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Il quaderno dell'amore perduto, di Valérie Perrin

di Nausicaa Baldasso

Nella categoria: HOME | Recensioni

 

Una storia intricata e appassionante;
un intreccio indissolubile di personaggi animati da segreti e amori incompresi;
un romanzo commovente capace di coinvolgere profondamente il lettore.

La protagonista principale è Justine, una ragazza di ventun anni che imparerà ad amare e ad affrontare gli scheletri del passato attraverso la propria professione.

Dopo la tragica morte dei genitori la giovane infatti intraprende la scelta di lavorare come aiuto infermiera presso le Ortensie, una casa di riposo per anziani, e saranno proprio gli anziani con le loro storie coinvolgenti, strazianti e profonde a condurla fino alla verità.

Il mio amore per gli anziani è iniziato in seconda media, quando la professoressa di francese, Madame Petit, aveva portato tutta la classe a trascorrere un pomeriggio ai tre Abeti. [...] Nel salutarli, avevo smesso di respirare dal naso. Per me è cominciato tutto nel momento in cui avevano preso a raccontare le loro storie. I vecchi non hanno altro da fare, quindi sanno raccontare il passato meglio di chiunque. Libri e film compresi [...] quel giorno mi sono resa conto che è sufficiente toccarli, gli anziani, prendere loro la mano perché inizino a raccontare.

Alle Ortensie, Justine ha una storia preferita, quella dell’anziana Hélène, soprannominata da tutti la “donna della spiaggia”. La dolce Hélène immagina ogni giorno di essere al mare distesa al caldo sulla sabbia ed in compagnia di un gabbiano che la segue per insegnarle ad amare:

" […] dal suo arrivo, un gabbiano ha eletto a proprio domicilio il tetto dell'edificio [...] Hélène è l'unica residente che chiamo per nome.

Il suo ombrellone in spiaggia si chiama Lucien, il suo “non marito”. Il compagno della vita, prima e dopo la guerra.
Lucien, rampollo di una generazione di organisti ciechi, nella paura di perdere la vista imparerà autonomamente a studiare la lingua Braille, cercando di fare tutto ciò che i ciechi non possono fare ed esorcizzare così il destino. Lucien non diventerà mai cieco, ma la madre lo abbandonerà, risposandosi. Crescerà quindi in lui l'odio per il matrimonio, che lo porterà a non sposarsi mai con Hélène, ma ad esserne comunque il vero marito.

Non cerca di fermarla. Si dice che tornerà presto. Che è andata soltanto a fare un giro nella bella automobile di quell'uomo. Che non c'è niente di strano. Che suo padre non può offrirle quel tipo di svago. E che lei ha tutto il diritto di divertirsi un po’.

 

Nel 1936 la bellissima Hélène e Lucien si sono incontrati durante un matrimonio. In quel giorno Hélène, che faceva la sarta, era stata chiamata ad aggiustare l'abito della sposa, mentre Lucien era all'organo. Al termine della cerimonia lei si inginocchiò a pregare la statua della Vergine Maria affinché l’aiutasse a leggere: da anni ormai la sua malattia le impediva di leggere e articolare bene le parole. Lui, folgorato dalla sua bellezza, si propose di aiutarla innamorandosene perdutamente. La storia d’amore si rafforzava ad ogni appuntamento; mentre lei cercava di confezionargli un abito e lui di insegnarle il Braille. Gli incontri fugaci si svolsero tutti nella sacrestia della chiesa, lontano da occhi indiscreti.

Lucien infila le mance della settimana nella cassetta delle elemosine e accende le candele per illuminare il corpo di Hélène. Poi guida le dita lei nella lettura e le sue verso l'amore. Hélène ha una predilezione per le storie ambientate in riva al mare, anche se il mare non l'ha mai visto.

Prima dello scoppio della guerra Lucien ed Hélène convivevano già con un finto matrimonio alle spalle.
In breve tempo riuscirono anche ad acquistare un piccolo Bistrot di cui andavano molto fieri e nel quale nascosero un ebreo, Simon, un affascinante violinista che cercò di conquistare il cuore della bella donna. 
Simon fu la causa dell’arresto e della deportazione di Lucien.

Al termine della guerra Lucien, gravemente ferito e totalmente senza memoria, fu soccorso da Edna, una infermiera che innamorandosi di lui gli nascose il suo passato.
I due concepirono una figlia, Rose, la figlia che Lucien avrebbe voluto da Hélène, e che per un gioco del destino era proprio identica a lei, come se ne fosse realmente la figlia.

Dopo anni di sofferenza, accorgendosi che Lucien non riusciva ad amarla, Edna decise di scappare, svelandogli prima dell'esistenza di Hélène e abbandonando ad entrambi la figlia Rose.
Rose accettò Hélène come madre, vivendo insieme a loro una vita oltremodo felice.

 

Alla casa di riposo Hélène non è da sola, ogni settimana viene a trovarla il nipote Romain, il quale accorgendosi della grande partecipazione di Justine ai racconti della nonna le chiede di trascriverne le vicende.
Justine inizierà così a girovagare nottetempo con un quadernetto azzurro.

La morte dei genitori di Justine è secondaria, ma il triste episodio aiuterà a dipanare molti dubbi che il lettore si porterà dietro fino alla fine del romanzo. Ad essere primaria invece, insieme alla storia d’amore di Lucien ed Hélène, è senz’altro la relazione improvvisata fra Justine ed il simpatico ballerino Comesichiama: i due si incontrano bimestralmente al Paradis, una sala da ballo, e dopo essersi baciati con trasporto finiscono puntualmente nello stesso letto.

[…] dallo scorso autunno, finisco spesso le mie notti tra le stesse braccia. Quelle di un ragazzo più grande di me. Ha ventisette anni - più o meno - e si chiama...
Non mi ricordo. Tra una volta e l'altra, mi capita qualche avventura da una notte, ma poi torna lui, Comesichiama. Una specie di apparizione bimestrale; [...] sogno l'amore, ma se me lo danno mi ritiro schifata. Divento cattiva e odiosa. Comesichiama è molto tenero e io mi sono convinta di aver bisogno di un amore che gratti come carta vetrata negli angoli. Forse perché la vita non mi ha mai regalato nulla, chissà.

Anche se Justine è la protagonista di questo romanzo, tutta la sua vita ruota attorno alle vicende di Hélène e sarà proprio con lei ed il suo gabbiano che anche noi lettori impareremo a conoscerla, a capirla, ad ascoltarla, soffrendo ed emozionandoci.

Bisogna sempre mettere un po’ di verità nei propri sogni, oppure il contrario.

 

Nausicaa Baldasso (04/05/1984) è laureata in Scienze sociali statistiche applicate. E' stata più volte finalista in vari concorsi e ha vinto il Premio Nazionale di Scrittura Creativa Piccola Giorgia Russo Una fiaba... è per sempre nel 2017.

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