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Irène Némirovsky, Il Ballo

di Giovanna Nobile

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In questo breve romanzo Irène Némirovsky affronta un argomento delicato e per alcuni versi molto contrastato: il rapporto madre-figlia, che al di là delle semplici banalizzazioni, dei triti e ritriti discorsi sull'istinto materno, molte volte è un'immensa plaga di dolore priva di tutti quei sentimenti che invece dovrebbero nutrire ed alimentare la relazione madre-figlia: conforto, affetto, tenerezza, amore.
Il ballo del titolo alla luce della trama acquista un valore metaforico: un qualcosa che non si realizzerà mai.

Il libro

I Kampf neo ricchi, arroganti e pretenziosi, per suggellare la loro improvvisa e folgorante ascesa, decidono di organizzare una festa da ballo alla quale invitano tutte le persone "che contano".

Antoinette, la quattordicenne figlia dei Kampf, delusa per la crudele decisione della madre di escluderla dall'"evento" mette in atto istintivamente, e per questo ancora più spietata, una vendetta: non spedire i biglietti d'invito; la sera della festa i Kampf attendono inutilmente l'arrivo degli ospiti e poiché non hanno nessuna esperienza della vita sociale, non riescono a spiegarsi in nessun modo la defezione degli invitati.

Tutto il libro è permeato dalla voglia di vita di Antoinette, di sentire palpitare affetti ed emozioni, di sentirsi considerata, importante, amata; mentre la realtà è solo una serie di eventi banali, monotoni, vissuti in un ambiente privo di calore umano.

I due brani seguenti li ritengo particolarmente importanti e significativi, perché descrivono molto bene la tensione spirituale di Antoinette, i suoi desideri , i suoi ardori , quindi ciò che lei vorrebbe avere ed essere, in contrasto con il gelo che invece la avvita.

Si incamminarono tutti e tre in silenzio lungo la stradina buia e deserta. Sul viso di Antoinette arrivavano folate d'aria fresca, bagnata di pioggia, come imbevuta di lacrime. Rallentò il passo, guardò gli innamorati che camminavano davanti a lei senza parlare, stretti l'uno all'altro. Come andavano veloci.Si fermò. I due non si girarono neanche. "Se mi investisse una macchina, forse non sentirebbero nemmeno il rumore." pensò con una strana amarezza. Un uomo la urto al passaggio; lei indietreggiò spaventata. Ma era soltanto il lampionaio; vide come toccava i fanali ad uno ad uno con la sua lunga pertica, e come di colpo questi si infiammavano nella notte. Tutte quelle luci che lampeggiavano e vacillavano simili a candele al vento.Ad un tratto ebbe paura. Si mise a correre a perdifiato.

Antoinette non si era mossa. Per via dell'oscurità scorgeva soltanto due ombre confuse, e tutt'intorno la Senna nera e piena di riflessi. Anche quando si baciarono, intuì più che vedere i due visi avvicinarsi e quasi ricadere mollemente l'uno contro l'altro; si torse con violenza le mani, come una donna gelosa.Nel fare quel gesto, le scivolò a terra una busta. Ebbe paura e si affretto a raccoglierla, ma nello stesso istante si vergogno della sua paura: che sciocca, sempre a tremare come una bambina! Non era degna di essere una donna. E quei due là che continuavano a baciarsi.Non avevano ancora staccato le labbra. Una specie di vertigine si impossesso di lei, un bisogno selvaggio di commettere una bravata, di fare del male. Serrando i denti, prese le buste, le accartocciò fra le mani, le lacerò e le buttò tutte insieme nella Senna. Per un lungo istante, trattenendo il respiro, le guardò svolazzare contro l'arcata del ponte. Alla fine il vento le trascinò nell'acqua.

La descrizione

In entrambi i brani ci troviamo in un ambiente esterno: il Lungo Senna, in questo caso immaginato come luogo inospitale: stradina buia e deserta, per via dell'oscurità scorgeva solo due ombre confuse, tutt'intorno la Senna nera; il narratore descrive una sera di pioggia dando ampio risalto alle condizioni atmosferiche: folate d'aria fresca, bagnata di pioggia, imbevuta di lacrime, il vento le trascinò, che rappresentano la morsa nella quale è serrata la vita di Antoinette: una madre fredda e per niente affettuosa, un padre assente, una istitutrice distratta, ombre confuse, non consolatorie.

Per contrasto però appare il lampionaio, che rappresenta i più intimi e reconditi desideri di Antoinette: toccava i fanali con la sua pertica e questi si infiammavano , luci che lampeggiavano e vacillavano simili al vento.

Abbiamo già detto che lei sogna una passione che la infiammi, ma nello stesso tempo si sente vacillare sotto il peso dei suoi stessi aneliti.

La stradina buia e deserta metaforicamente rappresenta il percorso di Antoinette verso la sua vita adulta: una crescita non accompagnata da adulti, ma solitaria e come già detto priva di amore.

Ma la stradina buia e deserta rappresenta anche storicamente un'epoca di grandi travagli. Il libro, scritto nel 1928 , precede di un anno il crollo di Wall Street e di pochi anni l'avvento del nazismo.

I due episodi descritti sono fondamentali per l'architettura del romanzo, infatti un solo, semplice gesto - assolutamente non premeditato, e subito dopo dimenticato - imbriglierà l'ambizione dei Kampf, ma fondamentalmente rappresenterà lo specchio nel quale i Kampf dovranno guardarsi realisticamente sia come individui che come coppia.

Trovo molto significativo che questo episodio sia avvenuto in un luogo aperto ed anche poco accogliente: solo fuori dalle pareti di casa Antoinette - seppure trascinata più dall'impulso che dalla ragione - riesce ad essere se stessa, a compiere un gesto così crudele, chè però descrive bene la sua personalità, quella degli adulti che la circondano e più in generale del periodo storico grave ed in cammino verso una tragedia che segnerà inevitabilmente il corso del Novecento.

In maniera più privata il racconto ripercorre anche il travagliato rapporto dell'autrice con la madre.

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