Nella categoria: HOME | Strumenti di critica
• Le
domande
• Le domande qualitative
• Le domande quantitative
• Mappa mentale
Il testo è una dichiarazione, un enunciato,
una risposta.
Come risposta presuppone una domanda.
La domanda è un problema.
Per chi scrive, a monte dello scrivere, porsi le giuste domande significa
definire correttamente il problema.
Definire il problema significa in gran parte risolverlo.
Il problema definito è il titolo.
La soluzione del problema è il testo.
Ma come si fa a porsi le domande?
Uno schema sempre valido è quello delle cinque w più una
h. Lo schema è stato proposto da Lasswell nel 1936 come base di
un testo giornalistico, e successivamente arricchito e modificato. Oggi
si usa in molte occasioni, dalla scrittura alla preparazione di un progetto.
Lo schema è:
what = che cosa (che cosa voglio dire o scrivere)
why = perché (con quale scopo scrivo)
who = chi (chi è il protagonista del mio testo, a chi mi rivolgo)
where = dove (dove avvengono i fatti, dove pubblicherò il mio testo)
when = quando (quando sono avvenuti i fatti, per narrare uso il passato
o il presente...)
how = come ( come scrivo, con quale linguaggio e stile, come strutturo
il mio testo).
Queste sono domande che definiscono la qualità del testo. Ad esse
vanno aggiunte alcune domande quantitative.
Quanto dovrà essere lungo il mio testo?
Quanto potrà costare?
Quanto tempo ho a disposizione per tutto il processo di scrittura?
Ognuna di queste domande può esplodere
in altre domande.
What
Che cosa scrivo? Voglio esprimermi o comunicare? Nel primo caso sono io
che decido tutto, e spero che qualcuno mi capisca. Nel secondo caso devo
adattarmi al destinatario della mia comunicazione.
Il testo è una poesia? È un racconto? È un commento
critico? Una relazione? Deve spiegare qualcosa? È una argomentazione
logica? È un elenco o una descrizione?
Why
Perché scrivo? Questa è la domanda fondamentale, ma è
anche la più trascurata da chi scrive. A che serve quello che sto
scrivendo? Sono il primo a scrivere di questo argomento, o altri l'hanno
fatto prima di me? Che cosa aggiungo o cambio rispetto a tutto ciò
che è stato scritto finora?
Il testo serve a intrattenere? A divertire? A far pensare? A informare?
A documentare? Qual è il messaggio, l'argomento fondamentale che
il lettore dovrebbe portar via con sé alla fine della lettura del
mio testo?
Who
Chi scrive? L'autore è una voce "fuori campo" o si mette
in gioco e si inserisce nel racconto? Il narratore racconta in prima persona
o in terza persona ("io stavo uscendo dal cinema quando..."
oppure "James stava uscendo dal cinema quando...")? È
onnisciente o sa solo quello che la sua parte gli consente? Conosce l'assassino
o lo deve scoprire insieme con il detective e il lettore?
Chi è il protagonista? Chi il deuteragonista? C'è un antagonista?
Una guida che conduce e assiste gli eroi della storia? Quali sono le comparse?
E il coro?
A chi ci rivolgiamo? Ad un pubblico generico o ad una nicchia particolare?
Where
Dove si svolge il nostro racconto? In un luogo reale (Milano, quartiere
Gallaratese) o irreale (il Paese delle Meraviglie)? O virtuale (Neuromancer)?
O in luoghi diversi (Wilbur Smith, "Monsone")?
Dove verrà pubblicato il mio testo? Sulla carta o sul web? Su un
giornale o in un libro?
When
Quando avvengono i fatti di cui parlo, nel passato, nel presente, nel
futuro o fuori dal tempo? Uso l'imperfetto o il presente? Uso antefatti,
flash back, salti di tempo? Nella mia pagina racconto ciò che è
accaduto in un minuto, in un giorno, in un anno, in un secolo? Uso montaggi
a incastro, saltando da una storia all'altra e sviluppandole in parallelo?
How
Come scrivo? Che linguaggio uso? Generico o specialistico? Aulico o popolare?
Tecnico o divulgativo?
Che stile uso? I periodi sono lunghi e circonvoluti o brevi e asciutti?
Uso molti o pochi aggettivi? Molti o pochi termini astratti? Cerco di
strutturare il mio testo dividendolo in paragrafi e organizzandolo in
modo gerarchico, con argomenti generali suddivisi in argomenti particolari,
o scrivo in un flusso continuo dall'inizio alla fine del testo? Uso illustrazioni
e visualizzazioni? Esempi?
Rileggo e riscrivo il mio testo per correggere errori e migliorare lo
stile? Come inizio e come finisco?
Quanto sarà lungo il mio testo? Giornalisti
e copywriter devono fare testi di lunghezza stabilita in numero di righe
o di battute. In altri casi la lunghezza è meno rigida. Tuttavia
se si può è sempre meglio ridurre i propri testi, dire di
più e meglio con meno pagine, meno periodi, meno righe, meno parole,
meno sillabe.
Se sono un professional writer, quanto sarà pagato il mio lavoro?
Se è pagato poco, devo cercare di sbrigarmi, mantenendo una qualità
accettabile. Se è pagato bene devo fornire un livello eccellente.
Quanto tempo ho a disposizione per tutto il processo di produzione del
testo (pre-writing, free-writing, re-writing)?
Ecco dunque che, se ho risposto con un po' di buon senso a tutte queste
domande (o le ho poste a tutti quelli che hanno a che fare con il mio
testo, committenti, editori, collaboratori, pubblici), avrò definito
abbastanza bene il "problema" che sarà risolto dal mio
testo. Di conseguenza il mio testo non sarà vacuo e inutile, ma
sarà la risposta essenziale e concreta ai problemi che erano stati
posti a monte del testo.
Per approfondire la teoria e la pratica della definizione dei problemi,
vedi
http://www.problemsetting.it
La struttura di un testo può essere rappresentata visivamente con una mappa mentale. Ecco la mappa di questo articolo, realizzata con Mindmanager (www.scatolepensanti.it):
Vuoi pubblicare un articolo o una recensione?
Scopri come collaborare con noi
Rosario Frasca
VAI AL BLOG
Rosella Rapa
VAI AL BLOG
Davide Morelli
VAI AL BLOG
Elio Ria
VAI AL BLOG
Anna Stella Scerbo
VAI AL BLOG
Anna Lattanzi
VAI AL BLOG