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Incontro con Davide Riccio

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Contrario alle logiche di mercato dell'editoria, Davide Riccio, che incontriamo oggi, ci regala un racconto a metà tra la realtà e il sogno, destinato forse a non essere mai pubblicato su cartaceo.

Italo-scozzese, è nato a Torino nel 1966 e svolge attività lavorative come educatore e giornalista.
Scrive poesie dalla prima media, quando si portava Rimbaud in classe e se lo leggeva sotto il banco. Nell'adolescenza subisce il fascino di Baudelaire e dei grandi poeti simbolisti francesi e della letteratura tedesca segnata dall'immagine del Faust.
Dai 15 anni ai primi anni '90 ha suonato molti strumenti, cantato e composto, incidendo anche alcuni dischi nell'epoca del vinile.
Ha pubblicato numerosi racconti e poesie su antologie e riviste (Poesia di Crocetti, GoldenPress, ecc.) e ha collaborato spesso con giornali come pubblicista, scrivendo soprattutto articoli giornalistici e di divulgazione (La Val Susa, Torino Sera e Oblò tra gli altri). Collabora inoltre con la rivista di letteratura Vernice della Genesi ed.

Da un prospetto di realtà espresso in un'intervista.....

Un'intervista di Sandro Gros (Vernice, ed. Genesi) a Davide Riccio mette a fuoco alcuni temi sociali e politici cruciali di oggi, su cui lo scrittore si pone numerose domande.

D. L'impegno politico può essere un tema della letteratura? Può avere la stessa pertinenza e dignità di altri temi, quali la felicità, il vero, l'invenzione, lo stile, etc.?
R. Se la letteratura è una produzione non solo prosastica di una determinata civiltà, allora politico è polites, è cittadino, è cive, è civitatem, è civiltà.
D. Lo scrittore può considerarsi neutrale rispetto al potere politico? Può, almeno, collocare la sua opera neutralmente rispetto al potere politico?
R. Più che neutrale rispetto al potere politico (economico anzitutto) dove l'altro allora si presume che sia l'uomo edenico, lo scrittore può considerarsi in tal caso solo un adamita.
[...]
D. L'affermazione dei valori civili si realizza maggiormente nella costruzione delle occasioni di libertà o nella costruzione delle occasioni di autorità?
R. Se non vi fosse alcuna condizione da cui liberarsi non esisterebbe il concetto stesso di libertà, o ancor prima il bisogno. Fa male ridirlo, ma senza dicotomie, senza opposti non avremmo di che essere creature viventi né di che sfumare nello spazio intermedio. Il bene ha sempre e comunque un grosso debito verso il male. Senza, di che si glorierebbe?
[...]
D. Quali previsioni di evoluzione o di regressione si possono azzardare nella letteratura italiana oltre il Duemila?
R. Ogni prodotto artistico o letterario sarà sempre meno localizzato per effetto dei sempre più liberi flussi di coscienza nelle sintesi globali. Evoluzione o regressione sono termini impropri, a meno che non si voglia con essi giudicare le opere su una scala di valori accademici; l'evoluzione è sufficiente a significare l'insieme di mutamenti agiti o subìti nel corso del tempo, senza possibili diagrammi, dove l'asse delle ascisse siano le età e l'asse delle ordinate un valore relativamente attribuito dai consorzi umani di passaggio. Fra l'altro, nel nostro ragionare per coordinate cartesiane ortogonali nei piani ci mancherà sempre una inconfutabile origine del sistema. La partecipazione individuale al mondo si espande e comprime sempre meno condizionata da contesti culturali locali, azzardando ciascun individuo una propria e insieme universale presenza.
[...]
D. Quali rapporti un intellettuale deve tenere con il mondo della politica?
R. Il politico non è più un intellettuale? E l'intellettuale non è più consapevole delle implicazioni politiche di ogni questione? L'uomo stesso non è più intellettuale, essendo intellettuale tutto quanto riguardi l'intelletto, il quale solo consente a tutti di intendere, volere, pensare, giudicare? L'intellettualista, allora sì, antepone i valori dell'intelletto a quelli etici, estetici, pragmatici ecc. Ma è poi così vero? E' un anteporre fittizio e del tutto confutabile nei fatti di chiunque si autocompiaccia nell'intellettualismo. Gli basti il fatto che mangia beve e via dicendo.
D. La fede nelle ideologie politiche è paragonabile alla fede nella religione?
R. Sì. La fede è comunque un'adesione incondizionata a un'idea. Ma sia lode al dubbio!
[...]
D. Quali sono le virtù più importanti per un giovane?
R. Rabbia e sentimento di giustizia, curiosità e sperimentazione, anticonformismo, creatività.

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...a una visione onirica della realtà

In questo racconto, Davide Riccio narra l'esperienza onirica di un mondo diverso, eppure simile a quello della vita conosciuta, in una versione levigata e monda del reale.

IL MONDO PER SEMPRE

Quel mattino la sensazione di un lento movimento rotatorio, il sordo ronzio insonorizzato di un potente motore al di sotto, lo svegliarono. Gli occhi si aprirono su massicce travi di legno di abete rosso convogliate e raccolte al vertice di una grande cupola. Francesco volse lo sguardo verso la parete interamente finestrata: l'ampio vetro prima oscuro, attraversato dalla corrente elettrica, si schiarì, divenne trasparente e incolore; in evanescenza progressiva, come in dissolvenza di apertura, apparve un sole nascente su scaglie luccicanti di mare. Poi il clac di un dispositivo di marcia e di arresto e la casa smise di girare. In lontananza si sentivano le voci degli uccelli della costa marina: il vagito da neonato della berta maggiore e del gabbiano reale, la risata beffarda della sula e quella maligna del marangone dal ciuffo, il suono di congegno arrugginito del cormorano.
Che posto era quello, che ci faceva in quella casa da sogno che avrebbe potuto essere l'opera discoidale dell'architetto Patrick Marsili? Il letto non era il suo, quello a soppalco in acciaio. L'appartamento in centrocittà nemmeno. Lì, al risveglio, avrebbe per prima cosa vista una grande, gonfia macchia di muffa e solo scaglie di calcina umida a lato sopra l'armadio color miele; di fronte appena un vasistas con il vetro sporco sopra la porta finestra e lo smalto beige dei vecchi scuri. Anche il materasso non era il suo, e ne ebbe consapevolezza per via di un piacevole movimento di pompaggio alternato appena cominciato. Doveva essere ad aria con compressore. Un massaggio delizioso. Che avesse dimenticato d'essere a casa di qualcuno? Una curiosa mattutina amnesia? Invero, della sera dianzi non ricordava proprio nulla di particolare, di diverso dal solito.

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Curiosità

Segni particolari: è di sinistra ma se continua così diventerà anarcoide; è da 25 anni fan di David Bowie (e ancora oggi non esser stato lui gli procura una profondissima tristezza); colleziona macchinine che non sa più dove mettere e se le sogna anche di notte (tipico suo sogno ricorrente quello di entrare in un negozio di modellismo, arraffare tutte le macchinine mancanti e uscire di corsa senza pagare). Ha inoltre un cagnolino di nome Ulisse trovato il 26 dicembre 1995 sotto la neve, legato a un cassonetto dell'immondizia, ha avuto soltanto un telefonino cellulare in regalo che tiene puntualmente spento nel casetto del buffet, continuando a odiare il business della telefonia che tanto appassiona gli italiani.
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