di Reno Bromuro
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"Paolo e Virginia":
Il romanzo narra il tragico idillio di due giovani in un ambiente
naturale, esotico e selvaggio, l'isola delle Mauritius. L'autore
Jacques Henri Bernardin de Saint-Pierre si rivela un discepolo delle
teorie primitivistiche di Jean-Jacques Rousseau.
• Biografia
• Isole Mauritius
• Folclore
• Il romanzo
• Critica
BIOGRAFIA
Jacques-Henri
Bernardin-de-Saint-Pierre nacque a Le-Havre
nel 1737, morì a Eragny-sur-Oise nel
1814. Scrisse nel 1773 il romanzo epistolare, in parte autobiografico,
Viaggio nell'Ile de France, ambientato nell'isola
Mauritius; una raccolta di Studi sulla natura
in quattro volumi, in cui fa un ottimistico inno alla perfezione della
natura e alla bontà della provvidenza, in accordo con le idee di
Rousseau di cui fu amico. Anche La capanna
indiana del 1790 e Le armonie della natura,
pubblicate nel 1815, hanno intenzioni velatamente didattiche.
Ma l'opera migliore scritta da Bernardin de Saint-Pierre è il romanzo
breve "Paolo e Virginia" del 1787,
contenuto nel quarto volume degli "Studi sulla natura". Narra
il tragico idillio di due giovani in un ambiente naturale esotico e incorrotto.
Siamo nell'Isola Mauritius: Paolo
e Virginia sono due giovani che si amano fin dall'infanzia.
Lontani dai pregiudizi e dagli artifici della civiltà, essi vivono
nella felicità più innocente. La semplicità della
vita dell'isola si riflette anche nell'amicizia che lega la madre di Virginia,
la nobile Madame de La Tour, a quella di Paolo, Marguerite,
una contadina bretone, dal tempo in cui si trovarono entrambe sole e in
miseria nell'isola. Una dispotica e ricca zia chiama improvvisamente Virginia
in Francia per darle un'educazione. La fanciulla rifiuta il mondo Parigino,
si dispera, rimpiange l'amore e la felicità perduti. La zia si
convince a farla tornare nell'isola. Imbarcatasi, proprio quando sta per
toccare terra, Virginia muore in un naufragio sotto gli occhi atterriti
di Paolo. Paolo e le due madri non sopravvivono al dolore. Bernardin
de Saint-Pierre non è un filosofo, la trasposizione letteraria
delle idee di Rousseau, il mito tipicamente settecentesco
di una condizione di naturale innocenza, è ingenua. Bernardin de
Saint-Pierre è osservatore finissimo del mondo naturale, scrittore
di colorita freschezza. La sua opera segnò la fortuna del romanzo
esotico in Francia.
Ma già ne "LA CAPANNA INDIANA"
vi è il risultato più alto della volontà di dare
forma poetica e di divulgare l'ideale di un'umanità eccellente,
libera da costrizioni e pregiudizi sociali, affrancata da ogni egoismo
e in armonia con la natura circostante. Il paria che accoglie nella sua
misera dimora il dotto inglese, protagonista de La capanna indiana, è
il modello perfetto di quest'umanità inedita. Nelle sue parole
udiamo un inno entusiasta alla perfezione della natura e alla bontà
della provvidenza; e accanto l'appassionata proclamazione dei diritti
dell'uomo all'individualità e alla ricerca interiore. Il peso notevole
di queste intenzioni viene tuttavia sapientemente equilibrato nel racconto
da un irresistibile gusto narrativo e da una delicata e affascinante sensibilità
descrittiva che danno a La capanna indiana i
contorni lievi di una fiaba.
ISOLE MAURIITIUS
Di
Bernardin de Saint-Pierre descrive la propria esperienza di viaggio
nell'isola, che gli offrì lo spunto per il celebre romanzo "Paul
e Virginie". Si tratta di un libro che ci fa comprendere
quali erano le curiosità che spingevano in mari lontani un uomo
di raffinata cultura come il Saint-Pierre e qual era
il senso del viaggiare in un'epoca in cui era una vera, lunga avventura.
