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Spirito Lakota, di Jim Yellowhawk

di Rosella Rapa

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Meraviglia. Pura emozione.
E' quanto si prova sfogliando le pagine illustrate, che ci portano in un mondo lontano, a metà strada tra il Sogno e la Storia, intesa soprattutto come "narrazione". Non a caso il nome nativo dell'artista Jim Yellowhawk è Tawoilamble Kpago "colui che traccia i suoi sogni".
Il libro ci mostra  alcune opere dell'artista, che con disegni e dipinti caratterizzati da un suo personalissimo stile, racconta la vita dei Nativi Americani e, nello specifico, dei Lakota (da noi sempre conosciuti come Sioux, che non è il nome corretto).

Le tecniche sono diverse e molto originali. Anche dalla riproduzione si nota la carta pregiata, il brillare della foglia d'oro, l'utilizzo del movimento circolare. Spettacolari cieli stellati e simboli ancestrali. Su questa base si rincorrono cavalli, bisonti e... motociclette. L'arte di Jim Yellowhawk non è rivolta solo al passato, ma anche al presente e al futuro, con attenzione ai problemi del momento, come possiamo vedere dai due dipinti in cui il virus del Covid-19 incombe come un mostro inquietante. Non manca un sottile umorismo, tracciato proprio "in punta di penna", che compare quà e là, a vivacizzare la raccolta. Questi diversi elementi descrittivi, racchiusi tra i disegni, definiscono Jim Yellowhawk come un artista completo, capace di dar vita a emozioni e sentimenti, tra cui emerge fra gli altri il rimpianto del passato, non tanto quello dei guerrieri e delle battaglie, ma quello appartenente ad una sfera più personale e mistica. A questo aspetto fortemente simbolico appartiene la copertina del libro, con il ritratto di toro Seduto tra dollari rovesciati, da osservare bene, perchè nascondono un'altro simbolo. Ogni disegno va osservato a lungo, e più volte, perchè si svela pian piano; prima ci dà una macro-idea sull'argomento, poi ci prende per mano e ci porta verso spazi immensi e vita semplice, molto legata al territorio e alla scoperta di se stessi, con un gran rispetto per l'armonia del Creato. Il cerchio, quasi sempre presente, ricorda gli antichi "scaccia-incubi", con la rete e le piume, molto in voga ancora oggi, come manufatti tradizionali apprezzati dai turisti.

La pittura, realizzata un tempo su pelli di Bisonte, è un'arte tradizionale molto antica; oggi Jim Yellowhawk, artista riconosciuto a livello internazionale, la ripropone con tecniche differenti tra loro, ma con un'impronta personale che si riconosce subito. L'apparente linearità del tratto non deve trarrre in inganno: osservando con attenzione vengono alla luce infiniti dettagli, che concorrono a costruire le figure dei guerrieri a cavallo e dei bisonti. I bisonti ricordano le pitture rupestri Europee, risalenti alla preistoria. La caccia è attività legata alla vita, il bisonte non è vittima, ma compagno nell'esistenza, è animale sacro, e come tale viene onorato.

L’opera viene presentata da noi, in Italia, ma si rivolgerà ad un mercato internazionale, perchè è completamente bilingue, con testo in italiano e in inglese.
La "galleria" delle illustrazioni è accompagnata da una breve biografia dell'artista, e da presentazioni e note di alcuni esperti che indirizzano alla "lettura" dell'arte nativa americana e di Jim Yellowhawh in particolare. Un aiuto indispensabile per inoltrarsi in un mondo lontano da noi, eppure oggi anche molto vicino, per esempio per la cultura del rispetto dell'ambiente, che si è risvegliata tra molti giovani (e anche meno giovani ...).

Gli autori meritano assolutamente di essere menzionati:
Raffella Milandri scrittrice e attivista per i Popoli Indigeni, editrice e curatrice dell'opera; sue le note esplicative; Marco Ghion, disegnatore di Tex Willer, autore della presentazione; Carlo Gentili, artista del Maceratese, autore della nota critica.

Tutti i contributi, tra cui i dipinti sono naturalmente la parte preponderante, si configurano come una guida, un invito ad inoltrarci tra i Nativi Americani e la loro preziosa cultura, che ancora oggi, nel XXI secolo, va aiutata a sopravvivere e difesa dal Predatore, il Nemico: l'Uomo Bianco, avido solo di ricchezze. Un tipo di personaggio con cui, fieramente, non ho nulla a che fare: preferisco cercare di avvicinarmi ai Nativi tramite le opere di questo libro, e spero che molti possano ammirarlo ed acquisire almeno in parte lo spirito della vera, antica, incontaminata Terra degli Uomini Rossi.

 

 

Rosella Rapa (classe 1959) è nata a Torino. Si è laureata in Cosmo-Geo-Fisica, scrive e disegna fin da bambina. Collabora con Letteratour dal 2001, quando uscì il suo libro Draghi & Computer (sette racconti fantasy). Si interessa di Matematica, Letteratura e Storia Europea, vecchi Film e Serial impegnati. Le piace viaggiare, soprattutto nell'Europa del Nord, per vedere con i propri occhi paesaggi, arte e persone. Un po' estrosa, non ama pregiudizi e preconcetti.

     

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