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Appoggio la mia mano sulla panchina, ma la ritiro subito: essa esiste. Questa cosa sulla quale sono seduto, sulla quale appoggiavo la mano si chiama una panchina. L'hanno fatta apposta perché ci si possa sedere, hanno preso del cuoio, delle molle, della stoffa, si sono messi al lavoro, con l'idea di fare una sedia e quando hanno finito era questo che avevano fatto. L'hanno portata qui, in questa scatola, e ora la scatola viaggia e sballotta, con i suoi vetri tremolanti, e porta nei suoi fianchi questa cosa rossa. Mormoro: è una panchina, un po' come un esorcismo. Ma la parola mi rimane sulle labbra: rifiuta di andarsi a posare sulla cosa. Essa rimane quello che è, con la sua peluria rossa, migliaia di zampette rosse, all'aria, diritte, zampette morte. Questo enorme ventre girato all'aria, sanguinante, sballottato - rigonfio con tutte le sue zampe morte, ventre che galleggia in questa scatola, in questo cielo grigio, non è una panchina. Potrebbe benissimo essere un asino morto, per esempio, sballottato nell'acqua e che galleggia alla deriva, il ventre all'aria in un grande fiume grigio, un fiume da inondazione; e io sarei seduto sul ventre dell'asino e i miei piedi bagnerebbero nell'acqua chiara.
Titolo:
La Nausea è un titolo che definisce una cosa, una sensazione particolare: è un malessere fisico al contempo circoscritto (nausea da mal di stomaco) e vago, indefinito (nausea come malessere generale). È un malessere fisico che si accompagna anche di un preciso stato d'animo, fatto di noia, di mollezza, di disgusto per ogni cosa. Come titolo ha un che di repulsivo; esso prepara il lettore a sentir parlare di un malessere, ma anche, forse, a provare egli stesso nausea. Ovviamente non si sa di che cosa è nausea, perché può essere nausea di tutto.
Narrazione:
Il racconto si svolge alla prima persona: il protagonista corrisponde al narratore. Questa scelta sembra legarsi bene al soggetto del titolo: la nausea è una sensazione di malessere che non si vede oggettivamente, ma si sente soggettivamente, e nessuno meglio di un IO narrante può quindi raccontarla.
Personaggi:
Se ci si riferisce soltanto a questo passo del romanzo, sulla "scena" appare soltanto il protagonista. Ma in realtà, per come si svolge la narrazione, i personaggi sono sostanzialmente tre: il protagonista narrante, la panchina (oggetto che prende vita agli occhi del protagonista) e un non meglio definito soggetto alla terza persona plurale (hanno fatto, hanno preso, si sono messi, hanno finito).
Campi semantici:
Il pullman è una scatola che viaggia e sballotta con dei fianchi enormi e tremolanti; la strada è un grande fiume grigio da inondazione. La panchina del pullman subisce numerose trasformazioni: è un animale repellente, col ventre squarciato e migliaia di zampette morte all'aria; è un ventre che galleggia nella scatola; è un asino morto che va alla deriva su un enorme fiume da inondazione. La parola, l'atto di nominare le cose, diventa sinonimo di esorcismo.
Osservazioni conclusive:
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