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Scherwood Anderson,
Winesburg, Ohio

La "Spoon River" della narrativa

di Reno Bromuro

Nella categoria: HOME | TOURismi letterari

Biografia
L'opera: Winesburg, Ohio
La critica
Il luogo

Sherwood Anderson nacque a Camden (Ohio) il 13 settembre 1876, morì a Colón, Panama, l’8 marzo 1941. Il luogo mitico della sua immaginazione è Clyde nell'Ohio, dove ha vissuto facendo vari mestieri, tra i ricordi sempre vivi, fino alla prima delle sue fughe che lo porta a Cuba nel tentativo di partecipare alla guerra ispano-americana. Sposato, direttore di una fabbrica di vernici, un giorno improvvisamente abbandona famiglia e lavoro per mettersi a fare lo scrittore, prima è a Chicago dove conosce Edgar Lee Masters, Sandburg, Dreiser, poi a New York e a Parigi dove incontra Gertrude Stein.
Comicia a lavorare in condizioni di supersfruttamento a dieci anni. Per questo si forza ad impersonare il tipico rappresentante dell'American Way of Life, l'uomo che si emancipa col lavoro individuale alla conquista della condizione sociale adeguata alle sue capacità: comincia da ragazzino strillone di giornali per diventare fondatore di una fabbrica di vernici che porta il suo nome e che dirige verso il successo economico. Fin quando una mattina, a trentasette anni, mentre dettava una lettera alla sua segretaria, si interrompe.
La donna gli chiede se si senta male ed egli risponde, guardandosi i piedi: «Ho guadato un lungo fiume e ora ho i piedi bagnati». Poi si volta ed esce, dall'ufficio, dalla fabbrica, dalla cittadina dove sorge la fabbrica, dalla vita della moglie e dei figli. Molti anni dopo si interroga ancora, scorrendo i titoli del giornale locale dell'epoca che annunciano la scomparsa, dovuta ad un probabile attacco di follia, dell'eminente concittadino, su quanto fosse stato seriamente pazzo o simulatore in quei momenti che avrebbero cambiato la sua vita. Anderson è molto vicino a noi nella consapevolezza dei labili confini della cosiddetta normalità.
Dopo il primo romanzo Il figlio di Windy McPherson del 1916, basato su materiale autobiografico, raggiunge la fama nel 1919 con la raccolta di Winesburg, Ohio, un’opera in cui analizza le angosce, le solitudini, i desideri repressi degli abitanti di una piccola città modellata su quella della sua giovinezza. L’opera è divisa in ventiquattro capitoli; non si può definirlo romanzo e neppure di raccolta di racconti.
«Nella cornice della immaginaria piccola città di Winesburg, le storie dei suoi abitanti si intrecciano in un'unica trama, costituita dalla vita collettiva, monotona, rispettosa delle norme, e da quella dei singoli, segreta, tumultuosa, inconfessabile». Il protagonista, che osserva persone e cose è George Willard, un cronista del giornale locale, il «Winesburg Eagle». Ogni racconto è il ritratto di un personaggio, plasmato distrutto o rivelato a se stesso da una passione, da una verità o da un sogno. In questo modo Wing Biddlebaum, «le cui lunghe dita espressive alla ricerca degli altri in inconsapevoli carezze gli hanno troncato la carriera d’insegnante attirandogli l'ingiusta accusa di insidiare gli alunni»; ma che, Alice Hindman che dopo anni di vana attesa dell'amante perduto, una notte esce da casa, nuda, nella pioggia, impazzita d'amore e di solitudine; William il telegrafista misogino, che la delusione coniugale ha trasformato fisicamente in una caricatura; il reverendo Curtis Hartman ossessionato dalle donne e guarito dalla visione di una prostituta inginocchiata a pregare; Isaia Bentley che passa indomito dalla civiltà patriarcale all'industria; lo stesso George Willard che nel racconto conclusivo, intitolato «Partenza» abbandona la città unendosi ai tanti artisti e sognatori in fuga dalla provincia.
Nelle opere successive tornano gli stessi temi: il disadattamento, lo smarrimento dell'individuo in una società sempre più meccanizzata.
Quasi ogni enciclopedia e tutte le storie della letteratura riconoscono Sherwood come uno dei creatori della narrativa americana moderna, ma l'impressione è che sia uno scrittore confinato nelle antologie e negli studi riservati agli addetti ai lavori. Un vero peccato perché ha lasciato pagine d’assoluto valore che travalicano i confini geografici e temporali.
Leggerlo non vuol dire solo conoscere il piccolo mondo della provincia americana in bilico tra la vecchia società agricola e la nuova società industriale; c'è molto di più. Il suo capolavoro «Racconti dall'Ohio», appunto, pubblicato in Italia nei tascabili Einaudi, presenta una galleria di personaggi che dietro la facciata di una grigia, insignificante vita pubblica nascondono ossessioni e passioni travolgenti. Gli abitanti di Winesburg hanno tutti una doppia personalità: quella pubblica, banale, conformista, rispettosa delle convenzioni sociali e quella intima, percorsa da ansie, solitudini devastanti e deliri inconfessabili. Anderson si consacra alla missione letteraria di dare voce a queste anime divise, mute e confuse che si accendono di bagliori improvvisi che squarciano il buio in cui sono immerse.
Lo stesso Anderson rivela di avere un sogno ricorrente: «Quando sono molto stanco vado a letto e spesso cado in un mezzo sogno. Vedo tutta una serie di volti sorridenti, volti tristi, volti stanchi, volti fiduciosi e ho come la sensazione che tutti questi volti appartengano a persone che mi chiedono di raccontare le loro storie».
Resta misterioso il velo di polvere che è sceso sul suo nome, autore modernissimo, vero cantore di quello smarrimento dell'individuo davanti ad un mondo sempre più disumano, di quel «male di vivere» che ci prende alla gola oggi più che mai. E sì che molti narratori americani come Hemingway, Steinbeck, Faulkner sono stati profondamente influenzati da Anderson fino a riconoscerlo come «il padre di un'intera generazione di scrittori».

