Paolo Logli, Quis ut deus
Un arcangelo pasoliniano
di Rosario Frasca
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In questa recensione Rosario Frasca ci invita
alla lettura dell'ultimo romanzo di Paolo Logli, sceneggiatore
di grande successo e artista poliedrico, dandocene
un'interessante chiave di lettura in termini pasoliniani.
E a conferma
di questa interpretazione quanto mai calzante, lo stesso Logli
ha dichiarato di apprezzare la sua "acutezza
nel cogliere alcuni rimandi che finora nessuno aveva colto.
Le tre P, per esempio. Nelle scritture le P sono sette, le ho ridotte a tre a
bella posta...".
“Oggi si deve uccidere, voi non avete idea di quanti siano a crederlo. La morte è un comportamento di massa. A me resta tutto, cioè me stesso, essere vivo, essere al mondo, vedere, lavorare, capire…(1 novembre 1975, La Stampa)”. PPP
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Una testimonianza di Pierpaolo Pasolini
in risposta ad una intervista concessa a Furio Colombo, poche ore prima
che si compisse il suo tempo all’idroscalo
di Ostia.
Le tre P della firma di Pasolini, “PPP” per strana coincidenza, sono
anche le tre lettere che il serial Killer, dell’agile e godibilissimo noir
di Paolo Logli “QUIS UT DEUS”, incide sul corpo delle sue vittime;
quasi a richiamarne il tempo e l’occasione (la morte).
Un richiamo politico, dunque, quanto mai calzante nel contesto di queste
prime decadi di terzo millennio. Un richiamo di politica post sessantottina
che ha colorato di rosso-sangue quei ragazzi “inadeguati” che non riuscivano
a stare al passo con l’ipocrisia e l’opportunismo imperanti nelle
università, nelle scuole e nei salotti dell’intellighenzia italiana,
personificazione degli evangelici “sepolcri imbiancati”: una casta
universale che si perpetua nel tempo e rende attualissime le sferzanti parole
che Gesù rivolse ai potenti di allora.
Nel romanzo di Paolo Logli la veemenza della vendetta è filtrata e resa
in una sorta di nebulosa poetica e divina di matrice biblica: la presenza dell’arcangelo
vendicatore, Michele difensore della purezza e dell’obbedienza a Dio, e
inesorabile fustigatore del male corruttore istigato sibillinamente da Lucifero,
l’ex arcangelo; l’antagonista che ha osato ribellarsi per superbia
e ambizione.
Insomma una lotta tra titani che coinvolge e sconvolge il pittore Michele
fino all’epilogo iconografico da guerre stellari; illuminante nella sua ritualità quasi
religiosa.
Nella bibbia non c’è filosofia ma situazioni concrete il cui sviluppo
conduce alla regola, norma o legge che governano l’umanità. Il romanzo
di Paolo Logli rispetta questa concretezza; descrive situazioni e da queste se
ne deduce la legge. In più occasioni, le sue felici descrizioni rimandano
a situazioni bibliche come la torre di Babele, o la lotta di Giacobbe con Dio.
Il quadro in elaborazione con l’arcangelo Michele che aleggia sull’amato “golfo
dei poeti” per esempio, richiama la parte finale del primo versetto della
Genesi “…e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque”.
Ma, a parte i riferimenti biblici, Quis Ut Deus è un
romanzo esistenziale. Il protagonista trova se stesso negli altri; nel
giudizio degli altri; nei compagni liceali che, con perfidia adolescenziale,
lo hanno plasmato a dolorosi colpi di scalpello fino a farlo diventare
un pittore di successo ma insoddisfatto, nauseato, straniero a se stesso.
Sartre, Camus e l’esistenzialismo nichilista,
tetro e distruttivo che nel dopoguerra ha colorato e codificato un modo
di vivere alla giornata, di sopravvivere a se stessi e alla storia, sono
ormai un ricordo, ma fanno capolino tra le righe di questo romanzo.
Un accostamento esistenzialista anche con il romanzo Le
Braci dell’ungherese
senza patria Sandor Marai ci permette di leggere nelle pagine di Paolo
Logli un’esistenza vacante e senza meta; la possiamo trovare nella
descrizione straordinariamente efficace di situazioni frizzanti e misteriose
che popolano un mondo edonista che ha perso l’oriente e vaga senza
meta per le strade di Lloret, la cittadina spagnola dove l’arcangelo
plana, immerso, circondato e un po’ frastornato da musica, voci,
odori e colori che fanno tanto somigliare la cittadina ad una novella
Babele nichilista.
