Piero Burzio,
Cronache dell’assedio di Videmar.
Nell’anno
di grazia milletrecentoquindici
di Massimo Rondi
Nella categoria: HOME | Nuovi autori
2010 Edizioni Angolo Manzoni Pp 416 Euro 15,00 cm. 15 x 21 ISBN 978-88-6204-067-9
ROMANZO A GRANDI CARATTERI
PREFAZIONE DI LAURA MANCINELLI
ILLUSTRAZIONI DI LELLA BURZIO
Ho letto due volte “Cronache dell’assedio
di Videmar. Nell’anno di grazia milletrecentoquindici” di
Piero Burzio (Edizioni Angolo Manzoni GRANDI CARATTERI 2010).
La prima
volta per - e con - puro divertimento. Non mi appassionavo così a
un libro da quando, ragazzino, salivo sulla libreria per essere invisibile
a chi entrava in camera (abitudine che credevo solo mia, ho scoperto
qualche anno fa di condividerla con una cara amica) e leggevo Ivanhoe
nella spoglia e completa edizione BUR (qui aggiungete il fascino delle
illustrazioni di Lella Burzio, argute, se è lecito
dirlo di disegni, e poetiche).
Ho ritrovato nell'incipit delle “Cronache dell’assedio di
Videmar" quello stesso respiro:
"C’era nell’aria un silenzio strano. Davanti alla rocca
di Videmar, nella pianura aperta, l’esercito di re Filippo era
immobile, schierato.
I primi bagliori dell’alba diedero il segnale. Allo spiegarsi di
un’insegna, gli arcieri si mossero, giunsero a tiro delle mura
e si arrestarono. A una seconda in-segna, estrassero dalle faretre le
frecce avvolte di stoppa e le conficcarono nel ter-reno. Con un solo
gesto caricarono gli archi e stettero ad aspettare. Dalle retrovie un
cavallo e un cavaliere partirono allo sprone. L’uomo d’arme
brandiva nella destra una fiaccola accesa. Il sole sorgeva all’orizzonte.
Il cavaliere, al passo, procedette davanti agli archi e diede fuoco alle
stoppe. Dai camminamenti delle mura di Videmar, quei dardi apparvero
come tanti lumicini nel giorno che nasce-va. Poi le frecce incendiarie
furono scoccate, passarono alte con un sibilo sopra gli assediati, e
portarono con sé l’inizio dell’attacco..."
La seconda volta ho ripreso le “Cronache dell’assedio
di Videmar" e le ho lette sulla scorta della concisa ma saporita
prefazione della grande germanista e scrittrice Laura Mancinelli : "Quando
ho ricevuto in mano il corposo dattiloscritto di Piero Burzio e ne ho
letto il titolo, mi sono detta: Ahi! Un altro romanzo medievale! Ma dopo
le prime pagine ho dovuto ricredermi (scrive la prefatrice).
Mi ha catturato il tono ironico, dissacrante fino al grottesco con cui è trattato
il re Filippo della Murgia, la libertà creativa di situazioni
inverosimili, non so quanto rispettose della memoria storica, ma questo
non è importante, ciò che conta è il divertimento
e non manca mai. Sono arrivata fino in fondo senza un attimo di noia,
senza saltare una pagina, senza scandalizzarmi di fronte a certe espressioni a
cui indulge l’autore. Ho apprezzato molto il ripetersi di concetti
e informazioni cronologiche del linguaggio medievale e utilizzate con
intenti satirici. Ma soprattutto sono stata conquistata dal risvolto
serio del romanzo di Burzio, in cui ho creduto di leggere la condanna
dell’assurdità di certe guerre fatte solo per dimostrare
la propria potenza bellica, senza nessun rispetto della giustizia e dei
danni che ogni guerra produce e si possono sintetizzare con morte e miseria
sia dei vinti che dei vincitori. Posso sbagliare, - conclude la Mancinelli-
ma ho letto in questo romanzo anche il modello augurale del nostro tempo…"
A questo punto ho pensato che il sottotitolo delle “Cronache dell’assedio
di Videmar” potrebbe essere il contrario dell’Utopia
di Tommaso Moro: Pantopìa.
E se vi sembra astruso, seguite il mio ragionamento: Utopia significa
non-luogo, "luogo che non c'è". Un'isola immaginaria
che è la societas perfecta cara ai filosofi, in cui i comportamenti,
le abitudini, le virtù sono l'esatto contrario non solo rispetto
all'Inghilterra del XV - XVI secolo, ma rispetto a qualsiasi paese reale
di qualsiasi tempo reale. Anche accettando un'altra etimologia del neologismo
coniato da Moro (Eu - topia, ottimo luogo), si tratta di "un ottimo
luogo che non è in alcun luogo", e questo è divenuto il
significato moderno della parola utopia.
