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Diamo voce e ci associamo anche
noi alla preoccupazione diffusa su tutta la rete per quella che
ormai è definita
da tutti la norma "ammazza-blog", contenuta nella nuova
legge in via di approvazione dal Governo sulle Intercettazioni.
Qui di seguito un rapido rimando a molti degli articoli presenti
sul Web per spiegare qual è il pericolo che corre chiunque
scriva oggi su Internet.
E intanto anche Wikipedia ha chiuso i battenti per protesta, lasciando
a tutti i suoi utenti italiani un lungo Comunicato per spiegare
le ragioni del caso.
• Rassegna stampa
• A che punto siamo?
Il Sole 24
ore
Si torna a parlare
di legge-bavaglio.
Fermento nel Web
italiano. Il Ddl sulle intercettazioni contiene ancora la norma che impone
a siti e blog, professionali e non, l'obbligo di rettifica dietro semplice
richiesta fondata o infondata, pena sanzioni da 12.000 euro. (...)
Come
sottolinea l’avvocato
Guido Scorza, esperto in tematiche legali legate al mondo del web, ”il
testo del ddl intercettazioni attualmente in Parlamento contiene, ancora,
la famigerata norma "ammazza blog" che impone ai gestori di tutti i "siti
informatici" l'obbligo di procedere alla rettifica di ogni contenuto
pubblicato dietro semplice richiesta - poco importa se fondata o infondata
- del soggetto che se ne ritiene leso”.
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La Stampa.it
Interviene pure il parlamentare del gruppo misto Giuseppe Giulietti,
per il quale ''la norma sulla rettifica in rete, detta ammazzablog, è tanto
arrogante quanto stupida, sarà inapplicabile e darà vita
al caos, non aumenterà le garanzie per i cittadini e favorirà solo
il commercio clandestino delle notizie. Probabilmente la necessità di
far presto e di proteggere il capo supremo li costringerà ad
approvare tutto, anzi forse metteranno anche la fiducia''. Alla luce
delle polemiche, il deputato del Pdl, Roberto Cassinelli, annuncia
pero' che presentera' un suo emendamento per modificare la norma e
assicura che ''non c'è nessuna volontà di soffocare la
libertà della rete, ma forse poca sensibilita' nei confronti
del fenomeno col quale vogliamo rapportarci''.
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Webmasterpoint
Manifestazioni degli oppositori
contro la cosiddetta legge ammazza-blog in piazza del Pantheon a Roma.
Presenti blogger e giornalisti con il cartello “No ai bavagli”.
La settimana prossima il disegno di legge finisce alla Camera.
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GliAltri on line
La legge ha dell’incredibile. Senza scomodare il diritto alla libertà d’espressione
(per la diffamazione esiste già una legge), ci sono motivi pratici
per prevedere un caos totale. Il povero blogger, a cui del resto la
legge ha imposto di dichiarare l’aperiodicità del suo
lavoro di informazione per non dover registrare il suo sito come testata
giornalistica, dovrà preoccuparsi di non allontanarsi dal pc
per più di due giorni.
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Un certain regard
E con la legge sulle
intercettazioni il governo Berlusconi tenta di nuovo di mettere le mani sul
web.
Del resto se comprare giornali e giornalisti è facile, accaparrarsi
televisioni su televisioni possibile, come fermare il web?
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Il Fatto Quotidiano
Cosa è la rettifica?
La rettifica è un istituto previsto per i giornali
e le televisioni, introdotto al fine di difendere i cittadini dallo
strapotere di questi media e bilanciare le posizioni in gioco, in quanto
nell’ipotesi di pubblicazione di immagini o di notizie in qualche
modo ritenute dai cittadini lesive della loro dignità o contrarie
a verità, questi potrebbero avere non poche difficoltà nell’ottenere
la “correzione” di quelle notizie. La rettifica, quindi,
obbliga i responsabili dei giornali a pubblicare gratuitamente le correzioni
dei soggetti che si ritengono lesi.
