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J. R. R Tolkien
Il Signore degli Anelli

di Rachele Muzio

Nella categoria: HOME | Recensioni

Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
Sette ai principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,
Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,
Uno per l'Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra
Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra nera scende.
Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli,
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli,
Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende.

Riassunto:

La compagnia dell'anello (1954), Le due Torri (1954) e Il ritorno del Re (1955) formano la fortunata trilogia del Signore degli Anelli di Tolkien.

Il primo libro si apre nella Contea abitata dagli Hobbit (popolo amante della calma e della terra ben coltivata, dai piedi nudi ricoperti di pelo) con la vivace festa di compleanno del vecchio Bilbo.
Dopo un bel discorso il festeggiato sparisce lasciando un misterioso anello a suo nipote Frodo.
Gandalf, venerato stregone, narra così a Frodo la storia del potente anello preso da Bilbo a Gollum, strano viscido essere che una volta era un hobbit, e gli propone di partire subito per distruggerlo nella Montagna del Fato; il Male ne vuole tornare in possesso per soggiogare il mondo e tutti i suoi abitanti.
Il giovane Frodo accetta la missione con riluttanza e parte accompagnato da Gandalf e dal servitore e amico Sam: ha inizio l'avventura.
La compagnia incontrerà strani esseri e molti amici si uniranno loro lungo il cammino ma saranno anche perennemente braccati dalle terribili ombre alate, conosceranno l'affascinante regina degli Elfi Galadriel, grandi saggi e re giusti, cavalieri valorosi e creature fedeli al Male, fino al primo scioglimento del gruppo.
Infatti Aragorn, misterioso e coraggioso cavaliere, segue con la compagnia una strada, mentre Frodo infila l'anello che lo rende invisibile (ma visibile alle forze del Male) e scappa terrorizzato dopo l'attacco di un compagno per impadronirsi del gioiello, Sam si lancia alla ricerca del suo padrone ed entrambi si dirigono verso la Terra d'Ombra.

Il secondo libro si apre con la cattura di due hobbit da parte dei selvaggi e temibili Orc; Boromir, che aveva cercato di appropriarsi dell'anello, cade dopo un valoroso combattimento e riscatta con la vita la sua dignità di eroe, i superstiti si lanciano all'inseguimento dei rapitori.
Gandalf, creduto morto da tutti, riappare sulla strada della compagnia che vincerà gli Orc grazie all'aiuto di uno straordinario pastore di alberi e salverà un re dai sortilegi del suo consigliere.
Intanto Frodo e Sam continuano per la loro strada inseguiti da Gollum calamitato dal malefico potere dell'anello che fu suo; i due riescono però a catturarlo e lo costringono a guidarli per paludi e luoghi a lui familiari.
L'anello durante il viaggio diventa sempre più pesante e potenzialmente pericoloso ma permette a Sam di seguire Frodo che è stato rapito dagli Orc. Nel frattempo il Signore del Male ha scatenato le sue nere truppe sul regno di re Denethor e solo i cavalieri di Rohan potranno salvarlo.

Nel terzo libro il regno di Denethor, decaduto e avvilito per via delle arti nere, è salvato da Gandalf e dai prodi cavalieri del suo seguito primo fra tutti Aragorn che salirà sul trono mostrando di saper guarire i feriti: «le mani del re sono mani di guaritore. E così sempre si è potuto stabilire chi fosse il legittimo sovrano».
A questo punto Aragorn e Gandalf vanno incontro al Nemico che conquista terreno con la sola speranza di rendere possibile l'avvicinamento di Frodo (intanto liberato dal fedele Sam) alla terribile meta.
Sull'orlo del vulcano Gollum non resiste al richiamo dell'anello, si avvicina alla mano di Frodo e «le bianche fauci scintillarono e si chiusero con un rumore secco»: il misero essere danzando follemente mentre tiene l'anello, sempre ancorato al dito che lo aveva infilato per disfarsene, cade nella voragine.

«Le torri crollarono e le montagne franarono... immense spirali di fumo e di vapore si sprigionavano sempre più in alto... un torrente di pioggia nera, tagliente come fruste, sgorgò dalle cateratte celesti».

La Missione è compiuta, come dice l'esausto Frodo all'amico; Gandalf, Aragorn e i cavalieri impegnati contro le truppe del Male vedono la nera Terra di Mordor essere spazzata via.
I due coraggiosi hobbit sono portati in salvo e ogni componente della Compagnia dell'Anello prende la propria strada senza immaginare che ancora una sorpresa li aspetta: Saruman, stregone traviato dalla sete di potere, ha instaurato una tirannia nella Contea. Ma il coraggio e la saggezza guadagnati da Frodo vinceranno ancora una volta.

«La Terza Era era ormai finita ed i giorni degli Anelli ormai passati e si concludevano così la storia e i conti di quei tempi».

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Temi e struttura:

I temi che attraversano Il Signore degli Anelli sono moltissimi e, fatto di cui lo scrittore si rammaricava, passibili di molte interpretazioni. Alcuni hanno dato maggior valore al tema del contatto dell'uomo con la natura, altri vi hanno scorto una denuncia contro le dittature, altri ancora hanno sottolineato i temi religiosi.
Il tema predominante rimane comunque la dualità fra il Bene e il Male (presente anche nella natura dei personaggi positivi), la dualità della Natura che rapisce i sensi, vigorosa, lussureggiante, magica ma anche sterile, cupa e ostile sotto la minacciosa ombra di Mordor.
Forte il tema del potere dal fascino oscuro e logorante, che solo in apparenza facilita l'esistenza e in realtà rende schiavi incapaci di sopravvivere a se stessi.
Naturalmente non mancano tutti i temi cari al genere cavalleresco quali la fedeltà, l'amicizia, il coraggio, l'amore e il tradimento.

Dal punto di vista strutturale Tolkien sceglie di essere un narratore onnisciente e arricchisce il testo di molte descrizioni, di dialoghi, di poesie e di canzoni (che in futuro musicherà) che fanno sprofondare il lettore in una realtà parallela viva e seducente.

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Stile:

Lo stile di Tolkien è uno stile particolareggiato ma affatto ridondante, è come un fluido che si adatta alla situazione e all'ambiente: gotico nella descrizione della Terra di Mordor, solenne nei momenti importanti, più voluttuoso durante il soggiorno nell'incantata terra degli Elfi.

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