Immagini che compongono la storia, la storia che si nasconde nelle immagini;
situazioni descritte con maestria scenica che mai riescono a banalizzare
la storia, ma la edificano nella personalità eclettica di Michele, un artista, un
pittore, un serial killer dei nostri tempi; un personaggio in cui ciascuno potrebbe
riconoscersi, artista o meno, a conferma di quello che profeticamente dichiarò Pasolini
qualche ora prima di essere ammazzato nel 1975.
Ciò che ci resta dopo aver letto questo romanzo, è che dominante
aleggia nel cielo dello splendido golfo, l’immagine enigmatica dell’Arcangelo
Mi Ka El che il “rocker fallito” Paolo Logli ci regala in queste
movimentate, lucidissime e poetiche pagine. Un arcangelo redentore o vendicatore
che dir si voglia, che non ha trovato spazio nell’immaginario poetico di
PPP, ma che per nostra fortuna lo ha trovato nelle pagine di Quis
Ut Deus di
Paolo Logli.
QUIS UT DEUS - Il romanzo
Michele è un pittore di successo. Ha conquistato con determinazione
la sua nicchia sul Bolaffi in decenni di lavoro ostinato e astioso, lontano
da La Spezia, la sua città natale. Ma nelle pieghe di quel successo
si nascondono i segni della frustrazione di un’adolescenza inadatta,
non all’altezza, martirizzata dalla sua incapacità di trovare
una sua collocazione nel complicato e incomprensibile mondo dei grandi.
Oggi, a cinquant’anni, per celebrare la sua consacrazione e per
cercare di rivestire di motivazioni una vocazione artistica che ha ormai
smarrito, Michele, consigliato dal suo agente, decide di concedersi un
periodo sabbatico proprio nella sua città Natale, nella quale
inopinatamente, e quasi del tutto casualmente decide di dipingere – per
la prima volta nella sua carriera – un grande quadro di soggetto
sacro, che rappresenta l’Arcangelo Michele che sorvola il Golfo
dei Poeti.
Questa decisione sarà il fattore scatenante di uno smottamento
di rancore e di voglia di rivincita rimasto nascosto per decenni in fondo
all’anima. Nella città della sua infanzia Michele si troverà a
fare i conti con un’immagine antica di sé che i suoi concittadini
e soprattutto i suoi ex compagni di scuola non hanno intenzione di dimenticare,
ne’ di fargli dimenticare. E il rancore esploderà in follia,
nell’omicidio sistematico di tutte le sue compagne di scuola del
liceo, assurte a simbolo di un’adolescenza di sofferenza.
Il crescendo di orrore sembra non poter essere arrestato da nulla, tra
deliri paranoici e visioni mistiche, se non proprio da quell’Arcangelo
che, come ridestato dal quadro dipinto da Michele, comincia a popolare
i suoi sogni. E in quella visione onirica (ma poi lo sarà così tanto?)
l’Arcangelo si sta recando, mandato da Dio, proprio da lui. A far
che? Ad ucciderlo? A portargli il perdono di Dio? A “restaurargli” l’adolescenza?
Finirà con un duello? Oppure, come nel miglior western all’italiana,
con un “triello”?
PAOLO LOGLI - L'autore
Appena ho chiaro qualcosa, comincio a spiegarvelo: questo il leitmotiv di Paolo Logli sulla sua plurivisitata pagina di Facebook e questo anche il magma interiore da cui parte una scrittura poliedrica capace di toccare ogni registro artistico. Tra cinema, teatro e televisione, Logli - classe 1960 - ha fatto del suo mestiere di storyteller e screenwriter un’arma con cui affrontare ogni genere di tematica.
Spezzino di origine (le sue radici ritornano inevitabilmente
nelle sue produzioni letterarie), Logli inizia il suo avventuriero percorso
negli anni Settanta, epoca di gran fermento politico e culturale, come
musicista nella band "Il folle volo di Ulisse", insieme all’attuale
sindaco della sua città, Massimo Federici e a Roberto Danese,
oggi docente universitario di Urbino. Un musicista, però, con
il pallino del cinema, come dimostrano intere giornate passate al cineforum "Controluce" del
Don Bosco, prima di una significativa esperienza a Radio Liguria 91 e
della laurea in storia Medievale all’Università di Pisa.
Con
il diploma in mano, Paolo lascia La Spezia per
Genova, dove comincia ad entrare nel circuito RAI scrivendo l’originale
radiofonico sulle strade della Liguria (1983), e i programmi Alla
luce del sole e Arcobaleno (RADIO 2 1984), di cui è anche conduttore.
Di questo periodo sono i primi racconti letterari, I fuochi (Le
Apuane, 1983), Europa (Quaderni della FACE, 1985) e il saggio Bambini
di Forno (Le Apuane, 1984).
