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Le mille e una notte

di Antonella Benvegnù

Nella categoria: HOME | Analisi critica

Definizione
Origine
Caratteristiche
Cornice
Obiettivo
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DEFINIZIONE

Le mille e una notte (titolo originale in arabo: Alf laila wa laila) è un’opera vastissima -probabilmente la più celebre della letteratura araba- contenente fiabe, favole, novelle borghesi, racconti popolari di argomento fantastico o realistico, tutti inseriti in un racconto-cornice, elaborati in luoghi e tempi diversi ma che rinviano palesemente al mondo islamico, in particolare al Medioevo della città di Baghdad.

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ORIGINE

Sull’origine dell’opera la querelle filologica è ancora insoluta sebbene negli ultimi anni parecchi studiosi, tra cui René R. Khawam, abbiano tentato di redimere la questione con rigore scientifico. Egli, muovendosi tra gli innumerevoli codici –spesso manipolati, interpolati, edulcorati e censurati sia in Oriente che in Occidente- è riuscito e giungere ad un’edizione critica che restituisce all’opera la fedeltà ai codici rivelatisi più attendibili. Varie permangono tuttavia le ipotesi sulla genesi dell’opera; realizzata da un autore anonimo oppure sorta a livello popolare da un nucleo di racconti dell’VIII secolo, sta di fatto che trova le sue radici in India, viene scritta presumibilmente in Persia nel IX secolo con conseguente sviluppo a Baghdad (narrazioni brevi sulla vita di corte), raggiunge una forma più stabile tra XII e XVI sec. in Egitto e nel mondo arabo dove viene tradotta e integrata con vicende realistiche aneddoti nonché con prodigi e incantesimi. La struttura attuale dell’opera non è quella originaria perché nel 1704 un bibliotecario francese con la passione dei viaggi, Antoine Galland, cominciò a pubblicare un primo volume traducendolo da un manoscritto siriano del XIII secolo. L’enorme successo incontrato lo indusse a far uscire ben presto altri volumi aggiungendovi racconti estranei alle fonti originarie, come per esempio Aladino, e altri cicli di racconti, dapprima indipendenti, quali i cicli dei due Sindbad -uno marinaio l’altro saggio visir-, Alì Babà, Omar an- Numa e i suoi figli -che riporta alle guerre tra Musulmani, Bizantini e Crociati, Aladino e la sua lampada. Quindi trascritte, adottate (e “adattate”) dalla Francia e da tutto il mondo occidentale Le mille e una notte sono il frutto di incroci, di contaminazioni, di scambi culturali ovvero un’opera ibrida.

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CARATTERISTICHE

Tempo: remoto, solitamente imprecisato sebbene in certe narrazioni il riferimento a qualche califfato permetta di stabilire l’epoca precisa dei fatti. Nell’antico Oriente si contava il tempo in notti e non in giorni: nasce da qui l’idea del fortunato titolo; è probabile che quella cifra sia di origine turca: “bin bir” (mille e uno) designa infatti un “grande numero”.

Luoghi: le vicende si svolgono in luoghi orientali o medio-orientali: a volte in città precisate (Baghdad, Bassora, Samarcanda, Il Cairo) altre volte in paesi nominati in modo generico (Egitto –soprattutto di epoca mammalucca-, Iraq, India, Cina, Oriente).

Linguaggio: relativamente semplice in quanto derivante dalla trascrizione o traduzione in arabo di racconti tramandati per via orale, quindi colloquiale, popolare, a volte sentenzioso; i vari testi poetici disseminati nel testo presentano, invece, una lingua ricercata, allusiva, metaforica, raffinata nell’esprimere sentimenti ed emozioni. Narrazione appassionante, piacevole, deliziosa.

Temi: l’amore -motore dell’azione-, la fedeltà, il tradimento, l’odio, la vendetta, la povertà e l’agiatezza. Inoltre gli elementi culturali provenienti da Persia, Bisanzio, India, Asia e Cina, vengono rielaborati dalla civiltà araba, in particolare per quanto concerne l’impianto sociale fissando regole per l’organizzazione della vita privata (successione, matrimonio, dote) o pubblica (diritto di vendetta, parola data e ricevuta, diritto dell’ospitalità, norme di compravendita).

