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Paolo Logli, Quis ut deus

Un arcangelo pasoliniano

di Rosario Frasca

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In questa recensione Rosario Frasca ci invita alla lettura dell'ultimo romanzo di Paolo Logli, sceneggiatore di grande successo e artista poliedrico, dandocene un'interessante chiave di lettura in termini pasoliniani.
E a conferma di questa interpretazione quanto mai calzante, lo stesso Logli ha dichiarato di apprezzare la sua "acutezza nel cogliere alcuni rimandi che finora nessuno aveva colto. Le tre P, per esempio. Nelle scritture le P sono sette, le ho ridotte a tre a bella posta...".

“Oggi si deve uccidere, voi non avete idea di quanti siano a crederlo. La morte è un comportamento di massa. A me resta tutto, cioè me stesso, essere vivo, essere al mondo, vedere, lavorare, capire…(1 novembre 1975, La Stampa)”. PPP

Titolo Quis ut deus
Autore Logli Paolo
Dati 2010, 120 p.
Editore Ad Est dell'Equatore  (collana I virus)

Una testimonianza di Pierpaolo Pasolini in risposta ad una intervista concessa a Furio Colombo, poche ore prima che si compisse il suo tempo all’idroscalo di Ostia. 

Le tre P della firma di Pasolini, “PPP” per strana coincidenza, sono anche le tre lettere che il serial Killer, dell’agile e godibilissimo noir di Paolo Logli “QUIS UT DEUS”, incide sul corpo delle sue vittime; quasi a richiamarne il tempo e l’occasione (la morte). 

Un richiamo politico, dunque, quanto mai calzante nel contesto di queste prime decadi di terzo millennio. Un richiamo di politica post sessantottina che ha colorato di rosso-sangue quei ragazzi “inadeguati” che non riuscivano a stare al passo con l’ipocrisia e l’opportunismo imperanti nelle università, nelle scuole e nei salotti dell’intellighenzia italiana, personificazione degli evangelici “sepolcri imbiancati”: una casta universale che si perpetua nel tempo e rende attualissime le sferzanti parole che Gesù rivolse ai potenti di allora. 

Nel romanzo di Paolo Logli la veemenza della vendetta è filtrata e resa in una sorta di nebulosa poetica e divina di matrice biblica: la presenza dell’arcangelo vendicatore, Michele difensore della purezza e dell’obbedienza a Dio, e inesorabile fustigatore del male corruttore istigato sibillinamente da Lucifero, l’ex arcangelo; l’antagonista che ha osato ribellarsi per superbia e ambizione. 

Insomma una lotta tra titani che coinvolge e sconvolge il pittore Michele fino all’epilogo iconografico da guerre stellari; illuminante nella sua ritualità quasi religiosa. 

Nella bibbia non c’è filosofia ma situazioni concrete il cui sviluppo conduce alla regola, norma o legge che governano l’umanità. Il romanzo di Paolo Logli rispetta questa concretezza; descrive situazioni e da queste se ne deduce la legge. In più occasioni, le sue felici descrizioni rimandano a situazioni bibliche come la torre di Babele, o la lotta di Giacobbe con Dio. Il quadro in elaborazione con l’arcangelo Michele che aleggia sull’amato “golfo dei poeti” per esempio, richiama la parte finale del primo versetto della Genesi “…e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque”. 

Ma, a parte i riferimenti biblici, Quis Ut Deus è un romanzo esistenziale. Il protagonista trova se stesso negli altri; nel giudizio degli altri; nei compagni liceali che, con perfidia adolescenziale, lo hanno plasmato a dolorosi colpi di scalpello fino a farlo diventare un pittore di successo ma insoddisfatto, nauseato, straniero a se stesso. Sartre, Camus e l’esistenzialismo nichilista, tetro e distruttivo che nel dopoguerra ha colorato e codificato un modo di vivere alla giornata, di sopravvivere a se stessi e alla storia, sono ormai un ricordo, ma fanno capolino tra le righe di questo romanzo.

Un accostamento esistenzialista anche con il romanzo Le Braci dell’ungherese senza patria Sandor Marai ci permette di leggere nelle pagine di Paolo Logli un’esistenza vacante e senza meta; la possiamo trovare nella descrizione straordinariamente efficace di situazioni frizzanti e misteriose che popolano un mondo edonista che ha perso l’oriente e vaga senza meta per le strade di Lloret, la cittadina spagnola dove l’arcangelo plana, immerso, circondato e un po’ frastornato da musica, voci, odori e colori che fanno tanto somigliare la cittadina ad una novella Babele nichilista. 

