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Quale fosse lo scopo di Vladimirovic Nabokov quando ha scritto il suo Lolita, ad oggi non è ancora chiaro. Fare in modo che il lettore simpatizzasse con Humbert? Che si identificasse in lui? O che provasse repulsione per lui? Creare clamore e scandalizzare la collettività degli anni '50? Quello che sappiamo con certezza, è che la magica penna dello scrittore russo ha dato vita a un'opera eccellente, che è stata spesso trattata come tale, ma sin troppe volte additata, strapazzata, criticata e soprattutto fraintesa. Curiosiamo tra le righe di questo romanzo, usando come lente di ingrandimento una visione libera da pregiudizi e ideologie accusatorie.
Lolita di Vladimirovic Nabokov, pubblicato a Parigi nel 1955, è uno dei romanzi che più ha scandalizzato l'opinione pubblica. Il libro è da sempre aspramente criticato, a causa delle scabrose tematiche affrontate dall'autore, in termini di pedofilia e di incesto. Il narratore è un professore di letteratura di trentasette anni, che rimane affascinato da una dodicenne, Lolita, (il nome che l'uomo attribuisce segretamente alla ragazzina), con la quale intreccia una relazione sessuale dopo essere diventato il suo patrigno. Il termine "lolita" è entrato a far parte del linguaggio popolare, identificando una piccola ammaliatrice e seduttrice.
Nabokov dà vita al romanzo negli anni Cinquanta, ma come egli stesso scrive nelle prefazioni dell'edizione francese prima e di quella italiana dopo, l'idea di redigere un libro, il cui protagonista coinvolge una fanciulla-adolescente in una relazione sessuale, nasce già nel 1940, durante una convalescenza forzata. Lo scrittore russo ha sempre negato di essersi ispirato a storie realmente accadute e ha sempre affermato che il suo Lolita nasce dalla fantasia. A smentire queste sue dichiarazioni, ci pensa Sarah Weinman, nel 2018, con la pubblicazione del romanzo The Real Lolita. Stando a quanto dice la Weinman, Nabokov avrebbe narrato un fatto realmente accaduto: nel Giugno del 1948, una ragazzina di undici anni, Florence Sally Horner, viene rapita all'uscita da scuola, dopo essere stata ingannata da Frank La Salle, un cinquantenne che si finge agente FBI. Per diverso tempo l'uomo abusa della bimba, viaggiando e spostandosi per ventuno mesi attraverso gli USA. Una volta tornata nella sua comunità, da vittima innocente, Florence viene colpevolizzata e definita prostituta. La ragazza muore all'età di quindici anni a causa di un incidente stradale. A conferma ulteriore del legame esistente tra la storia di Lolita e quella di Florence, è il riferimento al caso Horner, contenuto nel capitolo 33, parte seconda del libro. Già nel 2005, il critico Alexander Dolinin, ipotizza che le due storie possano essere in qualche modo correlate. In realtà, nel 1940, l'autore russo pubblica L'Incantatore, un romanzo che vede protagonista un uomo maturo che si innamora di una poco più che bambina. Questo fa supporre che tale idea sia nata autonomamente nella testa di Nabokov.
Humbert Humbert, nato a Parigi nel 1910, è un professore di letteratura francese che ha sentimenti morbosi nei confronti della dodicenne Lolita. Muore in carcere di trombosi cronica nel 1952.
Lolita, il cui vero nome è Dolores, è chiamata da tutti con nomignoli come Lo e Dolly. Nata il 1 Gennaio 1935, è una ragazzina molto spregiudicata, con una potente sessualità, molto spiccata per la sua età. Muore il 25 dicembre del 1952 dando alla luce una bambina senza vita.
Charlotte Haze è la madre di Lolita e futura moglie di Humbert. Si mostra gelosa nei confronti delle attenzioni che Humbert riserva a sua figlia, tanto da allontanarla mandandola in colonia. Scopre tutto leggendo il diario del marito e muore investita da un auto.
Clare Quilty è un regista che vorrebbe portare Lolita nel cinema porno.
