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Quand le ciel bas et lourd pèse
comme un couvercle
Sur l'esprit gémissant en proie aux longs ennuis,
Et que de l'horizon embrassant tout le cercle
Il nous verse un jour noir plus triste que les nuits;
Quand la terre est changée en un cachot humide,
Où l'Espérance, comme une chauve-souris,
S'en va battant les murs de son aile timide
Et se cognant la tête à des plafonds pourris;
Quand la pluie étalant ses immenses traînées
D'une vaste prison imite les barreaux,
Et qu'un peuple muet d'infâmes araignées
Vient tendre ses filets au fond de nos cerveaux,
Des cloches tout à coup sautent avec furie
Et lancent vers le ciel un affreux hurlement,
Ainsi que des esprits errants et sans patrie
Qui se mettent à geindre opiniâtrément.
- Et de longs corbillards, sans tambours ni musique,
Défilent lentement dans mon âme; l'Espoir,
Vaincu, pleure, et l'Angoisse atroce, despotique,
Sur mon crâne incliné plante son drapeau noir.
Versione tradotta
Quando il cielo basso e greve pesa come un coperchio
sullo spirito che geme in preda a lunghi affanni, e versa, abbracciando
l'intero giro dell'orizzonte, un giorno nero più triste della notte;
quando la terra è trasformata in umida prigione dove la Speranza,
come un pipistrello, va sbattendo contro i muri la sua timida ala
e picchiando la testa sui soffitti marci;
quando la pioggia, distendendo le sue immense strisce, imita le
sbarre d'un grande carcere, e un popolo muto d'infami ragni tende
le sue reti in fondo ai nostri cervelli, improvvisamente delle campane
sbattono con furia e lanciano verso il cielo un urlo orrendo, simili
a spiriti vaganti e senza patria, che si mettono a gemere ostinatamente.
- E lunghi trasporti funebri, senza tamburi né bande, sfilano lentamente
nella mia anima; vinta, la Speranza piange; e l'atroce Angoscia,
dispotica, pianta sul mio cranio chinato il suo nero vessillo.
(Traduzione rivisitata tratta da: Remo Ceserani, Il materiale e l'immaginario, ed. Loescher)
Titolo:
"Spleen" è una parola inglese che inizialmente significava "milza", quindi "bile"; successivamente il termine assunse il significato di "malinconia", "disgusto", "tedio esistenziale", sulla base delle antiche teorie mediche che situavano proprio nella milza la causa della sindrome depressiva. Già dal semplice titolo si intuisce qual è il tema principale della poesia, espressione, appunto, di un malessere esistenziale, di una incapacità di reagire alla noia paralizzante.
Struttura:
La poesia è composta da 5 strofe di quattro versi ciascuna (quartine). I versi sono alessandrini (verso classico della letteratura francese).
Tutta la poesia si articola in due sole proposizioni (o "frasi"). La prima frase si sviluppa lungo le prime quattro strofe, ed è composta da tre proposizioni subordinate (strofe 1, 2 e 3) più una proposizione principale. Le subordinate sono molto simili tra loro: tutte cominciano con lo stesso avverbio di tempo (Quando...) e si sviluppano attraverso vivide metafore (il coperchio, il pipistrello, la prigione). Questa somiglianza, la ripetitività di una stessa struttura, insieme al fatto che le subordinate sono poste tutte e tre prima della proposizione principale (strofa 4), crea un clima di attesa, una certa suspense per quanto riguarda il seguito del discorso. Questa "attesa" ha un nome ben preciso nel gergo letterario : si tratta di un climax, per cui la disposizione in modo ascendente di certi elementi sintattici crea un "clima" di tensione, di aspettativa. La tensione accumulata lungo le tre prime strofe, volutamente pesanti in struttura e contenuti, esplode nella quarta strofa, nella proposizione principale.
L'ultima strofa, che è anche l'ultima frase della poesia, nonostante abbia una propria indipendenza sintattica (ed anche visiva: c'è uno spazio bianco tra le varie strofe), è legata alle altre dall'uso del segno tipografico " - " e dalla congiunzione con la quale comincia ( - E... ). Essa rappresenta una conseguenza delle strofe precedenti, una specie di "rilassamento" finale dopo l'esplosione del climax.
Campi semantici principali:
L'antitesi è presente in maniera interessante in questa poesia, e rappresenta uno dei maggiori tratti caratteristici della poetica di Baudelaire.
Osservazioni conclusive:
* E' Leo Spitzer, un critico eminente, che ha fatto questa interessante similitudine tra la poesia di Baudelaire e lo schema musicale a tre tempi.
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