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Introduzione. Cosa dice la legge
Questo
breve saggio si propone di essere una modesta guida alla stesura di un "saggio
breve" ed è quindi rivolto in prima battuta agli studenti
che si avvicinano con passo consapevole all'esame di stato.
La legge
10 dicembre 1997, n.425, con le disposizioni generali per la riforma
degli esami di Stato, ha introdotto ufficialmente il saggio breve nella
prassi scolastica. Il successivo D.M.356/98 del
settembre 1998, nei regolamenti delle prove d'esame, ha definito tipologie,
modalità ed obiettivi. Nell'articolo
1 del D.M., che regolamenta la prima prova d'esame, al comma 1 se
ne definiscono gli obiettivi generali:
La prima prova scritta è intesa ad accertare la padronanza della lingua italiana o della lingua nella quale si svolge l'insegnamento, nonché le capacità espressive, logico-linguistiche e critiche del candidato, consentendo la libera espressione della personale creatività.
Al comma 2 lettera B si esplicita il ventaglio di opzioni testuali a disposizione dello studente:
sviluppo di un argomento scelto dal candidato tra quelli proposti all'interno di grandi ambiti di riferimento storico-politico, socio-economico, artistico-letterario, tecnico-scientifico. L'argomento può essere svolto in una forma scelta dal candidato tra modelli di scrittura diversi: saggio breve, relazione, articolo di giornale, intervista, lettera. Per l'anno scolastico 1998/99 le forme di scrittura da utilizzarsi da parte del candidato sono quelle del saggio breve o dell'articolo di giornale;
Infine al comma 3 si indicano le competenze su cui lo studente sarà valutato nello svolgimento delle prove B,C,D :
a. correttezza e proprietà nell'uso della lingua;
b. possesso di adeguate conoscenze relative sia all'argomento scelto
che al quadro di riferimento generale in cui esso si inserisce;
c .attitudini allo sviluppo critico delle questioni proposte e alla costruzione
di un discorso organico e coerente, che sia anche espressione di personali
convincimenti.
Fin qui la legge. Vediamo ora come tali disposizioni si concretizzino nelle consegne, più o meno uguali ogni anno, che lo studente si trova davanti al momento della prova e che inquadrano le "tracce" vere e proprie:
Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. Se scegli la forma del “saggio breve”, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Da’ al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo.Se scegli la forma dell’ “articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo’. Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro).Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.
Al termine di questa parte introduttiva lo studente potrebbe
azzardare una sorridente conclusione dialetticamente hegeliana:
a) la legge pensa a me come ad un Manzoni o ad una Morante,
b) però non mi dice come si fa a diventarlo,
c) perciò hanno inventato gli insegnanti di lettere.
Parte centrale. 1) Cos'è un saggio breve
Restando nella prospettiva dell'esame di stato, il saggio
breve si può definire come quel testo di tipo argomentativo in
cui lo studente dibatte su un tema facendo riferimenti opportuni al dossier
documentativo allegato e a conoscenze personali specifiche.
Lo studente "Pippo" potrebbe opportunisticamente pensare che
saggio breve ed articolo di giornale, almeno a livello di scuola secondaria,
siano in fondo in fondo la stessa cosa. "Pippo" penserebbe
male e gli sarebbe utile invece un ovvio ragionamento deduttivo del tipo:
il Ministero dell'Istruzione forse non mi conosce bene, ma sicuramente non mi prende in giro e quindi, se nella consegna della prova d'esame mi chiede di scegliere tra saggio breve ed articolo vuol dire che i due testi non sono la stessa cosa ed io non posso svolgere l'uno come se facessi l'altro.
Ancora più opportunamente, visionando e perché no leggendo esempi concreti di testi che la comunità concorda nel qualificare come saggi e articoli, "Pippo" dovrebbe arrivare alla stessa conclusione per via induttiva: il saggio breve è altra cosa dall'articolo perché diverso nei procedimenti e nello stile. Come dice Giuliano Ladolfi :
"il saggio breve si qualifica dall'argomentazione razionale, consequenziale e dalla capacità di documentazione; l'articolo di giornale mira allo stesso fine persuasivo, ma fondandosi non sulla ragione, ma sull'aspetto emotivo, su uno stile brillante, ricco di paradossi; la documentazione costituisce non la prova delle proprie tesi, ma il punto di partenza per considerazioni personali, limitate a tre o quattro nuclei di pensiero posti in perfetta evidenza."
Poi bisogna vedere caso per caso e niente vieta che un
giornalista sia più freddamente razionale di Descartes ed un saggista
più paradossalmente brillante di Swift, ma queste parole di Ladolfi
sono condivisibili per tracciare almeno in via di principio una chiara
distinzione di fondo tra le due tipologie testuali. A tal fine si potrebbe
aggiungere che l'articolo giornalistico, oltre una maggiore libertà espressiva,
dovrebbe accentuare l'aspetto puramente informativo restando neutrale
tra le parti e lasciando al lettore l'onere di formulare una tesi.
Lo studente "Pluto", invece, potrebbe pensare che il saggio
breve sia una specie di "tema argomentativo" di decennale tradizione
scolastica. Ovviamente no, e altrimenti dove sarebbe "la riforma"?
Ecco cosa dice a proposito Ladolfi:
"Nel tema tradizionale viene fornito l'argomento sul quale si richiede di esprimere una propria tesi, argomentata e motivata, supportata da dati o da fatti o da testimonianze in grado di rafforzarne il vigore persuasivo, come avviene nelle tipologie C e D. Lo studente può condividere, condividere in parte o anche confutare la traccia, rimanendo, però, sempre strettamente legato all'argomento proposto.Nel saggio breve e nell'articolo di giornale la procedura si rovescia: il candidato, all'interno di un 'macroambito' sceglie autonomamente uno specifico argomento che intende svolgere e che chiarisce nel titolo. Egli, servendosi dei documenti e delle conoscenze personali, elabora una trattazione specifica in considerazione anche dei destinatari..."
