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Un saggio che investiga con uno sguardo ironico e preciso il mondo gay, rivelandone le assurdità ma anche le relazioni con l'altro mondo, quello dominante, eterosessuale.
Michelangelo Gherardi ha 33 anni; vive e lavoro in Italia, pur avendo una formazione universitaria conseguita in Francia. È laureato in Storia e Filosofia, e da molti anni si diletto nella scrittura di saggi, articoli e - nell'età dell'adolescenza, che è tanto incline ai versi - anche nella poesia. Leggere attentamente
le avvertenze (e le modalità d'uso) è
il suo primo libro a tematica gay. Ma ha in cantiere
altri due libri: Amore, a prima vista, che
costituisce la continuazione del precedente ed è
incentrato sulle relazioni omosessuali (amore, amicizia
ecc.), e Prendilo per la gola, un ricettario
dedicato ai single ed alle coppie gay. E ancora, una
guida ai locali gay (ristoranti, pub ecc.), scritta
e pensata in un modo assolutamente diverso dal solito. |
«Il Compendio di morale sull'usar tra maschi
indica due grandi categorie di ecclesiastici omosessuali, a cui tuttora,
nonostante le mutazioni del costume, possono essere ricondotte le varie
tipologie di finocchie in sacris: l'espiatrice e la mercenaria.
L'espiatrice è quella clerichecca che vive l'omosessualità
nell'ombra, come una debolezza, una colpa abominevole. Conduce una doppia
vita, a compartimenti stagni, e cerca di espiare le colpe private - se
mai ne commette - con una condotta esteriore esemplare ed un grande zelo
sacerdotale. Nella vita di tutti i giorni, si distingue per un rispetto
quasi maniacale delle norme disciplinari e delle disposizioni liturgiche:
veste rigorosamente in talare, non di rado con fascia, pellegrina e cappello
romano . Celebra le funzioni con meticolosità, curando ogni dettaglio:
inchini, genuflessioni, paramenti, arredo dell'altare… Predilige
la lingua latina e la musica sacra tradizionale e detesta i canti sguaiati,
le chitarre, gli applausi in chiesa. Predica in modo chiaro e conciso,
si fa vedere in giro per il quartiere a benedire le case in cotta e stola
ed organizza processioni e feste patronali. Il massimo della débauche
consiste nel volgere lo sguardo ai fanciulli dell'oratorio
in una sorta d'estasi ideale che non distingue nulla, mentre il capo s'inclina
in un gesto di benedizione beata che ricorda quello rivolto ad uno stuolo
di comunicande da un prelato un po' rammollito.
Un prete esemplare, si direbbe. Un po' anni Cinquanta. Certo, la veste
è un po' pretenziosa, quasi prelatizia, con filettature e bottoni
fatti a mano; i camici hanno il pizzo Rinascimento, e i paramenti sono
rigorosamente romani: piccoli segni di una compensazione rituale di ben
altri desideri… Ma chi negherebbe indulgenza a queste forme di onanismo
liturgico, finché rimangono tali?»
(dal cap. XVIII La clerichecca)
Fabio Croce Editore
Novembre 2002
Pagg. 305 - 15 €
ISBN 88-87323-68-2
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