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Via dalla pazza folla è un quadro ricco di minuziosi particolari, un prezioso affresco i cui colori sono i protagonisti, sfumati e dipinti come fossero reali e dove il dilaniarsi dei loro rapporti enfatizza approfonditamente i ritmi di un’Inghilterra vittoriana che spesso viene tralasciata: quella fatta di ruralità e alternarsi pacato delle stagioni.
Anche se la trama può apparire quella di un copione comune il romanzo è a dir poco spettacolare. Una intensa lucidità evidenza il contrasto di emozioni, quali terrore, angoscia, amore, paura e follia, ma soprattutto la difficoltà di gestire ed esternalizzare i sentimenti.
Bathsceba Everdene, rimasta povera e senza famiglia, decide di trasferirsi dalla zia in campagna; qui incontra per la prima volta il fittavolo Gabriel Oak, che s’innamora perdutamente di lei a prima vista.
Alcune settimane dopo il suo arrivo Gabriel la chiede in sposa sperando che lei accetti grazie alle sue migliori condizioni economiche, ma Bathsceba rifiuta in quanto è suo desiderio arricchirsi senza l’aiuto di nessun uomo. Fiera della propria indipendenza lo ringrazia amorevolmente rincorrendolo prima che se ne vada.
La situazione improvvisamente si rovescia, mentre Gabriel a causa di un incendio doloso perde gregge e fattoria, Bathsceba eredita alla morte dello zio un’immensa proprietà diventando al contempo una delle donne più desiderate dagli uomini della contea, tranne da uno: il vicino William Boldwood.
Questa sconfitta morale la porta a tentare di conquistarlo unicamente per orgoglio personale, così con l’aiuto della cameriera scriverà una lettera d’amore e gliela consegnerà proprio il giorno di San Valentino. Sir William Boldwood impressionato dalla possibilità che una donna come lei possa essersi di lui innamorata si incuriosisce fino a divenirne ossessionato.
Nel frattempo, Oak ricerca fortuna e si imbatte nella fattoria di Bathsceba proponendosi come pastore, qui la giovane donna ricordandosi di lui decide di assumerlo. Tuttavia solo un uomo sembrerà fare breccia nel cuore di Bathsceba, lo spietato sergente Troy che con la sua affabilità si dimostrerà premuroso e amorevole ingannando così la giovane protagonista e nascondendole al contempo la precedente relazione con la cameriera Fanny, donna di cui è stato veramente innamorato, ma che per sete di denaro e ambizione decise di abbandonare.
Troy sperpera tra alcol e tavolo da gioco la fortuna che Bathsceba è riuscita a costruirsi, e lei nonostante le sofferenze subite preferisce non lasciarlo. Alla morte di Fanny, Troy scappa di casa e viene creduto morto da Sir Boldwood che tenta di riconquistare Bathsceba, ma è proprio a questo punto che la sottile relazione fra Oak e Bathsceba diventa più evidente, quell’amore passionale e mal celato che i due inconsciamente hanno sempre coltivato inizia a farsi strada tra abbracci e debolezze. Bathsceba ha bisogno di conforto e lo cercherà nelle parole di Oak, nei suoi modi contadini, nella sua freschezza e nella sua genuinità.
In occasione della Vigilia di Natale, durante un fastoso ricevimento organizzato da Sir Boldwood nella speranza di poter sposare Bathsceba, il presunto defunto, il sergente Troy, reclamerà con violenza la povera donna e verrà freddato da un colpo di fucile proprio dallo stesso Boldwood.
Approfittando del momento Oak cercherà di abbandonare la fattoria, con il solo scopo di risvegliare la passione di Bathsceba.
E qui il destino si compirà: Bathsceba preoccupata di non rivedere mai più Oak si proporrà lei stessa come sua futura moglie vincendo finalmente sul proprio ottuso orgoglio.
Nausicaa Baldasso (04/05/1984) è laureata in Scienze sociali statistiche applicate. E' stata più volte finalista in vari concorsi e ha vinto il Premio Nazionale di Scrittura Creativa Piccola Giorgia Russo Una fiaba... è per sempre nel 2017.
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