Aggiungiamo: il tema tradizionale era scritto per nessuno,
cioè per l'insegnante, il saggio per destinatari "reali"scelti
dallo studente e c'è una bella differenza.
Il saggio breve, quindi, non è un articolo e ancor più non è il
vecchio tema scolastico, ma un testo argomentativo che espone una tesi
secondo una strategia testuale logicamente elaborata e che mira alla
persuasione di un destinatario non generico ma "reale".
Parte centrale: 2) Intermezzo argomentativo
L'argomentazione è un ragionamento che affronta
un problema sostenendo un'opinione e presentando dati ed argomenti a
favore del proprio punto di vista, con lo scopo di persuadere il destinatario
della propria validità.
La nostra mente è un software che ci mette a disposizione vari
tipi di ragionamento e, come piaceva agli illuministi, è un "opensource" per
tutti.
procedimento basato sull’esperienza e sulla sua
estensione generalizzata: da un certo numero di fatti si trae una regola
universale.
1)Ho visto un corvo ed era nero;
2)Ho visto un secondo corvo ed era nero;
3)Ho visto un terzo corvo ed era nero;
Conclusione 1: Il prossimo corvo che vedrò sarà probabilmente nero.
Oppure, in forma generalizzante,
Conclusione 2: Tutti i corvi sono probabilmente neri
da una definizione universalmente accettata (luogo comune,
proverbio, sentenza) se ne ricavano conseguenze specifiche valide nei
casi particolari.
«Tutti gli uomini sono mortali; Socrate è un uomo; dunque Socrate è mortale»
si confrontano situazioni supposte come simili, quindi si istituisce sostanzialmente un paragone:
ci si riferisce ad un'autorità morale, esperienziale
o competente; per gli studenti di solito è il contenuto degli
appunti e dei libri di testo.
Il famoso (?) inizio del Convivio dantesco: "Sì come dice
lo filosofo nel principio de la Prima Filosofia, tutti gli uomimi naturalmente
desiderano di sapere."
è un tipico argomento “per accumulo”.
Maggiore è la quantità di esemplificazione ad hoc prodotta,
migliori sono le probabilità di persuasione nei confronti dell’uditorio.
E’ una tecnica molto elementare, popolare, diffusa, tuttavia l’attenzione
va posta non solo sulla dovizia dei casi ma anche sulla loro “qualità”,
sulla aderenza rispetto al'argomento in questione.
Quando ragioniamo, discutiamo, scriviamo saggi brevi, anche non consapevolmente è con
queste armi argomentative che cerchiamo di avere ragione.
Parte centrale: 3) Come si fa un saggio breve
Quando la legge, come abbiamo visto, parla di "costruzione
di un discorso organico e coerente", si riferisce al fatto che un
saggio breve deve essere strutturato secondo una strategia
discorsiva adeguata e che lo studente deve dimostrare
di avere tale capacità. Per questo la prima cosa da fare, dopo
aver ben compreso la traccia e raccolto le idee sull'argomento, è una
mappa concettuale del contenuto del proprio saggio: se non fosse così invisa
a "Pippo" e "Pluto", oserei dire che bisogna
cominciare con la scaletta.
La scaletta di un qualsiasi testo argomentativo è questa, non è necessario
inventarsela e per il saggio breve va benissimo. Il testo deve essere
organizzato in tre parti:
A) introduzione
in cui si espone la questione
B) parte centrale
in cui si dichiarano
C) conclusione
in cui si ribadisce la tesi
Solo quando in sede di progettazione si ha ben chiaro con quali contenuti
riempiremo ciascuna voce della scaletta, allora siamo pronti per decidere
il titolo del nostro testo e per indicarne la destinazione editoriale,
ma soprattutto possiamo cominciare a redigere il testo su foglio protocollo.
Sarebbe auspicabile che in sede di scaletta fosse decisa anche l'articolazione
del testo in paragrafi.
Il paragrafo è quella porzione di testo alla fine
del quale si va a capo perché inizia un contenuto che si differenzia
logicamente da quanto scritto in precedenza: corrisponde al cambio di
sequenza in un testo narrativo. Per assicurare organicità al testo,
per evitare ripetizioni, è quindi molto importante che lo studente
progetti da subito lo spazio da dedicare ai singoli contenuti e soprattutto
che all'interno di esso sviluppi e concluda l'argomento. Allora la scaletta
potrebbe essere così:
A) introduzione
titolo 1° paragrafo (questione)
B) parte centrale
titolo 2°paragrafo (tesi)
titolo 3°paragrafo (argomento a favore della tesi)
titolo 4°paragrafo (antitesi)
titolo 5°paragrafo (argomento a favore dell'antitesi)
C) conclusione
"happy end"
Questo breve saggio è solo un'introduzione all'argomento,
molto altro ci sarebbe da dire e non è detto che non sarà fatto,
soprattutto se avrà raggiunto il suo scopo, ossia aiutare lo studente
stressato ed un po' confuso, ma razionale e ben disposto.
Il saggio breve, come qualsiasi testo concepito dal nostro software neuronale,
risulta più facile se si possiede il talento: prima o poi i neuroscienziati
troveranno la sede della corteccia cerebrale in cui lavorano le sinapsi
deputate alla redazione di saggi brevi, e allora sapremo chi ne ha di
più. Ma anche chi ne ha meno, se conosce le tecniche, se è consapevole
della strategia adeguata, può tirar fuori dal cappello cose dignitose.
Soprattutto cose da 15 all'esame di stato.
Buoni saggi brevi.
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