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Letteratura e... Natale
Babushka, fiaba popolare russa

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Questa storia è tratta dalla tradizione popolare russa, ma ai nostri bambini italiani può egregiamente spiegare l'origine della Befana, anziana signora che ogni anno, la notte dei Rei Magi, porta doni a tutti i bambini.

Nel villaggio in cui viveva Babushka c'era un gran trambusto: tutti i vicini erano usciti di casa per guardare il cielo di quella notte invernale, dove splendeva la stella più grande che avessero mai visto. - Da dov'è venuta? - esclamavano a bocca aperta per lo stupore. - Che significa?

Solo Babushka era rimasta in casa, a occuparsi come al solito delle faccende. - Quante storie per una semplice stella! - brontolava mentre spazzava e spolverava. - Io non ho mica tempo da perdere: ho delle regole da rispettare, io.

La casa di Babushka era infatti sempre immacolata e in perfetto ordine.

TOC - TOC - TOC! Qualcuno bussò alla porta.

"E adesso chi disturba il mio lavoro?", pensò accigliata la donna, correndo ad aprire ma fermandosi prima a sprimacciare i cuscini e a mettere a posto un vaso di fiori. Con suo grande stupore, sull'usciò trovò tre stranieri avvolti in lunghe vesti ricamate con la testa coperta da turbanti. E la cosa più straordinaria erano i cammelli su cui erano arrivati, legati al cancello del giardino, che soffiavano nuvolette di vapore nell'aria fredda e frizzante.

- Buonasera, Babushka, - la salutò il primo uomo, tendendo la mano scintillante di anelli incastonati di gemme e facendo tintinnare i molti bracciali d'oro. - Veniamo da un paese molto lontano e abbiamo bisogno di un letto per la notte. Potresti offrirci ospitalità nella tua casa?

Già a una prima occhiata, Babushka aveva capito che quegli uomoni erano ricchi e importanti. - Certo... ne sarei onorata, - farfugliò rossa in faccia, accogliendo i suoi ospiti nel salottino, togliendosi il grembiule e lisciandosi i capelli. - Che cosa vi ha spinto fin qui? - domandò cortese mentre armeggiava al camino per accendere il fuoco.

- Stiamo seguendo la strana stella che brilla in cielo, - spiegò il secondo uomo.

- Davvero? - Babushka sorrise mentre in cucina preparava tre piatti di pane, formaggio e sottaceti.

- Noi crediamo che ci condurrà da un nuovo re... il re del cielo e della terra, - continuò il terzo uomo.

- Oh! - esclamò Babushka correndo a prendere tre tazze fumanti di cioccolata calda.

- Perché non vieni con noi, Babushka? - le propose il primo uomo. - Partiamo domani con i nostri doni di oro, incenso e mirra.

- Vi ringrazio, ma proprio non posso, - rispose Babushka. - Se me ne andassi, chi resterebbe qui ad arieggiare i letti, a spazzare le scale, a spolverare le mensole e a pulire il lavello? E poi non ho niente da regalare a un re!

- Questo re è appena nato, - rispose gentile il secondo uomo. - E' ancora un bambino piccolo.

Babushka si bloccò a metà strada con un vassoio pieno di piatti sporchi in mano. - Una volta avevo anch'io un bambino, - disse con un filo di voce. - Ma poi è morto.

Il terzo uomo si alzò in piedi e le mise con delicatezza una mano sul braccio. - Vieni con noi, disse dolcemente. - Vieni a vedere il bambino che sarà il salvatore del mondo.

Babushka rifletté. Aveva lo sguardo perso nel vuoto e un sorriso triste sulle labbra. - Magari per questa volta... - mormorò tra sé. Poi, d'un tratto, CUCU'! CUCU'! CUCU'!, l'orologio in ingresso ruppe fragorosamente il silenzio. - Oh, povera me, si è fatto così tardi? - esclamò rimettendosi all'opera. - Devo andare a preparare i letti degli ospiti! - disse infine prima di correre al piano di sopra.

La sera dopo la stella brillava ancora più forte e più alta nel cielo. - Sei sicura di non voler venire, Babushka? - domandarono i tre uomini montando in groppa ai cammelli.

- Mi piacerebbe molto, ma ho troppo da fare, - rispose da lontano l'anziana donna.

I tre uomini la salutarono tristemente con la mano e partirono ondeggiando.

Quando babushka rientrò in casa si sentì stringere il cuore. Lasciò la scopa in un angolo, i piatti sporchi nel lavello e le briciole sotto il tavolo e andò ad aprire un armadio on salotto. Nel guardare gli scaffali davanti a lei, trasse un profondo sospiro: erano ricoperti di giocattoli di ogni forma e colore. Babushka vi fece scorrere le dita sopra con sguardo affettuoso rimuovendo uno strato di polvere. - I giocattoli del mio bambino sarebbero un regalo perfetto per il re appena nato, - mormorò.

A Babushka ci volle tutta la notte per lavare, asciugare e lucidare i giocattoli, ma alla fine sembravano proprio che fossero nuovi.

Quando i primi raggi di sole filtrarono attraverso le sue finestre, la donna infilò i giocattoli nella borsa della spesa, si mise il cappotto e il foulard, aprì la porta di casa e se la richiuse alle spalle, dopo di che imboccò la strada.

Babushka camminò senza sosta tra vilaggi, paesi e città. Perse il senso del tempo, ma una notte si accorse che la stella era avanita dal cielo. Qualche giorno dopo giunse nella città di Betlemme. - Avete visto tre uomini che viaggiano a dorso di cammello in cerca di un bambino? - chiese a un oste del posto.

- Be', sì, - ripose l'oste. - Sono passati di qui poco tempo fa: il bambino è nato proprio in quella stalla laggiù, - disse indicando una misera capanna dietro la sua locanda. - Non si sono fermati molto, e meno male, perché appena se ne sono andati è giunto anche un gruppo di pastori per vedere il bambino. - L'oste rise. - Certo che se fossero venuti tutti assieme qui ci sarebbe stata una bella folla! Ma purtroppo siete arrivata in ritardo: la scorsa settimana, quando i visitatori se ne sono andati, anche il bambino è stato portato via dai suoi genitori.

Babushka guardò la stalla vuota e la sua borsa piena di giocattoli. - Andrò a cercare il piccolo, - decise. - Gli darò i miei regali e gli chiederò di essere anche il mio re -. Poi girò i tacchi e si incamminò a grandi passi decisi...

Babushka è ancora lì che si aggira per il mondo in cerca del re bambino.

Mentre vaga di casa in casa nessuno la nota, ma quando vede una bambina o un bambino infila una mano nella borsa della spesa e lascia un giocattolo accanto al suo letto.

I bambini, però, trovano i regali di Babushka solo un giorno all'anno: il giorno di Natale, il compleanno di Gesù, il bambino nato nella stalla.

 

Eloise Lonobile (classe 1976) vive e lavora. La passione per la letteratura, perfezionata con una Laurea all'Università di Pisa, accompagna da sempre la sua vita. Letteratour ne è il prodotto principale.

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