Parte prima: Il professor Humbert Humbert, voce narrante del racconto, è un insegnante quarantenne di letteratura francese, che dopo aver posto fine al suo matrimonio ed essersi ripreso da una brutta depressione, si trasferisce a Ramsdale, per potersi dedicare totalmente alla scrittura. Affitta una stanza nella casa di Charlotte Haze, una vedova, dove fa la conoscenza di sua figlia dodicenne, Dolores. La ragazzina è spregiudicata e la mente del professore corre indietro nel tempo, quando all'età di tredici anni ha vissuto il suo primo amore con Annabelle. Nonostante Dolores, da lui chiamata anche Dolly o Lola o Lo, sia molto più giovane, l'uomo ne è profondamente attratto e si perde completamente per lei. La ragazzina, il giorno in cui parte per la colonia, saluta con un bacio sulle labbra Humbert: un gesto apparentemente ingenuo, ma che in realtà è frutto del rapporto piuttosto ambiguo che si è creato tra i due. Mentre la bimba è via, Charlotte, segretamente innamorata dell'uomo, gli chiede di sposarlo e lui accetta, solo per restare accanto alla sua Lolita. Poco tempo dopo a Charlotte capita di leggere il diario dell'uomo e scoperte le sue reali intenzioni, decide di fuggire e di mandare Dolores in collegio. Minaccia l'uomo di esporlo al pubblico disprezzo e mentre va via inorridita, una macchina la investe, uccidendola. Humbert va così a prendere Lolita dal campeggio, raccontando alla ragazzina che sua madre è stata ricoverata e invece di riportarla a casa, inizia con lei un lungo vagabondaggio, da un motel all'altro, in giro per gli Stati Uniti. La prima sera costringe la ragazza ad assumere sonniferi per poter abusare di lei, ma scopre che Lolita ha perso la verginità con un compagno della sua età durante la sua permanenza in campeggio.
Parte seconda: Humbert ammette la morte della madre e si propone a Lolita come patrigno e affidatario, arrivando a pagarla per ottenere favori sessuali e pregandola di non denunciarlo, altrimenti sarebbe finita in carcere anche lei. Trascorrono un anno insieme e in giro, fino a quando non sorge la necessità per la ragazzina di ricevere un'istruzione scolastica adeguata. Giungono così nella cittadina di Breadsley, dove Humbert iscrive Lolita a una scuola femminile. La presenza dell'uomo è ormai diventata asfissiante per la ragazza, tanto da impedirle di frequentare ogni tipo di attività extra scolastica. Così Lolita, per avere un pò di libertà, lo convince a farsi iscrivere a un corso di teatro, dove ha possibilità di incontrare i suoi amici e il commediografo Quilty, conosciuto in passato, perché ospite della madre. Durante la preparazione della recita scolastica, l'uomo rimane fortemente colpito dalle doti recitative di Lolita. Dopo una feroce discussione con Humbert, la ragazzina gli chiede di rimettersi in viaggio. L'uomo prende la palla al balzo e decide di partire nuovamente, lasciandosi alle spalle i vari pettegolezzi suscitati in paese dalla relazione con la sua figliastra, ormai sotto gli occhi di tutti. Humbert non è tranquillo, perchè si sente in qualche modo braccato da un uomo, che sembra essere un invesigatore, che si fa sempre più insistente. Lolita si ammala e viene ricoverata in ospedale e per la prima volta Humbert si ritrova senza di lei, dopo diversi anni. La ragazza trova il modo di scappare dalla clinica, con l'aiuto di un adulto che si presenta come lo zio Gustave. Humbert, quasi impazzito, cerca la ragazza per tutti i motel, ma non ne trova traccia. L'anno seguente riceve una lettera da Lolita, ormai diciasettenne, che gli svela di essersi sposata e di attendere un bambino. L'uomo va a trovarla e scopre che lo zio Gustave, non è altro che Quilty. Il commediografo avrebbe voluto Lolita come stella dei film porno, ma non gradendo il rifiuto della ragazza, la lascia da sola e per strada. Dopo diverso tempo, Lolita incontra il giovane Dick, Richard, che non conoscendo il suo passato, si innamora di lei e la sposa. Dopo averle consegnato quattromila dollari, Humbert cerca di convincere la ragazza a seguirlo nuovamente, ma Lolita non accetta. Preso dalla disperazione, va a cercare Quilty a casa e lo ammazza. Arrestato per omicidio, mentre è in attesa di processo, scrive il libro di memorie Lolita o le confessioni di un maschio bianco vedovo.
A causa dell'argomento a dir poco scabroso, sono diverse le case editrici che si rifiutano di pubblicare il libro. Qualcuna ne impone tagli e censure, ma Nabokov si rifiuta sistematicamente di applicarle. Nel 1955 è la Olympia Press, un'importante casa editrice di letteratura erotica a occuparsi della pubblicazione. Nel 1956 il Ministro degli Interni francese fa bandire il romanzo per ben due anni. La prima edizione americana viene pubblicata nel 1958 e dopo Via col vento è il libro più letto: son ben 100.000 le copie vendute nelle prime tre settimane. In Italia, invece, è Mondadori a pubblicarlo nel 1959 e Adelphi nel 1993, dando alle stampe una nuova versione di Lolita nell'ambito del progetto di ritraduzione di tutte le opere di Nabokov. Nonostante lo scandalo, le pagine del libro non contengono scene particolarmente scabrose: ogni riferimento è descritto in maniera delicata e non esplicita.