Immagini che compongono la storia, la storia che si nasconde nelle immagini; situazioni descritte con maestria scenica che mai riescono a banalizzare la storia, ma la edificano nella personalità eclettica di Michele, un artista, un pittore, un serial killer dei nostri tempi; un personaggio in cui ciascuno potrebbe riconoscersi, artista o meno, a conferma di quello che profeticamente dichiarò Pasolini qualche ora prima di essere ammazzato nel 1975.

Ciò che ci resta dopo aver letto questo romanzo, è che dominante aleggia nel cielo dello splendido golfo, l’immagine enigmatica dell’Arcangelo Mi Ka El che il “rocker fallito” Paolo Logli ci regala in queste movimentate, lucidissime e poetiche pagine. Un arcangelo redentore o vendicatore che dir si voglia, che non ha trovato spazio nell’immaginario poetico di PPP, ma che per nostra fortuna lo ha trovato nelle pagine di Quis Ut Deus di Paolo Logli.

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QUIS UT DEUS - Il romanzo

Michele è un pittore di successo. Ha conquistato con determinazione la sua nicchia sul Bolaffi in decenni di lavoro ostinato e astioso, lontano da La Spezia, la sua città natale. Ma nelle pieghe di quel successo si nascondono i segni della frustrazione di un’adolescenza inadatta, non all’altezza, martirizzata dalla sua incapacità di trovare una sua collocazione nel complicato e incomprensibile mondo dei grandi.
Oggi, a cinquant’anni, per celebrare la sua consacrazione e per cercare di rivestire di motivazioni una vocazione artistica che ha ormai smarrito, Michele, consigliato dal suo agente, decide di concedersi un periodo sabbatico proprio nella sua città Natale, nella quale inopinatamente, e quasi del tutto casualmente decide di dipingere – per la prima volta nella sua carriera – un grande quadro di soggetto sacro, che rappresenta l’Arcangelo Michele che sorvola il Golfo dei Poeti.
Questa decisione sarà il fattore scatenante di uno smottamento di rancore e di voglia di rivincita rimasto nascosto per decenni in fondo all’anima. Nella città della sua infanzia Michele si troverà a fare i conti con un’immagine antica di sé che i suoi concittadini e soprattutto i suoi ex compagni di scuola non hanno intenzione di dimenticare, ne’ di fargli dimenticare. E il rancore esploderà in follia, nell’omicidio sistematico di tutte le sue compagne di scuola del liceo, assurte a simbolo di un’adolescenza di sofferenza.
Il crescendo di orrore sembra non poter essere arrestato da nulla, tra deliri paranoici e visioni mistiche, se non proprio da quell’Arcangelo che, come ridestato dal quadro dipinto da Michele, comincia a popolare i suoi sogni. E in quella visione onirica (ma poi lo sarà così tanto?) l’Arcangelo si sta recando, mandato da Dio, proprio da lui. A far che? Ad ucciderlo? A portargli il perdono di Dio? A “restaurargli” l’adolescenza?
Finirà con un duello? Oppure, come nel miglior western all’italiana, con un “triello”?

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PAOLO LOGLI - L'autore

Appena ho chiaro qualcosa, comincio a spiegarvelo: questo il leitmotiv di Paolo Logli sulla sua plurivisitata pagina di Facebook e questo anche il magma interiore da cui parte una scrittura poliedrica capace di toccare ogni registro artistico. Tra cinema, teatro e televisione, Logli - classe 1960 - ha fatto del suo mestiere di storyteller e screenwriter un’arma con cui affrontare ogni genere di tematica.

Spezzino di origine (le sue radici ritornano inevitabilmente nelle sue produzioni letterarie), Logli inizia il suo avventuriero percorso negli anni Settanta, epoca di gran fermento politico e culturale, come musicista nella band "Il folle volo di Ulisse", insieme all’attuale sindaco della sua città, Massimo Federici e a Roberto Danese, oggi docente universitario di Urbino. Un musicista, però,  con il pallino del cinema, come dimostrano intere giornate passate al cineforum "Controluce" del Don Bosco, prima di una significativa esperienza a Radio Liguria 91 e della laurea in storia Medievale all’Università di Pisa.

Con il diploma  in mano, Paolo lascia La Spezia per Genova, dove comincia ad entrare nel circuito RAI scrivendo l’originale radiofonico sulle strade della Liguria  (1983), e i programmi Alla luce del sole e Arcobaleno (RADIO 2 1984), di cui è anche conduttore. Di questo periodo sono i primi racconti letterari,  I fuochi  (Le Apuane, 1983), Europa  (Quaderni della FACE, 1985)  e il saggio  Bambini di Forno  (Le Apuane, 1984).

