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Letteratura e fiori
significato e simbologia dei fiori

da un'idea di Irene Tarantino

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L'assenzio

Storia: L'assenzio appartiene alla famiglia delle Artemisie, nome che deriva dalla dea Artemide, dea preposta alla maternità. Il nome di queste piante, infatti, allude all'uso che se ne faceva in campo ginecologico. L'assenzio (Arthemisia absinthium) è conosciuto già con questo nome (absinthion) nell'antichità greca ed è nominato nel papiro Ebers dell'antico Egitto (1600 a. c.). Gli vennero subito attribuite proprietà terapeutiche grazie anche al caratteristico ed inconfondibile odore.

Letteratura: La piante contiene principi attivi capaci di stimolare l'appetito e le funzioni gastriche, anche se l'uso deve essere controllato affinché non insorgano assuefazioni e disturbi nervosi, premonitori dell'intossicazione. Il liquore, noto come absinthe o liquore di assenzio, è ottenuto con la distillazione e l'aggiunta di principi attivi di altre piante. L'abuso di questi distillati procura seri danni alla salute.

Simbolo: Donare il fiore dell'assenzio augura felicità a chi lo riceve.

 

La camelia

Storia: La camelia proviene dalla Cina e dal Giappone, dove ne crescono di numerose varietà. In Europa fu importata da Camel G. J. e si diffuse a partire dal secondo '700. Durante tutto il Romanticismo e nel '900, la camelia è un fiore quasi sempre presente nei giardini europei.

Letteratura: La popolarità di questo fiore è intimamente legato alla letteratura, in particolare al romanzo di Alexandre Dumas, La signora delle camelie, dove si racconta come una elegante donna mondana avesse l'abitudine di portare una camelia sul vestito per indicare ai suoi amanti la sua disponibilità ad amare: se il fiore era bianco, ciò significava che era disponibile; se era rosso, significava che era indisposta. Da allora, si diffuse la moda di portare una camelia per ornare scollature ed orli per le signore, e la stessa signora Channel intromise questa abitudine sui suoi tailleur prestigiosi.

Simbolo: La camelia è simbolo di costanza in amore e di grazia, di bellezza. Se è bianca, significa stima e ammirazione; se rossa, amore e speranza.

 

La camomilla

Storia: Sin dall'antichità erano note le proprietà di questo fiore. La camomilla per la sua forma molto simile a quella del sole fu amata subito dagli egiziani, i quali la impiegarono per curare gli stati febbrili e la malaria. Tracce di polline di camomilla sono state ritrovate nell'imbottitura della mummia di Re Ramsete secondo, infilate lì con l'intenzione di infondergli il coraggio e la calma per affrontare la vita ultraterrena. Sia il medico greco Dioscoride che il naturalista romano Plinio la consigliavano come rimedio per problemi renali ed epatici.

Leggende: La camomilla era ritenuta, dai giardinieri del passato, capace di "sanare" le altre piante sofferenti e più deboli; era sufficiente che suoi cespugli venissero collocati in prossimità degli arbusti e alberi malati per vedere già dopo poco tempo risultati soddisfacenti.

Simbolo: La camomilla è considerata la pianta emblema della resistenza alle difficoltà. Un vecchio proverbio consiglia di affrontare la vita "come fa un tappeto di camomilla, che più è calpestato e più si propaga". In questo è simile alla margherita, alla quale somiglia, che ha il significato di pazienza.

 

Il ciclamino

Etimologia: Il nome deriva dal greco kuklos che vuol dire "cerchio" e, proprio per questo, alcuni studiosi, associando la forma del fiore e il termine etimologico all'utero femminile, ritenevano che la pianta fosse capace di facilitare il concepimento. Sicuramente il nome allude allla tendenza dei peduncoli che portano il fiore ad attorcigliarsi ad anello.

Storia: Secondo Teofrasto questo fiore stimolava la sensualità e l'eccitazione amorosa. In passato si pensava che l'estratto di ciclamino fosse un toccasana contro i morsi dei serpenti più velenosi; di qui l'attribuzione al fiore di poteri magici, la capacità di allontanare il maleficio e di influire sulle vicende amorose. L'essenza del ciclamino è ritenuta portafortuna.