I primissimi visitatori di Mauritius sono i
mercanti arabi che la chiamano Dina Arobi.
Le prime esplorazioni europee, invece, risalgono al 1510, con i portoghesi
di Domingo Fernandez prima e gli olandesi poi, che nel
1598 la colonizzarono e le diedero il nome attuale in onore del principe
Maurice di Nassau.
Alla
partenza degli olandesi nel 1710 subentrano i francesi, che la conquistano
nel nome del Re; sotto l'amministrazione di Bertrand François
Mahé de Labourdonnais, posto a capo della novella Isle
de France, Mauritius avviò un processo di notevole
sviluppo culturale ed economico.
L'aumento della ricchezza andò, però, di pari passo con
il moltiplicarsi degli episodi di pirateria al largo delle coste; i danni
causati alle casse britanniche e la posizione strategica dell'Isola
di Francia convincono ben presto gli inglesi della necessità
di un'invasione. Questa avviene senza difficoltà nel 1810, anno
in cui i francesi si ritirano e in cui l'isola riprende l'antico nome
di Mauritius.
Dal 1992 l'Isola è una Repubblica indipendente: Repubblica
di Mauritius.
Il rosso tramonto tropicale e la candida spiaggia, lambita dalla laguna
turchese non rende giustizia alla varietà geografica paesaggistica
che Mauritius sa offrire al visitatore. Mauritius, situata a Est del Madagascar,
è un'isola formata da antiche attività vulcaniche. L'estensione
territoriale corrisponde, a una porzione poco più grande dell'area
metropolitana di Londra: questa caratteristica
permette di apprezzarne tutti i differenti aspetti, anche avendo poco
tempo a disposizione.
Al centro si estende un altipiano, dalla morfologia accidentata per il
gran numero di crateri vulcanici, di corsi e di salti
d'acqua che lo punteggiano. Il clima è piuttosto mite, e le
temperature non raggiungono mai picchi di caldo eccessivo: n'è
testimone la rigogliosa vegetazione, una macchia verdissima che rinfresca
le alture isolane.
FOLCLORE
La Grande Notte di Shiva
(Maha Shivaratree): Si svolge a febbraio, in onore del dio Shiva. Dopo
una notte di veglia un'immensa coda di fedeli, carichi di archi ricoperti
di fiori (kanvar), si reca presso le sponde del lago sacro, il Ganga-Talao
(Grand Bassin), in una cerimonia che ricorda da vicino i riti presso le
sponde del Gange.
Festa della Luce (Divali) e: Auspicio di ricchezza
e abbondanza, celebrata a ottobre in onore di Laksmi, dea della ricchezza,
questa festa è allietata da un tripudio di luci, accese in tutte
le abitazioni e nei luoghi sacri. Un ringraziamento per il raccolto ottenuto
e una speranza di futura prosperità.
Holi
Precede l'inizio dell'anno indù, ed è la festività
più gioiosa. Per due giorni le strade si animano col lancio di
spruzzi d'acqua colorata (in cui spesso sono coinvolti anche i turisti),
mentre una più ortodossa sfilata porta al rogo un feticcio rappresentante
il male: le fiamme ne decreteranno la fine.
Festività
e celebrazioni di origine cattolica
Festa di Padre Laval, 9 settembre: La fama di
Padre Laval, ispirato abolizionista ai tempi della schiavitù e
deceduto in odor di santità, è in realtà un tema
che accomuna tutte le confessioni dell'isola il 9 settembre una consistente
processione si reca sulla sua tomba, a Sainte Croix,
ritenuta, così come le spoglie che ospita, in possesso di poteri
taumaturgici.
Festività e celebrazioni di origine cinese
Festa della Primavera (Capodanno cinese), 1
febbraio: Fuochi e petardi, nella migliore delle tradizioni, salutano
l'arrivo del nuovo anno e scacciano i cattivi presagi del precedente.
