Henry James, Daisy Miller
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• Daisy Miller
• Trama
• Analisi
Ambientato nella comunità Americana in Europa,
la storia inizia con l'arrivo di Frederick Winterbourne, un giovane americano
residente da tempo a Ginevra, a Vevey - in Svizzera - in visita alla
zia - Mrs
Costello.
Nel corso della permanenza conosce Daisy Miller una giovane e
bella ragazza americana, in viaggio di piacere in Europa.
Nei suoi riguardi
James non lesina complimenti: "di una bellezza ammirevole,
straordinaria; affascinante creatura; gli occhi erano quanto di più bello
si possa immaginare, le mani molto belle".
Ciò che rende D. M.
diversa dalle altre ragazze è il suo
carattere: molto spigliato ed informale.
Il comportamento di Daisy a
seguito dell'incontro tra lei e Winterbourne, avvenuto nel giardino dell'albergo
dove entrambi alloggiano, e in circostanze del tutto casuali, viene descritto
dall'autore: "per niente imbarazzata,
non si era visto il minimo rossore sulla sua fresca bellezza, non era
né offesa né emozionata; non si poteva tuttavia dire vi
fosse nel suo atteggiamento nulla di "sfrontato", poiche' la sua espressione
era limpida e composta come l'acqua di sorgente; era assai ben disposta
verso la conversazione."
Winterbourne incantato da tanta bellezza e spigliatezza
le propone di rivedersi e di presentarle la zia; ma, come scoprirà ben
presto, la ragazza e la sua famiglia non godono di grande considerazione
all'interno della comunità americana; significative le parole
utilizzate nei riguardi di Daisy e della sua famiglia da Mrs Costello: "E'
molto rozza, è in
intimità con la guida della madre. Ma quella madre piccola e magrolina
non è da meno! Trattano la guida come un amico di famiglia - come
un gentiluomo e uno studioso. Non mi stupirei che pranzasse con loro.
La sera sta seduto con loro in giardino. Penso che fumi in loro presenza.
Quella ragazza è un orrore!"
Nonostante la condanna inappellabile
Winterbourne decide comunque di fare con Daisy una gita al lago.
Alcuni
mesi dopo, a Roma Winterbourne e Daisy Miller si incontreranno di nuovo.
La spregiudicatezza di Daisy Miller è però destinata
a suscitare scandalo. Frequenta disinvoltamente alcuni italiani "tipici
cacciatori di dote romani della razza peggiore".
In breve tempo tutti
i membri della comunità le voltano le spalle
criticandola apertamente per il suo carattere ritenuto (ingiustamente)
immorale e spregiudicato.
Nel corso di un'escursione notturna al Colosseo,
accompagnata dal sempre presente Mr Giovannelli, un suo corteggiatore,
viene colpita dalla " perniciosa " febbre
che nel giro di una settimana la ucciderà.
Daisy Miller è una civetta o è semplicemente
una ragazza per bene, ingenua, seppure sciocca e volgare? Questa è la
domanda che il fin troppo moralista Winterbourne si pone per tutto il
libro.
I membri della comunità americana emettono nei suoi riguardi
un giudizio implacabile: è volgare, immorale, scandalosa, orribile.
La sua amicizia con Mr. Giovannelli è soltanto un'ignobile "tresca".
Il suo comportamento è "troppo in là". Troppo oltre rispetto
alle ragazze italiane che conducono "una vita orrendamente noiosa", ma,
considerato l'ostracismo esercitato dagli americani in Europa, anche
troppo oltre secondo i canoni comportamentali che, a torto, vengono ritenuti
valere oltreoceano, ma in realtà assimilati agli usi e costumi
europei.
La madre di Daisy viene vista come una donna troppo debole per
opporsi alla figlia.
Ma nello specifico cosa fa Daisy di così grave?
