di Luca Marconi
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L'Ode della gelosia di Saffo sembra
totalmente diversa dall'Incantatrice e dal Fragmentum
per quanto riguarda l'approccio al tema erotico. Infatti l'intento della
poetessa di Lesbo è quello di descrivere lo struggimento e le varie
emozioni provocate dalla gelosia, partendo dalla raffigurazione dell'uomo
di cui è gelosa; egli le sembra "simile agli dèi"
solo perché le siede vicino e la sente "dolcemente parlare
e sorridere"; ed è proprio questo che fa scatenare la folle
gelosia dell'autrice, fa ribollire il sangue, la fa sobbalzare tutta e
la fa addirittura sentire "poco lontana dalla morte".
Teocrito, invece, pone come punto di partenza per tale descrizione il
momento dell'innamoramento e quindi gli stati d'animo che il sentimento
erotico procurò all'innamorata nell'attimo in cui avvenne il primo
incontro. Così Simeta ripete più volte a Selene "ecco
l'amore mio da dov'è nato", esprimendo con grande efficacia
psicologica la sua natura sentimentale, congiunta con un alto pathos.
L'amore è qui inteso quasi come prigione, come sopportazione del
sentimento stesso, rievocato nei minimi dettagli, passo dopo passo. La
descrizione qui è anche ricerca, analisi, ricordo, approfondimento,
racconto.
Anche nel Fragmentum Grenfellianum prevale il tema del ricordo
come alto momento passionale e allo stesso tempo come tempesta irrefrenabile:
questa anonima donna è in "balìa" del suo sentimento
amoroso ed effonde in lamenti, come Simeta, il dolore e l'amore per quell'uomo
che, sebbene "tanto sicuro di sé", l'ha tradita; nonostante
ciò, la gelosia le "porta affanni, sopportazione e costanza",
e la induce a supplicare l'amato di "non lasciarla fuori dalla porta",
perché "abbandonata arde tutta". Qui, più che
negli altri due testi, è esplicito il tema del paraklausìthyron
inverso. La donna sembra ondeggiare tra due opposti sentimenti: quello
di rabbia per il tradimento, che la "oltraggia" e la "tormenta",
e quello di fervido amore per l'uomo. Ed è vinta da quest'ultimo,
a tal punto che lei stessa gli chiede la riappacificazione.
Stilisticamente appaiono evidenti le differenze che passano dai componimenti
di Saffo e Teocrito e da quello anonimo. Mentre i primi due, infatti,
fanno spesso ricorso a similitudini e a sinestesie, per aumentare la tensione
patetica ed alimentare anche nel lettore il malinconico struggimento amoroso,
il Fragmentum, invece fa ricorso a vocativi ed esplicita maggiormente
i propri sentimenti. Ne risulta quindi anche una differenza di cadenza
ritmica. In Saffo la descrizione è gelida e lenta, quasi stizzosa,
ed è volta a far intendere bene il sentimento di ira che la donna
prova; in Teocrito il ritmo è frammentario quanto descrittivo e
dà l'idea dell'efficacia della gelosia nell'animo di Simeta; nel
Fragmentum il ritmo è stentato e dà l'idea del
lamento amoroso.
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