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E in mezzo: io, di Julya Rabinowich

di Anna Lattanzi

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...Anche quel buzzurro del secondo piano che gli ha dato qualche scappellotto e a me ha fatto più volte lo sgambetto, la mattina presto quando corro giù per le scale per prendere l'autobus all'ultimo momento. No, mi alzo sempre puntuale. In estate gli uccelli fanno un tale baccano che mi sveglio già alle cinque...

Madina è l'indiscussa protagonista di questo E in mezzo: io di Julya Rabinowich. Ha quindici anni la ragazzina dai lunghi capelli, ha un fratello ed è scappata dalla guerra, rifugiandosi con la sua famiglia a Vienna. Non è facile per loro integrarsi in terra straniera, ospitati in un campo profughi e con il capo famiglia che non vuole abbandonare le sue radici, né fisicamente, né mentalmente. Così Madina dovrà, in qualche modo, fare da collante tra la società che li accoglie e la caparbietà di suo padre, che vede la voglia di fusione con la collettività animare lo spirito di sua figlia, vivendola, però, come l'urgenza di staccarsi dalle proprie origini e non come il sogno di una vita migliore. Le difficoltà che durante il suo percorso Madina incontra, non fermano il suo fervore, la sua determinazione e, grazie anche all'amicizia di Laura, riesce a trovare la propria dimensione all'interno della società.

Una storia di forza di volontà e risolutezza quella di Madina, una giovane profuga, che vede nella padronanza della lingua il giusto strumento per potersi integrare nella società. Si sente sicura la ragazza, perché finalmente, con le giuste parole, può far comprendere alla sua stessa famiglia quanto sia importante chiedere accoglienza, ma anche accettarla nel momento in cui viene concessa. Si sente forte, perché grazie alla conoscenza del "verbo", può respingere quello che ascolta e che non le piace. Madina è figlia della guerra, della disperazione più cupa di chi non vede più alcun bene davanti a sé, di chi guarda solo alla morte e alla devastazione. É figlia di quella voglia di riscatto, di quella ricerca di una vita migliore, che però fa paura, perché, in fondo, staccarsi dalle radici fa male e suona come un tradimento.

Bella la penna della Rabinowich, che disegna il profilo dei protagonisti, con grande dovizia di particolari, non trascurando di far emergere le emozioni più vivide da ognuno di loro. Un'altalena di vive sensazioni questo E in mezzo: io, in cui speranza e dolore si alternano, in cui voglia di futuro ed egoismo antico spesso si fondono, dando vita a una potente battaglia emotiva. Forte il messaggio che la Rabinowich fa passare attraverso il suo scritto, un pensiero di potente vita vissuta, di esperienza maturata sul campo e di una sofferenza, che trova la sua redenzione in quell'accettazione che non conosce rassegnazione.

Di seguito, il pensiero di Beate Baumann, traduttrice del libro, che esprime pienamente lo spirito dello stesso.

Potrei usare due parole per definire il romanzo: voce e ponte. Julya Rabinowich ha voluto dare voce a chi non ce l’ha, a persone costrette ad abbandonare la propria terra e i propri cari...La voce di Madina racchiude un po’ tutto; da un lato la delicatezza e l’ingenuità straordinariamente sincera, dall’altro la chiarezza e la determinazione. I due punti, inseriti nel titolo, stanno a simboleggiare proprio quel ponte, dato dalla voce che funge da collegamento. Madina si trova nel mezzo, tra il mondo occidentale e quello orientale, tra l’universo degli adulti e quello dei ragazzi. La lingua diviene lo strumento, che trasforma la voce in una sorta di ponte, che permette a Madina di approdare nella nuova terra, sviluppando le proprie radici e le propria identità. La giovane incarna una voce contemporanea, una di quelle voci silenziose molto presenti nella nostra società, che gli altri faticano a sentire, perché, infondo, sono di persone trasparenti. E in mezzo:io, è un libro che sottolinea la sensibilità della Rabinowich nei confronti delle problematiche dei profughi. Julya ha lavorato presso un centro di accoglienza per rifugiati ceceni, dove ha ascoltato e dato voce a racconti scioccanti e angoscianti. Direi che la figura dell’interprete si identifica con il ponte tra le lingue.

Il libro

E in mezzo: io
autore: Julya Rabinowich
casa editrice: Besa Muci
anno: 2021

 https://fb.watch/2UlXz8D_oR/

 

 

Anna Lattanzi (classe 1970) è nata a Bari, dove ha frequentato la facoltà di Lettere e Filosofia. La passione per i libri e la scrittura hanno da sempre guidato il suo percorso di vita e professionale. E' amante dei viaggi e delle passeggiate nella natura, prediligendo su tutto la montagna, che sembra permetterle di toccare il cielo con un dito.

 

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