Quali sono i termini per
la pubblicazione della rettifica, e quali le conseguenze in caso di
non pubblicazione?
La norma prevede che la rettifica vada
pubblicata entro due giorni dalla richiesta (non dalla ricezione),
e la richiesta può essere
inviata con qualsiasi mezzo, anche una semplice mail. La pubblicazione
deve avvenire con “le stesse caratteristiche grafiche, la stessa
metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia
cui si riferiscono”, ma ad essa non possono essere aggiunti
commenti. Nel caso di mancata pubblicazione nei termini scatta una sanzione
fino a 12.500 euro. Il gestore del sito non può giustificare la
mancata pubblicazione sostenendo di essere stato in vacanza o lontano
dal blog per più di due giorni, non sono infatti previste esimenti
per la mancata pubblicazione, al massimo si potrà impugnare la
multa dinanzi a un giudice dovendo però dimostrare la sussistenza
di una situazione sopravvenuta non imputabile al gestore del sito.
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Tom's Hardware
La redazione di Tom's Hardware è unita
nel manifestare viva preoccupazione per questa iniziativa. Persino
nel nostro lavoro quotidiano gli effetti sarebbero nefasti:
saremmo costretti ad assecondare le pressioni dei vari produttori o marchi
del settore informatico. E così voi cari lettori vi ritrovereste
di fronte a recensioni addomesticate. Ovviamente non si può mettere
sulle stesso piano questo potenziale abuso con altri che hanno a che
vedere con la sfera civile dell'individuo. Ma il nodo della questione è sempre
lo stesso: dobbiamo difendere la libertà di espressione e sopratutto
smetterla di minimizzare come se non ci fossero implicazioni nel nostro
quotidiano.
La libertà non può prescindere dalla responsabilità nei
confronti degli altri e di se stessi. In questo caso tutti siamo chiamati
a rispondere con ogni mezzo che il sistema democratico mette a disposizione.
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Excite.it
Fulvio Fammoni della
Cgil ha detto: 'Il Paese è alle
prese con una gravissima crisi economica, e invece di parlare di lavoro
e sviluppo s'intasa il Parlamento con provvedimenti legati ai problemi
giudiziari del premier. Non s'invochi la privacy, è giusto che
i cittadini sappiano che il presidente del Consiglio dice a un probabile
indagato di 'non tornare in Italia''.
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Comune di Venezia
Contro la legge "ammazza blog" del governo
anche il comune di Venezia aderisce alla protesta della Rete -
Bettin: "un attacco al cuore della moderna libertà di espressione"
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Corriere della
Sera
Il presidente Fnsi Natale ha chiuso la manifestazione: «Il nostro
non è il no di una casta, ma di tanta parte della società italiana.
Porteremo la protesta in piazze sempre più grandi in tutta Italia
nelle prossime settimane e l' avremo vinta noi». Secondo il presidente
dell' Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino, la legge in discussione «indica
che noi siamo scomodi e questa è una cosa sana perché compito
del giornalista è essere scomodo».
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Iris Press
"Bisogna lasciare in pace la rete. Al premier non
chiediamo soldi, chiediamo la possibilità di esprimere in piena
libertà degli argomenti.
Certo c’è poi chi se ne approfitta, è un problema
che c’è. Ma credo che un canale informatico usato con
intelligenza ha molti più utenti di chi per un giorno si diletta
con le parolacce"
(...) aggiunge Storace.
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L'ultimo aggiornamento in merito alla "norma
ammazza-blog" ha visto attuare un passo indietro da parte del Governo,
soprattutto vista la massiccia mobilitazione da parte di opinionisti,
bloggers e in generale utenti di Internet, ma è tutta
la legge che è stata
momentaneamente accantonata nell'agenda governativa e rimandata a un
vaglio successivo.
Attendiamo quindi anche
noi di sapere cosa ci riserva il futuro e nel frattempo raccomandiamo
a tutti di mantenere vigile l'attenzione.
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