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I disinnamorati è un romanzo che parla  dell’inconoscibilità dell’amore. Antonino  Bellofiore è un giovane agente di polizia, un flic. Fuma sigarette di  contrabbando e indossa calzini spaiati. Bellofiore è un personaggio tormentato,  destinato a soffrire perché consapevole dell’assurdità dell’animo umano.  Anisetta è una ragazza molto più matura della sua età, ha il collo  delicato e gli occhi grandi e gialli come quelli dei gatti. Entrambi sono  alla ricerca di un significato concreto da attribuire all’amore: lui per  definire una natura sfuggente che non sa vivere appieno, lei per un motivo legato  ai suoi studi di psicologia, che la pongono in una posizione di superiorità  rispetto ad Antonino, una posizione in cui comprende ciò che desidera e ciò che  non vuole. Bellofiore invece non sa lasciare andare, si ostina a indagare  nonostante le ferite e il dolore alla gamba, intrattiene deliranti  conversazioni allo specchio, in cui cerca risposte a domande che non dovrebbero  più avere importanza. Dovrà alla fine comprendere che ha stretto sempre tutto a  metà. Le indagini sulle cartoline recapitate con trent’anni di ritardo  sono il pretesto per far emergere il vuoto della relazione tra i due  protagonisti, il non detto, o il detto a metà. Delle semplici cartoline  riescono a instillare il dubbio nella mente di entrambi, riescono a generare un  corto circuito da cui non ne usciranno, o meglio, ne usciranno  disinnamorati. 
           Un romanzo intenso, che gioca col lettore seminando indizi,  rivolgendosi direttamente a lui; una storia che svela pian piano il suo intento  e riesce a sorprendere con i suoi complessi e umanissimi personaggi.
 “Buffo e disilluso, Antonino  Bellofiore è uno di quei personaggi nato per storie senza lieto fine. 
           Iodice  gioca col noir e finisce col sorprendere il lettore catapultato nella storia di  un antieroe perdutamente preso dal mal-amore”. ―Marta  Occhipinti, LA  REPUBBLICA 
“Tutto quello che crediamo di conoscere, in questo romanzo, viene rivoluzionato”. ―Imma I, BOOKESQUE
“I  disinnamorati è il rampollo di una corrente romantica che ricorda lunghe  passeggiate sui vialoni francesi. 
           Con un sentimento del tempo disilluso, Iodice offre un’espressione di tipi  umani”. ―Isabella Corrado
“La parola di Frank Iodice ha la forza della cura”. ―Stefania Castella, MELOLEGGO
“Iodice  dipinge con grande finezza i rapporti umani. I suoi personaggi hanno  spessore, 
           sono coerenti e in ogni pagina ci insegnano qualcosa in più su di  loro”.  
  ―Benoît Couzi, LE LYS BLEU
Il  signor Antonio Bellofiore lavora in una boulangerie di Roquebrune, nel sud  della Francia. Ha lasciato Catania da molti anni, non se ne ricorda più, pensa  alla sua città come a un bel posto che ha visitato e che piano tende a sparire  dalla memoria, non ha voglia di torturarsi con l’idea di cosa sarebbe diventato  se non fosse partito, preferisce impastare quello che ha davanti e non quello  che ha nella testa. Bellofiore è un uomo alto e grosso, pesa più di novanta  chili, ha barba folta e nera, le braccia dure, e ha un pensiero in testa,  un’idea semplice per essere felice. Negli anni ‘50, il sud della Francia era un  posto più piccolo, era più facile avere idee semplici per essere felici.
           Impastare il pane è faticoso; un giorno il lavoro dell’uomo sarà effettuato  dalle macchine, un giorno tutto sarà effettuato dalle macchine, poi dai  computer e poi da chissà cosa, ma per il momento Bellofiore ha da fare e non  pensa a nulla, guarda l’acqua diventare farina, l’odore diventare sudore e  stanchezza, sembra che tutto si stia impastando assieme al pane, sembra che  un’attività fisica non possa fare a meno di una sua componente psicologica. Il  prodotto finale, pertanto, non è soltanto il pane ma qualcos’altro.