Il 1988 è l’anno dell’arrivo a Roma e dei suoi primi successi che si alternano tra radio, cinema (anche d’animazione), documentaristica e fiction: sceneggia e dirige CULTURA DI VITA (SAMPAOLO FILM 1988), la serie in 6 episodi de Le sei SINFONIE DI CIAJIKOWSKJ (RAIUNO - TIBER 1988), le 20 puntate dei Racconti per un giorno (RADIO 2 1988/89), il  lungometraggio a cartoni animati Odisseo (URBS FILM 1992), il cartoon in 50 episodi Pillole d'autore  (NEWTON COMPTON 1994), il cortometraggio ESP (EDITRICE UNIVERSO 1996), la docu-fiction ENZO GRAGNANIELLO dai quartieri al San Carlo (RAITRE - RUVIDO 1999), la soap opera RICOMINCIARE  come story liner, story editor e  script editor (RAIUNO - VIDEA 1999-01). E, dal 2000 in avanti  le 280 puntate di CUORI RUBATI (RAIDUE - PEARSON 2002), la serie DIRITTO DI DIFESA (RAIDUE - GRUNDY 2003 e 2004),  GRANDI DOMANI come supervisore dei dialoghi (MEDIASET - FASCINO 2003), SWEET INDIA sit-com (RAIDUE 2003), UN POSTO TRANQUILLO II (RAIUNO - PUBLISPEI 2004), LE ALI DEL CUORE lungometraggio (GRUNDY 2004), TURANDOT (MEDIASET/ PEQUOD 2005), IL BOATO DEL SECOLO (MEDIASET/PUBLISPEI 2005),  IL COMMISSARIO MANARA  (DAUPHINE /RAIUNO 2005), IL GIUDICE MASTRANGELO II  (RIZZOLI/MEDIASET 2006),  CODICE ROSSO II (CATTLEYA –/MEDIASET 2006), IL BAMBINO DELLA DOMENICA (CASANOVA-RAI 2006), DON MATTEO 6 (LUX-RAI 2007), IL MOSTRO DELLA CRIPTA (Lamberto Bava 2007), LIBRO DEI MISTERI (AEMEDIA – RAIDUE 2007), L’UOMO CHE CAVALCAVA NEL BUIO (ALBATROSS - RAIUNO 2008), LA STANZA DI EVA  (CATTLEYA 2008), I RAGAZZI DI CITTA’  (KILPIN - Warner Italia 2008), LA PRIMA STELLA CADENTE  (RODEO DRIVE 2009), ANGEL (NEWTON - MEDIASET 2009), LA CORTINA DI MARZAPANE (KILPIN – RAICINEMA 2009), VOLEVO SOLO VENDERE LA PIZZA (ALBATROSS 2009), IL SIGNORE DELLA TRUFFA (ARTIS - RAIUNO 2009),  NATALE A BEVERLY HILLS (FILMAURO 2009), NOVEMETRIQUADRI (RODEO DRIVE/MEDUSA 2010), IL CAVALIERE DI CRISTALLO (ENDEMOL/RAIUNO 2010) e LA PEGGIORE ESTATE DELLA MIA VITA – (ALBATROSS/RAICINEMA 2010). Ha firmato inoltre la sceneggiatura della pellicola natalizia di Neri Parenti NATALE IN SUDAFRICA (FILMAURO 2010). Per RaiUno ha scritto TRILUSSA e K2 LA MONTAGNA ITALIANA attualmente in lavorazione.

Dal 1986 Paolo è autore di numerosi programmi televisivi, tra i quali Ottavo Giorno (RAIUNO), Unomattina  (RAIUNO);  SAN VALENTINO UN ANNO D'AMORE  (RAIUNO), DOSSIER DELLA STORIA (RAIUNO), Buon Viaggio (RAIUNO); Umbria fiction tv, Un'estate lunga un giorno (RAIUNO), W L'ESTATE (RAIUNO), ON THE ROAD (ODEON TV), SILVIA TV (RAI INTERNATIONAL), CHIEDI CHI ERANO I BEATLES (RAI EDUCATIONAL), CENTOCITTA’ (TMC), I CERVELLONI (RAIUNO), ITALIA SERA (RAIUNO), SU E GIU’ (RAIUNO),UNA VOCE PER SANREMO (TMC), MIO CAPITANO (RAIDUE),  LA NOTTE DEL MITO (RAIUNO), IL PAPA INCONTRA I GIOVANI - diretta col Santo Padre (RAIUNO), LUCE DI PRIMAVERA - diretta col Santo Padre (RAIUNO), FRATELLI D’ITALIA (RAIUNO), PADRE PIO L’UOMO CHE SI INNAMORO’ DI DIO (RAIUNO/BALLANDI), TUTTI A SCUOLA (RAIUNO), SANREMO CLASSICO (RAIUNO), SANREMO GALA’ DELLO SPORT (RAIUNO), AL POSTO TUO (RAIDUE/ARAN), FIGLIO ECCO TUA MADRE - diretta col Santo Padre (RAIUNO), PUNTO E A CAPO (RAIUNO), SANREMO MOSTRA INTERNAZIONALE DEI FIORI (RAIUNO), VENT’ANNI DEL PAPA CON I GIOVANI - diretta col Santo Padre (RAIUNO 2004), PREMIO CARUSO  (RAIUNO/RAVERA), NEL MIO CUORE NELLA MIA TERRA (RAIUNO), SUPERTELEVISION (RAISAT PREMIUM), SANREMO JUBILMUSIC (RAIUNO), SANREMO ACCADEMIA DELLA CANZONE (RAIUNO), SANREMO FESTIVAL DELLE BANDE MUSICALI  (RAIUNO) SANREMO FESTIVAL ARTISTI DI STRADA (RAIUNO), LA BIBBIA GIORNO E NOTTE (RAIUNO/RAIEDUDUE). E’ stato inoltre consulente di RAITRADE per i  canali tematici sportivi (2003-2004).