In realtà i preparativi si protraggono per una settimana, dedicata
alla rituale pulizia domestica, al culto degli antenati e dei numi tutelari
del focolare, alle offerte votive nelle pagode. Nell'occasione di queste
celebrazioni, fondamentali nella cultura cinese, sono organizzate feste
e balli di strada: il momento più spettacolare è, di certo,
la splendida Danza del Dragone.
Festività e celebrazioni di origine tamilica
Marcia sul Fuoco (Timethi): Evento annuale,
secondo una pianificazione fissata di volta in volta dai preti, prevede
alcune settimane di preparazione spirituale. Il giorno della festività
si snoda tra i preliminari di purificazione (il bagno nelle acque del
fiume) e quelli preparatori (danze di fronte al tempio): in questo stato
orgiastico i fedeli affrontano la marcia sui carboni ardenti, da cui escono
indenni.
IL ROMANZO
Uscito
al tramonto del Secolo dei Lumi, Paul
e Virginie è universalmente considerato il capolavoro
di Bernardin de Saint-Pierre.
Protagonista della vicenda, ambientata nella remota isola Mauritius,
è Virginie de la Tour, dolce fanciulla che, per
l'intera sua breve esistenza, infranta dal contatto con la "corrotta"
civiltà d'Europa, ama con tutto il cuore, Paul
e si spende senza riserve per ogni suo simile. Questa fanciulla, nelle
intenzioni dell'autore, incarna mirabilmente quell'amore insieme platonico
e cristiano che, dal Quattrocento al Romanticismo, ha avuto un ruolo decisivo
nella cultura occidentale. Dalla purezza tragica e dall'angelica virtù
di questa donna ideale saranno conquistati innumerevoli lettori d'ogni
età, nonché autori di gran rispetto: Goethe,
Manzoni, Balzac e Gozzano.
In anni ormai lontani dalla nostra frastornata postmodernità, Simone
Weil ha affermato che "gli scrittori non han da essere
professori di morale, ma devono esprimere la condizione umana. E non vi
è nulla di così essenziale alla vita umana, per tutti gli
uomini e in tutti i momenti, come il bene e il male. Quando la letteratura
diventa per partito preso indifferente all'opposizione del bene e del
male, tradisce la propria funzione e non può pretendere all'eccellenza".
Pare indubbio che, fermo restando il fascino sapiente della narrazione,
pochi libri siano più impegnati in senso etico-spirituale di questo
classico a un tempo lieve e profondo.
Il romanzo, come ho accennato, narra il tragico idillio di Paolo e di
Virginia: in un ambiente naturale, esotico e selvaggio, che, senza dubbio,
si può definire "La terra della felicità perduta",
afferma Rousseau in Isola di Saint-Pierre:
meditazione filosofica e immaginazione - Aspettando Julie.
Il
testo in cui Rousseau ricorda il suo breve soggiorno
all'Isola di Saint-Pierre, per andare alla ricerca
delle origini della cultura ambientalista occidentale e quindi della nascita
della consapevolezza dei danni provocati dalla nostra azione sui sistemi
naturali, rivolgendosi, in particolare, ai diversi studiosi che, "nel
XVII e XVIII secolo, presero coscienza dei devastanti effetti dello sfruttamento
nelle zone tropicali dove si erano insediate le colonie. Il massiccio
intervento su quelle aree naturali provocò un pesante e progressivo
sfruttamento agricolo, forestale, minerario e venatorio. Il degrado naturale
che ne derivò fu osservato e analizzato da diversi studiosi e documentato
in numerose rappresentazioni artistiche di quelle zone. Ad esempio, nelle
rappresentazioni dell'isola di Mauritius del 1677 era sempre raffigurato
l'abbattimento di intere foreste di ebano", che faceva di un
angolo romantico, appartato e tranquillo uno spoglio e arido deserto.
Ma non è in sé solo un testo poetico; ma sfrutta i registri
dell'immaginazione, evocati con sovrana maestria da un grandissimo scrittore,
per una riflessione metafisica, anzi per una vera e propria meditazione
metafisica, perché il pensiero del filosofo oscilla tra diverse
posizioni, tutte intorno alla constatazione, così quotidiana, che
"tutto sulla terra è in un flusso continuo. Nulla mantiene
una forma costante e fissa, e i nostri sentimenti per le cose esteriori
passano e cambiano necessariamente con loro". Rousseau, però
sa farne oggetto di una profonda meditazione filosofica, che sonda un
gran numero di dimensioni dell'essere delle cose e della nostra vita interiore.