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L’OPERA
RACCONTI DELL’OHIO

Lo Scrittore, un vecchio uomo con i baffi bianchi ha difficoltà nell'ottenere un letto. Le finestre della casa nelle quali lui vive sono alte e lui, quando si sveglia al mattino, vorrebbe guardare gli alberi. Chiama un falegname e fa riparare il letto in modo che si trovi a livello con la finestra. C’è una litigata tra lui e il falegname; questi che è stato un soldato nella Guerra Civile entra nella stanza dello scrittore e si siede e propone di costruire una piattaforma in modo di elevare il letto. Lo scrittore ha dei sigari sul tavolo ed il falegname ne prende e fuma.
I due uomini parlano dell'alzata del letto per parecchio tempo, e poi parlano d’altro. Il soldato prende per soggetto la guerra; però è lo scrittore, che lo induce a farlo. Il falegname è stato anche chiuso nella prigione di Andersonville ed ha perso un fratello. Il fratello è morto a causa della fame, ed ogni qualvolta il falegname ricorda questo episodio, piange. Anche Lui, come il vecchio scrittore, ha baffi bianchi, e quando piange corruga le labbra e i baffi fanno su e giù. Mentre piange, col sigaro nella sua bocca, il falegname diventa una maschera paradossale che fa ridere. Il piano che lo scrittore vorrebbe far costruire per l'alzata del suo letto è dimenticato e più tardi il falegname lo fa a modo suo e lo scrittore che ha passato i sessant’anni per coricarsi è costretto ad aiutarsi con una sedia.
La notte, lo scrittore si gira e rigira, ora su un lato ora sull’altro. Per anni è assalito, da sogni provando emozioni che coinvolgono il suo cuore. E’ un forte fumatore ed il suo cuore comincia a fare le bizze. Nelle sua mente «s’intrufola» l'idea che potrebbe mancare all'improvviso; questo è il pensiero che gli ritorna ogniqualvolta sale sul letto per coricarsi, e dopo essersi coricato ecco il pensiero ingigantirsi e diventare quasi ossessione.
Quest'effetto è una cosa veramente speciale e non si spiega facilmente; però lo rende più vivo. Una sera sistema comodamente, il suo corpo ormai vecchio, non più buono ad alcun uso, pur accendendo qualche cosa in lui, che lo fa sentire nello stesso tempo anche giovane.
Si sente di essere come una donna incinta, solamente che lui, nella pancia non ha un bambino ma la gioventù; poi non è più la gioventù ma una donna, giovane che porta un cappotto come un cavaliere. L’assurdo è, che anche lei lo vede, e tenta di raccontare la sua storia al vecchio scrittore, appena lui si corica sul suo letto alto ascoltando lo starnazzare del suo cuore.
E’ la personalità di uno scrittore, di tutti gli scrittori, essi sanno che a qualsiasi età, sentono forte e chiara la voce di quella giovane donna che vive dentro di loro.
«Sono le verità che trasformavano la gente in caricature grottesche.Questa è la sua opinione: quando qualcuno s'impadronisce di una verità, e dice che quella è la sua verità e si sforza di vivere secondo essa,allora si trasforma in una caricatura, e la verità che egli aveva abbracciato, era solo una menzogna».

