di Rosella Rapa
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Apro la busta con trepidazione: l’indirizzo mi ha rivelato cosa
contiene, ma… che sorpresa!!! E’ un libro! Non una piccola,
sottile, diafana raccolta di foglietti in madreperla, ma un vero libro,
consistente, con la sua bella copertina, rossa. Lo sfoglio impaziente:
ecco che mi si presentano, in rapida successione, non solo poesie, ma
racconti, fiabe, illustrazioni, lettere, titoli.
Non resta che leggerlo!
Il titolo “Nel Silenzio dei Rumori”, è una
poesia.
Al suo interno, tuttavia, questo ricco volume racchiude ben di più:
attraverso diversi mezzi espressivi, l’Autore, Gavino, si racconta,
parla di sé della sua vita, dei suoi pensieri, delle sue speranze.
Alcuni particolari restano indefiniti, come i contorni di un quadro impressionista,
ed è giusto che sia così. Sembra quasi che Gavino abbia
scritto lasciandosi semplicemente trasportare dal suo desiderio di fissare
un evento, un’impressioni, per non correre il rischio di scordarli;
totalmente indifferente ad una possibile futura lettura altrui. Più tardi,
ha deciso di lasciarci entrare nei suoi pensieri, nelle sue emozioni:
come lettrice, e amica, non posso che essergliene grata.
E’ chiaro che la Speranza, per Gavino, sono i bambini, come viene
espresso nella dedica iniziale. I bambini rappresentano il Futuro, ma
quante volte la loro esistenza viene minacciata, violata! Questo tema
domina le prime due sezioni del libro, apparentemente molto diverse tra
loro.
In “Litanie di Guerra e di Speranza”, Gavino non teme di
affrontare esplicitamente temi d’attualità molto duri e
scottanti, usando i versi sciolti per raccontare, denunciare; non c’è dolcezza
o struggimento, nessuna concessione alla delicatezza del poetare, in
questa forma espressiva che trovo assolutamente originale.
In “Giro Giro Tondo”, si parla di bambini e ai bambini:
talvolta amati e felici, talvolta dimenticati, e qui esce tutto l’amore
e il sentimento più profondo, regalandoci pagine molto intense.
Stupende le fiabe, raccontate in maniera molto personale.
Le sezioni successive, “Nel Silenzio dei Rumori” e “Invito
all’Ascolto”, abbandonano i temi generali per diventare più personali,
ricche di riflessioni interiori, rese con spontanea vivezza sia in versi
sia in prosa. Si parla del passato, del futuro, del presente; della nostalgia
che avvolge i ricordi, della necessità di superarli. Non può mancare
una parentesi dedicata all’amore, “La musica dell’Amore”,
che non esito a definire “lirica”, malgrado sappia che questo
termine sia un po’ consunto.
Estremamente innovativa e personale l’ultima sezione, “Silenzio
in chiave di Violino”, in cui Gavino di parla della musica, delle
sensazioni che può suscitare, di come lui la “sente”.
Non avevo mai trovato pagine così significative dedicate a quest’argomento:
peccato che siano poche. La capacità di rendere a parole ciò che
la musica, o la visione di uno strumento, portano dentro di noi è,
a mio parere, assai rara.
Ho lasciato per ultime le sezioni centrali, in cui Gavino parla della
natura, della sua terra: “La musica dell’Acqua” e “Nel
Silenzio del Paesaggio”. Questo perché la Poesia che osserva
e ridipinge la Natura è in assoluto quella che preferisco. Qui
si parla di luoghi e paesaggi assai diversi da quelli cui sono abituata:
mare, sole, siccità; spesso la natura non è quell’amica
benigna che tanto piace ai sentimentalismo facile; può essere
aspra, dura, anche poco piacevole da osservare. Gavino riesce a darci
sempre immagini meritevoli, piega la sua poesia adattandola al sentimento
che prova e che intende comunicare. Si nota in questo una ricerca costante
su diversi mezzi espressivi, per interiorizzare e poi far scivolare all’esterno
una “verità”, un sentimento autentico, non mediato.
Io non ho le competenze per esprimere giudizi sulla
poetica di Gavino, né su quella di altri. Sono semplicemente
una lettrice, con la convinzione che la poesia sia un genere totalmente
soggettivo, poco adatto a farsi piegare ad interpretazioni troppo dotte.
Piace, oppure no. Ci parla, o resta muta.
“Nel Silenzio dei Rumori” ogni riga parla, racconta, non sempre
in modo accattivante, preferendo l’impietosa sincerità. A me piace
questo modo di comunicare, in prosa, o in poesia diretta, immediata, che non
vuol nascondersi dietro frasi importanti, ma gridare ad alta voce il suo messaggio.
Questo è un libro completo, con prefazione, postfazioni, dediche, spiegazioni,
e immagini che sposano splendidamente le parole. Un libro che mi ha fatto piacere
leggere, e che rileggerò, studierò, poco alla volta.
Per ora ho scelto, tra tante, una poesia delicata e piena di speranza:
Il Paradiso, dov’è?
Il Paradiso m’è apparso,
in quella pozzanghera
d’acqua pulita
sotto al monte.
Era un cielo terso
di una giornata strana
e non aveva né figure
né figuranti.
Che bello!
Da menzionare un postilla in retro copertina:
“L’autore devolverà il ricavato delle vendite
di questo libro all’UNICEF”.
In quest’ultimo pensiero, ecco, c’è Gavino.
Rosella Rapa (classe 1959) è nata a Torino. Si è laureata in Cosmo-Geo-Fisica, scrive e disegna fin da bambina. Collabora con Letteratour dal 2001, quando uscì il suo libro Draghi & Computer (sette racconti fantasy). Si interessa di Matematica, Letteratura e Storia Europea, vecchi Film e Serial impegnati. Le piace viaggiare, soprattutto nell'Europa del Nord, per vedere con i propri occhi paesaggi, arte e persone. Un po' estrosa, non ama pregiudizi e preconcetti.
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