Dove trovare una migliore descrizione della felicità epicurea?
Ma il "sentimento dell'esistenza",
che di per sé è "sentimento prezioso di
contentezza e di pace" è corretto dalla tesi
che: "certo, non sarebbe neanche bene che, nell'ordinamento attuale
delle cose, avidi di queste dolci estasi, si disgustassero della vita
attiva di cui i bisogni sempre nuovi impongono l'obbligo. Ma un infelice
che è stato escluso dalla società degli uomini e non può
più fare nulla quaggiù di utile e di buono, né per
gli altri né per sé, può trovare in questo stato
un compenso a tutte le felicità umane, che né la fortuna
né gli uomini saprebbero sottrargli".
Vi sono luoghi in cui, per qualche ragione, si addensano le suggestioni
metafisiche. Tale è stato per filosofi di primo piano il lago su
cui si eleva l'isola di Saint-Pierre, per un fugace momento della loro
vita. Ma ciascuno ritrova ovunque la propria isola, perché meditare
sul proprio essere, sulla sua pienezza e sulla sua instabilità,
come sulla pienezza e sull'instabilità delle cose, non è
solo dei filosofi. Come non è solo dei filosofi meditare sulla
indipendenza dagli altri, complice la natura, o sul proprio esser nulla
senza di loro. Canta Holderlin:
"E, meraviglia, quasi fin dal principio
Del fare e del divenire avesse esperienza
Di tutto l'umano spirito e dei modi della vita,
Al primo segno conosce ciò che è compiuto.
E prende il volo, audace spirito, come aquila
Incontro alle tempeste, profetizzando,
E gli dei giungono fino a noi".
I meriti di "Paolo e Virginia", non sono quelli di commentare la storia, che non è proprio necessario; eloquentemente l'autore racconta la propria storia, ed in una lingua semplice, naturale e vera, tocca il cuore comune del mondo. Ci sono poche opere che hanno ottenuto un più grande grado della popolarità, nessuno lo ha meritato più di quest'opera; gli Editori non possono frenarsi perciò dall'esprimere una speranza che i loro sforzi nel dare così una trascrizione fedele del libro, ammettendolo nella collana dei classici e classificandolo la migliore opera europea, che sia in grado, di risvegliare un gusto per quei lavori più alti di interesse che, istruiscono e purificano il cuore. È in questo carattere che la Storia di "Paolo e Virginia" è opera classica preminente.
CRITICA
Nella scia del successo di Paolo
e Virginia, Bernardin-de-Saint-Pierre,
insiste nel divulgare la sua teoria in "La capanna indiana"
in cui è espresso il risultato più alto della volontà
di dare forma poetica e di affermare l'ideale di un'umanità eccellente,
libera da costrizioni e pregiudizi sociali, affrancata da ogni egoismo
e in armonia con la natura circostante. "Il peso notevole di
queste intenzioni viene tuttavia sapientemente equilibrato nel racconto
da un irresistibile gusto narrativo e da una delicata e affascinante sensibilità
descrittiva che danno a La capanna indiana i contorni lievi di una fiaba".
L'
Isola di Mauritius, come accennato, colonizzata
dai portoghesi e poi rivendicata dagli olandesi nel 1598, è stata
sottoposta a una notevole deforestazione che ha distrutto ampia parte
del manto forestale. Sotto il dominio dei francesi nel 1721, è
oggetto di uno dei primi tentativi pratici di conservazione ambientale.
Philibert Commerson, Pierre Poivre e
Jacques Henri Bernardin de Saint Pierre, riconoscendo
la relazione tra la deforestazione e i mutamenti del clima a livello locale,
avviano una serie di iniziative di tutela, partendo da un'ordinanza del
1769 che "indicava nel 25% di tutte le proprietà terriere
la percentuale da mantenere a foresta per prevenire l'erosione, in particolare
sui ripidi pendii montani, per poi passare all'istituzione di un apposito
servizio forestale e a ulteriori norme, emanate nel 1791, per combattere
l'inquinamento delle acque da parte di colorifici e zuccherifici e nel
1798, per regolamentare l'esercizio della pesca".
