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Pubblicata per la prima volta, nell’anno 2000, sulle pagine di “Le Monde Diplomatique”, supplemento del quotidiano “Il Manifesto”, Mentre lei sogna è la lettera che lo scrittore e saggista inglese John Berger inviò all’allora Sindaco di Lione, Raymond Barre, in merito al piano di riassetto del centro della città che prevedeva lo smantellamento delle carceri, di epoca ottocentesca, di Saint-Joseph e di Saint Paul. La proposta dell’autore era quella di trasformare l’area dismessa in parco cittadino, precisamente un meleto, la cui fioritura primaverile avrebbe richiamato in vita i sogni sognati all’interno del carcere.
Se per ekphrasis (o ècfrasi) intendiamo la descrizione letteraria di un’opera visiva, allora dobbiamo apprezzare l’opera di Patrizia Bettarelli che, in una sorta di rovesciamento delle parti, ha messo a disposizione di un testo così bello e impegnativo, Mentre lei sogna di John Berger, le sue immagini nelle quali il respiro lirico e la tensione etica contenuti nel testo dello scrittore inglese, vengono confermati e visti in una nuova luce.
L’interpretazione per immagini del testo di J. Berger comprende tredici tavole in cui Patrizia Bettarelli traspone figurativamente alcuni passaggi significativi di “Mentre lei sogna”. Ne proponiamo alcune in cui si rivela una sensibile compenetrazione nello spirito del testo: quando voci, sogni e desideri circolano liberamente e come pesci scivolano tra le sbarre superando ogni costrizione.
Qual è, secondo lei, signor sindaco, l’edificio che ospita il più gran
numero di sogni? La scuola? Il teatro? Il cinema? La biblioteca? L’Hotel
Intercontinental? La discoteca? E se fosse il carcere?
Innanzi tutto, un carcere moderno è fondato su tutto un insieme di sogni:
il sogno della Giustizia civica, il sogno della Riforma, il sogno della
Polis della Virtù civica. E poi ci sono i sogni sognati adesso, notte per
notte. Che certo comprendono anche gli incubi e il terrore dell’insonnia.
In talune circostanze, l’insonne può, come il sognatore, perdere ogni
senso fisico del tempo e del luogo. All’interno delle mura, al di là
degli stretti cunicoli, c’è il grande sogno permanente dell’Evasione; e
tra i secondini, l’incubo permanente della Rivolta di un prigioniero.
Chi era Delandine? Potrebbe essere stato il soprannome di una donna. La sola cosa certa è che ha dato il nome a una strada, una breve viuzza che separa le due prigioni.
Dopo mezzanotte e nei fine settimana, questa via, di giorno per lo più deserta, è invasa da gente che viene a parlare, a lanciare parole, al di là delle alte muraglie, ai carcerati rinchiusi lì dentro.
Le voci provenienti da rue Delandine interrompono la storia.
- Dì ad Alex di mandare i soldi.
- Gliel’ho detto.
- Digli che se non lo fa, si sentirà puzza di bruciato.
- Ti aspetterò, Jacko. Ti amo Jacko. Ti amo. Il tempo non conta, Jacko, io ti aspetto.
- Perdonami, Toni, mi senti? Perdonami!
- Mi senti, Gilles? Gilles, dimmi che mi senti. Gilles, oggi ti ho mandato un pacco con tutta la roba da mangiare che hai chiesto...
Lei sta ancora sognando, signor sindaco, ne sono certo. Se ho ben compreso la prima fase del suo vasto piano di riassetto del centro di Lione (un piano al quale ha dato il magico nome di "Confluenza"), è la demolizione delle carceri di Saint-Joshep e di Saint-Paul.
Che cosa mettere al loro posto? Posso darle un suggerimento? L’area occupata dai due grandi stabilimenti carcerari non è molto grande: meno di due ettari. Immagini questo luogo trasformato in un meleto, che potrebbe servire da parco pubblico. Per la prima volta al mondo ci sarebbe un meleto nel cuore di una grande città!
E la fioritura primaverile, e i frutti di fine ottobre richiamerebbero alla memoria tutti i sogni sognati qui.
E' nata a Roma dove ha fatto studi artistici (Liceo Artistico,
Istituto d’Arte e Accademia di Belle Arti). Dopo aver disegnato giardini, lavorato
come decoratrice d’interni, restauratrice e cresciuto due figli, ha riscoperto il
piacere del disegno seguendo corsi di illustrazione con maestri italiani ed
internazionali.
Vive e lavora nella campagna Sabina, appena fuori Roma, circondata da alberi e
animali.
www.patriziabettarelli.com
https://www.pinterest.it/patriziabetta/
https://www.facebook.com/patrizia.bettarelli.77
EXHIBITION/AWARDS
Antonio Lagrasta (Corato, 01/10/1940) è vissuto al nord e si è trasferito nel 1992 a Monterotondo. Laureato in filosofia, ha insegnato nelle scuole statali. Si occupa di narratologia e di critica letteraria e cinematografica. Per alcuni anni ha condotto corsi di scrittura creativa presso l'Università Popolare Eretina con la speranza di diffondere un maggior rispetto della lingua. Continua a collaborare con l'università affrontando temi come "Il mito e le sue riattualizzazioni", "Fare filosofia attraverso i film", "Un'idea dei Balcani".
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