Le “Cronache dell’assedio di Videmar" cominciano con
un assedio, "all’alba di una bella giornata della primavera
mediterranea dell’anno di grazia milletrecentoquindici, in un punto
dell’entroterra spagnolo non molto distante dalla costa, quando
Videmar era uno dei centri più floridi del feudo del signore di
Banderas, quando il signore di Banderas era uno dei più potenti
feudatari del re Filippo e quando re Filippo, per ricondurre a ragione
un suddito ribelle, aveva deciso di espugnare la rocca di Videmar..."
Con grande vivacità in una storia in cui l'azione è limitata
all'operazione militare più noiosa che esista (precedente clarissimo:
l'Iliade), Burzio mette in scena una partita a scacchi giocata con molta
imperizia (degli assedianti) e molta astuzia (degli assediati), che vede
un cambio di campo e un dislocamento astrale in filigrana a tutto il
racconto.
Lasciando da parte lo sfarzoso, picaresco Medioevo, Burzio narra in
fondo di potenti e prepotenti, ne mette alla berlina vizi e virtù,
qualora ci fossero. C'è amore e c'è guerra, fedeltà e
slealtà, religione e superstizione: niente di nuovo sotto il sole.
La vicenda potrebbe riguardare il qui e ora, questo colorato paese
potrebbe essere dappertutto, in ogni tempo e in ogni luogo. Appunto:
Pantopìa.
Provate ad applicare altri termini mediatici a questo dialogo:
"Nella regal tenda il cronista, frate Remigio da Pagliasecca, aprì il
volume, guardò il suo sire mentre si vestiva, notò il rigonfiamento
della pancia adusa a ben altri combattimenti, la confrontò con la sua,
e si sedette infine allo scrittoio da campo.
- Sire.
- Che c’è?
- Non saprei da che parte cominciare, se devo essere sincero.
- Per tutti i maledetti frati di questo e dell’altro mondo! Tu
non devi essere sincero, devi inventare. È così che si
costruisce la storia. Scrivi: “Nell’anno di grazia milletrecentoquindici,
il valoroso Filippo, re di tutta la Murcia per volontà di Dio,
pose l’assedio alla rocca di Videmar. All’ora prima sferrò l’attacco
con il suo poderoso esercito e inflisse al signore di Banderas un duro
colpo. Già le mura erano sul punto di cedere, quando Dio, dall’alto
della sua onnipotenza, scatenò un violento temporale che indusse
l’esercito ad una ritirata in bell’ordine: questo affinché fosse
più grande e più fulgente agli occhi dell’umanità il
secondo fatale attacco di re Filippo ...”
- Ma, Sire, il secondo attacco ...
- Lo so, lo so, non è ancora avvenuto. Ma da qui a poco ci sarà.
Portati avanti col lavoro, frate delle mie ascelle puzzolenti, cosa ti
pago a fare?
- Veramente, Sire, devo ancora ricevere la mercede dell’altro assedio,
quello della rocca di Ramblas...
Piero Burzio è nato nel 1964 aTorino, dove vive e lavora. Filosofo, saggista e romanziere, è professore di Storia e Filosofia nei Licei e docente collaboratore all’Università di Torino. Promotore di un «Salotto eno-gastro-letterario», dal 2000 tiene corsi all’Università Popolare di Torino. Le sue passioni sono la musica e lo sci-alpinismo. Tra i suoi scritti, “Introduzione alla lettura della Fenomenologia dello Spirito di Hegel” (Utet, 1996), “Ferite del Lógos. Pierre Klossowski e la filosofia della religione” (L’Arciere, 2001), “Filosofia contemporanea” (Sei, 2003), “La passeggiata del filosofo” (Sei, 2004), "Il pensiero delle origini. Da Talete ai sofisti" (Edizioni Angolo Manzoni - Collana Saggi, 2007); “Il paradosso del sacro - Bataille, Girard, Klossowski, Marion” (Albo Versorio, 2009); “Bataille. Una monografia paradossale” (Rosenberg & Sellier, 2009). Ha soggiornato a lungo in Brasile, esperienza da cui è nato il romanzo "Il flauto d’acqua dolce" (Edizioni Angolo Manzoni, 2007), con il quale ha esordito nella narrativa. Sempre per i tipi della Edizioni Angolo Manzoni, nel 2008 ha pubblicato in CORPO 16 “Kin dei monti”, entro il progetto “Superare le barriere di lettura”, realizzato anche mediante il contributo finanziario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Anche “Cronache dell’assedio di Videmar. Nell’anno di grazia milletrecentoquindici” escono A GRANDI CARATTERI per il piacere di leggere senza fatica.
LINK
http://www.angolomanzoni.it/libri/leggi/582/cronache-dell-assedio-di-videmar-a-grandi-caratteri
http://www.angolomanzoni.it/libri/leggi/550/gli-occhi-dell-imperatore-a-grandi-caratteri
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