Aldous Huxley,
Mondo nuovo – Ritorno al mondo
nuovo
di Rosella Rapa
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Titolo: Mondo
nuovo – Ritorno al mondo nuovo Autore: Aldous Huxley Editore: Mondadori Pagine: 350 Genere: Fantascienza Prima pubblicazione: 1936 |
Da tempo desideravo leggere Aldous Huxley, ma mi era sempre sfuggito di mano. Meglio così, in fondo.
La Trama:
In un futuro imprecisato, l’umanità ha finalmente trovato
pace e sicurezza, grazie alla manipolazione degli embrioni, e all’uso
istituzionale di droghe. Poca inventiva? Non direi. A. Huxley scriveva
negli anni ’30, quando la manipolazione genetica era ancora del
mondo dei sogni, e le droghe non si vendevano certo all’uscita
delle scuole.
L’impatto con il Mondo Nuovo, sin dalle prime pagine, è agghiacciante.
Con freddezza da laboratorio viene descritta la manipolazione degli embrioni,
usando la scoperta che aveva rivoluzionato la fisica all’inizio
del XX secolo: la radioattività. Gli embrioni sono sottoposti
ad una serie di bombardamenti radioattivi, per creare individui di tipo
ben differenziato: dai dominatori, intelligenti, perfetti, sani; ai più miseri,
piccoli, ignoranti, schiavetti destinati a svolgere per sempre le mansioni
più umili. Eppure, una volta cresciuti, tutti sono perfettamente
a loro agio in questa società artificiale, e questo per merito
di una superdroga, che inebria e non da mai effetti collaterali (a parte
l’assuefazione …); la droga è distribuita a piene
mani, eppure sotto un rigido controllo.
Improvvisamente interviene un elemento anomalo: in una riserva di “selvaggi”,
persone rimaste in condizioni di vita primitive, sono ritrovati due “civilizzati”,
dispersi da vent’anni.
Due mondi a confronto: ma se il mondo nuovo terrorizza per la sua impersonalità,
l’assenza, o la regressione, della civiltà, non ha portato
certo al mito del “buon selvaggio”. Al contrario. Vendicativi,
oziosi, carichi di malvagità, senza scrupoli e senza morale, accattoni,
malevoli verso i “diversi”: i selvaggi non si dimostrano
migliori degli sballati drogati ultramoderni. In bilico tra un mondo
e l’altro, il più giovane dei dispersi, nato e cresciuto
senza condizionamenti, non riuscirà ad adattarsi al mondo nuovo.
La conclusione non potrà essere che tragica.
Le caratteristiche narrative.
Nel “Mondo Nuovo” ogni personaggio è molto ben delineato, sia nelle caratteristiche fisiche, sia sotto il profilo psicologico. La narrazione scorre piana, coinvolgente, senza bisogno di grandi colpi di scena, poiché l’inventiva senza sosta dell’autore non ne ha bisogno. Un vero peccato il finale, a sorpresa, sì, ma troppo trascinato: sostengo che un finale deludente riesca a rendere mediocre un romanzo che poteva essere un capolavoro. Nemmeno la pesante drammaticità di un futuro tanto infame riesce ad imprimersi definitivamente nel lettore.
Ma la storia non finisce qui.
Vent’anni dopo l’uscita del romanzo, negli
anni ‘50,
A. Huxley presentò una serie di conferenze volte a rivisitare
il suo elaborato, alla luce di una guerra appena passata, e di nuove
scoperte scientifiche. Il pessimismo non cambia, se vogliamo, peggiora.
A. Huxley ritiene che TV, alcool, medicinali e droghe stiano già conducendo
l’umanità verso quel futuro che negli anni ’30 aveva
solo paventato.
Inutile riportare i dettagli delle sue osservazioni: resta solo da chiedersi
cosa potrebbe mai dire oggi.
In questa edizione, la biografia e l’introduzione sono molto utili per comprendere lo scrittore, e i suoi tempi. La fantascienza del passato, riesce spesso a comunicare in modo diretto ed efficace quali erano i sogni, le speranze, le aspettative di un’epoca, ed anche i timori, le delusioni, le ansie. Abbiamo quindi due livelli di lettura: il romanzo avvincente di per sé, e il suo contesto. Alcuni aspetti storico - filosofici si possono cogliere solo con una certa esperienza; soprattutto se si vuole approfondire, con la lettura delle conferenze, il pensiero dell’autore, che fu saggista e filosofo di fama riconosciuta.
Tratto da Ritorno a un Mondo Nuovo
Con
una TV sempre più invadente, psicofarmaci prescritti
anche ai bambini, “purché stiano buoni”, la politica
ridotta ad una rissa continua, il progressivo disinteresse del cittadino
verso il mondo che lo circonda. Ci stiamo già trasformando
in automi, e senza bisogno di genetica o radiazioni; i ricchi sono
sempre più ricchi, i poveri ormai sono una realtà anche
nei paesi un tempo detti “sviluppati” o “industrializzati”.
A quando la distribuzione di droga per alienare ogni residuo di
personalità?
Cosa resta da aggiungere, oggi?
Rosella Rapa (classe 1959) è nata a Torino. Si è laureata in Cosmo-Geo-Fisica, scrive e disegna fin da bambina. Collabora con Letteratour dal 2001, quando uscì il suo libro Draghi & Computer (sette racconti fantasy). Si interessa di Matematica, Letteratura e Storia Europea, vecchi Film e Serial impegnati. Le piace viaggiare, soprattutto nell'Europa del Nord, per vedere con i propri occhi paesaggi, arte e persone. Un po' estrosa, non ama pregiudizi e preconcetti.
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