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L'isola che non c'era, di Leonardo Bonetti

di Rosella Rapa

Nella categoria: HOME | Nuovi autori

 

L'Isola occupa un posto speciale nell'immaginario della letteratura: in questo caso, immediatamente si pensa all'Isola che non c'è, di Peter Pan, ma abbiamo anche l'Isola di Laputa, in Gulliver; l'Isola Misteriosa di J.Verne, l'Isola della Tempesta di Shakespeare, l'Isola di Robinson Crusoe, e tante altre. L'Isola è uno spazio racchiuso, e al tempo stesso aperto, con mare, cielo e tante tante sorprese, al di là di ogni immaginazione.

L'Isola che non c'era ha una particolarità unica: appare e scompare, o meglio, emerge e sprofonda, a cicli, collegati a un libro misterioso che ne racconta la storia; una storia che non si riesce mai a conoscere per intero. Il protagonista, Leo, ci vuole provare, sfidando le insidie che si nascondono tra lo splendido paesaggio; questa sua avventura è il tema principale del romanzo. Ma... romanzo breve o racconto lungo?

La tecnica narrativa dello scrittore è magnifica, il linguaggio sublime. L'aspetto estetico dello scrivere è stato curato in ogni sua forma; è destinato a un pubblico colto, agli amanti della letteratura e del letterario. Un'opera raffinatissima, che chiede lettori altrettanto raffinati, o quasi. Una storia fatta di quadri colorati, di immagini al sole, di solitudini devastanti.

Leo, in Italia, conduce una vita totalmente sballata, priva di un nesso logico, priva di volontà. Si lascia trascinare dagli eventi senza discuterli, e subito li dimentica, luoghi, accadimenti, persone. Agisce come una banderuola sferzata dal vento, finché, per la troppa furia, la bandierina si strappa, così come va in pezzi la sua vita. Senonché, sente parlare dell'Isola che non c'era e dei suoi misteri, così decide di trovarla. La prima decisione presa in vita sua, probabilmente.

Sul piano della trama, e del suo svolgimento, alcuni punti appaiono discontinui. Molto spazio dedicato alla prima parte, con Leo che arranca, e meno al Viaggio. Viaggio per scoprire i segreti che sicuramente l'Isola nasconde, viaggio anche per Leo, che passa dall'incoerenza alla capacità di gestire la propria vita e i propri pensieri. L'Isola è descritta in maniera splendida, con paesaggi mozzafiato che paiono dipinti, e vie pericolose per potervi accedere. Una natura viva e magnifica. Ma che ci siano delle stranezze, dei "nonsense", lo sbadato Leo lo capisce quasi subito. Meglio non svelare nulla, però le persone non vivono come sulla terraferma, hanno altre regole imposte da qualcuno, o qualcosa, che non si vede. Si percepisce. Chi racconta della sua vita prima dell'arrivo sull'Isola sembra esagerato. E le loro vite attuali appaiono sospese, fluttuanti. Ci sono argomenti proibiti, azioni rituali, giardini incolti.

Leo vuole conoscere l'inconoscibile, svelare il mistero che avvolge l'Isola, conoscere L'Entità che detta le leggi assurde che i suoi amici sono tenuti a rispettare. La sua determinazione ha dell'incredibile, se si pensa a com'era partito.
Con una giovane coppia sale fino alla cima della vetta più alta... per scoprire che ci sono altre vette e, soprattutto, altre discese, discese in fondo alle quali ci sono altri villaggi, altri abitanti, altre vite.

Qui il romanzo ha un nuovo punto di discontinuità: Leo non si ferma, non esplora i villaggi, non cerca di creare amicizie. Passa e se ne va. Perché? Da un autore che cura fino all'ossessione la forma e la parola, per creare una sorta di scultura letteraria, è necessario chiedersi se l'interruzione sia deliberata o meno.

Ricordando il più filosofico e allegorico tra i nobili precedenti,  "I viaggi di Gulliver", non solo l'Isola rappresenta una metà del suo proprio mondo; anche tutti gli altri viaggi consistono in due metà separate alle quali viene data la stessa rilevanza. In questa Isola che non c'era c'è invece molta fretta, tanta fretta, ansia addirittura, per concludere il proprio percorso, tralasciando una componente di esso che poteva essere importante, soprattutto per i nuovi misteri che contiene, sempre più incongrui, sempre più pazzi, o impazziti.

Il libro si legge volentieri, il discorso è scorrevole, il linguaggio, come già detto, estremamente colto e personale. E' raro trovare un abbinamento tra parole tanto ricercate e frasi strutturate agilmente: insomma è una vera prelibatezza letteraria.
La vicenda è senz'altro ricca di metafore (a cominciare dall'Isola stessa, e dal viaggio di Leo) alcune si comprendono facilmente, altre richiedono attente riflessioni, ma in fondo perché cercare tanti sottintesi? E' pur sempre un romanzo, una storia. Una storia ben narrata, che non annoia. Una storia favolosa e fiabesca, per Adulti veri.

 

Citazioni

… un’isola come un’altra, a vederla, ma di cui il parlare in segreto, col tono della confessione, ha alimentato a ogni ora dubbi e perplessità ...

… luogo per pochi, ma dove non si avverte contrasto tra la necessaria selezione e il sentimento d’uguaglianza nutrito da ognuno ...