Il 1988 è l’anno dell’arrivo
a Roma e dei suoi primi successi che si alternano tra radio, cinema (anche
d’animazione),
documentaristica e fiction: sceneggia e dirige CULTURA DI VITA (SAMPAOLO
FILM 1988), la serie in 6 episodi de Le sei SINFONIE DI CIAJIKOWSKJ (RAIUNO
- TIBER 1988), le 20 puntate dei Racconti per un giorno (RADIO 2 1988/89),
il lungometraggio a cartoni animati Odisseo (URBS FILM 1992), il
cartoon in 50 episodi Pillole d'autore (NEWTON COMPTON 1994), il
cortometraggio ESP (EDITRICE UNIVERSO 1996), la docu-fiction ENZO GRAGNANIELLO
dai quartieri al San Carlo (RAITRE - RUVIDO 1999), la soap opera RICOMINCIARE come
story liner, story editor e script editor (RAIUNO - VIDEA 1999-01).
E, dal 2000 in avanti le 280 puntate di CUORI RUBATI (RAIDUE -
PEARSON 2002), la serie DIRITTO DI DIFESA (RAIDUE - GRUNDY 2003 e 2004), GRANDI
DOMANI come supervisore dei dialoghi (MEDIASET - FASCINO 2003), SWEET
INDIA sit-com (RAIDUE 2003), UN POSTO TRANQUILLO II (RAIUNO - PUBLISPEI
2004), LE ALI DEL CUORE lungometraggio (GRUNDY 2004), TURANDOT (MEDIASET/
PEQUOD 2005), IL BOATO DEL SECOLO (MEDIASET/PUBLISPEI 2005), IL
COMMISSARIO MANARA (DAUPHINE /RAIUNO 2005), IL GIUDICE MASTRANGELO
II (RIZZOLI/MEDIASET 2006), CODICE ROSSO II (CATTLEYA –/MEDIASET
2006), IL BAMBINO DELLA DOMENICA (CASANOVA-RAI 2006), DON MATTEO 6 (LUX-RAI
2007), IL MOSTRO DELLA CRIPTA (Lamberto Bava 2007), LIBRO DEI MISTERI
(AEMEDIA – RAIDUE 2007), L’UOMO CHE CAVALCAVA NEL BUIO (ALBATROSS
- RAIUNO 2008), LA STANZA DI EVA (CATTLEYA 2008), I RAGAZZI DI
CITTA’ (KILPIN - Warner Italia 2008), LA PRIMA STELLA CADENTE (RODEO
DRIVE 2009), ANGEL (NEWTON - MEDIASET 2009), LA CORTINA DI MARZAPANE
(KILPIN – RAICINEMA 2009), VOLEVO SOLO VENDERE LA PIZZA (ALBATROSS
2009), IL SIGNORE DELLA TRUFFA (ARTIS - RAIUNO 2009), NATALE A
BEVERLY HILLS (FILMAURO 2009), NOVEMETRIQUADRI (RODEO DRIVE/MEDUSA 2010),
IL CAVALIERE DI CRISTALLO (ENDEMOL/RAIUNO 2010) e LA PEGGIORE ESTATE
DELLA MIA VITA – (ALBATROSS/RAICINEMA 2010). Ha firmato inoltre
la sceneggiatura della pellicola natalizia di Neri Parenti NATALE IN
SUDAFRICA (FILMAURO 2010). Per RaiUno ha scritto TRILUSSA e K2 LA MONTAGNA
ITALIANA attualmente in lavorazione.
Dal 1986 Paolo è autore di
numerosi programmi televisivi, tra i quali Ottavo Giorno (RAIUNO), Unomattina (RAIUNO); SAN
VALENTINO UN ANNO D'AMORE (RAIUNO), DOSSIER DELLA STORIA (RAIUNO),
Buon Viaggio (RAIUNO); Umbria fiction tv, Un'estate lunga un giorno (RAIUNO),
W L'ESTATE (RAIUNO), ON THE ROAD (ODEON TV), SILVIA TV (RAI INTERNATIONAL),
CHIEDI CHI ERANO I BEATLES (RAI EDUCATIONAL), CENTOCITTA’ (TMC),
I CERVELLONI (RAIUNO), ITALIA SERA (RAIUNO), SU E GIU’ (RAIUNO),UNA
VOCE PER SANREMO (TMC), MIO CAPITANO (RAIDUE), LA NOTTE DEL MITO
(RAIUNO), IL PAPA INCONTRA I GIOVANI - diretta col Santo Padre (RAIUNO),
LUCE DI PRIMAVERA - diretta col Santo Padre (RAIUNO), FRATELLI D’ITALIA
(RAIUNO), PADRE PIO L’UOMO CHE SI INNAMORO’ DI DIO (RAIUNO/BALLANDI),
TUTTI A SCUOLA (RAIUNO), SANREMO CLASSICO (RAIUNO), SANREMO GALA’ DELLO
SPORT (RAIUNO), AL POSTO TUO (RAIDUE/ARAN), FIGLIO ECCO TUA MADRE - diretta
col Santo Padre (RAIUNO), PUNTO E A CAPO (RAIUNO), SANREMO MOSTRA INTERNAZIONALE
DEI FIORI (RAIUNO), VENT’ANNI DEL PAPA CON I GIOVANI - diretta
col Santo Padre (RAIUNO 2004), PREMIO CARUSO (RAIUNO/RAVERA), NEL
MIO CUORE NELLA MIA TERRA (RAIUNO), SUPERTELEVISION (RAISAT PREMIUM),
SANREMO JUBILMUSIC (RAIUNO), SANREMO ACCADEMIA DELLA CANZONE (RAIUNO),
SANREMO FESTIVAL DELLE BANDE MUSICALI (RAIUNO) SANREMO FESTIVAL
ARTISTI DI STRADA (RAIUNO), LA BIBBIA GIORNO E NOTTE (RAIUNO/RAIEDUDUE).