Personaggi: i personaggi del racconto-cornice, in particolare i due protagonisti Shahrazàd e Shahriyàr, sono aristocratici. I personaggi delle varie narrazioni appartengono a tutte le classi sociali: re, principi, visir, sceicchi, califfi; ma anche mercanti, pescatori, maestri, facchini, sarti, barcaioli, bottegai, ladri, cammellieri, mulattieri, ladri, poeti, adultere, schiavi; e ancora animali, nonché personaggi fantastici quali vampiri, ginn, irift; uomini e donne sono quindi i personaggi che popolano un mondo vivo, immerso nella vita quotidiana. Nell’opera sono presenti anche oggetti magici.

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CORNICE

Il re Shahriyàr deluso ed infuriato per il tradimento della moglie concepisce un odio mortale per l'intero genere femminile. A causa di ciò egli ordina al visir, che è anche il padre di Shahrazàd, di condurgli una vergine ogni notte: avrebbe passato la notte con lei e la mattina seguente ne avrebbe ordinato l'esecuzione. La strage continua per tre anni finché Shahrazàd bella, saggia e coraggiosa non si offre di passare la notte col re dicendo al padre: "O rimarrò in vita, o sarò il riscatto delle vergini musulmane e la causa della loro liberazione dalle mani del re e dalle tue". Shahrazàd, per non essere messa a morte dal vendicativo re, per mille e una notte, tiene desta la curiosità del sovrano con i suoi racconti straordinari, ora incatenati l'uno all'altro come anelli di una collana, ora rinchiusi l'uno nell'altro come in un sistema di scatole cinesi. Quando Shahrazàd smette di raccontare, il re Shahriyàr ormai ha dimenticato per amor suo l'antico odio per le donne; il tempo e la fantasia l'hanno riconciliato con la vita. Shahrazàd ha salvato se stessa e ben più di mille e una fanciulla.

Questa la storia-cornice: una storia di per sé straordinaria, che offre Shahrazàd all'ammirazione di lettori, imitatori, poeti ed artisti. Shahrazàd è diventata per l'Occidente la regina-madre di tutte le odalische che hanno popolato da secoli le letterature europee, le gallerie d'arte e i palcoscenici dei balletti. Per il mondo arabo Shahrazàd è il simbolo della forza dell'intelligenza, del fascino della parola, del potere di seduzione e in questo senso Shahrazàd rappresenta tutt'altro che il modello dell'odalisca sensuale e passiva, caro all'immaginario occidentale. In realtà essa è una donna attiva, abile, astuta, artefice della propria salvezza e di quella delle altre donne, capace di suscitare amore nel sovrano e di conservare vivo in lui questo amore. La ragazza, bella ed elegante, colta ed intelligente, generosa ed altruista, lotta con la creatività e la capacità affabulatoria per salvare una generazione, per cambiare le condizioni di vita delle donne prive del diritto di parola in una società maschilista. Rappresentando l’amore coraggioso e fedele, si sovrappone alle figure infedeli delle precedenti mogli del sovrano; la sua dolcezza, suscitando sentimenti positivi, determina la palingenesi del crudele Shahriyàr.

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OBIETTIVO

L’opera tenta di indagare sugli enigmi dell’universo per scoprire i segreti del bene e del male presenti oltre le apparenze. Fonde elementi appartenenti alle culture araba, indiana e persiana con elementi di origine mesopotamica, giudaica, bizantina, stabilendo un contatto tra popoli diversi e riflettendo sull’essenza dell’esistenza umana e sull’inutilità della vendetta.

La morale che lega tutte le storie può essere riassunta nei versi del poeta: "Quando le cose si arruffano e formano un nodo, allora viene una decisione del cielo che le sbroglia. Abbi pazienza, quello che era oscuro diviene chiaro, e chi ha stretto il nodo, forse lo scioglierà".

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SUCCESSO

La diffusione iniziale si deve tanto ai mercanti che giravano da un paese all’altro per i propri scambi commerciali quanto a poeti e cantastorie che assolvevano la preziosa funzione esprimere in un linguaggio accessibile a tutti l’ultimo stadio di una creazione artistica nei cui valori l’intera comunità si riconosce. Dopo la mediazione del francese Galland, l’opera, conciliando insegnamento e diletto, continua a riscuotere successo anche ai giorni nostri: basti pensare ai libri per bambini, ai cartoni animati, al cinema, al teatro, alla musica. Probabilmente alla fiaba Il pescatore e il ginn Umberto Eco deve il libro dalle pagine avvelenate che appare ne Il nome della rosa; e alla fiaba Il gobbo riottoso forse si ispirò Alfred Hitchcock per il film La congiura degli innocenti.

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Links

www.arab.it/favole/milleeunanotte.htm

www.liberweb.it/temi/Mille.htm

www.arabcomint.com

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