Simbolo: Nel linguaggio dei fiori vuol dire diffidenza, proprio perché nonostante la sua bellezza e i suoi presunti poteri magici, le sue radici contengono una, seppur minima, quantità di veleno.

 

Origini: È un fiore antichissimo di cui sono stati ritrovati resti che risalgono all'epoca neolitica. Spontaneo in tutti il bacino mediterraneo, quello azzurro-blu è spesso collegato ai campi di grano maturo e ai papaveri nell'iconografia italiana dell'ultimo secolo.

Leggenda: A questo fiore, il cui nome specifico è Centaurea cyanus, si riferiscono molte leggende: la più antica vuole che la dea Flora, innamorata di Cyanus, avendolo trovato morto in un campo pieno di fiordalisi, abbia voluto che i fiori prendessero il nome del suo amato. Il nome Centaurea invece deriva dal centauro Chirone che, ferito ad un piede da una freccia avvelenata, attirato tra le braccia di una ninfea, fosse stato da lei trasformato in fiordaliso. Un'altra versione narra che il centauro si curò con il succo tratto dal fiore.

Significato: In Oriente, se gli innamorati regalano all'amata un fiordaliso, è perchè vogliono esprimerle la speranza di ottenere felicità da lei. Rappresenta infatti la felicità nel linguaggio dei fiori ed è probabile che un riferimento tanto ambito gli derivi dal soprannome, spesso usato nei secoli scorsi, di "erba degli incantesimi". C'è chi, ispirato dei petali leggeri, gli ha attribuito il significato di leggerezza.

 

Il garofano

Mitologia: Questo fiore dall'aroma sensuale e speziato è legato alla Dea della caccia, Diana: un giovane pastore innamorato follemente della Deaè stato dalla stessa prima sedotto e poi crudelmente abbandonato; dalle lacrime versate del giovane che morì per la passione si narra nacquero questi bellissimi fiori. Anche la tradizione cristiana riporta che dalle lacrime di Maria addolorata ai piedi della croce del Cristo nacquero dei garofani.

Poteri curativi: Numerosi sono i poteri attribuiti agli infusi ricavati con l'essenza del fiore: lo si considera infatti un toccasana contro i malanni di stagione e la febbre, come anche un sollievo per le sofferenze d'amore.

Significato: Nel linguaggio dei fiori il significato del garofano varia a seconda colore dello stesso. Se bianco esprime fedeltà, se rosso amore passionale e impetuoso, se giallo eleganza, se rosa fedeltà e amore reciproco, se screziato fiducia.

 

Il giglio

Storia: Conosciuto sin dall'antichità, ritroviamo il giglio menzionato nell'Iliade, quando Ettore si propone di bucare la pelle di Aiace "delicata come il giglio" e nelle opere di Erodoto, il quale narra di strani bastoni con pomo a guisa di giglio utilizzati dai Babilonesi per passeggiare. Presso la civiltà ebraica esso viene più volte nominato nel "Cantico dei Cantici" e la chiesa cattolica ha adottato questo fiore come simbolo della Vergine.

Mito: I greci, ammaliati dalla bellezza del giglio bianco, gli attribuivano un'origine divina, secondo la quale questo fiore era nato dal latte di Giunone. Mentre la dea nutriva Ercole, concepito insieme a Giove, una goccia di latte sarebbe caduta dal suo seno e avrebbe dato origine al giglio. Poi Venere, gelosa del candore di questo fiore, avrebbe fatto cadere nel suo bianco calice i lunghi stami gialli che lasciano sulle dita dei curiosi un polline d'oro.

Simbolo: Per antonomasia il giglio simboleggia la purezza, l'innocenza ed il candore, dovuto probabilmente al colore a cui spesso lo troviamo associato: il bianco.

 

Il girasole

La leggenda: Secondo una tradizione inca, i figli del dio Sole partirono alla volta della Terra per salvare gli umani dalla loro condizione selvaggia e brutale portando con sé un cuneo d'oro e l'immagine del padre raffigurata in un fiore, il girasole. I due fratelli decisero di stabilire la loro dimora là dove il cuneo si fosse piantato senza sforzo nella terra. Ciò accadde in Perù, nella valle chiamata Cuzco, ovvero "ombelico", dove i figli del dio Sole si fermarono, piantarono il girasole e regnarono per lungo tempo in modo magnanimo e tollerante.

