Tra musica e parole, per Marco Saya «tutto
ciò che accade nel quotidiano e che è realmente vissuto
merita di essere raccolto in semplici e sincere parole, come pagine
di un diario».
Musica, lucidità e arte della
parola

«Saya
ci propone pensieri filtrati attraverso un'intelligenza
lucida, impregnata di sottile e tagliente ironia, che
diviene vera e propria "lirica misurata in una
metrica quasi musicale", non a caso la sua qualità
di musicista jazz irrompe in una vena letterario-poetica
nuova, fuori dagli schemi usuali della poesia tradizionale;
si leggono i suoi "pensieri" con la melanconia
trasognata di Bill Evans e con il brio satirico di Dizzy
Gillespie. Musica, lucidità e arte della parola,
formano un tutt'uno, in un composto agrodolce, affascinate
e intrigante, leggendolo, si finisce per condividere
i suoi concetti...i suoi paradossi, la sua visione della
realtà (che è poi in fondo...più
paradossale di qualsiasi descrizione!!!)»
Gacomo Piccoli, introduzione a Bambole di cera
Frammenti di nero inchiostro
«C'è poca empatia verso gli
altri che l'autore descrive come imitatori della propria
vita, anonimi inconsci che non sanno dove andranno a finire;
alcuni si salvano: sono gli artisti e gli artigiani. Tuttavia
la donna mantiene un ruolo da protagonista. È attesa,
desiderata. Mediante i sensi del corpo, la mente riesce
a trovare un senso cosmico. La donna è la musa che
permette di comporre non inni alla vita ma inni vitali che
convincono a sopravvivere. Ma è anche quella che
abbandona e isola. La vera fedele amica è una luce
ricorrente che illumina i frammenti di nero inchiostro.
Una luce che il poeta segue come una via di uscita, unica
via di salvezza. È il filo conduttore che inseguirà
per perdersi nel labirinto mentale che l'uomo o il poeta
s'inventano per capire meglio il loro tempo e il senso,
tanto ricercato, della vita»
Tiziana Ciasullo, introduzione a Raccontarsi