E' bella ed allo stesso tempo fiera e consapevole di esserlo, sicuramente è un
po' frivola se preferisce feste e passeggiate alla visita di musei e
monumenti: "ero certa che sarebbe stato soffocante da morire. Avevo immaginato
che saremmo andati in giro tutto il giorno con uno di quei vecchi tremendi
che ti spiegano tutto sui dipinti e cose simili. Ma è durato solo
una settimana e adesso mi diverto." è quanto riferisce a Winterbourne
appena incontrato a Roma. Le piace la compagnia maschile come ammette
lei stessa: "ho sempre frequentato molto gli uomini." E' completamente
indifferente alle regole, passeggia per le vie di Roma senza la protezione
di una donna adulta; si presenta ai ricevimenti scortata da un cavaliere
che non è il suo fidanzato ufficiale. Sfida tutto, al punto da
recarsi, contro tutte le norme sanitarie, di notte al Colosseo luogo
affascinante, ma pericoloso per la sua aria insalubre.
E poi? Di cos'altro
si può accusare Daisy? Di niente, proprio
di niente.
Emblematiche sono le parole riferite da Mr. Giovannelli a
Winterbourne il giorno dei funerali: "Era innocente.". Daisy era innocente,
questo è un
dato di fatto. Ma lo era anche per Mr Giovannelli che non la critica,
non la condanna, semplicemente la accetta per quello che era: "la ragazza
più bella, la più amabile. Non mi avrebbe mai sposato.
Faceva quello che voleva." Ma Daisy sapeva di essere innocente. Lo sapeva
quando subiva il disprezzo dei suoi connazionali, ritenendo le persone "cattive".
Lo sapeva quando "troppo sconvolta ed interdetta anche per indignarsi" ad
un ricevimento subisce l'onta di chi le volta, letteralmente, le spalle.
Ma soprattutto sapeva di essere innocente quando ormai morente, in uno
dei suoi pochi momenti di lucidità, chiede alla madre di riferire
a Winterbourne se ricordava la passeggiata fatta insieme in Svizzera,
e soprattutto era desiderosa di fargli sapere di non essere mai stata
fidanzata con Mr Giovannelli.
Soltanto pochi mesi dopo Winterbourne comprende
il senso del messaggio e capisce che Daisy "avrebbe apprezzato la stima
altrui".
Anche in questo romanzo la contrapposizione caratteriale tra
i personaggi maschili e femminili ritratti da James è fortissima.
I primi sono rigidi, formali, austeri, convenzionali, le seconde si lasciano
vivere, sono istintive, generose, passionali, non convenzionali, curiose.
Curiose di tutto: della vita, della differenza di costumi tra gli Stati
Uniti e l'Europa, dell'animo umano.
Se si analizzano, molto superficialmente,
il dottor Sloper di Washington Square, F. Winterbourne di Daisy Miller
e Gilbert Osmond di Ritratto di signora, quello che maggiormente li accomuna è la
rigidità,
in taluni casi la meschinità, la poca voglia di rischiare. Catherine
Sloper, Isabel Archer - Ritratto di signora - e Daisy Miller, invece
sono istintive, passionali, forti, autonome di pensiero.
La domanda che
resta sospesa è: perché, poi, pur potendo "salvarsi" non
lo fanno?
C. Sloper, rifiuta tutti i successivi corteggiatori pur non
essendo più innamorata di M. Townsend; I. Archer potrebbe divorziare
ma rimane comunque con Osmond condannandosi ad vita senza amore; Daisy
Miller nonostante tutti gli "avvertimenti" ed i consigli di Winterbourne,
comunque persegue nel suo comportamento che per lei avrà risvolti
più tragici
rispetto alle altre.
Alla domanda si potrebbe rispondere con altre domande:
troppa indipendenza di pensiero e troppa autonomia intellettuale conducono
all'infelicità?
Le donne anglosassoni così fieramente diverse
dalle europee sono invece più sole?
Forse alla fin fine le donne
devono condurre: "una vita orrendamente
noiosa"?
Mi sembra importante valutare che i costumi sociali, sempre
così ben
descritti da James, cambiano, si evolvono e sono sempre contestualizzati
alle vicende storiche ed economiche di un popolo.
Dunque, oggi, sia nella
società americana che in quella europea
Daisy Miller verrebbe valutata per come la descrive James: bella e spigliata,
e non incorrerebbe più nella censura morale di Winterbourne e dei
suoi connazionali.
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