Arte: Il girasole, una volta importato dal Perù, viene adottato come simbolo ornamentale e di frequente rappresentato su stoffe, inciso su metalli e forgiato nel legno soprattutto in età vittoriana e all'epoca del Re Sole. Oscar Wilde lo adopera come simbolo del movimento estetico da lui fondato, mentre nel novecento questo fiore popola i componimenti di alcuni poeti come Montale e di romanzieri come D'Annunzio. Il pittore che senz'altro fu maggiormente suggestionato dal potere evocativo del girasole fu Van Gogh nelle cui opere tale fiore ricorre di sovente.

Significato: Se presso le civiltà precolombiane e gli egiziani il girasole era il simbolo della divinità e simboleggiava il dio Sole, in Europa questo fiore assunse ben presto significati negativi rappresentando falsità ed amori infelici. Alcuni attribuiscono queste connotazioni negative ad un senso di colpa collettivo ed ancestrale degli uomini per essere entrati in possesso di un fiore divino.

 

Il narciso

Mito: Durante una delle sue missioni di caccia Narciso incontra la ninfa Eco, la quale si innamora presto di lui. Narciso, però, non si fa da lei più rivedere e la ninfa, consunta dal dolore, si riduce ad un'ombra della quale non rimane altro che la voce. La dea della vendetta Nèmesi per riscattare Eco, conduce allora Narciso sulla sponda di un fiume, le cui acque rimandano al ragazzo come uno specchio l'immagine di sé stesso. Narciso, vinto dall'ammirazione per la sua stessa bellezza riflessa, non trova più la forza di separarsene, morendo lì e trasformandosi in un fiore che da lui prende il nome.

Storia: Originario della Persia, il narciso fu introdotto in Cina nell'ottavo secolo, attraverso la via della seta. Gli egiziani vi decoravano i propri defunti, infatti questi fiori sono stati ritrovati nelle loro tombe in ottimo stato di conservazione da più di 3000 anni. Nell'antica Grecia il narciso era noto per il caratteristico profumo intenso capace di stordire, da cui la derivazione dal greco della parola "narcotico". Per la presenza di una sostanza particolarmente velenosa, la narcissina, nella mitologia greca il fiore venne dedicato a Demetra e alla sorella Ecate regina dell'Ade.

Significato: Il narciso, in linea con quanto narra la mitologia, simboleggia l'autostima, la vanità e l'incapacità di amare.

 

La ninfea

Storia: I Greci attribuivano alla ninfea proprietà afrodisiache, mentre gli Egiziani lo utilizzavano per ornare le pareti delle tombe. Presso I paesi anglosassoni viene chiamata "giglio d'acqua".

Leggende: "C'era una volta una ninfa bellissima che abitava nelle acque argentee di un lago. Un giorno si innamorò di lei Raggio di Sole, che le si presentò nel suo abito d'oro splendente. La ninfa si sentì misera ed oscurata da tanta luce e si vergognò del suo abituccio di perle. Perciò discese nel fondo del lago, dove erano nascoste tante ricchezze, si riempì le mani d'oro e volle tornare alla superficie per mostrare quella ricchezza a Raggio di Sole; ma non riusciva a risalire verso l'alto perché l'oro la trascinava giù facendola sprofondare nel fondo melmoso del lago. Il fango la sommerse poco a poco e ben presto la ninfa scomparve: di lei rimasero soltanto le candide mani piene d'oro. Il povero Raggio di Sole innamorato, cercò disperatamente la sua ninfa, la cercò su tutta la superficie del lago, ma non riuscì a vedere che una foglia a forma di cuore, con dei fiori bianchi che avevano nell'interno tanto oro. Di giorno i fiori si aprivano per offrire a Raggio di Sole i loro tesori, di notte si chiudevano per custodire l'oro fino al giorno dopo. La ninfa si era trasformata in un fiore: la Ninfea".

Simbolo: Presso i Greci era simbolo dell'amore non corrisposto e dell'amore platonico, mentre in Oriente, poiché alcune specie di ninfea si chiudono di notte e si riaprono con il sorgere del sole, è simbolo dell'alba. In Occidente, la ninfea rappresenta la castità, la purezza e la freddezza.

