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Dalla "rivoluzione" a firma
di Kerouac, a tutta la letteratura conseguente, fino alla produzione
cinematografica, il filone "on the road" rappresenta un modo alternativo
di vivere, direttamente mettendosi in campo, o indirettamente attraverso
la fruizione di un testo letterario/cinematografico/musicale, l'esperienza
di un viaggio al contempo esteriore e interiore.
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Dean e Sal (trasfigurazioni letterarie di Neal Cassady e Jack Kerouac) si mettono in viaggio, animati da una infinita ansia di vita e di esperienza, sulle interminabili 'highways' dell'America e del Messico. "Sulla strada" ne registra le tappe, le rivelazioni, gli incontri, regalandoci una storia di grande autenticità artistica ed esistenziale. Romanzo dell'amicizia e delle difficoltà dell'amore, della ricerca di sé, del desiderio di appartenenza e dell'impossibilità di rinunciare al desiderio e al bisogno di rivolta, narrazione dell'ansia di un andare senza fine che cancelli l'ombra della noia e quella più grande e cupa della morte, "Sulla strada" dà corpo a tutti i grandi miti dell'America. Ma è anche il romanzo della coscienza dell'oscurità, del silenzio insuperabile, dell'impossibilità della comunicazione, del ritorno ossessivo a cui ogni partire sembra ricondurre. Un'opera che, nei suoi valori compositivi, rivela una solidità di impianto splendidamente dissimulata dai ritmi tesi e coinvolgenti della prosa di uno dei grandi padri della Beat Generation; un libro dall'immenso valore storico-culturale, ben illustrato dalla nuova introduzione di Fernanda Pivano che accompagna questa edizione speciale del 2007 in occasione del cinquantesimo anniversario della prima pubblicazione.
La
strada è di tutti. On the road, sulle piste di Jack Kerouac
Cesare
Fiumi
Un viaggio di sedicimila chilometri tra strade d'asfalto e di polvere, da New York alla California, e poi di nuovo al centro dell'America, giù nel Texas, fino al Messico e ancora in California, sulle tracce di "On the road " di Jack Kerouac, per scoprire cos'è cambiato e ascoltare nuove storie. Un viaggio nel paesaggio americano, tra la neve di Chicago e gli stormi gregari che risalgono la valle del Platte, le Montagne Rocciose e la Route 66, le riserve indiane e le spiagge del Pacifico. Un racconto in cui compaiono i vecchi drive-in all'ombra di John Wayne, mentre ci si infila in saloon polverosi ascoltando una ballata di Dylan o di Joe Ely. E dove si incrociano le pagine di Jack London e Cormac McCarthy - la Frontiera di ieri e quella di oggi - tra pompe di benzina arrugginite e ghost-town nel deserto, tra l'antico mito del West e la più struggente e bizzarra di tutte le nostalgie: quella per ciò che non si è vissuto.
"Stare lì, mi dicevo. A inseguire una generazione
che non rea la mia, scorrendo "On the road" come una mappa del cuore:
ogni fiume un incontro, ogni città un'emozione" (Cesare Fiumi)
"E' un libro coraggioso, romantico, picaresco quasi come il libro di Kerouac,
un tributo di amore e di rispetto che molti di noi hanno aspettato a lungo" (Fernanda
Pivano)
Un libro nostalgico, un tributo di amore verso uno scrittore, Kerouac, dall'illimitato talento letterario che ha cambiato il modo di vivere della sua generazione e di quelle successive, anche la nostra. Dobbiamo ringraziare Kerouac perchè in qualsiasi momento della nostra vita possiamo sempre scegliere come vivere senza adeguarci agli stereotipi della nostra società. Un viaggio di oltre 16.000 chilometri alla ricerca di cosa è rimasto dell'America degli anni '50. Un susseguirsi di emozioni, voci e incontri. Chi come me ama Kerouac da molto aspettava questo libro (Roberto Viviani)
La
beat generation. Rivoluzione «On the road»
Alain
Dister
Movimento e bandiera culturale degli Stati Uniti degli anni '50 e '60, la Beat Generation nasce da un'amicizia a quattro: Jack Kerouac, Allen Ginsberg, Neal Cassady e William Burroughs. Un legame destinato a diventare un vero e proprio manifesto esistenziale. Nel 1952, dalle pagine del "New York Times", John Clellon Holmes cosacra il termine beat. Nel 1957, il romanzo On the road di Jack Kerouac diventa l'emblema della libertà, della contestazione dei valori borghesi della ribellione alla cupidigia del mondo. "Poeti maledetti " che sfogano le loro ansie esistenziali negli eccessi: alcool, droghe pesanti, corse folli da New York a San Francisco. Il movimento che ne scaturisce trova le sue armi nell'impegno pacifista ed ecologico, e nel drastico rifiuto del consumismo. La Beat generation sarà all'origine di un'ondata generale di contestazione, culminata nella filosofia hippy, che getta le basi della cultura moderna degli anni Settanta. Il giornalista Alain Dister, che ha conosciuto e fotografato i protagonisti del movimento beat, ripercorre le strade di questa epopea moderna: una rivoluzione on the road.