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LA CRITICA

L’opera appare in Italia, edita da Einaudi, nel 1950; unica edizione ancora reperibile, questa serie di piccoli racconti, il cui titolo originale è «WINESBURG, OHIO», ha la leggerezza, la dolcezza, la ferocia, la profondità di un’antologia di Spoon River in prosa. In America è stata pubblicata nel 1919: è la seconda opera di un autore che ha cominciato a scrivere dopo i quarant’anni, con una formazione da assoluto autodidatta.
Per chi parla di lavoro minorile leggere Anderson, nella cui opera il fondo autobiografico si vede sempre con trasparenza, può essere davvero utile. Attraversa l'adolescenza nel passaggio critico che, all'inizio del secolo scorso, conduce dalla fine della prevalenza economica della civiltà contadina del Middle West, di cui questo libro rappresenta il canto per nulla nostalgico, al caotico sviluppo della Chicago industriale.
Leggere il racconto dedicato a Wing Biddlebaum, leggerlo oggi in un tempo che usa l'argomento pedofilia per aumentare l'audience dei TG e dei salotti televisivi. Leggere questi racconti come una sequenza che prepara un abbandono, un'uscita, secondo un altro tipico modello americano, da London a Kerouac: on the road.
In seguito, però, non riesce più a trovare la misura, l'equilibrio, il nitore dei «Racconti dell’Ohio». I suoi romanzi sono spesso confusi, aspri, contradditori, ma qualcosa che rinvia ai racconti dell'Ohio, lo si trova sempre. Non solo per questo vale la pena di far conoscenza con Sherwood Anderson: il giovane Hemingway appena sbarcato a Parigi nel 1921 reca in tasca una sua lettera di presentazione per Gertrude Stein. Nel sud degli Stati Uniti trova un altro giovane scrittore, un impiegato postale da incoraggiare: William Faulkner.
«La produzione letteraria di Sherwood Anderson – scrive Stephanie Panettiere - è abbondante. Durante la sua vita pubblicò otto romanzi, quattro raccolte di novelle, tre libri di poemi e drammi, più di trecento articoli, revisioni e composizioni, e tre volumi di autobiografia». Alla sua morte ha lasciato «undici cento manoscritti, incluso la narrativa inedita e diari e su 12,000 lettere scritte a e dalla maggior parte degli artistici e leader intellettuali del ventesimo secolo» Il suo lavoro è stato apprezzato da autori e critichi come Waldo Frank, Malcolm Cowley, William Faulkner, Sinclair Lewis, Gertrude Stein, Ernest Hemingway e Tommaso Wolfe. L'analisi critica del suo lavoro ha fatto guadagnare a Sherwood Anderson un giusto merito nella storia letteraria.
Alcuni critichi hanno dibattuto se classificare Anderson come un colore regionale, o locale, o autore a causa delle sue descrizioni colorite di specifiche aree come in Winesburg, Ohio. Cowley afferma che: «All'interno della tradizione orale Anderson aveva il suo proprio ritratto di quello che dovrebbe essere una storia. Lui non fu interessato a dire storie di popolo convenzionali, ma quegli eventi che sono più importanti delle emozioni. I momenti di cui disse nel suo medio-occidentale parlare in modo lento non era accidentale o episodico, sono momenti, ciascuno completo in se stesso».
Anderson stesso ha potuto disputare fortemente contro tali etichette che lo confinano. Invece, il suo lavoro attraversa regioni e può essere apprezzato universalmente per i momenti che lui ha narrato non sono che le vere storie dell'emozione umana.

