Marcel Proust
À la Recherche du Temps Perdu
di Eloise Lonobile
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Longtemps, je me suis couché de
bonne heure.
(A lungo, sono andato a letto di buon'ora.)
Analisi testuale
Introduzione
Il mio proposito è quello di tentare di racchiudere
in questa sola frase, che è la frase d'inizio dell'intera
opera di Proust, tanto dei significati che si trovano nel capolavoro
"Alla ricerca del tempo perduto", come se si potesse condensare
il significato di sette volumi in una frase di sole 8 parole, come
se un'analisi testuale potesse arrivare a giocare talmente bene
con il testo da sfiorare l'equilibrismo dei saltimbanchi.
Vediamo a cosa può portarci questo esperimento, tanto più
interessante in quanto Proust è famoso per i suoi lunghissimi
periodi...
***
Titolo:
Il titolo dell'opera indica già
al lettore qual è il nucleo duro dell'opera proustiana: la
ricerca di un tempo perduto. Che sia un tempo interiore
o un tempo esteriore, è un tempo che si è perduto;
esso è, quindi, legato al passato, ma al contempo è
un tempo verso il quale tende il presente e dunque il futuro.
Alla luce di questo titolo diventa molto chiaro il senso della prima
frase della Recherche.
Campi semantici:
- Il tempo: sono tre gli elementi
su cui soffermarsi: la parola longtemps ("a lungo"),
l'uso del verbo al passato prossimo, e l'espressione de bonne
heure ("di buon'ora"). Dire "a lungo"
significa non solo parlare di un'abitudine che si è avuta
per molto tempo, ma anche contrapporre un periodo passato al presente.
L'espressione "di buon'ora" indica poi l'abitudine di
andare a dormire presto, secondo un modo sano e regolare di alternare
la veglia al sonno.
- Il rapporto passato/presente:
la buona abitudine del passato, che si è avuta a lungo,
non esiste più nel presente. Grazie a quanto detto sopra,
e grazie anche al titolo stesso dell'opera, si deduce una contrapposizione
tra passato e presente dove il primo elemento è connotato
positivamente rispetto al secondo. È come se il narratore ricordasse
i bei tempi passati, di quando dormiva molto e seguiva una vita
regolare e sana, a un presente più sregolato e forse meno
sereno.
- Il sonno: il tema del
sonno, del dormire, richiamato dall'idea di "andare a letto",
è anch'esso connotato positivamente, perché appartenente
a questo passato perso, da recuperare. Il sonno, inoltre, segna
il momento in cui l'io perde coscienza del mondo esterno, e perfino
dello stesso passare del tempo, rifugiandosi in se stesso.
Osservazioni conclusive:
- Di figure retoriche, purtroppo, in questa frase
non ce ne sono. Ma vediamo come, anche solo partendo da questa
"pillola" di analisi testuale svolta su un'unica frase,
è possibile ricollegarsi a molto del materiale che la critica
normalmente associa all'opera proustiana, proprio partendo dai
campi semantici sopra citati.
- Il tempo, ovviamente, è il protagonista
del romanzo. Come tema, compare nel titolo; come costante, disegna
tutto l'andamento dell'intera Recherche, articolata in
maniera da giungere al suo ritrovamento (in senso lato). Il tempo
ricercato e poi ritrovato è il tempo dell'infanzia,
del ricordo, ma anche il tempo interiore, quello
delle proprie impressioni, quello in cui sono racchiuse le nostre
più intime sensazioni.
- Questo
ritrovamento passa attraverso due elementi entrambi necessari:
la memoria e l'arte. La memoria ci dà
la possibilità di rivivere momenti passati che associamo
a determinate sensazioni (il sapore della madeleine, riassaporato
dopo anni, ricorda al protagonista le giornate d'infanzia passate
a casa della zia malata). L'arte, rappresentata
nel romanzo dalla stessa attività scritturale del narratore
che narra la propria esperienza, fissa in eterno quel risveglio
di sensazioni che permette alla nostra memoria di riandare al
passato.
- Il
tempo che viene così ritrovato dalla memoria e fissato
dall'arte è dunque un tempo interiore, e non esteriore,
un tempo assolutamente soggettivo. Per questa ragione Proust dà
un'importanza notevole agli spazi chiusi, come può esserlo
una camera, e al rinchiudersi in se stessi per poter "ascoltare"
meglio le voci interne del nostro io. L'importanza del tema
della chiusura in una camera si fa più chiaro
se si tiene presente che lo stesso autore, affetto dalla malattia,
passa la sua breve giovinezza rinchiuso, come Noe nell'arca: «Più
tardi, mi ammalai molto spesso, e per molti giorni dovetti rimanere
nell' "arca". Capii allora che mai Noè poté
vedere il mondo così bene come dall'arca, nonostante fosse
chiusa e che facesse notte in terra».
Eloise Lonobile (classe 1976) vive e lavora. La passione per la letteratura, perfezionata con una Laurea all'Università di Pisa, accompagna da sempre la sua vita. Letteratour ne è il prodotto principale.