La
corsa del levriero. In Greyhound da Pittsburgh a Los Angeles
Alex
Roggero
Negli anni trenta e quaranta i torpedoni azzurri erano il mezzo di trasporto preferito dagli americani, e le superbe stazioni art déco (disegnate dai più famosi architetti dell'epoca) rappresentavano in ogni città, anche quelle più sperdute, il simbolo del progresso e dell'avventura. Dalle strade sterrate dei deserti dell'Ovest alle levigate autostrade volute da Eisenhower, i bus della Greyhound erano gli unici veri re della strada. Ritornare oggi sulle corriere del levriero lungo le vecchie highway che hanno fatto da sfondo alle avventure di generazioni di viaggiatori significa scoprire gli splendori andati e le piccole miserie quotidiane; ascoltare le storie di chi, nell'era del jet, è ancora costretto ad attraversare l'America in autobus; saper vedere, dietro queste vite dimenticate e marginali, i neri che all'inizio del xx secolo lasciano le piantagioni per il Nord, gli oakies di Steinbeck che fuggono la Grande Carestia verso la California, gli hobo che saltano sui vagoni dei treni in corsa verso la libertà; significa riconoscere in fondo a ogni rettilineo, dietro ogni curva, all'inizio di ogni viaggio, il fantasma del blacktop (il manto nero dell'asfalto), spirito delle strade americane, anima del mito, che nasce dalle piste sterrate dei pionieri, sopravvive ai bordi delle highway di provincia, si nasconde nelle stazioni di servizio dalle forme più strane, si affaccia sulla Old Route 66, declassata e bistrattata dai pubblicitari di mezzo mondo, ma pur sempre la più famosa delle vecchie strade d'America.
Strade
blu
William
Least Heat Moon
E' sulle strade blu che si svolge il viaggio di tre mesi di un solitario mezzo pellerossa che, rimasto privo del suo lavoro e della sua donna, va a ricercare un poco di interesse alla vita in un itinerario circolare che lo porta e riporta da Columbia, Missouri a Columbia, Missouri, attraverso le Caroline, il Texas meridionale, lo stato di Washington, il Montana e il New England. E ritrova, ricostruisce, riscopre, l'America periferica.
Una
passeggiata nei boschi
Bill
Bryson
L'Appalachian Trail: un sentiero di 3400 chilometri che si snoda attraverso quattordici Stati americani, dalla Georgia al Maine. Il capostipite di tutti i sentieri a lungo pecorso, il sogno di tutti gli amanti della natura e dell'avventura. Ed è proprio in cerca di avventura che, all'età di 44 anni, Bill Bryson, in compagnia dell'amico Stephen Kats, si cimenta nell'ardua impresa di percorrere a piedi il leggendario sentiero. Né l'uno né l'altro ha la minima cognizione delle norme elementari di sopravvivenza nella natura selvaggia, e l'avventura dei due cittadini si svolge all'insegna di una divertita incoscienza tra spassosi contrattempi, bufere di neve, nugoli d'insetti, incontri con animali selvatici e con una sorprendente varietà di individui. Finché, arrivati nel Maine e pronti per affrontare il tratto più settentrionale, i due si troveranno faccia faccia con il primo, vero pericolo... Un originalissimo libro di viaggio, ironico e appassionato, documentato e molto divertente, una celebrazione del fascino della natura e del piacere di andare.
Road
movie. Immaginario, genesi, struttura e forma del cinema americano on
the road
Giampiero
Frasca
Il road movie affonda le sue radici nel genere americano per eccellenza, il western, di cui rappresenta una sorta di sviluppo e moderna rielaborazione. Attraverso la sophisticated comedy degli anni Trenta e Quaranta, il cinema noir, il biker-movie, l'interpretazione del viaggio e dello spazio conosce un profondo cambiamento, fino ad assumere quella valenza simbolica peculiare del road movie vero e proprio, il cui atto di nascita coincide probabilmente con l'uscita, nel 1969, di "Easy Rider". Giampiero Frasca racconta lo sviluppo di un genere cinematografico che è un pò l'epitome di tutti gli altri, e traccia una sorta di affresco della società americana che lo ha prodotto.
Manolito
on the road
Elvira
Lindo
+ PER BAMBINI
Sembra che questa sia un'estate come tante altre per Manolito: rimarrà a casa quando tutti a Carabanchel, il quartiere più famoso d'Europa, se ne vanno al mare. Certo potrà starsene in mutande tutto il giorno a giocare con l'Imbecille e magari accompagnare il nonno al Bar Sport per un aperitivo. Ma con il papà sempre in giro con il camion e la mamma che non perde occasione per sgridarlo, le vacanze potrebbero diventare una grande noia. Invece, proprio quando tutto sembra già deciso, ecco la grande proposta di papà. E Manolito, con un equipaggiamento degno di un esploratore e un po' di soldi nel marsupio, che non si sa mai, parte per un viaggio emozionante che avrà un finale davvero inaspettato. Età di lettura: da 8 anni.
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