Elsa
Morante
L'isola di Arturo
di Eloise Lonobile
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Re e stella del cielo
Uno dei miei primi vanti era stato il mio nome. Avevo presto imparato
(fu lui, mi sembra, il primo a informarmene) che Arturo è
una stella: la luce più rapida e radiosa della figura di
Boote, nel cielo boreale! E che inoltre questo nome fu portato pure
da un re dell'antichità, comandante a una schiera di fedeli:
i quali erano tutti eroi, come il loro re stesso, e dal loro re
trattati alla pari, come fratelli.
Purtroppo, venni poi a sapere che questo celebre Arturo re di Bretagna
non era storia certa, soltanto leggenda; e dunque, lo lasciai da
parte per altri re più storici (secondo me, le leggende erano
cose puerili). Ma un altro motivo, tuttavia, bastava lo stesso a
dare, per me, un valore araldico al nome Arturo: e cioè,
che a destinarmi questo nome (pur ignorandone, credo, i simboli
titolati), era stata, così seppi, mia madre. La quale, in
se stessa, non era altro che una femminella analfabeta; ma più
che una sovrana, per me.
Analisi testuale
Titoli e struttura:
Il racconto è articolato secondo
una ricca suddivisione in titoli.
Il titolo del romanzo, L'isola di Arturo, ci dice che la
storia ha come oggetto uno spazio ben preciso, di solito associato
ad un'idea di chiusura, di intimità (l'isola), la cui appartenenza
a qualcuno è chiara (l'isola è di Arturo). Il sottotitolo
iniziale, Re e stella del cielo, è più difficile da
capire immediatamente; rimanda comunque a due cose normalmente considerate
importanti, o elevate e preziose.
Il passo che abbiamo scelto, che rappresenta l'inizio del romanzo,
è composto da due paragrafi, il secondo dei quali comincia
con un avverbio (purtroppo) che indica un rivolgimento nel discorso
e un senso di nostalgia.
Stile narrativo:
Il narratore è interno alla vicenda
e parla in prima persona; è il protagonista stesso a raccontare
la storia.
L'inizio del romanzo si caratterizza per una entrata brusca nell'argomento.
Non si spiega né chi parla, né qual è il soggetto
della storia, ma si comincia subito col fare incontrare il lettore
col suo personaggio. Quest'ultimo non è definito in alcun
modo, e al lettore non resta che sentire cosa ha da raccontare per
capire chi è. Ma già dalle prime frasi si delinea
chiaramente la sua personalità.
Temi principali:
- Il nome: presente già
nel titolo, il nome diventa una presenza vera e propria fin dalla
prima frase del romanzo (Uno dei miei primi vanti era stato
il mio nome). Ad esso sono associati prima una stella
ed un re dell'antichità (ecco spiegato il titoletto!)
(paragrafo 1), poi un valore araldico, legato alla figura della
madre (par. 2).
- Il valore, la nobiltà, la preziosità:
si parla di un re dell'antichità, di eroici
fedeli (par. 1), ed infine di una madre considerata più
che una sovrana dal narratore (par. 2). Il narratore stesso,
tramite l'avvicinamento del proprio nome a quello di una stella
e di un re, si pone nella schiera degli uomini preziosi e valorosi.
- L'ignoranza: ignorante non è
soltanto la madre del narratore, femminella analfabeta
(par. 2), ma lo stesso narratore (o almeno lo era in passato),
il quale deve ricorrere ad altre persone per sapere qualcosa:
sono altri che lo informano del significato del suo nome, altri
a dirgli che il suo nome è stato scelto da sua madre, ecc.
- Il passato: tema fondamentale,
il passato è sia vicino che lontano, e conferisce a tutto
ciò che ingloba un'aria di mistero e di eccellenza (vedi
il valoroso re omonimo del protagonista che appartiene all'antichità);
la storia vera, la leggenda sono anch'esse parole legate alla
dimensione del passato.
- Il mistero: diretta conseguenza
del tema dell'ignoranza e di quello del passato, il mistero è,
per il protagonista, tutto ciò che è irraggiungibile.
Ma nel testo non vi sono solo elementi misteriosi per il protagonista:
anche il lettore è posto di fronte ad un forte mistero,
la presenza di un «lui» non meglio definito, inserito
nel discorso attraverso una fugace parentesi, quasi con timore
reverenziale (par. 1).
Osservazioni conclusive:
- Tutto indica, in questi due paragrafi, che il
narratore, protagonista della storia, è molto giovane,
presumibilmente un ragazzo da poco entrato nell'adolescenza.
La sua ignoranza riguardo al passato, la volontà di sapere
il significato e l'origine del proprio nome (curiosità
tipica dei bambini), l'importanza data alla dimensione mitica,
favolistica, all'eroismo, il suo stesso rifiuto delle leggende,
giudicate cose puerili (par. 2), infine l'amore indiscusso professato
per la figura materna sono chiaramente legati ad una personalità
ancora immatura, in formazione.
- Diretta conseguenza della giovane età
del protagonista, la mescolanza del mondo della fantasia
con quello della realtà è una caratteristica
importantissima del testo. Arturo, questo nome associato ad una
stella meravigliosa, la più rapida e radiosa della figura
di Boote, e ad un re altrettanto eccelso, sembra perdere improvvisamente
valore a contatto con la realtà: «Purtroppo, venni
poi a sapere che questo celebre Arturo non era storia certa...».
Ma il disincanto della favola provocato dall'irruzione del reale
è presto compensato da un'altra favola, altrettanto radiosa:
quello della madre, della regina per eccellenza, della femminella
analfabeta che è però capace di intuizioni divine.
- Sempre legato alla fanciullezza, un altro elemento
conferisce al testo un carattere particolare: la dimensione
intima, familiare dello spazio in cui si muove il personaggio.
Certo, due soli paragrafi non possono bastare a rendere conto
di un intero romanzo, ma già dall'inizio possiamo vedere
che il mondo di Arturo si riduce a poche persone: un lui potentissimo,
talmente importante da essere presentato in un inciso (la parentesi),
ed una figura materna altrettanto fondamentale, sulla quale si
riversa un forte affetto; è questa la base di un nucleo
familiare. E' vero che i pensieri del protagonista viaggiano verso
luoghi lontani, anzi lontanissimi, sia nello spazio che nel tempo
(una stella nel cielo boreale, un re dell'antichità), ma
proprio questa loro distanza accentua il senso di intimità
del mondo di Arturo. Il titolo, infine, ci conferma questa sensazione:
che l'isola di Arturo sia reale oppure no, essa connota comunque
uno spazio chiuso.
- Un ultima osservazione, non meno interessante
per il carattere del romanzo, riguarda la spontaneità
dello stile («Arturo è una stella: la più
rapida e radiosa della figura di Boote, nel cielo boreale!»).
Questa spontaneità è permessa dalla narrazione in
prima persona, ma denuncia un tratto della natura del personaggio
principale. Di nuovo, ciò deve essere collegato alla giovinezza,
all'entusiasmo tipico dei primi anni della vita.
Eloise Lonobile (classe 1976) vive e lavora. La passione per la letteratura, perfezionata con una Laurea all'Università di Pisa, accompagna da sempre la sua vita. Letteratour ne è il prodotto principale.