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Nella rasa pianura,
sotto la notte senza stelle, scura e spessa come l'inchiostro, un
uomo solo seguiva lo stradone che andava da Marchienne a Montsou,
dieci chilometri di selciato diritto che tagliava un campo di barbabietole.
Davanti a sé, non vedeva neanche la terra nera, e soltanto
i soffi del vento di marzo, dalle raffiche ampie come in pieno mare,
gelide per aver spazzato intere leghe di paludi e terre nude, gli
dava la sensazione dell'immenso orizzonte piatto. Nessuna ombra
di albero si stagliava sul cielo, il selciato si stendeva con la
precisione di una gettata, in mezzo all'oscurità accecante
delle tenebre.
L'uomo era partito da Marchienne verso le due. Camminava a passi
ampi, tremando sotto il cotone sottile della sua giacca e del suo
pantalone di velluto. Un pacchettino, annodato in un fazzoletto
a quadri, gli dava molto fastidio; e lo stringeva contro i suoi
fianchi, talvolta con un gomito, talaltra con l'altro, per far scivolare
in fondo alle tasche entrambe le mani, delle mani rosse che le lamine
del vento facevano sanguinare. Un'unica idea occupava la sua testa
vuota di operaio senza lavoro e senza alloggio, la speranza che
il freddo sarebbe stato meno intenso dopo il sorgere del giorno.
Da un'ora camminava così, quando sulla sinistra, a due chilometri
da Montsou, scorse dei fuochi rossi, tre bracieri brucianti all'aria
aperta, e come sospesi. Inizialmente esitò, preso dalla paura;
poi, non poté resistere al bisogno doloroso di scaldarsi
un po' le mani.
Titolo:
"Germinal" è
il termine che in francese designa ciò che è relativo
alla germinazione. Quando, dopo il 1789, i rivoluzionari abbatterono
la Monarchia per instaurare la prima Repubblica francese, decisero
di sostituire il vecchio calendario istituzionale con un nuovo calendario
che seguisse il ritmo naturale della successione del tempo. Il settimo
mese, che cadeva tra marzo e aprile, venne chiamato "germinale"
proprio perché era il mese in cui la natura germogliava. L'inizio della vicenda comincia proprio in questo periodo dell'anno;
si parla, infatti, del «vento di marzo» (par. 1).
Questo termine è dunque legato da un lato all'idea della
rivoluzione sociale, dall'altro a quella della rinascita, della
vita, del ciclo continuo della natura, della speranza. Tuttavia,
richiamandosi ad una rivoluzione che destò molte aspettative
ma che si concluse con un grande fallimento per le classi popolari,
l'idea di speranza che è implicito in questo titolo si accompagna
anche ad un sentimento di perdita, di illusione.
Struttura e tipologia:
Il passo rappresenta l'inizio del romanzo; è composto da due paragrafi ed è di natura descrittiva. Il primo paragrafo è la descrizione di un paesaggio; il secondo si concentra sul personaggio. Il narratore è esterno alla vicenda e parla alla terza persona.
Lo spazio:
Quello che è descritto è uno spazio che si caratterizza soprattutto per la sua orizzontalità: siamo in una «rasa pianura», davanti a «dieci chilometri di selciato diritto» attorniato solamente da «un campo di barbabietole». Tutto concorre a dare all'uomo «la sensazione dell'immenso orizzonte piatto» in cui si trova, e perciò a dare l'idea di uno spazio sconfinato e quasi surreale. La sola unità di grandezza a cui si fa riferimento è il chilometro («dieci chilometri di selciato diritto» - par. 1; «a due chilometri da Montsou» - par. 2) e questo accentua l'idea della grandezza del luogo, tenuto conto che il personaggio è appiedato.
Campi semantici principali:
Osservazioni conclusive:
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