 

Il papavero

Significato e leggende: la tradizione mitologica narra che Demetra, dea delle messi e dei raccolti, disperata dopo la perdita della figlia, riuscì a trovare conforto solo bevendo infusi di papavero. Questo fiore, quindi, simboleggia la consolazione, significato accanto al quale spesso è annoverato quello della semplicità.

Storia: sin dall'antichità sono state riconosciute al papavero proprietà terapeutiche ed euforizzanti. Gli Egizi lo utilizzavano come antidolorifico, mentre in Grecia, essendo i semi del papavero considerati portatori di salute e forza, gli atleti ne bevevano una pozione energizzante prima delle gare a base di miele e vino. L'uso del papavero da oppio come droga dilaga nell'Europa dopo la Rivoluzione Industriale e si diffonde fra artisti ed intellettuali come Baudelaire, Byron e Dickens.

Ricetta:
Torta con semi di papavero:
200 g di zucchero, 8 uova, 200 g di mandorle o nocciole macinate, 200 g di semi di papavero macinati, 1 bustina di zucchero vanigliato, 1 pizzico di cannella, succo di 2 limoni, 1 spruzzata di rum, 2-3 mele.
Procedimento: Lavorate le uova intere con lo zucchero fino ad ottenere un insieme spumoso. Unite, sempre mescolando, le mandorle o le nocciole, i semi di papavero, lo zucchero vanigliato, la cannella, il succo di limone e il rum. All'ultimo aggiungete le mele grattugiate. Versate il tutto in un grande stampo imburrato e infarinato e fate cuocere in forno a calore moderato.

 

La rosa

Leggenda: La rosa era anticamente consacrata alla dea Venere, le cui statue venivano cosparse di questi fiori in segno di devozione. La mitologia narra che il colore delle rose in origine era bianco. Le rose rosse, invece, sarebbero derivate dal sangue di Adone, ucciso da un cinghiale per volere di Marte, geloso della sua relazione con Venere.

Letteratura: la rosa è il fiore più cantato dai poeti e celebrato dagli antichi scrittori. Nella Bibbia si nomina questo fiore nel Cantico dei Cantici, mentre Omero apostrofa Aurora, la dea del mattino, dalle "dita di rosa". Dante paragona l'amore paradisiaco al centro di una rosa, mentre Shakespeare cita questo fiore nell'Enrico IV e in Molto rumore per nulla. Anche scrittori moderni come Eco e Saint-Exupéry hanno utilizzato questo fiore ed il suo potere evocativo e simbolico, sia in veste di personaggio di un romanzo, sia come titolo di un'opera.

Significato: come per tutti i fiori, ma per la rosa in particolare, il significato varia a seconda del colore: la rosa rossa simboleggia la passione, quella bianca il mistero, la rosa thea la gentilezza e quella gialla la gelosia.

 

Il tulipano

Etimologia: dal greco turban, turbante, probabilmente a causa della sua forma.

Leggenda: secondo un'antica leggenda persiana, un giovane di nome Shirin partì in cerca di fortuna lasciando la sua amata Ferhad. La ragazza attese per lungo tempo il suo ritorno, poi, disperata, partì a sua volta alla ricerca dell'innamorato. Vagò per molto tempo e soffrì la fame, il freddo, la sete, finché un giorno non cadde su pietre aguzze e pianse con la consapevolezza che sarebbe morta senza rivedere Shirin. Le lacrime si mescolarono al sangue e cadendo in terra si trasformarono in fiori rossi: i tulipani.

Significato: il tulipano selvatico simboleggia il primo amore, mentre nell'arte e nella poesia questo fiore ha rappresentato spesso l'onestà, l'incostanza, l'amore perfetto, la mancanza di discernimento. L'apparente contraddizione dei significati attribuiti al tulipano si pensa debba essere attribuita ai molteplici e contrastanti stati d'animo che vengono sperimentati durante un amore.

Storia: portati in Europa dall'ambasciatore austriaco ad Istambul, i tulipani riscossero notevole successo presso le corti europee tanto che presso le classi borghesi i loro bulbi costituirono la dote di alcune ragazze in età da marito. Fu in Olanda che si creò ben presto un vero e proprio culto del tulipano. Fu, infatti, creata un'unità di misura che serviva appositamente per stimare la qualità dei bulbi, il "persit", ed inoltre, sempre i bulbi, furono oggetto di quotazioni in borsa.

 

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