Sono due le principali trasposizioni cinematografiche che Lolita conosce. La prima risale al 1962, per la regia di Stanley Kubrick, una pellicola poco apprezzata dalla pedanteria della critica dell'epoca, ma che in realtà non è altro che una magistrale fedele riproduzione del libro di Nabokov. La recitazione di alto livello e un'ottima sceneggiatura completano un quadro decisamente degno di lode. L'altra trasposizione cinematografica è del 1997, per la regia di Adrian Lyne, un remake dell'opera dello scrittore russo, che risulta decisamente più artificioso e meno elegante rispetto al primo film.
Due parole e quattro chiacchiere andrebbero scambiate con coloro che hanno negli anni banalizzato la trama del capolavoro di Nabokov, riducendola ad una morbosa passione tra un maturo professore e una ragazzina spregiudicata. Qualcuno ha parlato di becera pedofilia, altri hanno chiamato in causa la psicologia e qualcun altro, dall'alto, ha ordinato che il libro fosse proibito. Con questo non si vuole minimizzare sulla scabrosità dell'argomento e non si vuole certo sminuire la delicatezza del tema trattato. Ricordiamo che la violenza sui minori è una realtà tristemente attuale e fortemente sentita già negli anni '50. Altrettanto innegabile è il fatto che Nabokov sapesse che il suo romanzo avrebbe fatto scalpore. Quello di cui non si è tenuto conto all'epoca e quello che per certi versi ancora oggi è poco considerato da una fascia di lettori e da una parte della critica, è che il romanzo è privo di ogni volgarità. La prosa dello scrittore russo è pulita, lineare, elegante, non esprime morbosità alcuna nei dialoghi, tutte le allusioni vengono gestite con raffinati giochi di parole, che nulla lasciano trapelare apertamente. Nabokov è cosciente di questo, sa bene che le critiche sono esagerate e si ostina pertanto a non apportare alcuna modifica al suo libro. Impossibile produrre cambiamenti, perchè nel romanzo tutto sembra assolutamente incastonato ad arte. Nulla è lasciato al caso, la trama è compatta ed è il risultato di un bellissimo mosaico, dal quale non si può eliminare o spostare nemmeno un tassello. I personaggi sono magnificamente disegnati; non manca di dovizia di particolari la magistrale penna di Nabokov, delinenando perfettamente ogni figura che anima il romanzo, sia dal punto di vista oggettivo, che da quello emozionale.
Lolita è una bimba agitata, capricciosa, per certi versi una vera e propria peste. L'autore non descrive da nessuna parte una ragazzina seduttrice e ammaliatrice, come molti hanno voluto identificarla. Lolita è una vittima: vittima della vita che lei non ha scelto e vittima delle attenzioni di quello che poi diventa il suo amante. Humbert è un uomo che nella sua profonda tristezza, vuole rivivere il suo amore adolescenziale, non curandosi minimamente di distruggere, in tutto e per tutto, l'esistenza di una bambina e di quelle che poi si riveleranno le conseguenze personali e sociali.
Allora c'entra o no il sesso? Sicuramente sì, ma non è certamente il fulcro della storia. Questa è la narrazione della tristezza umana, fatta di solitudine e di ricerca di una via di fuga a tutti i costi. Sì, ritroviamo scene scabrose, ma ce ne accorgiamo dopo un'attenta rilettura. Nabokov non ha mai avuto intenzione di nascondere tale aspetto e di questo ne siamo assolutamente convinti, ma ha avuto la capacità, come solo uno scrittore del suo calibro sa fare, di inserirlo in maniera delicata nella narrazione. Lolita rimane il libro più discusso di tutti i tempi, dove una bambina da vittima diventa carnefice, senza guardare alla vera realtà dei fatti e dove un uomo di quasi mezza età per l'epoca della storia, viene additato unicamente come pedofilo, senza andare a scavare nei meandri della sua situazione oggettiva e psichica. Lolita ha tutte le carte in regola per essere considerato come il romanzo di tutti i tempi, passato, attuale e futuro capolavoro letterario.
Anna Lattanzi (classe 1970) è nata a Bari, dove ha frequentato la facoltà di Lettere e Filosofia. La passione per i libri e la scrittura hanno da sempre guidato il suo percorso di vita e professionale. E' amante dei viaggi e delle passeggiate nella natura, prediligendo su tutto la montagna, che sembra permetterle di toccare il cielo con un dito.
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