E’ stato inoltre consulente di RAITRADE per i canali tematici
sportivi (2003-2004).
La sua passione per la musica l’ha portato
a scrivere ben 6 edizioni di SANREMO GIOVANI e a curare eventi quali
UMBRIA FICTION e CHIEDI CHI ERANO I BEATLES. Ha anche diretto alcuni
videoclip di indubbio prestigio, tra cui Hey Joe di Francesco di Giacomo
e Sam Moore, Joanna
di Little Tony, 750.000 anni fa... l'amore del Banco di Mutuo Soccorso, Notte
di Settembre di Edoardo de Angelis, A kinda feelin' di Carol Kelly, A
cavallo dell'onda di Mario d'Azzo e Blue notte di Lorenzo Piani.
Nella categoria Home video ha ideato e diretto le riprese di Banco in
concerto (BMG 1992) e Little Tony on tour (Globe 1993).
Fervido
inventore di monologhi e piece teatrali, Logli ha calcato i palcoscenici
d’Italia con numerose produzioni, dalla regia e scrittura
del recital di Ivan Graziani Segni d'amore (1989) ai Gala della
Croce Rossa Italiana (2003, 2004), alimentando la sua vena creativa con
il monologo LEI HA CONOSCIUTO TENCO? (2004) e i testi QUELL’ENORME
LAPIDE BIANCA (2005), AVALON (2006), SCHEGGE DI VETRO DI MURANO (2007),
PARLAMI D’AMORE MARIU’ (2008), GIACOMO PUCCINI, UN FANNULLONE
SENZA TALENTO (2008), LA PROFEZIA DEL PENDOLO (2010) e IL PIANETA PROIBITO
(2010).
Tra le sue pubblicazioni letterarie più recenti il racconto
Nostra Signora dei Modem (Edizioni ITS, 1998), OMICIDI ALL’ITALIANA
collettiva di racconti noir (COLORADO NOIR/MONDADORI 2007) e SCHEGGE
DI MURANO (Alice Books 2010)
Numerosi infine i riconoscimenti acquisiti
per la sua eclettica carriera: tra questi il PREMIO FESTIVAL EUROPACINEMA
1990 per il miglior videoclip europeo per la regia di HEY JOE, il PREMIO
NAZIONALE DEI MONOLOGHI TEATRALI PER VOCE SOLA 2006 per LEI HA CONOSCIUTO
TENCO?, il PREMIO FESTIVAL DEL CINEMA DI SALERNO 2008 per la sceneggiatura
de IL BAMBINO DELLA DOMENICA e il BIGLIETTO D’ORO DI SORRENTO per
NATALE A BEVERLY HILLS e NATALE IN SUDAFRICA.
Ultimamente ha fondato con
tre amici (Alessandro Pondi, Riccardo Irrera, Mauro Graiani) la 9MQ,
una factory di scrittura ubicata nella Capitale alle Officine Farneto,
ex fabbrica che funge come luogo dell’anima
ma anche di tecnica, mestiere e conoscenza dove nascono e si sviluppano
progetti televisivi, cinematografici, teatrali, e letterari, con uno
sguardo rivolto al mercato internazionale.
Rosario Frasca (Pozzallo, Ragusa, 18/12/1951) si trasferisce a Roma nel 1957. Compiuti gli studi tecnici, nel 1971 lavora presso un ente ministeriale dello spettacolo; nel 1972 all'INAIL di Torino e nel 1974 alla Direzione Generale di Roma. Dal 2012 è in pensione e ritorna a frequentare teatro e teatanti; e a coltivare le passioni giovanili per arte, musica, cinema e letteratura. Collabora con articoli, recensioni e discussioni nel sito di Letteratour, applicando le dinamiche del "desidero mimetico" di René Girard.
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