           Bellofiore esce dal forno alle otto del mattino mentre i primi scolari si  divertono a correre verso la scuola; finché non vi si trovano davanti, la corsa  è divertente. Attraversa il paese per andare da sua moglie. Vivono in alto,  dove il mare si sente meglio perché non c’è il vento della spiaggia che rende  sordi e reclama la sua presenza millenaria.
           Sua moglie lo aspetta prima di andare al lavoro, è una maestra, una donna  buona: non lascia mai il marito mangiare da solo.
           A Roquebrune, in un appartamento al piano terra, Bellofiore e sua moglie  ascoltano il rumore del mare e si ricordano un po’ di Catania, ma soltanto un  po’.
  «Hai fatto più tardi stamattina».
  «Ho dovuto aiutare la proprietaria».
  «Ti ho preparato il caffè, ma è freddo; ne preparo un altro».
  «No, sta’ qui con me!»
  «Farò tardi…»
  «Non importa, racconterai ai bambini che l’attesa è parte dell’apprendimento».
  «E cosa racconto al preside?»
  «A lui dirai che sua moglie mi ha fatto lavorare un’ora in più anche  stamattina».
           In un appartamento dal quale si sente il mare è facile ascoltare le proprie  idee semplici. Il giardino è fiorito, le buganvillee sono viola e rosa, sono  fitte, i loro arbusti hanno solide radici che assumono la sostanza delle mura  dopo molti anni di simbiosi, come se le mura fossero fatte di arbusti e gli  arbusti fossero fatti di mura. Il viale che passa davanti alla loro finestra è  deserto, nessun rumore si avverte a quell’ora perché tutti i bambini sono già a  scuola e gli insegnanti stanno facendo l’appello, Aliberti, Ahmed, Beauregard…
           Quelli che hanno lavorato fino all’alba sono già nel loro letto e sognano che  il giorno sia buio come la notte per dormire meglio. La strada è vuota: in un  paese piccolo non c’è tanta gente in giro. Si sentono i rumori delle tortore  che provano a cantare, ma non sono intonate per nulla, emettono strani suoni  imitando gli uccelli veri, camminano a goffi passetti sul davanzale della  finestra che è brillante come la sabbia.
  «Smettila,» dice lei. Smettila, dice quando non vorrebbe mai che si smettesse,  se a dirlo è una bocca vispa da bambina e un no diventa il più invitante dei sì.
           I vicini sono andati a lavorare, i loro bambini aspettano la maestra, seduti  composti nei banchi di scuola, ma la maestra arriverà più tardi stamattina e  spiegherà loro che l’attesa è parte dell’apprendimento. Le sue parole arrossate  possono bastare. Quando saranno adulti, comprenderanno.
Frank Iodice è uno scrittore di origini napoletane; vive tra la Francia e gli Stati Uniti da circa vent’anni ed è autore di numerosi romanzi e racconti, tra cui ricordiamo: I disinnamorati (2019), La meccanica dei sentimenti (2018), Matroneum (2018), Un perfetto idiota (2017), Le api di ghiaccio (2014), La Catedral del Tango (2014). Oltre 10.000 copie del suo Breve dialogo sulla felicità sono state distribuite gratuitamente nelle scuole. Alcuni suoi libri sono tradotti in inglese, francese, spagnolo e portoghese. Frank vive in un paesino a un’ora da Lione e si dedica con passione e costanza a due cose: i suoi romanzi e la sua bambina, Matilda.
Il suo sito è: www.frankiodice.it
I disinnamorati         
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         Copertina flessibile: 200 pagine 
         Editore: Eretica (2 luglio 2019) 
         Lingua: Italiano 
         ISBN: 978-8833440972 
         
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