come qui, là, domani, nell'infanzia, nell'orto, ecc. In più, per quanto riguarda il tempo, può essere interessante vedere di che tipo sono i tempi verbali più ricorrenti: passati/presenti/futuri? condizionali? ecc.
Può essere utile evidenziare sul testo i vari elementi di un campo semantico con un colore diverso, usando, per esempio, delle matite colorate. Sembrerà un modo un po' infantile di trattare un testo ma è una cosa utilissima.
Dopo aver individuato i campi semantici principali, è necessario fare un passo ulteriore: bisogna imparare a distinguere tra i campi semantici interessanti e quelli che non sono particolarmente interessanti. L'importanza di un campo semantico si capisce:
La singolarità delle associazioni è molto importante: ad esempio, se si associa il colore giallo a qualcosa che è naturalmente giallo, come una banana, questa associazione non è particolarmente rilevante presa in sé; se invece il giallo è associato a qualcosa che di solito non è giallo, o che addirittura non ha nessun colore, allora si ha un effetto di stile voluto e sicuramente pieno di significato.
Una volta trovati i temi più interessanti, bisogna chiedersi perché l'autore ha voluto esprimersi così, cioè capire il significato dei campi semantici. A questo livello di analisi ovviamente il risultato dipende dalla propria capacità critica, oltre che dal proprio bagaglio culturale, però anche qui è possibile aiutarsi con alcuni "trucchi".
Ci sono campi semantici il sui significato
non è difficile da capire, perché associato immediatamente,
nella nostra cultura, a un determinato sistema di valori:
ad esempio, il campo semantico del rosso è associato automaticamente
al sangue, al calore, alla vita, all'amore, alla passione (e così
via per tutti i colori); il campo semantico del passato è associato
alla storia, alla commemorazione, al ricordo, talvolta all'infanzia; ecc.
L'insieme del testo, poi, aiuta a circoscrivere meglio il significato
esatto da scegliere tra tutta la gamma simbolica delle associazioni trovate.
Certo, non tutti i campi semantici sono così facili da capire. È importante cercare di cogliere il più possibile le associazioni a cui portano singolarmente, e nello stesso tempo avere bene in mente l'insieme del testo che si analizza.
Per esempio, nell'Infinito di Leopardi , molto del significato si capisce grazie all'individuazione del campo semantico spaziale. La poesia si costruisce attraverso degli indicatori spaziali (questa siepe, parte dell'ultimo orizzonte, interminati spazi, di là da quella, queste piante, quello infinito silenzio, questa voce, questa immensità, questo mare) che formano due gruppi: tutto ciò che c'è al di qua della siepe e quello che c'è oltre la siepe. La siepe, cioè l'elemento che separa i due gruppi spaziali, è per il poeta l'ostacolo visivo che gli impedisce di vedere cosa c'è dietro. Questo ostacolo diventa però lo stimolo per immaginare gli spazi infiniti che non si possono vedere, e da qui nasce la poesia.
Anche in questo caso può essere interessante vedere in che rapporto stanno tra loro i vari campi semantici: causa/effetto, opposizione, complementarietà, ecc. Quest'analisi può portare a delle scoperte molto particolari, oppure anche solo a focalizzare meglio il ruolo e il significato di ogni singolo campo semantico.
Lo stile è quel carattere particolare che un autore dà al proprio testo; si può dire che ogni autore ha il proprio stile.
Per inquadrare uno stile con una certa precisione, è utile il ricorso alle figure retoriche. Le figure retoriche sono uno degli strumenti più "potenti" che uno scrittore ha in mano per dare alla propria opera uno stile particolare. Una stessa storia, ad esempio, può diventare diversissima a seconda se viene raccontata facendo uso di certe figure retoriche invece che di altre [a questo proposito vedi: Ma lo stile cos'è?].
Vedi anche: Strumenti di analisi narrativa
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