… le rocce splendono nude, senza forma, ricche solo d’origine e stupore … cime dalle nevi perenni, dolci valloni a mezzogiorno, d’un verde olimpico, sulle cui pendici pascolano vacche dal ventre pingue …  il cielo muove immense nubi come uno schieramento prima della battaglia ...

… sarà stata l’aria del mattino e l’energia del caffè ribollito la sera prima, o le fette di salame stipate nel tascapane; ma l’impressione di vita e di gioia è difficile da descrivere ...

… scopre quant’è forte l’olmo, quanto è amara la fatica … E il vento dell’albero viene giù, infatti, olmo gigante buono, facendo spire di foglie e stramando intorno ...

… “siamo fratelli a metà, come tutti gli altri. Sull’isola è questo l’uso. Da noi … il padre non ha potere né sui figli né sulle sue donne. Né noialtre rivendichiamo diritti naturali di alcun genere. Offriamo solo il nuovo nato alla donna che prenderà il nostro posto accanto al nostro uomo, e siamo contente perché li affidiamo a un seno meno caldo …

… “la distanza è lo schermo che protegge. E anche se l’isolamento è un prezzo alto da pagare, la liberazione dalla pena di vivere vale la rinuncia. Perché ci si libera solo smettendo di specchiarsi” ...

… le persiane in legno, dipinte di un verde poco accurato, denunciano una trascuratezza che fa male ... quello di fronte a loro non può certo dirsi un giardino ben curato disseminato com’è di arbusti ed erbacce, sporco e con le spalliere di pietra in parte franate ...

… “qui tutti si scrivono. Scrivere un biglietto è la forma migliore per considerarsi vicini. La parola scritta vale incomparabilmente più di ogni altra cosa” ...

… il mare, in lontananza, pareva uno specchio senza tempo né vita …

… “mi ero sentito estraneo alla vita di sempre, alla mia impossibile vita portata avanti per anni; e avevo preso la decisione di raggiungere l’isola … ci aveva condannati, ecco la parola, ad abbandonare tutto per recarci nel più breve tempo possibile alla volta dell’isola di sopra” … In ogni cosa c’è bellezza e bontà soprattutto in questo giardino. Basterebbe intendersi sul concetto di bellezza e di bontà, ovviamente” …

… “In verità quando vengo quaggiù provo una noia mortale. Non riesco nemmeno a pensare… se non all’infinita sterilità di ogni pensiero. Queste farfalle sono morte e sepolte. E così l’avorio. Ora che ci penso questo pozzo è una metafora” ...

… “l’idea stessa di proprietà e i commerci conseguenti legati ad essa - descriveva un concetto estraneo all’isola prima che a noi stessi; e che il possesso di un bene o di un fondo era stato qui bandito” ...

… “anche una rivoluzione riuscita non può pretendere di bastare a se stessa. E che ogni
avanzamento nella vita non è sufficiente a esaurire il mistero racchiuso nell’ordine delle cose … tutto è in quella luce senza sole, piovuta da un luogo sconosciuto. Come se il cielo e il mare fossero una cosa mai pensata prima” ...

… “il mistero è sempre sotto i nostri occhi ... ma a pensarlo non si trattiene. Perché sembra immobile, ma non lo è mai abbastanza” ...

 … “sa, a sentire i suoi discorsi dovrei convincermi che l’isola ha realizzato una speranza comune. E che già solo questo dovrebbe bastare a rendere felice chiunque. Eppure, glielo confesso, io non sento crescere in me nessun sentimento del genere. E non lo sento crescere perché, in verità, esso non è presente sull’isola. E nonostante la leggerezza delle cose e degli sguardi. Mi permetta di essere sincero, la prego: a me qui tutto sembra affondare” ...
… “l’isola deve tornare da dove è venuta ... è questo ciò che ognuno avrebbe dovuto desiderare” ...

… “Non c’è opera per cui varrebbe la pena spendere la vita Nessuna grande opera che possa vivere della sua perfezione. È solo una vanità che nutre le immaginazioni più testarde, fuorviate dal loro stesso desiderio “ ...

… il mondo e l’isola sembrano una babele di lingue non parlate, di occhiate tolte con l’inganno ...

 

Il libro

EDITORE Il Ramo e la Foglia
COLLANA Romanzi
PAGINE 160
PREZZO € 15,00
USCITA 4 febbraio 2021
ISBN 979-12-80223-00-5

 

L'autore

Leonardo Bonetti è nato a Roma nel 1963. È autore dei romanzi Racconto d’inverno (Premio Nabokov 2009), Racconto di primavera (Premio Carver 2011) e Racconto d’estate (finalista Premio Celano 2013), delle meditazioni in prosa poetica A libro chiuso (Premio Lorenzo Montano 2012), della raccolta di racconti La quercia nella fortezza (2015). È fondatore e leader degli Arpia, gruppo storico della scena musicale underground italiana. Per il cinema ha diretto Donina (2014), Un amore rubato (2016) e Rebeniza (2018).

 

Rosella Rapa (classe 1959) è nata a Torino. Si è laureata in Cosmo-Geo-Fisica, scrive e disegna fin da bambina. Collabora con Letteratour dal 2001, quando uscì il suo libro Draghi & Computer (sette racconti fantasy). Si interessa di Matematica, Letteratura e Storia Europea, vecchi Film e Serial impegnati. Le piace viaggiare, soprattutto nell'Europa del Nord, per vedere con i propri occhi paesaggi, arte e persone. Un po' estrosa, non ama pregiudizi e preconcetti.

     

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