La sua passione per la musica l’ha portato a scrivere ben 6 edizioni di SANREMO GIOVANI e a curare eventi quali UMBRIA FICTION e CHIEDI CHI ERANO I BEATLES.  Ha anche diretto alcuni videoclip di indubbio prestigio, tra cui Hey Joe di Francesco di Giacomo e Sam Moore,  Joanna di Little Tony,  750.000 anni fa... l'amore del Banco di Mutuo Soccorso,  Notte di Settembre di Edoardo de Angelis, A kinda feelin' di Carol Kelly, A cavallo dell'onda di Mario d'Azzo e Blue notte di Lorenzo Piani.
Nella categoria Home video ha ideato e diretto le riprese di Banco in concerto (BMG 1992) e  Little Tony on tour (Globe 1993).

Fervido inventore di monologhi e piece teatrali, Logli ha calcato i palcoscenici d’Italia con numerose produzioni, dalla regia e scrittura del recital di Ivan Graziani Segni  d'amore (1989) ai Gala della Croce Rossa Italiana (2003, 2004), alimentando la sua vena creativa con il monologo LEI HA CONOSCIUTO TENCO? (2004) e i testi QUELL’ENORME LAPIDE BIANCA  (2005), AVALON (2006), SCHEGGE DI VETRO DI MURANO  (2007), PARLAMI D’AMORE MARIU’ (2008), GIACOMO PUCCINI, UN FANNULLONE SENZA TALENTO (2008), LA PROFEZIA DEL PENDOLO (2010) e IL PIANETA PROIBITO (2010).

Tra le sue pubblicazioni letterarie più recenti il racconto Nostra Signora dei Modem (Edizioni ITS, 1998),  OMICIDI ALL’ITALIANA collettiva di racconti noir (COLORADO NOIR/MONDADORI 2007) e SCHEGGE DI MURANO (Alice Books 2010)

Numerosi infine i riconoscimenti acquisiti per la sua eclettica carriera: tra questi il PREMIO FESTIVAL EUROPACINEMA 1990 per il miglior videoclip europeo per la regia di HEY JOE, il PREMIO NAZIONALE DEI MONOLOGHI TEATRALI PER VOCE SOLA 2006 per LEI HA CONOSCIUTO TENCO?, il PREMIO FESTIVAL DEL CINEMA DI SALERNO 2008  per la sceneggiatura de IL BAMBINO DELLA DOMENICA e il BIGLIETTO D’ORO DI SORRENTO per NATALE A BEVERLY HILLS e NATALE IN SUDAFRICA.

Ultimamente ha fondato con tre amici (Alessandro Pondi, Riccardo Irrera, Mauro Graiani) la 9MQ, una factory di scrittura ubicata nella Capitale alle Officine Farneto, ex fabbrica che funge come luogo dell’anima ma anche di tecnica, mestiere e conoscenza dove nascono e si sviluppano progetti televisivi, cinematografici, teatrali, e letterari, con uno sguardo rivolto al mercato internazionale.

 

Rosario Frasca (Pozzallo, Ragusa, 18/12/1951) si trasferisce a Roma nel 1957. Compiuti gli studi tecnici, nel 1971 lavora presso un ente ministeriale dello spettacolo; nel 1972 all'INAIL di Torino e nel 1974 alla Direzione Generale di Roma. Dal 2012 è in pensione e ritorna a frequentare teatro e teatanti; e a coltivare le passioni giovanili per arte, musica, cinema e letteratura. Collabora con articoli, recensioni e discussioni nel sito di Letteratour, applicando le dinamiche del "desidero mimetico" di René Girard.

     

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