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IL LUOGO

Camden la cittadina che vide i natale di Anderson si trova nello Stato federato dell’Ohio, popolato, secondo una stima del 2000 da 11.353.140 anime, situato nella zona orientale degli U.S.A.; si affaccia a Nord Est sul Lago Erie, al confine con il Canada, e con la Pensylvania; a Est con la Virginia Occidentale. Il suo territorio è costituito da una serie di alteterre; il settore orientale fa parte dell'Allegheny Plateau, quello occidentale rientra già nell'ambito delle grandi pianure dell'interno. Il clima è di tipo continentale: le precipitazioni si aggirano sui novecento millimetri annui. L'economia è basata sull'agricoltura: mais, frumento, orzo, soia, ortaggi, frutta; e sull'allevamento: bovini, suini, ovini, volatili, sullo sfruttamento forestale e del sottosuolo e sull'industria, sviluppata nei settori siderurgico, meccanico, elettrotecnico, alimentare, chimico, del vetro, della ceramica, della gomma e delle materie plastiche.
Lo Stato è formato dai Territori del Nord-Ovest, ceduti dalla Gran Bretagna agli U.S.A. dopo la Guerra d’Indipendenza; col trattato del 1783, l'Ohio, abitato da Indiani Irochesi, costituì la prima tappa dell'espansione a Ovest degli Stati Uniti. Il suo sviluppo era stato assicurato inizialmente dall'attività di varie compagnie, la più importante delle quali fu la Compagnia inglese dell'Ohio fondata nel 1747. Eliminata la resistenza indigena con la battaglia di Fall Timbers avvenuta nel 1794, la regione fu eretta a Territorio nel 1799 e divenne Stato nel 1803. Fu importante teatro di guerra durante il conflitto del 1812 e la guerra civile. Il suo sviluppo industriale, iniziato nel Diciannovesimo secolo, fu rapido e favorito dalla sua ricchezza in materie prime fondamentali – ferro, carbone, petrolio – che ne fanno uno degli Stati più ricchi dell'Unione.
Camden oggi è abitata da circa 84.900 persone. E’ vissuta, nel secolo Diciassettesimo, con gli stanziamenti svedesi e olandesi, successivamente fu occupata dagli Inglesi. Nel 1664 fu assegnato in concessione a George Carteret, indi, nel 1682 fu acquistato da Walter Penn. Dal 1702 divenne una colonia della corona. Nel corso della guerra di indipendenza fu teatro di importanti battaglie, tra cui quella di Princeton avvenuta il 3 gennaio 1777. Durante i lavori per l'elaborazione della Costituzione federale i suoi rappresentanti difesero i diritti dei piccoli Stati, proponendo un Parlamento unicamerale nel quale ogni Stato avesse un solo rappresentante (New Jersey Plan), principio che lasciò traccia nel disposto costituzionale e nella composizione del Senato. Dapprima federalista, dopo il declino di tale partito passò ai democratici.
Dopo l’annessione agli Stati Uniti d’America è iniziato il grande sviluppo del settore secondario supportato da un'altrettanto intensa attività finanziaria e commerciale, favorita dalla presenza di uno dei maggiori porti fluviali del mondo: in entrata prodotti grezzi per l'industria e prodotti alimentari, mentre in uscita petroli e derivati e manufatti tessili. Al porto converge una fitta rete ferroviaria che collega Filadelfia ai bacini minerari della Pennsylvania e alle linee che da New York scendono verso Sud lungo la fascia atlantica. La città è, inoltre, dotata di un aeroporto internazionale.

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BIBLIOGRAFIA

Storia Cassiere (1924); Drammi, Winesburg ed Altri (1937); Il Quaderno di Sherwood Anderson (1926); Le Monografie di Sherwood Anderson (1942)
David D. Critical: Saggi su Composizioni di Sherwood Anderson. Boston: Edizione G.K. Hill & Company, 1981.
Anderson, Sherwood. Winesburg, Ohio. 1919. Introd. Malcolm Cowley. New York: Edizione Pinguino Prenota, 1922.
Schevill, James. Sherwood Anderson: La Vita e il Lavoro. Denver: Edizione U P, Denver, 1951.
Bianco, Ray Lewis: Sherwood Anderson. Composizioni Critica. Cappella di Collina: Edizioni Università di Stampa Carolina, 1966.

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Reno Bromuro è nato a Paduli, in Campania, nel 1937. E' stato un poeta, scrittore, attore e regista teatrale. Nel 1957, a Napoli, ha fondato il Centro Sperimentale per un Teatro neorealista. Ha fondato nel 1973 (di fatto) l'A.I.A. Associazione Internazionale Artisti "Poesie della Vita", e, come critico letterario, ha recensito molti poeti italiani e stranieri. Si è spento nel 2009, qualche anno dopo averci dato l'opportunità di collaborare con lui. Noi di Letteratour lo ricordiamo con affetto qui.

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