De Bernardin, scrive "Paolo Virginia" con "Lo
scopo d'indicare la natura e, approssimativamente, l'estensione dei cambiamenti
indotti dall'azione dell'uomo nelle condizioni fisiche del globo che abitiamo;
mostrare i pericoli che può produrre l'imprudenza, e la necessità
di precauzione in tutte quelle opere che, in grandi proporzioni, s'interpongono
nelle disposizioni spontanee del mondo organico ed inorganico; suggerire
la possibilità e l'importanza del ristabilimento delle armonie
perturbate, e il miglioramento materiale di regioni rovinate ed esaurite;
e illustrare incidentalmente il principio che l'uomo è, tanto nel
genere quanto nel grado, una potenza di un ordine più elevato che
non sia qualunque altra forma di vita animata che al pari di lui si nutre
alla mensa della generosa natura".
È vero che la purezza e la semplicità ci sembrano dei caratteri
attribuibili alla natura. Non c'è dubbio che nell'immagine corrente
spesso naturale sia sinonimo di semplice o sinonimo di puro. Tuttavia
questa idea della natura come purezza è un'idea che nasce soltanto
dalla perdita della semplicità o della purezza.
Penso al romanzo Paolo e Virginia, penso per
esempio anche all'atteggiamento di Rousseau nei confronti
della natura e della bellezza naturale. Allora diventa possibile pensare
che la natura sia il terreno della felicità, in opposizione alla
complicazione e alle difficoltà della civiltà.
Penso a Giacomo Casanova che recensisce "Paolo e
Virginia" con uno scritto che prende in esame due opere molto famose
all'epoca in cui visse: gli Studi della natura
e Paolo e Virginia di Bernardin de Saint-Pierre,
amico e discepolo di Rousseau, affermando che "l'opera è
caratterizzata da una sensibilità nuova che preannuncia alcuni
aspetti del romanticismo, segnò la fortuna del romanzo esotico
in Francia". Il saggio, finora rimasto inedito in italiano e
composto negli ultimi anni della vita di Casanova, "è
un'analisi filosofico-religiosa che permette al lettore di scoprire una
delle menti più fulgide, complesse e raffinate del secolo dei Lumi
e che offre una inconfutabile dimostrazione che egli fu uomo dotato di
un acuto senso critico e di smisurate quanto insospettabili conoscenze
letterarie, astronomiche e fisiche".
Bibliografia
"Voeux d'un solitarie" di Jacques- Henri Bernardin de Saint-
Pierre, nelle "Opere complete..." di L.Aimé- Martin,
nuova edizione riveduta corretta e ampliata, Parigi,
"Il Bosco di Latte 1" Traduzione di Danilo Togari
P. Acot, Storia dell'ecologia, Lucarini, Roma, 1989.
C. Darwin, L'origine delle specie, Boringhieri, Torino, 1967.
G.P. Marsh, L'uomo e la natura, Franco Angeli, Milano, 1988.
D. Meadows e altri, I limiti dello sviluppo, Mondadori, Milano, 1972.
B. Ward e R. Dubos, Una sola terra, Mondadori, Milano, 1972.
D.Worster, Storia delle idee ecologiche, Il Mulino, Bologna, 1994.
Reno Bromuro è nato a Paduli, in Campania, nel 1937. E' stato un poeta, scrittore, attore e regista teatrale. Nel 1957, a Napoli, ha fondato il Centro Sperimentale per un Teatro neorealista. Ha fondato nel 1973 (di fatto) l'A.I.A. Associazione Internazionale Artisti "Poesie della Vita", e, come critico letterario, ha recensito molti poeti italiani e stranieri. Si è spento nel 2009, qualche anno dopo averci dato l'opportunità di collaborare con lui. Noi di Letteratour lo ricordiamo con affetto qui.
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